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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 27 Aprile 2016 ore 10,00
Paragrafo n. 12
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2016-01419
INDIRIZZI PER L'ESERCIZIO 2016 IN TEMA DI TRIBUTI LOCALI, TARIFFE, RETTE, CANONI ED ALTRE MATERIE SIMILI.
Interventi
"Indirizzi per l'Esercizio 2016 in tema di tributi locali, tariffe, rette, canoni ed altre
materie simili"

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201601419/024,
presentata dalla Giunta Comunale in data 12 aprile 2016, avente per oggetto:

"Indirizzi per l'Esercizio 2016 in tema di tributi locali, tariffe, rette, canoni ed altre
materie simili".

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Riprendiamo l'esame degli emendamenti.
Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 114 al n. 133,
presentati dal Consigliere Marrone.
La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Stavo argomentando le ripercussioni che determinate politiche tributarie comunali
rispetto ad altre poi portano sulla vita e sulla vivibilità quotidiana dei nostri quartieri. Vi
sono delle situazioni in cui anche solo il salvataggio di alcuni esercizi rispetto ad altri
può determinare la fuga di quella Torino che porta benessere, che produce, che crea
ricchezza rispetto invece a quella che porta un altro tipo di ricchezza, ovvero
delinquenza, lucro su attività illegali, spaccio di droga, sfruttamento delle persone dal
punto di vista sessuale (con la prostituzione che sta ricominciando a colonizzare interi
viali della nostra città), fino allo sfruttamento in sé e per sé della miseria.
Il fatto di propagandare un'attenzione per le periferie mal si sposa con politiche fiscali,
tributarie e tariffarie che non vanno in alcun modo a creare degli incentivi allo sviluppo
economico di quelle periferie. Non solo non ci sono politiche di attrattività, ma si arriva
addirittura a delle politiche di allontanamento delle attività già esistenti. Ci sono delle
tariffazioni così alte nella nostra Città che sono semplicemente insostenibili. Il fatto che,
di fronte alle proteste degli esercenti, dei commercianti, ma anche dei singoli privati e
delle famiglie che possono trovarsi in difficoltà poi a saldare il richiesto, si risponda
sempre con una sorta di scrollata di spalle, che nasconde un pericoloso pregiudizio (cioè
l'idea che, alla fine, il privato e soprattutto il commerciante e l'imprenditore siano
sempre, per definizione, evasori), purtroppo crea degli automatismi di pensiero che si
traducono in azioni amministrative, sin troppo consolidate, davvero nocive per lo
sviluppo della nostra Città. Va bene la propaganda, vanno bene i messaggi e vanno bene
i manifesti e gli spot alla radio e nelle TV private, ma rimane poi un dato: la sempre
maggiore richiesta di cassa integrazione delle imprese del nostro territorio oppure il
saldo negativo della vitalità imprenditoriale nel nostro territorio, ovvero il numero
registrato dalla Camera di Commercio di maggiori chiusure rispetto alla richiesta di
nuove aperture.
Questi sono i dati. Questa è la realtà ed è una realtà che si tocca con il fenomeno di
emigrazione - e non di immigrazione - che la nostra Città vive rispetto a tutta quella
gioventù che nasce nella nostra città, frequenta da noi la scuola dell'obbligo e
l'Università e spesso si amplia generazionalmente con tutta l'attrattività universitaria di
studi (ragazzi e giovani che non nascono nella nostra città e che vengono qui a
formarsi), ma poi inverte bruscamente il trend quando si tratta del passaggio nel mondo
del lavoro. Guardo i miei coetanei e quelli che sono in questa Sala: personalmente,
conosco dei miei compagni di studi dei vari livelli…

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Consigliere Marrone, il tempo a sua disposizione è terminato.

MARRONE Maurizio
Continuerò successivamente.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Qual è il parere della Giunta?

SINDACO
Il parere della Giunta è negativo.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli
emendamenti dal n. 114 al n. 133:
presenti 22, contrari 22.
L'accorpamento degli emendamenti dal n. 114 al n. 133 è respinto.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 134 al n. 153,
presentato dal Consigliere Marrone.
La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Come dicevo in precedenza, in realtà le ripercussioni di politiche che non vanno a
premiare l'attrattività dell'impresa e lo sviluppo del nostro territorio si vede anche con
le ricadute che sono addirittura di carattere demografico. Stavo parlando di tanti miei
coetanei che hanno condiviso con me e con quelli della mia generazione un percorso di
studi nella città di Torino, ma devo dire che ne posso annoverare di più che sono andati
poi in altre città italiane, in altri capoluoghi o nella Capitale, piuttosto che in altre città
europee o, addirittura, di altri continenti a cercare fortuna, spesso anche trovandola,
rispetto a quelli che hanno avuto il coraggio o - magari potremmo dire - la follia e
l'ardire di cercare di crearsi un percorso di vita autonomo e soddisfacente nella nostra
città.
Purtroppo sono maggiori i nomi, anche risonanti, delle aziende che hanno deciso di
delocalizzare e di andare a produrre altrove (lasciando a casa tanti lavoratori, ma,
soprattutto, privando le nuove generazioni di uno sbocco occupazionale) rispetto a
quelle che, invece, possono riempire di buone notizie le pagine dei nostri quotidiani,
annunciando inaugurazioni e nuove avventure imprenditoriali; questo è un dato di fatto.
Gli stessi progetti intesi come incubatori pubblici di attrattività imprenditoriale, come
TNE, di fatto sono rimasti delle bolle di sapone, con risultati più di immagine che non
di sostanza, e questo la dice lunga su quella che è la miopia nell'utilizzo degli strumenti
- magari sono pochi, ma ci sono - che l'Amministrazione Comunale potrebbe mettere in
campo per cercare di invertire questa triste tendenza.
Le leve fiscali e tributarie sono forse proprio le principali. Si possono affiancare soltanto
alla maggiore vivibilità intesa in senso di sicurezza, che però sappiamo, al netto del
possibile presidio del territorio che una vera Polizia Municipale potrebbe e dovrebbe
assicurare, in realtà essere appannaggio maggiormente delle altre forze dell'ordine
pubblico, mentre le levi fiscali e tributarie sono sempre di maggiore incisività,
quantomeno nella diversificazione dell'appetibilità dei territori in mano alle
Amministrazioni degli Enti Locali rispetto, invece, che in scelte nazionali.
Non è un caso che le Leggi pongano una possibile gradazione di aliquote definibili dalle
Amministrazioni Comunali e questo perché, oggettivamente, ci sono realtà territoriali e
Comuni che, essendo in grado ed avendo la volontà politica di sfruttare queste possibili
incentivazioni di attrattività, ne approfittano e lo fanno. Gli esempi ci sono e non
riguardano soltanto micro Comuni, borghi o campanili, ma anche città di media ed
ampia grandezza e, dall'altra parte, Sindaco, ve ne sono invece altre come noi, che,
prendendo atto - questo lo dobbiamo riconoscere - di una mole debitoria che preesiste al
suo insediamento come Primo Cittadino in questa tornata amministrativa, vanno a
tentare di ridurlo nel modo più semplice possibile, aumentando la pressione fiscale sulle
tasche dei cittadini. Questo lo si fa con una miopia che non tiene conto della reale
sostenibilità. I fondi perequativi non bastano. Spesso e volentieri, quando si finisce di
tassare la ricchezza, si comincia a tassare la miseria e, di conseguenza, ad andare a
pretendere delle cifre che non sono nella concreta disponibilità dei destinatari dei
bollettini postali inviati dalle nostre società di riscossione, al netto della difficoltà di
mantenere i bilanci familiari sostenibili ed affrontabili delle famiglie, soprattutto quelle
con bambini, e con un costo della vita che aumenta, a discapito di redditi che, se va
bene, rimangono uguali, ma, se va male, vanno addirittura a diminuire o a scomparire
con la cassa integrazione ed i licenziamenti.
Vi sono realtà di libera imprenditoria che si trovano di fronte a delle scelte
drammatiche. Quanti piccoli e medi imprenditori preferiscono togliersi il pane di bocca
e rinunciare non dico a lussi, ma anche solo al frutto del proprio lavoro per non essere
nella drammatica e lacerante condizione di dover lasciare a casa dei dipendenti, che,
soprattutto nelle realtà medio-piccole, sono quasi parte della famiglia.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Consigliere Marrone, il tempo a sua disposizione è terminato.

MARRONE Maurizio
Continuerò nei prossimi interventi.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Il parere della Giunta è negativo.
Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli
emendamenti dal n. 134 al n. 153:
presenti 22, favorevoli 1, contrari 21.
L'accorpamento degli emendamenti dal n. 134 al n. 153 è respinto.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 154 al n. 173,
presentati dal Consigliere Marrone.
La parola al Consigliere Marrone.

MARRONE Maurizio
Continuando a spiegare le motivazioni che portano ad opporre un ostruzionismo senza
compromessi a queste proposte di deliberazione sui tributi locali, si sottolinea che c'è
anche un'assenza completa di volontà di confronto politico. In realtà, ci sono gli
emendamenti di merito, perché non sono presenti solo quelli ostruzionistici. C'è stato
anche un tentativo di andare ad indicare che, in una fase politica come l'attuale, è del
tutto inopportuna, se non addirittura deprecabile, l'introduzione di agevolazioni che
vadano a premiare non gli studenti, non i pensionati, non le famiglie numerose, non gli
esercenti in difficoltà, non i commercianti strangolati dalla concorrenza del commercio
della grande distribuzione, ma il business dei profughi.
Una scelta politica di questo tipo è figlia solo dell'angoscia e dell'ansia di essere
scoperti a sinistra da parte di un PD a trazione renziana, che della sinistra operaia di un
tempo - anche nella sua accezione tradizionale, gloriosa e rispettabile - non mantiene
praticamente nulla. Si arriva invece a segnalare che, evidentemente, il nuovo
proletariato, inteso proprio in chiave di classe da sfruttare, è quello degli immigrati di
massa.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Mi scusi, Consigliere Marrone. Invito ad indossare la giacca i Colleghi che ne sono
sprovvisti; mi riferisco ai Consiglieri Marrone, Viale e Ricca. Manteniamo un
atteggiamento decoroso e rispettoso dell'Aula.

MARRONE Maurizio
Presidente, ho sempre osservato l'etichetta, però ho deciso di unire al mio
ostruzionismo verbale - devo dire, un po' isolato, lo ammetto - un gesto anche
simbolico. Non devo insegnare a lei qual è la luminosa tradizione del peronismo, che
passava dalla protesta dei descamisados, per cui scegliamo di proporre, anche con
l'aiuto del Consigliere Viale (da parte sua, in un'accezione del tutto originale), una
protesta sociale. Presidente, se si vanno ad introdurre agevolazioni per i poveri migranti,
finché non saranno concesse agevolazioni anche per i poveri italiani, ci avvarremo di
esternazioni di dissenso anche di questo tipo.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Consigliere Marrone, potrei anche essere d'accordo con il suo pensiero, ma le chiedo di
indossare la giacca; il Consigliere Ricca ha messo la giacca, ma è una questione di
rispetto e di decoro per l'Aula. Possono essere trovate altre forme di ostruzionismo nei
confronti della maggioranza, ma questa mi sembra una mancanza di rispetto nei
confronti dell'Aula e quindi vi invito nuovamente ad indossarla, altrimenti sarò
costretto a sospendere i lavori. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Chiedo ai
Consiglieri che sono senza giacca di indossarla, altrimenti dovrò sospendere i lavori,
perché sono seduto in questo banco, altrimenti si siede qualcun altro. (INTERVENTI
FUORI MICROFONO).
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