Interventi |
"Indirizzi per l'Esercizio 2016 in tema di tributi locali, tariffe, rette, canoni ed altre materie simili" PORCINO Giovanni (Presidente) Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201601419/024, presentata dalla Giunta Comunale in data 12 aprile 2016, avente per oggetto: "Indirizzi per l'Esercizio 2016 in tema di tributi locali, tariffe, rette, canoni ed altre materie simili". PORCINO Giovanni (Presidente) Non so se i Colleghi vogliano aggiornarci sull'esito di questi colloqui informali. La parola al Consigliere Paolino. PAOLINO Michele Per quanto riguarda l'emendamento che il Consigliere Marrone ha sottoposto alla nostra attenzione - mi rivolgo a lui, che è l'unico autore degli emendamenti ostruzionistici -, cioè quello di fare un'agevolazione IMU su chi concede la propria casa per l'emergenza profughi, è una proposta che la maggioranza politicamente non condivide, quindi non riteniamo di accettarla. Abbiamo tenuto l'emendamento fuori dagli accorpamenti, perché è un emendamento di merito, ma voteremo contro questo emendamento. Se ci sono disponibilità a fare ragionamenti su altre forme - così come lui ha detto nel suo intervento, non soltanto legate alla questione IMU, che vuol dire incentivare in qualche modo una sensibilità della cittadinanza a fare fronte comune rispetto ad un'emergenza con l'Amministrazione Pubblica -, in questa sede o nel Bilancio, noi siamo naturalmente disponibili a farli, ma rispetto all'emendamento così come è presentato, che è un emendamento soppressivo, noi voteremo in maniera contraria. PORCINO Giovanni (Presidente) Se non ci sono altri interventi, riprendiamo la discussione nel merito della proposta di deliberazione. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Questa è una valutazione che si può effettuare anche più avanti. Chiedo se qualcuno vuole intervenire sul merito della proposta di deliberazione. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio In realtà, il Capogruppo Paolino sa che con l'Assessore Passoni si è cercato anche di fare ragionamenti di merito su altre questioni attinenti le deliberazioni sui tributi, sui temi di aliquote o di agevolazioni per determinate categorie che sono in stato di sofferenza economica, però ci è stato risposto che di fatto sono deliberazioni sostanzialmente blindate, perché devono avere delle motivazioni tecniche e non solo di discrezionalità politica nell'accettazione o meno di proposte emendative, e io solo per questo voglio pensare che dalla maggioranza non sia arrivata neanche una proposta emendativa, non perché io abbia mai pensato che non ci fossero delle proposte su questo. Alla luce di questo, mi spiace, ma la sua definitiva proposta non è purtroppo accoglibile, non tanto per una nostra volontà di incaponimento, bensì perché è la Giunta che darebbe comunque parere negativo, questo è quello che ci ha detto. Invece - e concludo -, sull'abbattimento di quell'agevolazione (vorrei essere un po' preciso, perché non rimanga a verbale come l'ha messa lei, che era un po' meno chiaro), la nostra proposta di togliere quella che è la nuova agevolazione, con l'abbattimento dell'aliquota per chi affitta non a richiedenti asilo, non a singole famiglie o cittadini che ospitano richiedenti asilo, bensì ad associazioni e cooperative che hanno appalti di accoglienza, bene, invece in questo caso sono dell'idea che sia veramente - ma penso che l'abbiate rivendicato - una questione politica, perché è ovvio che la conseguenza dell'approvazione del mio emendamento porterebbe solo ad un risparmio di risorse per la Città, perché è ovvio che, se si toglie un'agevolazione, rimangono sono più soldi in positivo rispetto alle entrate. Quindi, mentre continueremo questo ostruzionismo, io vi invito a rifletterci. È ovvio che nessuno si attende che il centrosinistra voti favorevolmente su un emendamento di questo tipo, non siamo matti e neanche arroganti, però di sicuro un'astensione che consente al centrodestra di far approvare questo emendamento, secondo me, è invece una possibilità. In caso contrario, il dibattito continua. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'esame, nel merito, della proposta di deliberazione. La parola, nel merito, al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Presidente, ovviamente sarò costretto un po' a ripetermi. I motivi di contrarietà su indirizzi che la Giunta offre al giudizio del Consiglio Comunale su questi tributi e tariffe sono noti, ovvero il rischio o il timore, per certi versi era quasi inevitabile, che, dato il periodo di approvazione, ci fossero maggiormente logiche di tipo elettoralistico o anche solo politico, senza arrivare al clientelarismo elettorale, ad ispirare quelle che sono le decisioni della Giunta, rispetto, invece, a un periodo di normale tranquillità semplicemente amministrativa e, dall'altra parte, il ragionamento per cui spot che infatti hanno volutamente bucato l'attenzione mediatica, come quello di cui parlavo, cioè l'agevolazione sull'IMU a chi affitta ad associazioni o cooperative che gestiscono il business dell'accoglienza dei richiedenti asilo, diventa invece clamorosamente un'uscita del tutto mediatica-elettorale, non si spiega altrimenti. Ripeto, se ci fosse un interesse reale ad incentivare l'accoglienza, basterebbe incentivare - non che sia una nostra proposta, ben inteso, ma lo voglio paradossalmente osservare per sottolineare la portata strettamente elettoralistica della misura -, evidentemente non sull'IMU, che è sulle seconde case, ma preferibilmente sulla TASI, sconti e agevolazioni per le famiglie che aderiscono ad un progetto che è già avanti, che è quello del rifugio diffuso, per cui, invece di creare un business all'ingrosso, quasi fosse il mercato del bestiame - perdonatemi l'espressione molto forte - di richiedenti asilo che vengono spesso ammassati in stanzoni e in immobili di discutibile stato e di discutibile proprietà, invece si tratta di singoli individui o al massimo coppie di richiedenti asilo, che invece trovano ospitalità in famiglie volontarie, che sono veramente volontarie e che non si limitano ad avere un rimborso spese rispetto alle spese sostenute, non di sicuro, invece, un business in positivo, allora in quel caso ci saremmo posti qualche domanda. Non saremmo comunque d'accordo, perché rivendichiamo che, in una fase di pressione, per non dire oppressione fiscale, come questa, con aliquote record quasi su tutte le voci di entrata, di sicuro bisognerebbe ragionare su altri tipi di incentivi o di agevolazioni. Bisognerebbe pensare agli esercenti che non riescono più a fronteggiare la concorrenza della grande distribuzione; dovremmo pensare a tutti quegli esercizi che vivono il degrado urbano di aree pesantemente penalizzate dalla presenza magari di campi nomadi, con i roghi di diossina e l'immondizia a cumuli; dovremmo pensare alle famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese per i licenziamenti e le casse integrazioni. Queste dovrebbero essere le priorità delle agevolazioni del centrosinistra. Invece si continua ad inseguire la rincorsa al corteggiamento nei confronti di cooperative e associazioni, che hanno aumentato il loro potere fino a imporsi alla volontà della politica e non viceversa. Questa è chiaramente una linea politica che non possiamo condividere. Abbiamo già dimostrato - confermato dalla Procura di Torino che ha avviato un'indagine - che c'è addirittura un rischio di turbativa d'asta su quello che è un business appetibile; vediamo che anche sul sistema dello SPRAR comunale le singole realtà che prima partecipavano non in regime di evidenza pubblica, ma almeno in concorrenza tra loro per avere gli affidamenti diretti, adesso seguono la strada dei mega accorpamenti nell'RTI, che è la stessa cosa (per far capire il profilo strettamente economico di questa finta solidarietà) che fanno le imprese edili quando devono partecipare ai bandi delle costruzioni infrastrutturale; cioè le aziende piccole per guadagnare di più ed ammortizzare le spese uniscono gli sforzi. Il motivo per cui avviene anche in campo assistenziale è che c'è la stessa ragione ispiratrice, la stessa mentalità di profitto e non invece di volontariato. Noi sinceramente a questo non ci stiamo più; dopo aver visto gli scandali di mafia capitale che trasversalmente andavano a orientare l'intero sistema politico nei confronti di soggetti senza scrupoli, e dopo aver visto (magari non in quei termini di gravità), però comunque una certa opacità e mancanza di trasparenza anche nell'assistenzialismo torinese, evidentemente non capiamo e non condividiamo la necessità di andare ulteriormente a gratificare quel mondo. Tutto questo nonostante sia già emerso il coinvolgimento del ras delle soffitte, nonostante si sia già visto che le relazioni dei Servizi Sociali, quindi non pareri di parte, ma relazioni tecniche e ufficiali degli Uffici del Comune di Torino, hanno evidenziato nero su bianco che interi gruppi di richiedenti asilo sono albergati in strutture fatiscenti, in appartamenti che non hanno neanche l'abitabilità, dove ci sono finestre senza nemmeno gli infissi, muri bucati, porte senza maniglie, sanitari non funzionanti, addirittura distacchi della luce e del gas per settimane. Noi riteniamo che tutto ciò, se davvero qualcuno ha a cuore la solidarietà, non deve essere accettato, figuriamoci addirittura andare a incentivarlo con politiche fiscali. Noi in realtà chiediamo solo di poter tornare a quello che era lo status quo, senza questa novità che è stata partorita dall'Assessore Passoni e dalla Giunta Fassino. Non crediamo di chiedere chissà quale sacrificio, si tratta di una misura di semplice buonsenso. Finché non si fa sicurezza e trasparenza su quel business, dobbiamo prendere atto del fatto che le agevolazioni fiscali e tributarie non devono essere riconosciute, finché rimarrà un minimo dubbio. Vorrei ricordare che l'A.N.Ac., cioè l'Autorità Nazionale Anticorruzione, anche su nostro stimolo, ha inviato una circolare che dice molto chiaramente alle Amministrazioni pubbliche che serve l'evidenza pubblica nelle concessioni di questi servizi, e questa Città si è limitata ad abbracciare il livello minimo di apertura alla concorrenza, ovvero l'invito a presentare progetti, quando poi alla fine il modo di attribuzione di questi finanziamenti rimane inevitabilmente l'affidamento. Questo secondo noi non va bene, non c'è una reale trasparenza, non c'è un clima e una situazione di apertura, c'è semplicemente un ottuso accentramento di deleghe rispetto all'esercizio del servizio sociale, che dovrebbe essere invece una competenza strettamente istituzionale e quindi monopolio della cosa pubblica. Non dovrebbe mai diventare fonte di profitto. Quando si parla di esseri umani diventa schiavismo inevitabilmente il procacciamento di profitto sulle persone. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). È un dato di fatto, purtroppo, c'è poco da ridere, perché quando una persona si tiene in condizioni di inabitabilità, e ci sono le relazioni dei Servizi Sociali (sono pronto a citarle) che lo affermano, evidentemente non si può ritenere che quella sia solidarietà, diventa inevitabilmente un business, fatto peraltro sulle persone, quindi con un'odiosità anche superiore a quella che dovrebbe essere la media tollerabile. Per questo motivo noi chiediamo di eliminare questa ulteriore agevolazione. Se qualcuno vuole intraprendere il cammino del business, con tutta la nostra personale disapprovazione politica, lo farà; ma lo farà pagando le tasse, e lo farà soprattutto evitando di essere messo in concorrenza paradossalmente con chi svolge, magari in forma professionale, altri tipi di assistenza. Perché non si è parlato di chi affitta strutture che ospitano malati psichiatrici? Perché non si è ragionato invece sui nidi familiari? Perché bisogna sempre andare sui richiedenti asilo? Forse perché siamo in un sistema in cui la quota per persona sui richiedenti asilo di fondi stanziati dall'alto è superiore a qualunque tipo possibile di utente dell'assistenza pubblica. Allora si spiega questa rincorsa all'assistenzialismo agli immigrati, che purtroppo alcune associazioni e cooperative evidentemente vedono con una lente deformata da far apparire degli assegni con le gambe che camminano. Questo purtroppo è l'attuale stato dell'arte, una situazione che noi non intendiamo in nessun modo agevolare, che cercheremo di contrastare con tutti gli strumenti, che cercheremo di modificare, finché stiamo all'opposizione, negli intendimenti di questa Giunta. Sarebbe stato di sicuro preferibile discutere atti così importanti sulla strategia delle entrate della Città di Torino nella tornata amministrativa successiva alle elezioni, con una maggiore freschezza e una maggiore serenità. Purtroppo così non è, e dobbiamo invece affrontare un dibattito simile in un clima che inevitabilmente è viziato. Di questo noi ci doliamo, però non rinunciamo al ruolo di opposizione. L'opposizione deve fare approvare determinate linee, quanto meno cercare fino all'impossibile di far valere le proprie ragioni. La risposta sensata e razionale di una maggioranza che intenda davvero avere a cuore questo problema, in tempi amministrativi certi per questa Città, dovrebbe avere l'umiltà di capire qual è il momento non di ammettere di avere torto, ma quantomeno di astenersi. Si sta chiedendo un'astensione, non un voto positivo. Vorrei ricordare che almeno in questo Consiglio Comunale l'astensione ha il valore amministrativo che dovrebbe avere, cioè una assenza di indicazioni né a favore né contro, bensì solo una ripercussione sul mantenimento del quorum per la validità della votazione stessa, quando invece purtroppo in altri Consigli, come quello regionale... PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere Marrone, il tempo a sua disposizione è terminato. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Gradirei che per la discussione ci fosse l'Assessore Passoni in Aula. PORCINO Giovanni (Presidente) L'Assessore è momentaneamente fuori dall'Aula, ma segue i lavori dai monitor della Sala a fianco; comunque lo richiamiamo. Continui, Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Siamo di nuovo a discutere delle tariffe esagerate, soprattutto per chi lavora. Questa Amministrazione ha deciso in maniera molto cinica di uccidere un determinato commercio per dare la possibilità a un altro di poter prevaricare. Ha deciso di uccidere il mondo dell'ambulantato per dare la possibilità ai centri commerciali di poter esplodere nella nostra città. Questo lo dimostra il numero di centri commerciali che si sono aperti in questi cinque anni e il fatto che solamente nell'ultimo biennio la TARI per gli ambulanti è aumentata del 7,35% in questa città. Assessore Passoni, si tratta di un contributo sette volte più alto di quello di Venezia, dove il trasporto dell'immondizia viene fatto con mezzi navali. Inoltre, Torino, che è maglia nera per la TARI in Italia, forse ha uno dei record più brutti di questo Paese. Assessore Passoni, questa è la tabella di quanto costa l'immondizia per gli ambulanti. Ne abbiamo già discusso in Commissione e lei ha risposto che sono scelte politiche... PORCINO Giovanni (Presidente) Per favore, Consigliere Ricca, lo sa che non si può esporre nulla in Aula. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Consigliere, mi obbliga ha toglierle la parola. Rimuova quel cartello ed evitiamo sceneggiate anche alla fine del mandato. RICCA Fabrizio Presidente, a Torino un ambulante medio di un banco alimentare paga in media 5.190 Euro l'anno di immondizia, lo stesso ambulante a Milano paga 367 Euro. Questo vuol dire che gli state rubando i soldi, perché i sistemi di calcolo sono pazzi. Ovvero, a Torino - unico caso in Italia - viene applicato un coefficiente di moltiplicazione per sei che fa esplodere le tariffe TARI per gli ambulanti, cosa che non avviene in nessun'altra città e per nessun'altra attività commerciale. Assessore Passoni, ci sono centri commerciali che lavorano venti ore al giorno, sette giorni alla settimana e pagano meno TARI di un mercato normale. Penso al mercato di corso Cincinnato, che paga il doppio della TARI, preso banco per banco, rispetto all'Area 12, che è nella stessa Circoscrizione. Quindi, Assessore, questa è una volontà politica, come ci ha detto in Commissione, di uccidere un determinato tipo di commercio. Noi proveremo a cambiare il sistema di calcolo presente in questa proposta di deliberazione, dando la possibilità agli ambulanti, quando non lavorano, di non pagare. La follia torinese prevede che si paghi la TARI tutti giorni: quando una persona non è presente sul mercato paga lo stesso, il suo posto viene preso da uno spuntista che paga lo stesso con una maggiorazione del 20%. Questo comporta un guadagno doppio da parte della Città. Non ci vengano a raccontare che queste cose sono giuste ed eque, perché l'equità non esiste di fronte ai numeri di questo tipo. Proveremo a togliere questa follia di pagare senza produrre, perché chi non produce immondizia è giusto che non la paghi. Lei, Assessore, aveva solamente da far rispettare la mozione che questo Consiglio Comunale ha approvato all'unanimità nel 2015, discutendo della stessa deliberazione, che prevedeva una sperimentazione di auto pulizia, dove gli ambulanti potessero pulirsi le piazzole e potessero mettere in condizione l'Amministrazione Comunale di poter dimezzare i costi. Non è stato fatto perché probabilmente con AMIAT ci sono interessi diversi e bisogna garantire determinati fatturati. Questi emendamenti, Presidente, li spiegheremo nel merito quando entreremo in discussione, però ci teniamo a sottolineare che questa proposta di deliberazione ruba i soldi a chi lavora. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Entrando nel merito di questa proposta di deliberazione i Consiglieri che mi hanno preceduto sono stati già abbastanza chiari. Ci saremmo aspettati qualcosa di più dall'Assessore Passoni, che in questi anni ha tenuto le redini del suo Assessorato in maniera molto rigida. Infatti, dopo essere usciti dal Patto di Stabilità e di fronte a una lieve ripresa, l'auspicio era che qualcuna di queste tariffe fosse commisurata in maniera minore. Purtroppo così non è stato. In alcuni casi ci sono stati aumenti delle tariffe, in controtendenza rispetto a quella che è stata sempre la volontà dell'Assessore. Rimane poco da dire, nel senso che molti degli emendamenti presentati sono ostruzionistici, mentre alcuni sono emendamenti di merito; alcuni di questi sono stati inseriti comunque tra gli emendamenti accorpati, altri sono stati tenuti fuori, ma sappiamo già che l'esito delle votazioni sarà negativo. Ce ne dispiace, perché come ho avuto modo di dire in diverse circostanze, credo che la politica sia un esercizio che debba tenersi attraverso il confronto tra due schieramenti differenti, che magari la pensano in maniera diversa, ma sempre basandosi sul confronto. Questo significa non accettare obbligatoriamente le richieste fatte da una parte, ma perlomeno dialogare e trovare la soluzione migliore affinché poi non ci si presenti in Aula con questo atteggiamento che saremo obbligati a tenere per cercare di porre degli argini; soprattutto anche per far comprendere che le forze di opposizione non sono dei soprammobili che stanno seduti da questa parte della Sala. Molto spesso facciamo delle proposte e comprendiamo che non siano sempre politicamente in linea con i pensieri della maggioranza. Voi avete vinto le ultime elezioni (l'augurio è che non ci riusciate quest'anno), quindi è giusto che vi competa governare; sappiate però che chi è seduto da questa parte della Sala rappresenta una parte della città. Anche noi siamo stati eletti e anche noi rappresentiamo, in forma minore, i cittadini torinesi e a loro dobbiamo delle risposte attraverso le proposte che costantemente vi facciamo e che voi costantemente rimandate al mittente, molto spesso accorpandoci gli emendamenti. Allora qual è l'unica alternativa che ci rimane? L'alternativa dell'ostruzionismo, obbligando gli Uffici, tutti quanti noi e tutte le persone che lavorano in Comune a stare in Aula per sentire parlare del nulla o quasi per ore. Questa è quella che io chiamo tracotanza politica da fine impero che vi ha sempre contraddistinto, è una maschera che ancora avete addosso e non volete togliervi. Quindi, per impegnare il tempo che avremmo da qui a chissà quando (nella speranza che folgorati sulla strada di Damasco torniate a più miti consigli), non mi rimane altro che ricordare ai Consiglieri della maggioranza (che distratti da questo periodo elettorale magari non hanno letto le tariffe proposte dalla Giunta, limitandosi a votare senza neanche conoscerne il contenuto) le proposte fatte dalla Giunta, giusto per rinfrescare un pochino le idee. Sull'addizionale IRPEF per l'anno 2016 l'aliquota dell'addizionale comunale IRPEF viene confermata nella misura dello 0,8%, così come stabilito per l'anno 2012 con la deliberazione del Consiglio Comunale. Relativamente alla soglia di esenzione, per l'anno 2016 sarà mantenuta inalterata l'applicazione di una fascia di esenzione approvata con deliberazione da Consiglio Comunale del 27 luglio 2015, per i redditi fino a 11.670 Euro. Per quanto riguarda l'imposta di soggiorno (la famosa imposta di soggiorno che poi parrebbe che non venga riconosciuta al Comune, o perlomeno qualche furbetto non la riconosce) la Città intende conservare l'applicazione dell'imposta di soggiorno ai sensi dell'articolo 4 del Decreto Legislativo n. 23 del 2011, disciplinata dall'apposito. La misura dell'imposta graduata è commisurata con riferimento alla tipologia delle strutture ricettive definita dalla normativa regionale, basata sul numero di stelle attribuite e applicate nelle misure indicate dall'allegato A del citato Regolamento. Per l'anno 2016 le voci tariffarie restano invariate. Imposta Unica Comunale. Come è noto la Legge del 27 dicembre 2013 numero 147 (Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di Stabilità 2014), ha disposto l'istituzione dell'Imposta Unica Comunale, confermata nella Legge di Stabilità 2015, basata su due presupposti impositivi (il possesso di immobili e l'erogazione e la fruizione dei servizi comunali) e composta da tre distinte entrate: la TARI, il tributo sui rifiuti; l'IMU, l'imposta municipale propria che ha sostituito la vecchia ICI; e la TASI, il tributo dei servizi indivisibili. Con la Legge di Stabilità del 2016 sono state apportate importanti variazioni sull'Imposta Unica Comunale ed in particolar modo alla TASI. Infatti, per effetto dell'articolo 1, comma 14, lettera b) della suddetta Legge, che ha modificato l'articolo 1, comma 669, della Legge 147 del 2013, a decorrere dal 2016 il presupposto in positivo della TASI è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati e di aree edificabili, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli e dell'abitazione principale. La stessa Legge di Stabilità prevede al comma 26 dell'articolo 1 che al fine di contenere il livello complessivo della pressione tributaria, in coerenza con gli equilibri generali di finanza pubblica, per l'anno 2016 è sospesa l'efficacia delle Leggi Regionali e delle deliberazioni degli Enti Locali nella parte in cui prevedono aumenti dei tributi e delle addizionali attribuiti alle Regioni e agli Enti Locali, con Legge dello Stato rispetto ai livelli delle aliquote e tariffe applicabili per l'anno 2015. Nello stesso comma si prevede però che tale blocco degli aumenti non si applichi alla tassa sui rifiuti TARI. IMU e TASI. Per l'anno 2016 la TASI non è più dovuta per l'abitazione principale (grazie a Dio), né per tutte le altre fattispecie a esse equiparate. Si conferma come già deliberato nel 2014 e 2015, la non applicazione della TASI alle categorie di immobili già soggetti a IMU e la non corresponsione delle tasse da parte del conduttore inquilino. Si conferma inoltre l'aliquota già prevista per TASI, per i fabbricati costruiti e destinati all'impresa costruttrice alla vendita. Fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, i cosiddetti immobili merce. Con riferimento all'IMU si confermano le stesse aliquote dell'Imposta Municipale Propria deliberate per il 2015, recependo le ulteriori agevolazioni introdotte dalla Legge Finanziaria in materia di comodato e contratti agevolati. Trovano inoltre applicazione le nuove agevolazioni previste per il nuovo Regolamento IMU in fase di approvazione da parte del Consiglio Comunale. Passiamo adesso all'imposta più contestata, non perché non si debba pagare, ma per le modalità con cui queste tariffe vengono applicate. Mi riferisco alla TARI, al tributo sui rifiuti. La determinazione delle tariffe del tributo TARI per l'anno 2016 non è soggetta al blocco degli aumenti di cui all'articolo 1, comma 26, della Legge di Stabilità 2016, essendo tale tributo destinato ad assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio determinati secondo quanto previsto dal Decreto 158/1999, che contiene le norme per l'elaborazione del metodo normalizzato, per definire la tariffa di riferimento per la gestione dei rifiuti urbani. Tuttavia per l'anno 2016 non si ritiene di operare alcun aumento nelle tariffe della tassa rifiuti. L'approvazione delle tariffe del tributo è attribuita alla competenza del Consiglio Comunale, ex articolo 1, comma 660 della Legge n. 147 del 2013, in conformità al Piano finanziario del servizio di gestione rifiuti redatto dal soggetto che svolge il servizio stesso... PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere D'Amico, il tempo a sua disposizione è terminato. La parola al Consigliere Bertola. BERTOLA Vittorio Io non voglio fare ostruzionismo, voglio solo lasciare una considerazione non tanto sulle tasse principali (IMU, TARI, eccetera), che pure la meriterebbero, in quanto ne parliamo poi sulle altre proposte di deliberazioni quando arriveremo mai a discuterle; voglio soltanto lasciare a verbale una cosa che ho già detto in Commissione, cioè in tutto questo grosso pacchetto di adeguamenti tariffari, per la maggior parte semplicemente al tasso ISTAT, spicca quella che è sostanzialmente l'unica riduzione che è stata fatta, cioè uno sconto sugli abbonamenti plurimensili sulle strisce blu, con l'introduzione degli abbonamenti a lungo termine sia per le strisce blu, sia per parcheggi struttura, a cui viene assegnato uno sconto considerevole del 20-30%. Io posso capire l'esigenza di favorire le persone che devono venire in auto nel centro cittadino, ma in realtà non la posso capire nel momento in cui questa Amministrazione ha sempre detto di perseguire politiche di mobilità sostenibile e di voler disincentivare l'uso dell'automobile per venire in centro, tanto più per venire in centro tutti i giorni, ancorché a lavorare. Quindi non si capisce il senso di una politica tariffaria che alla fine se ha delle risorse le dedica a fare uno sconto sulle tariffe del parcheggio delle auto private, anziché fare investimenti magari sul trasporto pubblico, anche solo per mantenere il livello dei servizi. Capisco che ci siano tanti torinesi a cui fa piacere prendere la macchina, però credo che bisogna essere coerenti con le politiche che a parole si dichiarano di voler proseguire, evitando le facilitazioni all'uso dell'automobile privata, e magari quando si hanno delle risorse investirle sulla mobilità alternativa, sostenibile e sul trasporto pubblico. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Carbonero. CARBONERO Roberto Ricollegandomi un po' a quanto sottolineato dal Consigliere Ricca e anche dai Consiglieri Marrone e Bertola, credo che ci siano comunque state delle grandi incomprensioni e incongruenze nello stilare questa proposta di deliberazione, perché credo che la mancanza fondamentalmente (lo dimostra l'atteggiamento dell'Assessore Passoni di non volerla illustrare in Aula, nascondendosi dietro un "l'ho già spiegata più volte in Commissione") sia quella - come ho detto prima, ma ci tengo a dirlo senza polemica ma con estrema tranquillità - di non voler comprendere e ascoltare le ragioni di chi cerca di fargli capire che siamo tutti dalla stessa parte quando si parla di dare una mano ai cittadini, ma che in realtà quando poi si arriva all'atto pratico, questa parità non c'è, perché questa Amministrazione pur di far cassa arriva a inventarsi aliquote di sei, otto, dieci volte più alte rispetto alle stesse tariffe delle altre città. Questo è un errore, ma lo è ancora di più quando si ha questo atteggiamento di supponenza e di assoluta indifferenza nei confronti di chi (e li abbiamo visti manifestare tantissime volte qui sotto) non manifestava per un senso di mancanza di rispetto verso l'Amministrazione, ma manifestava gridando aiuto, cercando di spiegare che con questo tipo di tariffe è impossibile mantenere vivo un tipo di commercio che invece voi, con un colpo di spugna, in modo assolutamente disinteressato... perché i vostri sorrisi si vedono solo nei manifesti e non quando si parla con la gente, la gente non la volete neanche ascoltare, non gli parlate, non cercate di capire quali siano le varie sfaccettature di quello che può essere il lavoro su strada, il lavoro dei commercianti, che è sicuramente un lavoro duro e che probabilmente una volta, tantissimi anni fa, poteva anche portare alti guadagni, ma quando portava alti guadagni questo tipo di mestiere, gli alti guadagni arrivavano anche in altri mestieri e realtà. Anche la politica aveva altissimi guadagni e lo sforzo per poter far quadrare i conti di un Comune, ad esempio, era minimo, perché i soldi arrivavano a carrettate. In un momento in cui si chiede sacrifici a tutti, bisognerebbe avere almeno il buon gusto e il buonsenso di ascoltare chi viene a dire "non protesto perché mi sei antipatico o di un altro colore politico o perché non sorridi mai o perché mi passi davanti e non saluti", ma semplicemente perché ti dice "non ce la faccio ad andare avanti se tu mi tassi così, e se da una parte mi costringi a evadere e mi fai faticare, dall'altro mi porti sconsideratamente alla protesta; e magari è l'ultima cosa che vorrei fare, perché io sono il primo a non voler protestare a prescindere". Invece, ripeto, lo sbeffeggiarsi di noi, in modo estremamente evidente, che lo stesso Assessore Passoni ha, come adesso che è di nuovo uscito dall'Aula perché sicuramente non gli interessa questo dibattito; ma non gli interessa non perché non sappiamo esprimerci in modo molto tecnico come sa fare l'Assessore, che è l'unico che si scioglie nei suoi ruoli tecnici, oltre la Consigliera Appennino che ama probabilmente questo tipo di linguaggio, ma perché proprio non ha interesse ad ascoltare quello che potrebbe essere, e poteva essere a suo tempo, il consiglio di una opposizione che cerca di riportare l'esigenza quotidiana e tangibile delle persone che si vedono sparire non i loro guadagni, perché credo che i guadagni non ci siano più per nessuna categoria, ma i loro incassi, di fronte a tartassate di questo tipo. Tra l'altro mi viene da pensare che il termine TARI è molto vicino a tartasso, come definizione; quindi, ha un suo perché anche il nome che si è dato a questo tipo di tassazione. Ripeto, mi spiace molto, quindi sarà probabilmente l'ultimo atto, anche poco tecnico e professionale, ma del resto non siamo così dentro ai numeri come lo è l'Assessore Passoni, però credo che questo ostruzionismo debba cercare di far capire veramente che non avete fatto niente, ma proprio niente, lo zero del sacrificio possibile e immaginabile per trovare una soluzione diversa che non fosse quella di infilare le mani in tasca al pantalone e sfilargli il portafogli. E lo avete fatto senza la minima riflessione e senza il minimo pudore, cioè proprio non c'è un lavoro di ricerca. Avete scelto la strada più semplice. Credo che chiunque, anche l'ultimo degli ultimi, sarebbe stato capace di fare esattamente come avete fatto voi, cioè moltiplicare i tributi per incassare il massimo senza batter ciglio. Quindi ritengo assolutamente coerente questa azione di ostruzionismo, che non vuole essere fine a se stessa e inchiodare questa maggioranza, che ha fatto la sua in tutto questo, perché ha taciuto e ha abbassato la testa, ha schiacciato i pulsanti e non ha tirato su neanche un solo emendamento coerente che andasse incontro alle persone che li hanno votati a suo tempo, e probabilmente alcuni di loro continuerà a dargli fiducia e a votarli. Non riesco a capire come e con quale supponenza si riesca a pensare di aver accontentato un'intera cittadinanza; ma lo vedremo con i voti e quindi probabilmente, per l'ennesima volta, avrete ragione voi a dire che avete fatto una buonissima azione. Non so chi ci sarà al prossimo giro, ma sicuramente la battaglia non si può fermare qui, perché vuol dire per l'ennesima volta arrendersi di fronte all'incapacità assoluta di saper amministrare con idee e guizzi nuovi, che è la cosa che manca. Mancano persone disinteressate che non hanno interesse a trovare soluzione e mettono come prima voce, in assoluto, della propria amministrazione, il fare cassa, il cercare beceramente di incassare denari per poter sorreggere un carrozzone. E lo sottolineo più volte, un carrozzone che deve continuare ad andare avanti, perché poi alla fine probabilmente è un futuro bacino elettorale, è un qualcosa che bisogna portarsi dietro perché ci sono troppe persone che devono essere accomodate in qualche modo, senza avere né arte né parte, senza neanche conoscere spesso i comparti e le realtà che magari dirigono e portano avanti. Persone che non hanno la capacità né di amministrare ciò che gli viene affidato, né la capacità di analisi e di interpretazione di un nuovo modo di leggere la politica, che oggi deve essere sempre più imprenditoriale e non solo al servizio degli amici. Cosa che invece continua a essere. Io stesso credevo che questa tornata amministrativa fosse qualcosa di diverso e di nuovo; quando invece vedi le stesse nomine, le stesse facce, gente che viene cacciata a pedate dalla porta, ma rientra sorridendo dai portoni, non dalle finestre, vuol dire che la politica non è cambiata. Sicuramente non siete i soggetti giusti per poter cambiare la politica. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Oggi discutiamo una proposta di deliberazione importante, un atto tutt'altro che banale, perché è un atto propedeutico all'approvazione del Bilancio, con il Consiglio Comunale che si trova di fatto ormai in una condizione di cogente amministrazione prima del passaggio elettorale. Tutti sanno quanto sarà abbreviata l'approvazione di questo atto, perché il Bilancio dovrebbe essere stato liberato dalla Giunta nelle ultime ore, quindi lo voteremo negli ultimi giorni di maggio, mentre invece anche le proposte di deliberazioni che discutiamo sono atti degli ultimi giorni. Per questa ragione, soprattutto su questa proposta di deliberazione, mi sarei aspettato un atteggiamento tecnico, ma dall'altra parte un assoluto rispetto degli indirizzi politici di questo Consiglio Comunale. In particolare, Presidente, sto parlando del tema dei costi delle tariffe del sistema di istruzione nidi e materne e delle tariffe del servizio ristorazione delle mense scolastiche. Su questo la Consigliera Appendino ha presentato un emendamento che ci trova d'accordo, ma che abbiamo voluto ampliare, perché non più di una settimana fa abbiamo discusso una proposta di mozione di indirizzo del Consigliere Tronzano che è stata votata a larghissima maggioranza da questo Consiglio Comunale, da parte della maggioranza e dell'opposizione, con cui abbiamo condiviso il fatto che, a parere di questo Consiglio Comunale, i costi di quel servizio sono molto significativi. Non entriamo sul tema della qualità, perché è un'altra discussione, stiamo al tema dei costi, che non sono solo significativi, ma, come ampiamente ricordato nelle premesse e nelle considerazioni antecedenti, il Consiglio Comunale valuta che su quelle tariffe viene scaricata una parte dei costi non direttamente riconducibili a quel servizio, e soprattutto non viene caricato un impegno della fiscalità generale. Leggo solo un passaggio: "Il tasso di copertura minimo stabilito per i servizi a domanda individuale è del 30% del costo complessivo dell'insieme dei servizi, che viene elevato al 36% per i Comuni in deficit strutturale", cosa che in questo momento la Città di Torino non rispetta e non rispetterà neanche quest'anno, stante l'approvazione della deliberazione che ci viene proposta. E soprattutto, nell'impegnativa, non più di una settimana fa, questo Consiglio Comunale recitava: "Individuare nel prossimo Bilancio risorse adeguate a ridurre le tariffe". E quando si parla di prossimo Bilancio si parla dell'atto che stiamo discutendo. Per questa ragione mi ha sorpreso l'impostazione che è stata data, da questo punto di vista, alla proposta di deliberazione dell'Assessore Passoni, perché invece di una riduzione si prevede un adeguamento, dice l'Assessore, a un'indicizzazione ISTAT dell'1%. Sarebbe interessante capire com'è calcolata l'indicizzazione ISTAT, ma sicuramente non c'è quella scelta politica che il Consiglio Comunale aveva indicato come criterio. Per questa ragione, Presidente, vorrei interloquire con l'Assessore Passoni, perché sarebbe importante capire se semplicemente non c'è stato il tempo per adeguare la proposta di deliberazione, e se quindi c'è la possibilità di farlo qui in Aula. Anche perché (ricordiamolo bene) questo è un atto che non viene rivisto dopo l'approvazione del Bilancio; quindi è in questa fase propedeutica dell'approvazione delle tariffe che dobbiamo individuare la riduzione; poi, in sede di approvazione del Bilancio, avremo modo di cercare le coperture per la riduzione che andiamo a deliberare, altrimenti non capisco perché dobbiamo votare se in realtà non c'è scelta. Se è semplicemente ineluttabile l'approvazione di queste tabelle, allora le prendiamo per quello che sono, ma non chiedeteci di votarle. Per questa ragione, Presidente, chiedo due cose: la prima è di avere la possibilità, almeno su questo, di ascoltare l'Assessore Passoni, perché nel momento in cui c'è un indirizzo così recente del Consiglio Comunale vorrei capire per quale ragione... peraltro ricordo bene che era presente l'Assessora Pellerino la settimana scorsa, in occasione della discussione di questo atto, che è pesantemente intervenuta nell'atto, perché ha chiesto delle modifiche che il Capogruppo Tronzano gli ha accordato. Per cui, se dopo le modifiche volute dalla Giunta, neanche questo indirizzo è rispettabile, allora vorrei capire le ragioni. Almeno su questo, Presidente, chiedo all'Assessore Passoni di intervenire in Aula, anche solo per capire se ha parlato con l'Assessora Pellerino. Noi abbiamo provato, per quello che ci davano a disposizione gli strumenti consiliari, perché è noto il fatto che una proposta di deliberazione così è come un mixer in un concerto: non è che uno può pensare di girare una manopola senza che questo abbia delle conseguenze. Cambiare le tariffe determina ovviamente dei cambiamenti che a caduta finiscono nel Bilancio. Per questo sarebbe particolarmente importante capire l'atteggiamento della Giunta sul rispetto della mozione per decidere insieme in che modo, in che forma, in che sostanza sia possibile intervenire, perché mi stupirebbe che una decisione politica assunta da tutto il Consiglio, dalla maggioranza e dall'opposizione, da tutte le forze della maggioranza, con numeri molto larghi anche in una fase elettorale non potesse trovare applicazione solo una settimana dopo. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, per una breve replica, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) Se ho inteso bene, il tema riguarda la tariffazione delle mense scolastiche e l'impatto della tariffa sul servizio. Solo per un po' di cronistoria, ricordo che, al di là del fatto che ovviamente in questo periodo siamo tutti molto prodighi di sconti e dilazioni, questa tariffa in realtà viene fuori da una discussione molto animata e anche molto controversa, fatta dalla maggioranza due anni fa e in realtà proprio presentata su istanza del Gruppo Consiliare SEL, che propose una sfumatura diversa delle fasce, riducendo drasticamente il loro costo verso le tariffe più basse, quindi la parte di fascia che rimaneva compresa tra 0 e la metà delle fasce circa, i 12.000 Euro. Effetto di questa tariffazione è il modello che attualmente viene portato in Aula quest'anno, che non è mai cambiato negli ultimi tre anni e anche quest'anno di fatto non cambia. Ricordo peraltro che anche gli emendamenti che si avventurano su questo terreno hanno il parere tecnico contrario, perché il riconoscimento dell'ISTAT nei servizi a domanda individuale è una necessità, è un dovere, non è un criterio di ripartizione o di discrezionalità politica, pertanto quello è, sostanzialmente. Ho sentito dalla discussione della mozione della settimana scorsa che evidentemente non può impattare sull'esercizio in corso, non fosse altro per il fatto che tecnicamente variare una tariffa, semmai dovesse essere variata, richiede variazioni di studi applicativi, richiede la verifica della copertura di percentuale del servizio sul piano dell'entrata; ribadisco, qui parliamo di servizi a domanda individuale, in cui è obbligatorio incrementare la copertura annualmente e naturalmente bisogna trovare le risorse, qualora non si debba aumentare la copertura con ulteriori motivazioni di questa scelta. Quindi quest'anno, stante il periodo, le modalità di discussione e i tempi ristretti, il modello tariffario che sembrava ovvio era quello della conferma dell'anno precedente e del precedente ancora, quindi fermando di fatto queste tariffe al 2014, con criteri scelti dal Consiglio Comunale in allora. Credo che sia possibile in futuro ragionare di manovre diverse, ovviamente in tempi e modalità che non sono compatibili con il momento che stiamo vivendo, cioè quello di un indirizzo tariffario obbligatorio per legge, ma di un periodo ovviamente strettissimo causa la fase preelettorale e, d'altra parte, per avere il tempo di simulare l'impatto di modelli di tariffa diversa. La cosa che a mio avviso non si deve fare è mercanteggiare sul tema dello sconto del singolo euro o della riduzione generalizzata senza avere impatti e studi sull'effetto che ha rispetto alla domanda del consumatore/utente; qualunque modello diverso, francamente, rischia di essere demagogia e non credo che sia il momento giusto per applicare questo metro. Prendo atto della mozione approvata, come mi hanno riferito essere interpretata, sarà l'indirizzo che verrà seguito in futuro sulle rivalutazioni o sulle modifiche tariffarie del piano tariffario stesso. Questo è un bilancio che sarà estremamente tecnico, estremamente povero di novità, diciamo, di continuità rispetto al precedente. Ribadisco, mi sembra abbastanza strano che non si rivendichi invece il fatto di come queste tariffe vengano in realtà da una discussione fortemente voluta proprio dal Gruppo Consiliare che sosteneva adesso l'intervento del Consigliere Curto e che aveva avuto proprio per cifra il fatto di contenere la tariffa sulle fasce medio-basse, quindi questo è l'impianto oggi, mi sembra difficile in realtà modificarlo, ma poi tornerò successivamente sugli emendamenti presentati nello specifico. PORCINO Giovanni (Presidente) Abbiamo concluso la discussione generale sulla deliberazione. Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 1 al n. 25, presentati dal Consigliere Marrone. Qual è il parere della Giunta? PASSONI Gianguido (Assessore) Il parere della Giunta è negativo. PORCINO Giovanni (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 1 al n. 25: Presenti 24, contrari 24. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 1 al n. 25 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) L'emendamento n. 26, presentato dall'Assessore Passoni, recita: PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, per l'illustrazione, all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) L'emendamento dice solo che è materia straordinaria, pertanto in deroga ai termini ordinari del bilancio e della discussione consiliare. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Prima di iniziare, volevo solo capire se è tutto in ordine in Sala, perché vedo un po' di tafferuglio. PORCINO Giovanni (Presidente) Scusate, per l'ennesima volta, se non vi dispiace, dovremmo andare avanti con i lavori. Prego, Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Grazie, Presidente. Sicuramente il match che sta avvenendo fuori microfono, vicino ai banchi della Presidenza, sarà molto più interessante degli interventi ostruzionistici, decisamente avvincente, anche perché vedo che la questione sta diventando fisica. PORCINO Giovanni (Presidente) Chiedo scusa, Consigliere. Se ripristiniamo l'ordine, andiamo avanti con la seduta. Prego, Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Credo che se tutti stessero un po' al loro posto o comunque seduti, forse, sarebbe una garanzia di mantenimento dell'ordine nell'Aula; il Capogruppo del PD dà il buon esempio. Questo è un emendamento solo di forma, dà atto dell'urgenza di improrogabilità della deliberazione, questo però la dice lunga sulla conferma di quanto abbiamo detto circa il clima di approfondimento assente e di discussione e votazione di questa deliberazione. Parliamo di atti che sono propedeutici e collegati a un bilancio di previsione che ancora nessuno di noi ha visto. È una delle componenti principali delle entrate, sono le strategie di entrate continuative, non discontinue, che la Corte dei Conti indica come la fonte che dovrebbe essere preferenziale, prioritaria e anche quantitativamente preponderante, però non lo sappiamo ancora, perché il bilancio previsionale non è ancora stato licenziato dalla Giunta. Di fatto questa improrogabilità e urgenza viene affermata anche perché non si capisce come mai non è arrivata la proroga che sembrava essere annunciata dal Governo, costringendo quindi le Amministrazioni Comunali ad approvazioni di atti connessi a un bilancio di esercizio di un anno che vedrà una nuova Amministrazione, qualunque sia il colore politico, che riempirà questa Sala Rossa e i banchi della Giunta. Con tutto ciò, poiché il clima elettorale non poteva impedire questo fenomeno, di fatto ci ritroviamo misure e novità che sono clamorosamente elettoralistiche: lo sconto sull'aliquota IMU per chi affitta ad associazioni e cooperative che accolgono o, quantomeno, lucrano sull'accoglimento di persone richiedenti asilo ne è una clamorosa dimostrazione. Così come anche altre deliberazioni e altri tributi che potremmo citare. Ad esempio, sui rifiuti è facile ricordare, ma poi ci sarà occasione per approfondire ulteriormente il tema, come il principio per cui la tariffa rifiuti deve coprire l'intero costo del servizio vada a creare una responsabilità molto importante in capo alla municipalizzata affidataria del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Questo perché qualunque euro sprecato e non razionalizzato, contrattualizzato tra l'AMIAT e la Città di Torino, immancabilmente si ripercuote in più sulla TARI e sulle tasche dei cittadini torinesi. Si è scoperto che c'è un'esternalizzazione così pesante e così impattante dei servizi che la Città affida ad AMIAT a soggetti privati del tutto terzi, su cui la Città non svolge alcun controllo in termini di partecipazione e di nomina dei vertici, bensì subisce un subappalto per una quantità davvero impressionante di euro sul monte totale complessivo del contratto di servizio. Ricordiamo che, su 160 milioni abbondanti circa di contratto annuale per i vari servizi AMIAT, quasi il 10% sono stati esternalizzati, arrivando grossomodo agli oltre 13 milioni di Euro. È vero, questo è un procedimento cominciato negli Anni Ottanta, però dopo gli anni 2000, quindi anche nel vostro mandato, nel nostro mandato… PORCINO Giovanni (Presidente) Devo chiederle di concludere, Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Sì, ma c'è tempo. PORCINO Giovanni (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 26: Presenti 23, favorevoli 19, contrari 4. L'emendamento n. 26 è approvato. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'accorpamento degli emendamenti dal n. 27 al n. 29, presentati dal Consigliere Marrone. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Continua l'ostruzionismo su queste deliberazioni tributi, continuerò da dove mi sono interrotto, ovvero sull'esternalizzazione dei servizi raccolta rifiuti. In particolare, su questi 13 milioni abbondanti di esternalizzazione, la voce grossa, cioè oltre 9 milioni ricadono proprio sui servizi di pulizia dei mercati rionali. Questo è un aspetto che fa specie nella misura in cui in quest'Aula abbiamo dibattuto a lungo su quali fossero le strategie per abbattere questi costi, quindi anche la relativa tariffa. Si è anche parlato di sperimentazioni di autogestioni, sono state approvate mozioni, sono stati dati indirizzi e poi non si è fatto assolutamente nulla. Scoprire che c'è un circuito di cooperative, che poi è sempre un po' il solito, un po' biancastro, un po' rosato, rossastro sbiadito, tendente al grigio-bianco, che alla fine sono sempre gli stessi nomi che saltano fuori, in consorzio o singolarmente, che si prendono per ogni anno quasi una decina di milioni di Euro per svolgere una mansione che la Città ha affidato ad AMIAT, fa un po' di specie, soprattutto quando ci sono intere categorie di mercatali ambulanti che si sono detti disponibili a sostenere in proprio questi costi, però con realtà imprenditoriali individuate da loro. L'idea invece che con un subappalto, quindi con una terziarizzazione, si vada inevitabilmente a un accrescimento di costi, che vadano poi a scaricarsi su una categoria cui la cosa pubblica cerca già di frapporre tutti gli ostacoli possibili e immaginabili per la sopravvivenza dei mercati rionali… permettetemi una piccola considerazione, tanto ci saranno altre occasioni per intervenire: chiunque abbia messo gazebo, banchetti nei mercati rionali in questi giorni si sarà accorto che i mercati rionali stanno sostanzialmente morendo, in termini proprio di afflusso di persone e di presenze di banchi; lo comprova anche il fatto che lo stesso Assessore Mangone sia stato costretto a riprogrammare il piano mercati, andando a sopprimere tutta una serie di mercati all'aperto. Questo la dice lunga e dovrebbe andare a dare suggerimenti in ambito fiscale: a una categoria in difficoltà non si va a scaricare sopra un onere esagerato o addirittura superiore, si cerca di incentivarla e non si fa chiaramente un favore al singolo o all'altro singolo, ma a tutta la categoria per il servizio che opera, proprio per cercare di mantenere un presidio territoriale di qualità e di km0, soprattutto se parliamo di alimentari che sono quelli più bastonati per previsioni normative dalla tassazione dei rifiuti, rispetto all'esercizio di quel servizio. Qua invece si anticipa di un anno la procedura di bando sulla direttiva Bolkestein: invece di farla partire dal luglio 2017, si discute di farla partire già dall'autunno 2016; dall'altra parte si continua a tartassare la categoria… PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere, purtroppo la devo interrompere. Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 27 al n. 29: Presenti 24, contrari 24. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 27 al n. 29 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo agli emendamenti accorpati dal n. 30 al n. 70, presentati dal Consigliere Marrone. La parola al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Proseguo da dove mi sono interrotto. È ovvio che in uno schema in cui ci sono intere categorie che non riescono neanche a portare a casa quell'utile minimo per mandare avanti l'attività, una politica fiscale illuminata dovrebbe quantomeno cercare di tener conto delle difficoltà e creare incentivi. Questi potrebbero anche essere di dettaglio, peraltro; se sono previsti, è vero, in virtù di una norma nazionale, per esempio, nelle aree messe in difficoltà, quando non in ginocchio dalle cantierizzazioni. Ricordiamo, per esempio, la difficoltà incontrata da tutti quegli esercizi commerciali in strade dove la viabilità viene pesantemente modificata, in virtù di cantierizzazioni, con tutte le ripercussioni negative sul flusso di potenziale clientela o, in generale, di persone davanti alle vetrine. Se questo è consentito, anche se nel caso citato, come nella prosecuzione della Linea 1 in zona Lingotto, si è visto che poi l'attivazione materiale di incentivi e agevolazioni è stata una via crucis non ancora terminata, dall'altra parte, però, in termini potenziali, può essere attivata. Per cui non si capisce come mai in aree dove il commercio sia altrettanto o forse ancora più danneggiato, per esempio, dalla presenza dei campi rom, con tutta la crescita di microcriminalità che questo comporta, le spaccate continue, i vandalismi, le molestie alla clientela, piuttosto che l'area resa irrespirabile dai roghi alla diossina, bene, tutti fattori che stanno… Cito l'esempio di un quartiere dove si è tenuta recentemente un'assemblea: in zona Pietra Alta, vicino a strada Germagnano, inducendo delle imprese anche storiche e con un discreto numero di dipendenti, potremmo dire imprese di media dimensione, addirittura a valutare di abbandonare la zona o di abbandonare Torino. Allora, questa dovrebbe essere l'ennesima opportunità per cercare di creare incentivi al mantenimento di quel tessuto commerciale positivo e soprattutto riqualificante per le periferie che, quando viene meno, ci accorgiamo delle drammatiche ripercussioni negative, ci accorgiamo di serrande che chiudono per negozi di alimentari o di abbigliamento di qualità e si riaprono invece con sale slot, compro oro, centri massaggi cinesi, african market, che spesso celano altri tipi di attività, sale scommesse e tutta una serie di indotto di bassa delinquenza, che però inevitabilmente, se è vero che riesce a sopperire alla crisi, perché si basa su altri tipi di guadagno, dall'altra parte va a degradare in molti casi irreparabilmente il tessuto urbano e sociale di interi quartieri. Ci sono responsabilità politiche di questi processi, non si può limitare la comunicazione politica a citare determinati termini evocati come periferie o sicurezza o riqualificazione solo sui manifesti in campagna elettorale, ma poi approvare deliberazioni tributi che vanno ad ammazzare il commercio in quelle aree. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Presidente, entrerò nel merito poi dell'emendamento, però vedendo come stanno andando le votazioni, sono contento di sapere che tutto quello che dice il Gruppo SEL durante la campagna elettorale poi viene smentito con il voto, in quanto prima attacca il Sindaco e poi lo difende strenuamente schiacciando il bottone che fa diventare rossa la lucina e difende questa deliberazione porcheria. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Adesso percepisco come mai il Sindaco sui manifesti sorride, probabilmente è già pronto con il cordone insieme al Gruppo SEL che gli difende questa deliberazione, a meno che non decidano di stupirmi e di smettere di votare questa deliberazione porcheria. PORCINO Giovanni (Presidente) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 30 al n. 70: Presenti 24, contrari 24. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 30 al n. 70 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'emendamento n. 71, presentato dal Gruppo Lega Nord. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Ho parlato prima del coefficiente di moltiplicazione per sei applicato esclusivamente agli ambulanti, con questo emendamento andiamo ad eliminarlo, cosicché possiamo paragonare gli ambulanti a tutte le altre attività commerciali, in quanto sono imprenditori esattamente come gli altri, quindi non di serie B, per andare ad abbassare il costo annuo della tariffa TARI. È una cosa normalissima che viene fatta in tutte le città d'Italia; solo Torino decide di applicarla. L'Assessore Passoni ha detto in Commissione che questa è una scelta politica, che hanno già vinto anche dei ricorsi e quindi c'è la volontà politica di far pagare la TARI dieci volte di più rispetto ad altre città italiane; noi ne prendiamo atto e politicamente presentiamo un emendamento per andare a diminuirla di sei volte. PORCINO Giovanni (Presidente) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 71: Presenti 29, favorevoli 5, contrari 24. L'emendamento n. 71 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'emendamento n. 72, presentato dal Gruppo Lega Nord. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Questo emendamento, come anticipato nel mio precedente intervento, prevede di far pagare la TARI per gli ambulanti esclusivamente nei giorni in cui essi operano sul mercato, perché non producendo immondizia riteniamo stupido far pagare lo stesso, soprattutto quando ci sono altri ambulanti, i cosiddetti spuntisti, che vanno ad occupare quelle piazzole, quindi pagano con una maggiorazione del 20% la TARI che verrà prodotta, quindi chiediamo che questa venga eliminata. È un emendamento di buonsenso, perché giustamente chi non sporca non deve pagare. Noto che il Gruppo SEL ha votato contro l'emendamento precedente, quello per abbassare la TARI, probabilmente allora è sempre più vero quello che ho detto prima, cioè il grande inciucio, prima fanno i compagni e, poi, quando bisogna difendere i lavoratori, schiacciano contro. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere D'Amico. D'AMICO Angelo Questo emendamento presentato dai Colleghi mi sembra di buonsenso e credo debba avere perlomeno la giusta considerazione. Se un ambulante un giorno non può recarsi sul proprio posto di lavoro e, soprattutto, se quel posto viene occupato da un altro, pagando il dovuto al Comune, trovo assurdo che il Comune possa fare l'incasso in maniera doppia e colui che invece non si presenta sul posto di lavoro debba comunque pagare. Al di là dell'atteggiamento che c'è stato in Aula quest'oggi, mi auguro che almeno questo emendamento possa trovare parere favorevole da parte della Giunta, perché va nella direzione di tutelare chi un giorno non può andare a lavorare, quindi non reca una minore entrata alla Città perché lo stesso tributo viene pagato da chi lo sostituisce. Mi auguro quindi che anche in questa circostanza la maggioranza si cosparga il capo di cenere e possa votare in maniera favorevole a questo emendamento. PORCINO Giovanni (Presidente) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 72: Presenti 30, favorevoli 6, contrari 24. L'emendamento n. 72 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'emendamento n. 72 bis, presentato dal Gruppo Lega Nord. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Alla luce degli ultimi orientamenti ministeriali, in merito all'ammontare dei diritti di istruttoria, chiediamo che non vengano aumentati; anche questo credo che sia un emendamento assolutamente di buonsenso. PORCINO Giovanni (Presidente) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 72 bis: Presenti 30, favorevoli 6, contrari 24. L'emendamento n. 72 bis è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'emendamento n. 72 ter, presentato dal Gruppo Lega Nord. La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Chiediamo di aggiungere a pagina 18 nella parte servizi sociali con apposita deliberazione della Giunta vengono impartite le necessarie istruzioni a SORIS S.p.A. per l'attuazione del capo 2 della Legge n. 3/2012 - la cosiddetta Legge anti suicidi -, al fine di dare piena attuazione ai procedimenti di composizione della crisi di sovraindebitamento dei contribuenti meno abbienti. Anche questo ritengo sia un emendamento estremamente di buonsenso. PORCINO Giovanni (Presidente) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 72 ter: Presenti 30, favorevoli 6, contrari 24. L'emendamento n. 72 ter è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo al subemendamento n. 1 all'emendamento n. 73. Prima di dare la parola alla Consigliera Appendino, suggerirei la trattazione congiunta con i due subemendamenti, il primo a firma della Consigliera Appendino, con il parere tecnico e contabile favorevole, che sostanzialmente recepisce l'osservazione per la quale non era stato espresso il parere favorevole sull'emendamento, il secondo a firma del Consigliere Curto, che preciso, ha il parere tecnico favorevole subordinato al mantenimento degli equilibri di bilancio e il parere contabile non favorevole, in quanto alla riduzione dell'entrata non corrisponde una riduzione della spesa. La parola alla Consigliera Appendino. APPENDINO Chiara Intanto, volevo comunicare che ritiro l'emendamento n. 113, visto il parere sfavorevole tecnico, quindi non lo mettiamo poi in discussione. Per quanto riguarda questo emendamento, una parte era un nostro refuso materiale, per cui abbiamo sanato il tema dell'orario; sostanzialmente, ripristina la situazione per quanto riguarda le tariffe legate alla mensa pari allo scorso anno e deriva da una discussione che, in parte, ha anticipato il Consigliere Curto e, almeno in parte, recepisce quanto diceva l'Assessore Passoni. Mi rendo conto che oggi come oggi è impensabile andare a cambiare senza avere delle simulazioni davanti, sia per come è strutturata la tariffa, sia le fasce; tra l'altro, bisognerà anche vedere in realtà cosa accade con la nuova applicazione, ma di questo ne abbiamo discusso in Commissione, e quindi è difficile andare a intervenire così direttamente con un bilancio in approvazione. Però, proprio perché c'è stata anche una discussione politica in quest'Aula, che ha visto il Consiglio approvare a maggioranza una mozione, ho ritenuto che fosse necessario dare un segnale, quindi far sì che, comunque, reperendo risorse di bilancio evidentemente, si andasse ad assorbire anche quell'1% che è declinato come adeguamento nella deliberazione, che però diventa un aumento sul discorso mense per adempiere all'indirizzo politico dato da quest'Aula. Il nostro emendamento, in realtà, prende atto dell'indirizzo politico dato dall'Aula, prende atto delle difficoltà che ci sono, quindi non chiede di andare a intervenire e modificare la struttura, ma che si possa evitare che ci sia un aumento seppur dell'1% su queste tariffe, perché ci sembra coerente con l'indirizzo assunto da quest'Aula la settimana scorsa. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Prima di una valutazione politica, vorrei fare una valutazione tecnica sul parere tecnico, nel senso che mi è veramente incomprensibile allora come si possa avere un parere tecnico favorevole su un emendamento alle tariffe se la giustificazione è che la maggior spesa non è compensata da una diminuzione del costo. Se non stiamo discutendo il bilancio contemporaneamente come è possibile? Chiedo oggettivamente venia, Presidente, ma siccome i pareri tecnici hanno un'importanza, perché hanno anche una conseguenza rispetto all'assunzione di responsabilità nel voto… PORCINO Giovanni (Presidente) Parliamo del parere contabile, Consigliere, non del parere tecnico. Il parere tecnico è favorevole, il parere contabile non è favorevole. CURTO Michele Chiedo scusa, Presidente. Errore mio. Sto parlando del parere contabile, però come può essere? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Se dobbiamo ancora approvare il bilancio, come fa ad essere libero l'impegno di spesa, Presidente? Qualcuno mi deve dire come si può ottenere il parere contabile favorevole. Diciamo al contrario che il nostro ruolo nell'approvare questa deliberazione è nullo, non esiste, noi non possiamo modificare questa deliberazione; possiamo spostare da una fascia a un'altra, e se spostassimo da una fascia a un'altra, la risposta che ci verrebbe data è che in mancanza delle platee non saremmo in grado di accertare le entrate. Allora diciamocelo con chiarezza, se questo Consiglio Comunale è un votificio, chiedo scusa, non c'è bisogno di votare questa deliberazione, ritiratela e semplicemente datela per approvata tecnicamente. Presidente, le faccio una domanda specifica su questo. Inoltre, sul merito politico credo che le cose dette dall'Assessore Passoni per certi versi siano la continuazione di una storia amministrativa di questi cinque anni della Città di Torino. Avevo sperato che l'atto della settimana scorsa, ispirato dalla campagna elettorale, potesse portare a una riflessione rispetto al tema delle tariffe delle mense scolastiche, così non è. Mi sembra chiaro che c'è la volontà che non sia. Ci è stato concesso l'atto della settimana scorsa per la comunicazione con il pubblico, ma la decisione sui cittadini invece è un'altra cosa. Da questo punto di vista non c'è disponibilità a recepire la decisione del Consiglio. Credo che questo sia un fatto che si commenta da solo, Assessore. Per carità, uno può dire che era complicato, che siamo in una fase di transizione, che siamo in un momento in cui il Consiglio non ha più la sua intera funzione, ma proprio per questo forse bisognava aprire una discussione su come gestire questa fase. A me sembra che la discussione politica intorno a questo bilancio non ci sia per nulla; mi sembra che ci venga chiesto di dare semaforo verde senza nessuna discussione. Da questo punto di vista, non possiamo essere d'accordo, non possiamo accettare questo tipo di impostazione e invito il Capogruppo del Partito Democratico Paolino ad aprire una discussione politica per garantire l'approvazione del bilancio, diversamente non si dia, per favore, per scontato il sostegno da parte del nostro Gruppo a una procedura di questo tipo, perché non possiamo condividerla. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola all'Assessore Passoni. PASSONI Gianguido (Assessore) Siamo all'emendamento n. 73 del Movimento 5 Stelle. Qui siamo di fronte a una classica stagione emendativa elettorale direi, perché gli emendamenti in essere non stanno affrontando il tema che sarei disposto a discutere, cioè di come si distribuisce la domanda di beni e servizi di utenza rispetto alle fasce, perché la domanda interessante è: nelle nostre scuole i bambini stanno a scuola a mangiare o meno? Le condizioni economiche hanno ridotto l'accesso al pasto nelle scuole? Se sì, in che fasce e con che dimensioni? Questo è omesso. Io vedo due emendamenti che sono di segno molto similare. Uno è del Consigliere Appendino, che credo faccia lo sconto di circa un euro medio a fascia, delle fasce del tempo lungo, poi tra le altre cose ritoglie l'uscita a tempo breve che non esiste più - ma comunque va bene -, e sostanzialmente va nella direzione di togliere qualche centesimo di euro alla fascia per dare un segnale. Il subemendamento illustrato dal Consigliere Curto dice, tra le altre cose, di ridurre le tariffe del 10% rispetto alle tabelle. Non ho molti altri argomenti se non dirvi che questi emendamenti non dicono nulla, se non un generico "riduciamo le tariffe", cioè non hanno nessuna conoscenza della situazione effettiva dell'uso del servizio mensa e delle stratificazioni che esso ha sul piano sociale. Si sarebbe dovuta fare una valutazione, che il Consiglio spero faccia, il prossimo Consiglio in futuro, sul tema dell'applicazione delle tariffe di due anni fa, che questo Consiglio ha ridotto, lo dico in modo molto chiaro: questa maggioranza, questo Consiglio, con il contributo anche dei Gruppi che ora hanno firmato l'emendamento, SEL in particolare, aveva ridotto il costo delle mense scolastiche per le fasce più basse. Adesso però obiettivamente mi sembra difficile andare, in modo medio e un po' come se spalmassimo la Nutella, a ridurre il tutto per poter forse poi imbracciare un post dove si dice: "volevamo ridurre le tariffe e non ce lo hanno fatto fare". La politica ha delle regole, mi rendo conto, ciniche ed estremamente dure e anche molto nette, però posso dire che se il prossimo Consiglio deciderà di affrontare il tema tariffe, dovremmo avviare uno studio lungo sulla fascia di consumo, sull'acquisto di questi servizi e credo che sia importante che questo venga fatto per fotografare almeno ogni due anni l'andamento delle utenze e del rapporto tra utenze e costi. Onestamente, la Giunta non è d'accordo con questi emendamenti con i quali si va a porre il +1 o il -1 sul piano tariffario per il gusto di poter dare un segno negativo alle tariffe o, magari, un segno positivo alla spesa sociale, giusto per imbracciare questa battaglia che posso definire demagogica. PORCINO Giovanni (Presidente) Consigliere Curto, quanto alla questione che poneva in ordine ai pareri che sono stati espressi, ovviamente gli stessi sono in capo alla struttura amministrativa ed agli Uffici, per cui in questa fase non mi sento, né credo che ci competa, di chiedere che li rivedano o che comunque li motivino. Resta il fatto che l'espressione di un parere non favorevole in termini contabili non preclude la possibilità che il Consiglio possa votare, con l'unica conseguenza che ricadrebbe eventualmente in capo ai singoli che abbiano votato favorevolmente la responsabilità in termini erariali, ma, in questo caso, non vedo neanche l'ipotetica responsabilità che si potrebbe manifestare e, quindi, non credo che sia di impedimento il parere contabile non favorevole. Detto questo, se il Collega è d'accordo, procederei comunque con la votazione del subemendamento. La parola al Consigliere Curto. CURTO Michele Presidente, non sono d'accordo, ma non posso farci nulla; ne prendo atto e, come suggerisce il Consigliere Trombotto, me ne farò una ragione. Ritengo che sia sbagliato dare un parere contabile sfavorevole di fronte ad un atto che è collegato ad un altro atto che voteremo in capo ad un mese, perché, altrimenti, non si capisce dove sia la libertà di questo Consiglio Comunale. PORCINO Giovanni (Presidente) Mi rendo conto della sua posizione, che è più che rispettabile, ma vale quando detto poco fa. Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione il subemendamento n. 1 all'emendamento n. 73: presenti 25, favorevoli 5, contrari 20. Il subemendamento n. 1 all'emendamento n. 73 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'analisi dell'emendamento n. 73, presentato dalla Consigliera Appendino, comprensivo del subemendamento presentato dalla Consigliera Appendino. Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento n. 73 così subemendato: presenti 25, favorevoli 4, contrari 21. L'emendamento n. 73 è respinto. PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 74 al n. 92, presentati dal Consigliere Marrone. La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio Dopo alcuni emendamenti di merito, è il caso di ricordare le ragioni dell'ostruzionismo. Si tratta di proposte di deliberazione sui tributi, la cui approvazione risente inevitabilmente del clima elettorale e di agonismo (anche in termini di clientelarismo politico) che si viene a creare in una fase come questa; risente, quindi, anche di una specie di mania di sensazionalismo, per cui strappare il titolo con la trovata dell'incentivo all'accoglienza del profugo ha di sicuro fatto gola; di sicuro, avvertiamo la difficoltà della coalizione del Sindaco uscente Fassino di dover presidiare un'area a sinistra e, di sicuro, c'è l'ansia di dover lanciare messaggi su questa pseudo accoglienza e nel favorire l'immigrazione di massa che stiamo subendo. Di sicuro, c'è anche la volontà di lanciare un segnale chiaro a quei circuiti molto più ristretti, ma evidentemente molto più influenti, di associazionismo e di cooperazione che vanno a creare un vero e proprio business - si potrebbe anche dire rispetto ad alcune vicende a cui abbiamo assistito - di speculazione sul tema dell'accoglienza dei richiedenti asilo. Ricordiamo anche che siamo in una Città e in un ordinamento giuridico in cui lo status di profugo diventa un raggiungimento vario ed eventuale dopo un percorso, che può durare anche due anni, di approfondimento da parte delle Commissioni prefettizie e, quindi, ci ritroviamo tutta una fascia di migliaia di immigrati senza sapere se i loro motivi di richiesta di protezione internazionale siano fondati o meno, ma per tutta la fase - di sicuro, ancora troppo lunga - di approfondimento delle loro condizioni intanto paga comunque Pantalone; è l'assistenza pubblica finanziata dal Ministero dell'Interno, ma poi gestita in molti casi (quantomeno nei progetti SPRAR) da parte del Comune, a dover mantenere queste persone (a dare il vitto, l'alloggio e anche il pocket money) e a provvedere alle esigenze quotidiane. Peccato che, di fronte alla possibilità di attivare un sistema di rifugio diffuso (che, di sicuro, limiterebbe al minimo il rischio di profittamento, nel senso proprio di reperimento del profitto da parte di queste operazioni), si è scelto di andare a premiare le grandi cooperative e le grandi associazioni, quando non addirittura i consorzi di cooperative e di associazioni, che uniscono appositamente le energie per cercare di quantificare al massimo la capacità di accoglienza possibile. Questo perché, andando a creare un sistema per cui la remuneratività dell'accoglienza dipende dal numero di persone accolte, è inevitabile che si vada poi a discapito della qualità dell'accoglienza stessa e del senso volontaristico e solidale che dovrebbe essere alla sua base, quindi snaturando completamente quello che è l'obiettivo quantomeno enunciato da questa Amministrazione Comunale. Si va a creare una remuneratività proprio della massa di persone da farsi assegnare e con politiche di incentivo di questa accoglienza di massa, come lo sconto IMU annunciato dall'Assessore Passoni e contenuto in queste proposte di deliberazione, si va ad alimentare questo sistema. Le inchieste sul business "immigrazione" e sul business "rom" dovrebbero avere insegnato che le Pubbliche Amministrazioni devono usare un'estrema cautela nel rapportarsi con queste realtà; le indicazioni dell'A.N.AC., cioè dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, che hanno richiesto e preteso l'evidenza pubblica dopo anni invece in cui i Comuni - a partire da quello di Torino - assegnavano i servizi di accoglienza con affidamenti diretti, dovrebbero far capire che quello è un campo minato ed un tema davvero delicato. Le indagini torinesi, che stanno approfondendo quello che è successo sull'appalto La Città Possibile (prospettando un'ipotetica turbativa d'asta ed evidenziando ed iscrivendo un cosiddetto ras delle soffitte nel registro degli indagati), dovrebbero far capire che, quando si parla di politiche patrimoniali e di fisco sugli immobili (purtroppo quello è un mondo che fa gola a tanti speculatori e a tanti profittatori dell'altrui sensibilità), tutti questi elementi dovrebbero portare ad una presa di coscienza per evitare questi spot del tutto fuori luogo, solo politico-ideologici e neanche strettamente elettorali, in cui si dice che il Comune di Torino incentiva l'accoglienza organizzata. In realtà, quello che si incentiva è semplicemente la golosità di appalti pubblici e di strumentalizzazione economica degli esseri umani, che così rischia di creare ulteriori margini di risparmio sulla qualità e, quindi, anche sulla resa (in termini di efficienza e di qualità) del servizio stesso. Questa è una visione del mondo che ostacoleremo sempre; per noi le categorie che devono essere agevolate nelle politiche fiscali sono altre: sono quelle che producono, sono quelle che restituiscono alla collettività quello che prendono, sono quelle che creano benessere, sono quelle che rendono la nostra città davvero meritevole di essere vissuta e che danno prospettive anche di occupazione ai più giovani. Mi riferisco a quel commercio di prossimità, a quella piccola e media impresa e a quell'artigianato che, con grande difficoltà, vivono la concorrenza, spesso sleale, della globalizzazione e per questo loro meritorio coraggio (soprattutto nel caso delle realtà che operano nelle periferie piuttosto estranee ai circuiti turistici e nei quartieri più difficili e meno serviti) sarebbe stato meglio rinvenire un'agevolazione o un'incentivazione fiscale nella tassazione IMU, TASI e dei rifiuti. Invece, che cosa abbiamo letto sui giornali? Una vaga promessa di riportare le agevolazioni della tassazione sui rifiuti al 2014 in fase di assestamento di Bilancio, quando sappiamo benissimo che la promessa di oggi si incassa elettoralmente oggi e, invece, la si dovrà mantenere in una diversa tornata amministrativa nei mesi a venire. Dall'altra parte, di fatto si confermano tutte le aliquote maxi e record che abbiamo già visto applicare con una troppo facile soluzione di risanamento dei conti pubblici. Quando la soluzione di risanamento e di riduzione del debito passa attraverso l'innalzamento al massimo legale di tutte le voci di imposta dei tributi locali e di tutte le tariffe (che, in realtà, tributi sono nella loro natura), allora diciamo che non è così difficile e non è da così fini economisti pubblici andare a pensare che vi sia un maggiore flusso di entrate ripetitive rispetto a quelle estemporanee; peccato che non è così che bisognerebbe fare. Bisognerebbe cogliere l'opportunità di capire che, invece, bisogna perseguire una riduzione della spesa pubblica, che consenta, tagliando gli sprechi, di andare a ridurre la pressione e la leva fiscale per le categorie più sensibili e poi, con un maggiore coraggio, per tutti. È davvero privo di serietà che vi sia un Governo che promette gli 80 Euro (l'elemosina, per non dire direttamente la compravendita del consenso con la busta paga aumentata), quando poi quella cifra viene recuperata semplicemente con un inasprimento dei tributi locali, spesso costringendo le Amministrazioni Comunali a svolgere il ruolo di esattori per conto dello Stato, ricoprendo questa triste ed infelice parte del copione del cattivo della situazione; c'è un governo in crisi di legittimazione democratica costretto ad inseguire il consenso con queste strade ed a scaricare invece l'impopolarità delle scelte di inasprimento fiscale sulle Regioni e sui Comuni. Il fatto di avere come Sindaco il Presidente dell'ANCI avrebbe dovuto, da una parte, consigliare di cercare di dare il buon esempio e, magari, di rivendicare con il Governo determinate attenzioni (che, purtroppo, le Amministrazioni locali da tempo, dall'era Monti in poi, non riescono più ad ottenere) e, dall'altra parte, consentire di dare il buon esempio anche sul piano della scelta di applicazione delle aliquote. Purtroppo, questo non avviene; sappiamo benissimo che, al netto dei privati e, magari, dei soffittari che andranno a mettere in locazione gli immobili che altrimenti non riescono ad impegnare alle cooperative ed alle associazioni dell'accoglienza dell'immigrazione di massa, ci sono tante altre realtà che potrebbero essere sostenute. Andando invece a creare questo incentivo, non sappiamo minimamente calcolare quali saranno le ripercussioni di vivibilità e di sicurezza nei quartieri. Vorrei ricordare che, spesso, nel corso di convegni abbiamo sentito il Sindaco Fassino (in questo caso, devo dire, giustamente) rivendicare la preferibilità per un modello comunale di gestione dell'accoglienza, perché, quantomeno, dovrebbe dare maggiori poteri e voce in capitolo sulla pianificazione territoriale delle risorse e delle disponibilità a dispetto delle modalità di assegnazione delle Prefetture; perché, con bandi che lottizzano in modo molto ottuso e di sicuro poco lungimirante tutto il territorio cittadino e provinciale, non si sa, alla fine, il privato, l'associazione o la cooperativa che vince l'appalto dove metterà le decine (quando non sono centinaia) di immigrati richiedenti asilo. Con questa incentivazione, di fatto, si va contro questa indicazione più volte espressa pubblicamente dal Sindaco. Se ci sarà il tal - perdonatemi il termine grezzo - soffittaro a cui conviene, magari nel quartiere già difficile e con problemi di integrazione già pesanti, andare a promuovere un'iniezione di decine di nuovi immigrati del tutto non integrati o ancora da integrare lo vedremo poi rivendicare con rabbia dagli amministratori locali, magari dello stesso PD, negli organi circoscrizionali decentrati e ci sarà il consueto giochino delle parti in cui dalle Circoscrizioni si dirà che è colpa del Comune e che bisogna andare a protestare e a cercare un'interlocuzione lì, mentre dal Comune si dirà che erano scelte governative. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Consigliere Marrone, la invito a terminare il suo intervento. MARRONE Maurizio Ci saranno altre occasioni negli interventi successivi. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Qual è il parere della Giunta? SINDACO Il parere della Giunta è negativo. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Il parere tecnico non è favorevole, mentre il parere contabile è favorevole. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 74 al n. 92. presenti 23, contrari 23. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 74 al n. 92 è respinto. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Passiamo all'analisi dell'accorpamento degli emendamenti dal n. 93 al n. 112, presentati dal Consigliere Marrone. La parola, per l'illustrazione, al Consigliere Marrone. MARRONE Maurizio È l'occasione per continuare a denunciare la mentalità con cui sono state adottate e presentate dal Consiglio Comunale queste proposte di deliberazione di tributi; è una mentalità che rivela tutta la sua portata elettoralistica e la scarsa attenzione a quale potrebbe essere una pianificazione strategica di incentivi fiscali rispetto invece a, magari, maggiori inasprimenti là dove si può; in particolare, è il commercio che viene penalizzato. Sappiamo benissimo che siamo in una città dove una deroga regionale all'apertura di un centro commerciale non si nega a nessuno. Quando però si tratta di dover immaginare quali sono le ripercussioni in termini di sostenibilità del commercio di prossimità delle aree e dei quartieri dove aprono tutti questi centri commerciali, allora compare subito un'assoluta latitanza dell'Amministrazione Comunale nell'andare a caricarsi anche la responsabilità di tutela urbanistica dei quartieri e dei territori; perché, ogni volta che il commercio di qualità ed il tessuto sociale tutelato da questo commercio di qualità va a diminuire, i vuoti non rimangono tali a lungo, ma vengono riempiti in fretta da quel commercio satellite della piccola microcriminalità, ovvero tutto quell'ammasso di sale slot. Vorrei ricordare che, in quest'Aula, fin troppe volte abbiamo sentito sermoni e pipponi filosofici di contrasto al gioco di azzardo ed alla ludopatia, ma, di fronte all'impotenza delle Amministrazioni Comunali nel definire normative di divieto di questo genere di pratiche e quando invece si tratta di definire delle strategie di disincentivazione dell'apertura di questo tipo di attività, devo dire che lì il Comune molto potrebbe fare e molto potrebbe dire, andando a tutelare gli esercizi pubblici di qualità (i bar, i ristoranti, i negozi di alimentari, i negozi di abbigliamento, tutte partite IVA a conduzione familiare); invece, quando, di fatto, le condanna ad una chiusura quasi senza appello, a quel punto bisognerebbe ricordare che tutte le sale slot, le sale scommesse ed i phone center che aprono al posto di queste attività commerciali vedono nell'Amministrazione Comunale una responsabilità politico-amministrativa ben precisa. Purtroppo, è questo lo scenario in cui ci muoviamo. Ci troviamo di fronte ad una sorta di deresponsabilizzazione del ruolo del commercio e delle iniziative degli esercizi pubblici nel risanamento piuttosto che nel degrado dei quartieri. Le normative del Governo Monti, che in nome di un presunto liberalismo hanno tolto anche qualunque limite di orario alle aperture ed alle chiusure di questi esercizi, di fatto trasformano questi esercizi in una copertura anche fisica per tutte le attività delinquenziali di presidio del territorio, che spesso condannano al degrado o, invece, all'assenza di degrado i nostri quartieri. Di fronte a tutto ciò, non utilizza quelle leve strategiche fiscali che potrebbero far andare in una direzione piuttosto che in un'altra quella che è la strada che prendono i territori stessi rispetto alla qualità della vita che si va a creare in quei quartieri. È questo il momento per capire che non si tratta di un ostruzionismo pregiudiziale, ma di un ostruzionismo volto a portare a casa delle questioni di merito importanti, che, invece di istituire dei circuiti di clientelarismo, cercano di smantellare dei circuiti di clientelarismo che sullo sfruttamento dell'immigrazione (in questo caso non clandestina, ma assistita) purtroppo vanno a condannare all'invasione ed alla guerra per poveri, che inevitabilmente ne consegue, intere fasce dei quartieri torinesi. Vorrei ricordare che i peggiori fenomeni di intolleranza nei confronti degli stranieri esplodono in borgate tradizionalmente operaie e, quindi, politicamente schierate a sinistra. Questo accade perché l'ostilità nei confronti della presenza massiccia e non pianificata di immigrati non ha nulla di ideologico; è una reazione di disperazione, è una reazione che non ha una base dottrinale, ma è emotiva ed istintiva e che purtroppo, lungi dal dipendere da una percezione di insicurezza, si fonda invece proprio sulla corretta visione di un vissuto quotidiano di territori che sono abbandonati a loro stessi. Su questo aspetto magari il Comune non ha ancora delle dirette competenze di sicurezza e di ordine pubblico, ma ha delle enormi responsabilità in termini di pianificazione del commercio e anche del tessuto sociale degli stessi quartieri; purtroppo questo avviene in un clima di completa disattenzione della maggioranza. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) Il parere della Giunta è negativo. Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione l'accorpamento degli emendamenti dal n. 93 al n. 112: presenti 22, contrari 22. L'accorpamento degli emendamenti dal n. 93 al n. 112 è respinto. D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario) L'emendamento n. 113 è ritirato. |