Interventi |
"Indirizzi per l'Esercizio 2016 in tema di tributi locali, tariffe, rette, canoni ed altre materie simili" D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201601419/024, presentata dalla Giunta Comunale in data 12 aprile 2016, avente per oggetto: "Indirizzi per l'Esercizio 2016 in tema di tributi locali, tariffe, rette, canoni ed altre materie simili". D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Riprendiamo l'esame degli emendamenti. Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 114 al n. 133, presentati dal Consigliere Marrone. La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Stavo argomentando le ripercussioni che determinate politiche tributarie comunali rispetto ad altre poi portano sulla vita e sulla vivibilità quotidiana dei nostri quartieri. Vi sono delle situazioni in cui anche solo il salvataggio di alcuni esercizi rispetto ad altri può determinare la fuga di quella Torino che porta benessere, che produce, che crea ricchezza rispetto invece a quella che porta un altro tipo di ricchezza, ovvero delinquenza, lucro su attività illegali, spaccio di droga, sfruttamento delle persone dal punto di vista sessuale (con la prostituzione che sta ricominciando a colonizzare interi viali della nostra città), fino allo sfruttamento in sé e per sé della miseria. Il fatto di propagandare un'attenzione per le periferie mal si sposa con politiche fiscali, tributarie e tariffarie che non vanno in alcun modo a creare degli incentivi allo sviluppo economico di quelle periferie. Non solo non ci sono politiche di attrattività, ma si arriva addirittura a delle politiche di allontanamento delle attività già esistenti. Ci sono delle tariffazioni così alte nella nostra Città che sono semplicemente insostenibili. Il fatto che, di fronte alle proteste degli esercenti, dei commercianti, ma anche dei singoli privati e delle famiglie che possono trovarsi in difficoltà poi a saldare il richiesto, si risponda sempre con una sorta di scrollata di spalle, che nasconde un pericoloso pregiudizio (cioè l'idea che, alla fine, il privato e soprattutto il commerciante e l'imprenditore siano sempre, per definizione, evasori), purtroppo crea degli automatismi di pensiero che si traducono in azioni amministrative, sin troppo consolidate, davvero nocive per lo sviluppo della nostra Città. Va bene la propaganda, vanno bene i messaggi e vanno bene i manifesti e gli spot alla radio e nelle TV private, ma rimane poi un dato: la sempre maggiore richiesta di cassa integrazione delle imprese del nostro territorio oppure il saldo negativo della vitalità imprenditoriale nel nostro territorio, ovvero il numero registrato dalla Camera di Commercio di maggiori chiusure rispetto alla richiesta di nuove aperture. Questi sono i dati. Questa è la realtà ed è una realtà che si tocca con il fenomeno di emigrazione - e non di immigrazione - che la nostra Città vive rispetto a tutta quella gioventù che nasce nella nostra città, frequenta da noi la scuola dell'obbligo e l'Università e spesso si amplia generazionalmente con tutta l'attrattività universitaria di studi (ragazzi e giovani che non nascono nella nostra città e che vengono qui a formarsi), ma poi inverte bruscamente il trend quando si tratta del passaggio nel mondo del lavoro. Guardo i miei coetanei e quelli che sono in questa Sala: personalmente, conosco dei miei compagni di studi dei vari livelli… D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Consigliere Marrone, il tempo a sua disposizione è terminato. MARRONE Maurizio Continuerò successivamente. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Qual è il parere della Giunta? SINDACO Il parere della Giunta è negativo. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 114 al n. 133: presenti 22, contrari 22. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 114 al n. 133 è respinto. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 134 al n. 153, presentato dal Consigliere Marrone. La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Come dicevo in precedenza, in realtà le ripercussioni di politiche che non vanno a premiare l'attrattività dell'impresa e lo sviluppo del nostro territorio si vede anche con le ricadute che sono addirittura di carattere demografico. Stavo parlando di tanti miei coetanei che hanno condiviso con me e con quelli della mia generazione un percorso di studi nella città di Torino, ma devo dire che ne posso annoverare di più che sono andati poi in altre città italiane, in altri capoluoghi o nella Capitale, piuttosto che in altre città europee o, addirittura, di altri continenti a cercare fortuna, spesso anche trovandola, rispetto a quelli che hanno avuto il coraggio o - magari potremmo dire - la follia e l'ardire di cercare di crearsi un percorso di vita autonomo e soddisfacente nella nostra città. Purtroppo sono maggiori i nomi, anche risonanti, delle aziende che hanno deciso di delocalizzare e di andare a produrre altrove (lasciando a casa tanti lavoratori, ma, soprattutto, privando le nuove generazioni di uno sbocco occupazionale) rispetto a quelle che, invece, possono riempire di buone notizie le pagine dei nostri quotidiani, annunciando inaugurazioni e nuove avventure imprenditoriali; questo è un dato di fatto. Gli stessi progetti intesi come incubatori pubblici di attrattività imprenditoriale, come TNE, di fatto sono rimasti delle bolle di sapone, con risultati più di immagine che non di sostanza, e questo la dice lunga su quella che è la miopia nell'utilizzo degli strumenti - magari sono pochi, ma ci sono - che l'Amministrazione Comunale potrebbe mettere in campo per cercare di invertire questa triste tendenza. Le leve fiscali e tributarie sono forse proprio le principali. Si possono affiancare soltanto alla maggiore vivibilità intesa in senso di sicurezza, che però sappiamo, al netto del possibile presidio del territorio che una vera Polizia Municipale potrebbe e dovrebbe assicurare, in realtà essere appannaggio maggiormente delle altre forze dell'ordine pubblico, mentre le levi fiscali e tributarie sono sempre di maggiore incisività, quantomeno nella diversificazione dell'appetibilità dei territori in mano alle Amministrazioni degli Enti Locali rispetto, invece, che in scelte nazionali. Non è un caso che le Leggi pongano una possibile gradazione di aliquote definibili dalle Amministrazioni Comunali e questo perché, oggettivamente, ci sono realtà territoriali e Comuni che, essendo in grado ed avendo la volontà politica di sfruttare queste possibili incentivazioni di attrattività, ne approfittano e lo fanno. Gli esempi ci sono e non riguardano soltanto micro Comuni, borghi o campanili, ma anche città di media ed ampia grandezza e, dall'altra parte, Sindaco, ve ne sono invece altre come noi, che, prendendo atto - questo lo dobbiamo riconoscere - di una mole debitoria che preesiste al suo insediamento come Primo Cittadino in questa tornata amministrativa, vanno a tentare di ridurlo nel modo più semplice possibile, aumentando la pressione fiscale sulle tasche dei cittadini. Questo lo si fa con una miopia che non tiene conto della reale sostenibilità. I fondi perequativi non bastano. Spesso e volentieri, quando si finisce di tassare la ricchezza, si comincia a tassare la miseria e, di conseguenza, ad andare a pretendere delle cifre che non sono nella concreta disponibilità dei destinatari dei bollettini postali inviati dalle nostre società di riscossione, al netto della difficoltà di mantenere i bilanci familiari sostenibili ed affrontabili delle famiglie, soprattutto quelle con bambini, e con un costo della vita che aumenta, a discapito di redditi che, se va bene, rimangono uguali, ma, se va male, vanno addirittura a diminuire o a scomparire con la cassa integrazione ed i licenziamenti. Vi sono realtà di libera imprenditoria che si trovano di fronte a delle scelte drammatiche. Quanti piccoli e medi imprenditori preferiscono togliersi il pane di bocca e rinunciare non dico a lussi, ma anche solo al frutto del proprio lavoro per non essere nella drammatica e lacerante condizione di dover lasciare a casa dei dipendenti, che, soprattutto nelle realtà medio-piccole, sono quasi parte della famiglia. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Consigliere Marrone, il tempo a sua disposizione è terminato. MARRONE Maurizio Continuerò nei prossimi interventi. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 134 al n. 153: presenti 22, favorevoli 1, contrari 21. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 134 al n. 153 è respinto. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 154 al n. 173, presentati dal Consigliere Marrone. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Continuando a spiegare le motivazioni che portano ad opporre un ostruzionismo senza compromessi a queste proposte di deliberazione sui tributi locali, si sottolinea che c'è anche un'assenza completa di volontà di confronto politico. In realtà, ci sono gli emendamenti di merito, perché non sono presenti solo quelli ostruzionistici. C'è stato anche un tentativo di andare ad indicare che, in una fase politica come l'attuale, è del tutto inopportuna, se non addirittura deprecabile, l'introduzione di agevolazioni che vadano a premiare non gli studenti, non i pensionati, non le famiglie numerose, non gli esercenti in difficoltà, non i commercianti strangolati dalla concorrenza del commercio della grande distribuzione, ma il business dei profughi. Una scelta politica di questo tipo è figlia solo dell'angoscia e dell'ansia di essere scoperti a sinistra da parte di un PD a trazione renziana, che della sinistra operaia di un tempo - anche nella sua accezione tradizionale, gloriosa e rispettabile - non mantiene praticamente nulla. Si arriva invece a segnalare che, evidentemente, il nuovo proletariato, inteso proprio in chiave di classe da sfruttare, è quello degli immigrati di massa. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Mi scusi, Consigliere Marrone. Invito ad indossare la giacca i Colleghi che ne sono sprovvisti; mi riferisco ai Consiglieri Marrone, Viale e Ricca. Manteniamo un atteggiamento decoroso e rispettoso dell'Aula. MARRONE Maurizio Presidente, ho sempre osservato l'etichetta, però ho deciso di unire al mio ostruzionismo verbale - devo dire, un po' isolato, lo ammetto - un gesto anche simbolico. Non devo insegnare a lei qual è la luminosa tradizione del peronismo, che passava dalla protesta dei descamisados, per cui scegliamo di proporre, anche con l'aiuto del Consigliere Viale (da parte sua, in un'accezione del tutto originale), una protesta sociale. Presidente, se si vanno ad introdurre agevolazioni per i poveri migranti, finché non saranno concesse agevolazioni anche per i poveri italiani, ci avvarremo di esternazioni di dissenso anche di questo tipo. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Consigliere Marrone, potrei anche essere d'accordo con il suo pensiero, ma le chiedo di indossare la giacca; il Consigliere Ricca ha messo la giacca, ma è una questione di rispetto e di decoro per l'Aula. Possono essere trovate altre forme di ostruzionismo nei confronti della maggioranza, ma questa mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti dell'Aula e quindi vi invito nuovamente ad indossarla, altrimenti sarò costretto a sospendere i lavori. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Chiedo ai Consiglieri che sono senza giacca di indossarla, altrimenti dovrò sospendere i lavori, perché sono seduto in questo banco, altrimenti si siede qualcun altro. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). |