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Comunicazioni della Sindaca: - "Salone del Libro". VERSACI Fabio (Presidente) La parola all'Assessora Leon. LEON Francesca Paola (Assessora) Le vicende del Salone del Libro e dello spazio espositivo del Lingotto sono strettamente correlate, ritengo pertanto necessario riassumere brevemente i fatti. In questi giorni abbiamo lavorato con gli Uffici Comunali, che hanno fatto un grande lavoro e ci hanno aiutato attivamente in ogni momento delle verifiche, quindi ritengo e riteniamo sia importante ringraziare ciascuno di loro. La Città di Torino con la convenzione firmata il 21 dicembre 1992 dava attuazione alle deliberazioni relative al Piano Particolareggiato del Lingotto, in sostanza la trasformazione del Lingotto alla quale abbiamo assistito e che vediamo tuttora. Questa convenzione, ancora in vigore, riguarda il Centro Congressi del Lingotto, composto come ben sapete da sale di diversa dimensione: l'Auditorium e il Padiglione 5 del Centro Fieristico. Attualmente i locali sono in capo a due differenti soggetti: il Centro Congresso del Lingotto e l'Auditorium a Fiat Partecipazioni S.p.A.; il Padiglione 5 a GWM, a seguito dell'acquisto da GL Events Italia S.p.A.. Appare pleonastico evidenziare dunque che i Padiglioni del Centro Espositivo del Lingotto 1, 2 e 3 non sono mai stati oggetto della Convenzione. Nella convenzione del 1992 veniva stabilito all'articolo 5, di cui cito tra virgolette il testo: "La società si impegna a mettere a disposizione della Città per 50 giorni ogni anno le sale, compresi i locali accessori, destinati a spettacoli, manifestazioni e congressi che fanno parte del Centro Congressi, del Centro Fieristico Espositivo (Padiglione 5) e dell'Auditorium per spettacoli, congressi, convegni o manifestazioni anche espositive di produzione diretta della Città, spettacoli e manifestazioni culturali di produzione della Circoscrizione o di terzi, realizzati con il patrocinio della Città, che garantirà attraverso l'Assessorato per la Cultura il livello qualitativo delle produzioni e delle manifestazioni. È facoltà della Città richiedere che i giorni a disposizione diretta comprendano almeno cinque sabati e domeniche, per giorni si intendono 24 ore ciascuno con inizio e termine da determinarsi in sede di programma e calendario concordato. L'individuazione sia delle date dei giorni messi a disposizione della Città, sia delle sale che saranno occupate dagli spettacoli, congressi, convegni o manifestazioni anche espositive organizzate direttamente dalla Città sarà effettuato sulla base di un programma triennale e un calendario concordato nell'ultimo trimestre di ogni anno tra la società e l'Assessorato alla Cultura, ma modificabile di comune accordo anche successivamente in presenza di improrogabili esigenze di una delle due parti. Le domande di utilizzo da parte di Circoscrizioni o di terzi dovranno essere presentate all'Assessorato alla Cultura entro il mese di settembre di ciascun anno". Appare dunque evidente che il soggetto in grado di richiedere l'utilizzo di queste giornate sia l'Assessorato alla Cultura, tramite una procedura da avviare nell'ultimo trimestre dell'anno; agli Uffici non risulta che tale procedura sia stata avviata. Per quanto di nostra competenza, stiamo predisponendo il calendario - parliamo di oggi - che, in conformità con quanto stabilito nella Convenzione, sarà inviato ai soggetti titolari dei locali nel mese di settembre per programmare il 2017. Per ciò che concerne i locali che fanno capo a FIAT Partecipazioni S.p.A. non vi è alcun tipo di problema; un altro discorso riguarda invece il Padiglione 5, che attualmente è stato venduto a un soggetto terzo, GWM, il quale desidera richiedere il cambio di destinazione d'uso da fieristico a commerciale e quindi una riconversione di tutto il Padiglione 5. Tale cambio è possibile in virtù di una deliberazione del Consiglio Comunale del 2010, ma solo a seguito della costruzione del cosiddetto Padiglione 4, ossia un edificio nello spazio tra gli attuali padiglioni del Centro Fiere e l'Oval. Al momento non risulta sia stato ancora costruito questo nuovo padiglione e dunque in autunno verranno avviate le trattative tra i due soggetti privati e la Città al fine di definire i futuri assetti urbanistici e di utilizzo, ad esempio sui 50 giorni attualmente in capo al Padiglione 5. Come ben sapete, è in corso un'inchiesta della Magistratura e ritengo che sia doveroso, al momento, sospendere ogni tipo di considerazione, le eventuali responsabilità penali e patrimoniali saranno accertate dalla Magistratura. Un altro ragionamento, invece, è doveroso sulla responsabilità politica in capo ai soggetti che avrebbero potuto mettere a disposizione della Città o di soggetti terzi quei locali per promuovere eventi, fiere, congressi e altri tipi di occasione di sviluppo. Va ricordato, infatti, che al successivo articolo 6 viene stabilito che questi 50 giorni sono gratuiti, salvo rimborso delle spese vive per la Città di Torino e con uno sconto del 50% sul prezzo di listino per altri soggetti che beneficiano del patrocinio della Città. Tale ragionamento preliminare sui luoghi era necessario per inquadrare uno dei problemi strutturali del Salone del libro di Torino: l'elevato costo della partecipazione all'evento per gli espositori. Come voi ben sapete, prima della trattativa di venerdì scorso, il contratto di locazione triennale degli spazi prevedeva che la Fondazione per il Libro pagasse un canone di circa 1,2 milioni di Euro l'anno, oggi, per i prossimi due anni, saranno 600.000 Euro l'anno. Un ulteriore elemento di cui avete potuto sicuramente leggere nei giorni scorsi riguarda il ruolo dell'AIE, Associazione Italiana Editori, nella gestione dell'evento e nella strutturazione dei contenuti culturali. Come sapete, l'AIE è tra i soci fondatori della Fondazione per il Libro, ma lamenta e ha lamentato nel tempo, in particolare nell'ultimo triennio, di non essere stata adeguatamente coinvolta nella programmazione del Salone del libro e delle attività connesse. Non entriamo adesso in dispute sulle quali non possiamo entrare perché al momento gli amministratori della Città erano altri, dobbiamo però notare che avere avviato un dialogo con le controparti, che sono anche parti in questo caso, perché sono membri della Fondazione per il Libro, potrebbe consentire lo sblocco di una situazione che sembrava destinata - non solo consolidata - a rimanere su posizioni inconciliabili. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Lo Russo; le ricordo che ha a disposizione 10 minuti. LO RUSSO Stefano Grazie all'Assessora di aver trasferito all'Aula quanto ricostruibile sulla base degli eventi degli ultimi giorni. Ovviamente si tratta di una questione molto complessa, che, come è stato opportunamente precisato, risale al 1992, anno della stipula della prima convenzione e preliminarmente a una considerazione che cercherò di fare, pure in una posizione complessa che è quella di chi vi parla, che ovviamente motiverò susseguentemente. Siccome l'Assessora ha parlato molto rapidamente e non ho capito bene io, volevo solo comprendere se quanto ha affermato a verbale corrisponde a quanto ho compreso, cioè che la convenzione del 1992 esclude dall'utilizzo i Padiglioni 1, 2, 3. Può dirlo a verbale, Assessora, gentilmente? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Perfetto. La questione è molto complessa e ovviamente le considerazioni politiche che dobbiamo fare riguardano vicende che risalgono nel tempo. Credo anche io che, sulla base di quanto testé detto, occorre circoscrivere la questione dell'applicabilità o meno della convenzione al solo Padiglione 5, seguendo il filo del ragionamento espresso dalla Giunta, e non certamente all'intero complesso fieristico espositivo oggetto della querelle anche giornalistica, in quanto, se non ho capito male - ma credo di aver capito bene -, l'interpretazione che viene data relativamente all'applicabilità della convenzione fa riferimento esplicito unicamente al Padiglione 5 e quindi dal 1992 ad oggi discutiamo di questo padiglione. Faccio riferimento all'affermazione dell'Assessora Leon e do lettura di una nota stampa del 19 luglio 2016, in cui la Sindaca Appendino ieri ha precisato: "I padiglioni 1, 2 e 3 del centro fieristico non rientrano nella convenzione del 1992. Il Padiglione 5 (cito la Sindaca) è stato estrapolato dalla convenzione nel 2010 con una deliberazione del Consiglio Comunale che poi lo ha inserito nel centro per l'innovazione, facendo così di fatto decadere i 50 giorni che il Comune avrebbe potuto utilizzare gratuitamente. È in fase di verifica con Fiat Partecipazioni la possibilità di usufruire gratuitamente, come previsto dalla convenzione, dell'Auditorium del Lingotto", 19 luglio. Il 20 luglio, costretto da questa dichiarazione a verificare se quanto detto dalla Sindaca era corretto, ho recuperato la convenzione del 1992, che a mio modo di vedere in realtà era in altri termini da intendersi e non certamente come quanto detto dalla Sindaca Appendino nel comunicato. Il giorno 20, pertanto, ho presentato questa richiesta di comunicazione e apprendo che evidentemente il giorno successivo ancora è stata convocata GL Events ed è stata chiusa positivamente - e la ringraziamo, Sindaca Appendino - la trattativa di sconto rispetto al canone degli affitti. Per circoscrivere la questione, volevo solo capire le ragioni per cui in data 19 luglio la Sindaca Appendino dichiarava ufficialmente quanto detto, salvo poi nei giorni successivi, sulla base di quanto ha detto l'Assessora Leon, credo, invertire decisamente la rotta e quindi dare un'interpretazione diversa. Mi piacerebbe che emergesse, perché siccome ovviamente la querelle politica - di questo si tratta - in ordine alla gestione del Centro Congressi del Lingotto attiene al solo Padiglione 5, quanto testé detto e che, sulla base di quanto affermato dalla Sindaca, tra il 19 luglio e venerdì succede qualcosa, volevo capire - e come me tanti - che cosa è capitato tra il 19 luglio e il venerdì in cui è stata incontrata GL Events. Se fosse possibile, Presidente, derogare rispetto a quanto ci siamo detti quando lei ha convocato i Capigruppo, prima di proseguire, vorrei avere risposta a questa domanda. VERSACI Fabio (Presidente) Prima farei intervenire gli eventuali altri Colleghi che intendono farlo, dopodiché faccio intervenire la Sindaca per chiudere, altrimenti diventa complicata la gestione dell'Aula. Se ci sono delle domande, le farei in questo momento, così la Sindaca chiude e poi procediamo con l'altro punto. LO RUSSO Stefano Presidente o Sindaca, guardo lei, se vuole ripeto la domanda: il 19 luglio lei fa una dichiarazione alla stampa che ho letto, dopodiché, giustamente, chiude una trattativa a rialzo dal punto di vista della Città, di cui in tutte le sedi le rendiamo merito davvero efficace; mi interesserebbe capire che cosa è successo tra la dichiarazione che lei ha reso a mezzo stampa e la trattativa che poi lei ha concluso positivamente per la Città. Ritengo che la domanda sia legittima e credo anche mediamente semplice, quindi si può dare tranquillamente una risposta semplice. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Iaria; le ricordo che ha a disposizione tre minuti. IARIA Antonino Intervengo sull'ordine dei lavori. Volevo sapere perché il Consigliere Lo Russo può intervenire venti volte di seguito quando ha concluso il suo intervento. È già successo altre volte, quindi semplicemente un chiarimento dal punto di vista regolamentare, visto che sono nuovo di questo Consiglio, vorrei sapere se il Consigliere Lo Russo può intervenire quante volte vuole o deve seguire delle regole. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) No, il Consigliere Lo Russo segue le regole esattamente come tutti voi, la avviso di questo. Quindi faccio intervenire la Sindaca e dopo non interviene più nessuno, perché la Sindaca conclude la discussione. Prego, Sindaca. (INTERVENTO FUORI MICROFONO) Consigliere Lo Russo, l'Aula era gestita così. Quando ho convocato i Capigruppo, lei, Consigliere Lo Russo, è venuto qui e ha sentito che davo dieci minuti per Gruppo. Lei ne ha usati sei e ne poteva usare dieci, non può usare un minuto, poi interrompersi e usare un altro minuto, altrimenti diventa difficile la gestione dell'Aula anche da parte mia, visto che ammetto di avere un po' di inesperienza, mentre lei, Capogruppo Lo Russo, che ha molta più esperienza di me, sa benissimo come funzionano queste cose. Per evitare ogni tipo di inconveniente, non mi va neanche di avere questa discussione perché non voglio toglierle la parola, si figuri, anzi, le ho concesso dieci minuti, si figuri se voglio toglierle la parola, poteva fare tranquillamente il suo intervento; avrei fatto rispondere la Sindaca alla fine, come al solito, non è che la Sindaca conclude, poi lei interviene di nuovo e poi la Sindaca deve nuovamente rispondere. La parola, sull'ordine dei lavori, al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Evidentemente abbiamo bisogno di rodaggio e la questione è molto delicata, se mi è consentito, concluderei l'intervento nei dieci minuti, dopodiché ovviamente alla Sindaca la replica. VERSACI Fabio (Presidente) Facciamo così: le concedo ancora quattro minuti, però questa è l'ultima volta, faccio una gentile concessione perché è anche colpa mia. La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Chiarita la questione di partenza, che però è assolutamente imprescindibile relativamente a quanto poi anche, siccome stiamo parlando a verbale, emergerà nel prossimo futuro, credo, la considerazione di fondo che ci preme fare riguarda una piena soddisfazione, una piena condivisione, signora Sindaca, della sua iniziativa di conclusione rispetto a GL Events, che di colpo addiviene a più miti consigli in una riunione di due ore nel suo ufficio, di colpo, caso strano, sconta i canoni come li ha scontati, ma soprattutto ed è questo l'oggetto per cui è nata questa questione, abbandoniamo definitivamente l'ipotesi da lei ventilata di trasferire il Salone del libro nello spazio di Torino Esposizioni, perché non dimentichiamoci mai che questa questione, per quanto riguarda il mero elemento di carattere politico, nasce da una nota, anche a firma dell'Assessora Leon, che individuava in Torino Esposizioni una sede potenzialmente alternativa per il Salone del libro. Ci siamo permessi di far rilevare che Torino Esposizioni, in realtà, è oggetto di un'altra previsione, che sarebbe stata messa completamente in discussione da questo tipo di potenzialità, quindi apprendiamo che la posizione espressa il 13 luglio, oggi, a distanza di 12 giorni, è sostanzialmente cancellata. Se fosse possibile, signora Sindaca, oltre alla risposta alla domanda semplice che le ho fatto prima, anche su questo volevo avere rassicurazioni in tal senso, in quanto ovviamente c'è attesa per quanto riguarda il futuro di Torino Esposizioni, ribadiamo la nostra opinione di totale inidoneità allo spostamento del Salone del libro dentro Torino Esposizioni e oltretutto riteniamo assolutamente strategico per lo sviluppo della Città che il Polo fieristico del Lingotto possa davvero continuare a sviluppare la propria potenzialità, come Torino Esposizioni. Abbiamo lavorato in questi dodici giorni nel nostro ruolo di Consiglieri di minoranza al suo fianco per cercare di dare un quadro generale e rafforzarla quanto più possibile rispetto al suo margine di trattativa e penso che questo lei con onestà intellettuale ce lo debba riconoscere. Il margine di trattativa che le abbiamo consentito è stato ampio, lei l'ha correttamente utilizzato e di questo noi le siamo assolutamente grati. Speriamo basti, guardo anche l'Assessora Leon, la situazione è molto complicata e certamente non vorremmo che, come primo atto della Giunta Appendino, il Salone del Libro sparisse da Torino. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Iaria. IARIA Antonino Sono un po' basito nel sentire il Consigliere Lo Russo, lo ero nei miei cinque anni di Consigliere di Circoscrizione e lo sono anche adesso. Volevo solo ricordare che noi ci siamo insediati da un mese e per un mese è stato detto che avremmo fatto perdere il Salone del libro. Sono successe tantissime piccole cose che voi avete omesso, tipo avvisi di garanzia, arresti e problemi vari e nel suo intervento non è mai stato citato anche un minimo complimento a questa Giunta che si è appena insediata, che è stata criticata di inadeguatezza… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). VERSACI Fabio (Presidente) Non parliamo fuori microfono. IARIA Antonino Voglio solo dire che è un mese che siamo qui, è un mese che siamo ad amministrare la Città di Torino e abbiamo già risolto un problema grosso che mi sembra doveroso dire che non è stato causato da noi e che voi non avete affrontato nella maniera giusta. Chi lo dice non è un grillino, non è uno del Movimento 5 Stelle, ma è il vostro Senatore Esposito, il quale vi ha bacchettato a mezzo stampa dicendo che potevate risolvere voi questo problema del Salone del Libro, potevate guardare la convenzione. Poi è chiaro che la convenzione è complessa, è chiaro che non c'è niente di semplice, sono il primo a dirlo. È chiaro che anche voi come Amministrazione avete dovuto risolvere tutti i problemi delle vostre Amministrazioni precedenti, quindi anche voi della vecchia Giunta, in un certo senso, avevate un po' di problemi e non potevate vedere tutto, mi sembra però corretto ribadire il fatto che fino a un mese fa tutti voi dicevate che avremmo perso il Salone del Libro. VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Consigliera Albano, per tre minuti. ALBANO Daniela Buongiorno a tutti, gentili Consigliere e gentili Consiglieri. Ci troviamo in quest'Aula perché comunque stiamo per condividere insieme le scelte migliori per la Città di Torino. Direi che l'accordo raggiunto da questa Amministrazione con GL Events è una vittoria non solo dell'Amministrazione ma della Città intera. Attraverso le trattative portate avanti dalla Giunta la Città di Torino ha saputo far valere le proprie ragioni. Riteniamo tuttavia giusto sottolineare i meriti e i demeriti nel percorso che hanno portato alla definizione dell'attuale accordo tra GL Events e Comune. Il dato di fatto che rimane è che l'attuale Amministrazione ha concluso un accordo triennale economicamente più vantaggioso del precedente, riuscendo a fare in poche settimane quello che la precedente Amministrazione non era riuscita a fare in anni. Il Consigliere Lo Russo cerca di attribuirsi qualche merito andando a recuperare la deliberazione di Variante votata da lui nel 2010. In questo modo non fa altro che sottolineare le responsabilità anche personali in merito alla situazione precedente. Provare a tacciare di superficialità l'attuale Amministrazione e cercare poi di scaricare le responsabilità all'ex Assessore alla Cultura non le fa certo onore. Ci sembra piuttosto palese che la questione non è stata gestita in modo disonesto, perché di questo si sta occupando la Magistratura e quindi non sta a noi dire che è stata gestita in modo disonesto, ma sicuramente è stata gestita in modo superficiale e credo che la Città non si meriti una gestione di questo tipo. Per questo credo che sia arrivato il momento per alcuni Consiglieri e Consigliere che sono attualmente in quest'Aula di prendersi le responsabilità politiche anche delle scelte che sono state fatte dalla precedente Amministrazione. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Rosso; le ricordo che ha a disposizione dieci minuti. ROSSO Roberto A fronte di quanto è successo, che è venuto fuori anche questa sera, abbiamo capito che alcuni padiglioni non erano in convenzione e, come tale, si limitava soltanto al Padiglione 5. È altrettanto vero, però, che voi avete potuto ottenere uno sconto su quello anche perché si basava sulla normativa che consentiva al Comune di Torino di far valere le sue ragioni. Vorrei capire, a prescindere dalle indagini giudiziarie che riguardano evidentemente più amministrativi che politici, se il Comune di Torino ha ritenuto o ritiene - lo chiedo alla Sindaca, se mi può dare risposta - di procedere nei confronti di eventuali responsabili rispetto al danno contabile che è emerso; cioè se il Comune di Torino ritiene di rivolgersi alla Procura della Corte dei Conti per questo oppure no. VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Consigliera Artesio. ARTESIO Eleonora Mi accosto a questa discussione cercando di rispettare il testo della richiesta di comunicazioni che è stata rivolta alla Sindaca ed alla Giunta, ma, soprattutto, spero anche di interpretare un sentimento ed un'aspettativa della Città, che credo vada oltre la resa dei conti sulle responsabilità immobiliari dei padiglioni del Lingotto; infatti, il contenuto della richiesta di comunicazioni era, sì, relativo all'aggiornamento sullo stato dei rapporti patrimoniali e sulle possibilità di accesso delle istituzioni pubbliche alle strutture logistiche e su quanto questo potesse influenzare l'interesse degli editori per la futura edizione, ma riguardava anche il futuro del Salone 2017. A me sembra che lo sviluppo di questa discussione sia, rispetto all'obiettivo (cioè all'interesse di mantenere il Salone), un po' surreale e, quindi, riconduco il mio intervento a quella che era - e che spero possa essere da molti condivisa - l'aspettativa principale, cioè la credibilità della candidatura torinese rispetto all'analisi, che verrà fatta mercoledì a Milano da AIE, sulle proposte rispettivamente avanzate dall'Amministrazione Comunale di Torino e dall'Amministrazione Comunale di Milano, perché, rispetto al destino, questo mi sembra l'elemento essenziale. Mi permetto, dal mio punto di vista, di fare qualche osservazione. Mi pare che ci sia una coincidenza, che potremo definire della tempesta perfetta, per la quale, dopo 15 anni di mirabili edizioni del Salone del Libro, sia giunta all'apice, in modo contemporaneo, tutta una serie di fattori negativi; non solo quelli esterni alle relazioni istituzionali e, quindi, tutto il capitolo delle indagini, ma anche le difficoltà relative ai rapporti interni nella governance. Sappiamo che esistono soggetti che sono soci della Fondazione, come AIE, e, contestualmente, aprono la rimessa in discussione sulla continuità dell'attività del Salone nella città di Torino. Sappiamo che le motivazioni possono essere esplicite (il tema dei costi e della location, ad esempio) e sappiamo che le motivazioni possono essere più sottili (le relazioni ed i rapporti tra gli editori, le Istituzioni, i Ministeri e le Fondazioni bancarie), ma sappiamo anche che non tutto il mondo dell'editoria converge su questo tipo di analisi e su questo tipo di obiezione. Penso ai piccoli editori, ma neanche tanto piccoli (Laterza e Sellerio), che si sono espressi invece per il mantenimento del Salone a Torino. Allo stesso modo, credo che il dato dell'eventuale diseconomia dei costi del Lingotto sia contemperato, almeno dal punto di vista di questi piccoli editori e non solo piccoli editori, da altri fattori di vantaggio, che, nel tempo e negli anni, sono intercorsi: le riduzioni dei costi del plateatico, oppure, trattandosi di realtà produttive che si devono trasferire da altre città, anche la possibilità di vantare gradevoli e più economiche soluzioni alberghiere nella città di Torino rispetto a quelle che, ad esempio, potrebbero trovare nella città di Milano. Penso anche, visto che oggi si discute delle responsabilità eventuali delle Giunte precedenti e della necessità di consentire a questa Giunta di procedere nelle condizioni di maggiore garanzia, che debba essere sottolineato che l'autorevolezza di coinvolgere i Ministeri nazionali sia invece un elemento di pregio che possa essere ascritto alla precedente Amministrazione. In questo contesto, non so - francamente, tra tutti gli elementi di interesse, lo considero solo una delle variabili - se l'idea originaria di avanzare la proposta di Torino Esposizioni (da persona incompetente, mi sembrava un po' imprudente, perché ricordo l'abbandono di Accornero di Torino Esposizioni un paio di decenni fa, la necessità degli interventi di messa in sicurezza e quanto veniva detto prima rispetto ad ipotesi alternative) e, quale che sia stata l'origine di quella proposta, l'aver posto sul piatto un'alternativa abbia reso più agevole la contrattazione per la riduzione dei costi di locazione e, quindi, se sia stata un'operazione tatticamente furba. Non so nemmeno se, di fronte alla prospettiva di perdere la possibilità del Salone, si sia andati ad una contrattazione che sarebbe avvenuta con qualunque Amministrazione, non necessariamente con questa, pur di mantenere l'obiettivo precipuo di realizzare il Salone 2017. Questo non lo so, ma mi auguro che sia uno degli elementi che potranno pesare nella discussione di mercoledì rispetto alla possibilità per tutti i soci di decidere il mantenimento del Salone a Torino. Penso che il nostro ruolo istituzionale, accanto all'affiancamento del ruolo tecnico degli Uffici che hanno svolto l'istruttoria, debba anche avere una qualche responsabilità o, se ritenete, una qualche presunzione nel fornire alla Giunta gli indirizzi utili ad immaginare questo futuro del Salone, nella cui progettazione tutti dicono di voler essere più e meglio coinvolti. Ad esempio, a me è sembrato che l'elemento più stridente della vicenda sia che tutti siamo concentrati sulla competizione tra la Città di Torino e la Città di Milano, quando, in realtà, l'esperienza del Salone dovrebbe puntare nei principi fondativi alla cooperazione piuttosto che alla competizione, nell'interesse della diffusione della lettura, che è l'obiettivo principale di innalzamento del valore civico delle comunità e di valorizzazione delle professionalità collegate all'editoria e all'organizzazione della lettura nelle sedi istituzionali, negli accessi consentiti oggi dai nuovi mezzi dell'informatica e nell'educazione permanente che tutti, almeno in linea di principio, riteniamo sia auspicabile. Quindi, più che la competizione tra Torino e Milano, mi interessa la rete delle Città del Libro, i Parchi del Libro e la dimensione relazionale che da Torino consente di far partire in tutto il Paese il desiderio e la possibilità organizzativa di costruire il circuito del libro, della produzione e della cultura verso la lettura; mi sembrerebbero questi gli elementi di maggiore qualità. Non lo affermo per mia competenza, che non ho, ma perché, ogni tanto, mi diletto a leggere chi ne ha competenza: so che da parte dei Consiglieri di Amministrazione della Fondazione sono stati avanzati anche progetti di merito che tendono a rafforzare la dimensione di Torino come capofila di una rete delle Città del Libro, piuttosto che una Torino in corsa, in competizione o in lotta con il Comune di Milano. Speravo che, in questa sede, potessimo parlare di questo, accanto agli aspetti tecnici che rendono possibile realizzare gli obiettivi; ovviamente, non li nego e non do neanche loro un valore inferiore, ma credo proprio che, di fronte all'altezza della sfida, questa debba essere la qualità della discussione nelle Istituzioni. VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Sindaca. SINDACA Ringrazio tutti i Consiglieri intervenuti su un tema che so bene che sta a cuore a tutti; stava a cuore anche alla Consiliatura precedente e, infatti, sono stati fatti molti dibattiti in quest'Aula in merito al Salone del Libro. Quando ero Consigliera di opposizione, come faceva anche chi era Consigliere di maggioranza, in quest'Aula si diceva - a tal proposito eravamo concordi - che il nostro interesse era rafforzare gli eventi che hanno un'importante ricaduta sul territorio e tra questi vi era proprio il Salone del Libro. Non nascondo che, appena entrati, come tutti sapete, ci siamo trovati a gestire una situazione a dir poco emergenziale e complessa: una governance che aveva necessità di rinnovamento, una situazione di rapporti abbastanza difficili, in particolare con un socio della Fondazione del Salone del Libro - mi riferisco all'AIE -, e la necessità di rilanciare il Salone del Libro e quindi inventare o, in qualche modo, andare a rivedere un modello che funzionava, ma che aveva necessità di essere rafforzato, come, tra l'altro, era già stato detto da chi mi ha preceduto in questi banchi e che ha portato avanti l'indirizzo della Fondazione del Libro in questi anni. È certo che l'inchiesta che è arrivata non ha facilitato questo processo. Detto ciò, insieme alla Regione, che ha svolto un ruolo fondamentale, ma anche insieme ai Ministeri, con cui abbiamo collaborato e stiamo collaborando nell'esclusivo interesse della Città, ci siamo messi al lavoro per cercare di gestire quelli che sono i punti di debolezza - così possiamo definirli - del Salone, ma che ritengo siano ampiamente superati, e di andare invece a rafforzare quelli che sono i punti di forza, come diceva la Consigliera Artesio, in particolare quella che è la storia della nostra Città e, quindi, la valenza che ha il Salone del Libro, perché siamo alla trentesima edizione e perché sappiamo benissimo che, rispetto ad altre città, ha una cultura forte e ha una storia che ci permette di essere molto più avanti rispetto a Milano; per quanto riguarda la cultura del libro, dal mio punto di vista è proprio la storia del Salone il nostro punto di forza. Purtroppo, a fianco a questo, avevamo un punto di debolezza di cui si è discusso più volte in quest'Aula e, in particolare, mi riferisco al costo dell'affitto, che, evidentemente, poi si traduce in un elemento più oneroso per quanto riguarda i soggetti che vogliono partecipare al Salone del Libro. Per questo, alla luce di quanto è accaduto, siamo intervenuti immediatamente, abbiamo convocato GL Events ed abbiamo chiuso una trattativa - a tal proposito, ringrazio il Capogruppo Lo Russo che immagino l'abbia riconosciuto anche a nome del Partito Democratico - che ha avuto un risvolto positivo per la Città: infatti, l'affitto sarà di 600.000,00 Euro per due edizioni e dà certezza sulla sede. Siamo al Lingotto con un affitto più basso e questo, dal nostro punto di vista, era fondamentale per procedere anche alla luce di quanto accadrà mercoledì, perché, effettivamente, mercoledì l'AIE dovrà discutere rispetto al luogo, quindi Torino o Milano. Il lavoro che abbiamo fatto congiuntamente con le altre Istituzioni e con gli Uffici - lo ribadisco - è stato quello di lavorare su quelli che sono i punti di debolezza, per cui siamo andati a ridurre il costo dell'affitto, e di rafforzare il progetto culturale da parte della Città, in particolare le competenze e la storia che abbiamo sul Salone. Credo che questa battaglia - se così la vogliamo definire - la si debba fare tutti insieme e credo che, al di là delle colpe o non colpe che oggi abbiamo, l'interesse della Città debba essere più forte possibile ed il Consiglio Comunale debba essere più coeso possibile con tutte le Istituzioni affinché il Salone possa continuare a restare a Torino ed essere rafforzato. A breve, ci sarà un'assemblea in cui si discuterà della governance. È obiettivo dell'Amministrazione, della Regione e di tutti i soggetti coinvolti dare una governance più forte, affinché sia in grado di gestire quelle che sono le emergenze. Siamo convinti di essere in corsa e di avere tutti gli elementi di validità per poter mantenere il Salone del Libro e, anzi, rilanciarlo per la prossima edizione. Non mi sottraggo alle tre domande: per quanto riguarda Torino Esposizioni, in settimana è già stato convocato un incontro con il Politecnico ed il Presidente della Regione, Chiamparino, nel corso del quale ovviamente discuteremo della questione insieme ai soggetti coinvolti. A proposito di quanto diceva il Capogruppo Rosso, è in corso un'inchiesta e, a fronte dell'inchiesta, vedremo che cosa emergerà; se ci saranno delle responsabilità, queste verranno assegnate e, in base a quello, la Città deciderà come agire. Ovviamente, oggi è difficile poter comprendere quali saranno le conseguenze dell'inchiesta. Per quanto riguarda la famosa data del 19 luglio, c'era una prima versione degli Uffici, che poi abbiamo approfondito e sono emerse delle questioni diverse, che sono quelle che sono state annunciate. Onestamente, credo che qui ci sia stato un lavoro davvero importante, fatto non solo dalla Città e, quindi, dalla Giunta, ma anche dagli Uffici, dalla Regione e dal Ministero. Mi auguro che il Consiglio Comunale ci aiuti nelle prossime settimane a procedere in tal senso, per dare un segnale forte che Torino vuole continuare ad avere il Salone del Libro; ci stiamo attrezzando affinché questo Salone non solo resti a Torino, ma che sia più forte di prima. VERSACI Fabio (Presidente) Dichiaro concluso il dibattito sulle comunicazioni della Sindaca. |