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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Aprile 2016 ore 10,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2016-01506
"IL FUTURO DEL MERCATO ITTICO DI PORTA PALAZZO" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE MAGLIANO IN DATA 31 MARZO 2016.
Interventi
"Il futuro del mercato ittico di Porta Palazzo"

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201601506/002, presentata in
data 31 marzo 2016, avente per oggetto:

"Il futuro del mercato ittico di Porta Palazzo"

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
La parola, per la risposta, all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
Stiamo lavorando da tempo sul problema legato al mercato ittico di Porta Palazzo
che pone l'interpellanza, ma confesso immediatamente che non c'è ancora una
soluzione, perché, dopo le numerose Commissioni di approfondimento sul tema che
abbiamo fatto, non condivido la proposta che è stata avanzata, cioè di consentire lo
spostamento sulla piazza degli operatori che adesso sono dentro il mercato ittico. Il
mercato ittico di Porta Palazzo ha una storia importante e vorremmo provare a
preservarlo e a continuare a fargli svolgere il ruolo che svolge da svariati anni. Il
tentativo che abbiamo fatto con gli operatori è stato di stimolare, così come abbiamo
fatto per tutti gli altri mercati coperti, l'aggregazione per poterlo dare a loro stessi in
gestione, così come previsto dai Regolamenti della Città di Torino da diversi anni,
ma questo non è stato possibile e si sta valutando l'eventualità - che è stata paventata
da loro stessi - di un accorpamento degli stand presenti nel mercato ittico e la
possibilità di diversa destinazione d'uso della parte restante del mercato ittico. Ad
oggi, però, non sono in grado di dire che vi sia concretezza in questa direzione.
Tuttavia, il Consigliere riporta dei dati che non ci sembrano legati ai costi di gestione
degli stand, perché a noi risultano diversi. Il costo per singolo stand ammonta a
13.629,00 Euro annui, che sono così calcolati: 7.844,00 Euro di COSAP, 848,00
Euro di TARI e 4.900,00 Euro per le utenze, per un totale di 13.600,00 Euro, lontani
dagli importi che mi pare siano stati indicati dall'interpellante, cioè intorno ai
50.000,00 Euro. Siamo lontani da quelle dimensioni, non so come sia stato calcolato,
però a noi risultano queste spese di gestione. Probabilmente, in quegli importi ci sono
altre spese che non riguardano il rapporto con la Pubblica Amministrazione.
Per quanto riguarda le chiusure nel mercato ittico, nel 2015 a noi ne risultano due,
una per revoca e un'altra perché è stata consegnata la concessione; quindi sono due
ed i numeri sono diversi da quelli riportati nell'interpellanza.
Riconosco che esiste un problema di gestione del mercato ittico di Porta Palazzo e
bisognerà affrontarlo, anche se, nonostante in questi anni io e la Commissione - io
come Assessore ed il Consiglio attraverso la Commissione - li abbiamo incontrati più
volte, oggi non siamo nella condizione di dire che questi soggetti si siano avviati
verso un'aggregazione tale da consentire la gestione e questo è un problema per la
Città.

CUNTRÒ Gioacchino (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Magliano.

MAGLIANO Silvio
Penso che la cifra dei 50.000,00 Euro comprenda altri costi che non siano imputabili
solo alla Città. Assessore, ho fatto una serie di sopralluoghi sia nella parte accessibile
al pubblico, che nella parte sottostante; nella zona sottostante - lei lo sa meglio di me
- una parte è completamente chiusa, poiché inagibile, mentre nella parte aperta al
pubblico chiunque si può rendere conto che alcune tipologie di guarnizioni non
reggono rispetto a quello che viene fatto all'interno. Andando lì ho potuto toccare
con mano che, in un luogo in cui c'è tanta acqua che viene prodotta dal ghiaccio (che
serve, di fatto, per tenere fresco il pesce e penso che lì venga utilizzata più acqua che
in uno stand che vende abbigliamento), la struttura è decisamente fatiscente.
Assessore, il vero nodo non riguarda solo lei, che ha la responsabilità di capire fino
in fondo come continuare a mantenere tale quell'eccellenza, ma riguarda la Città,
perché l'involucro è nostro. Il fatto che quella struttura sia ridotta in quel modo è una
nostra responsabilità e che tutti gli interventi che si fanno, o che sono stati fatti, siano
discutibili è un dato sotto gli occhi di tutti. Penso che lei abbia anche l'onestà
intellettuale di ammetterlo: se si va a vedere lì sotto, come Città dovremmo
intervenire subito; questo è il primo dato.
Il secondo dato è che, forse, oggi anche chi potrebbe intervenire - lo dico in modo
non polemico - e stabilire se, effettivamente, l'involucro è ancora adeguato per
accogliere il mercato ittico, sapendo che c'è di mezzo la Città, sta aspettando una
nostra scelta, sta aspettando una nostra indicazione, sta aspettando di capire in
qualche modo che cosa farne, prima di arrivare lì e chiuderlo definitivamente.
Nell'idea di chiedere - come ha fatto l'Assessore in questo periodo anche in altre
soluzioni - a questi operatori (che, come sa, mediamente hanno anche altre attività
commerciali, perché la maggior parte di loro ha anche altre pescherie, per cui oggi
stanno lì chiaramente per un interesse economico, ma anche per rispetto di una storia
e di un mercato che è famoso nella nostra città e che ha materie di prim'ordine) di
prendersi la responsabilità di gestire e ristrutturare, quando noi non siamo in grado né
di ristrutturare, né di mettere a norma, mi pare che vi sia un po' l'idea di scaricare su
altri la necessità di fare gli interventi strutturali.
Assessore, penso che gli interventi da fare non siano di ordinaria amministrazione,
ma di straordinaria amministrazione, e, anche se lo dessimo in gestione, voglio capire
chi si prenderebbe la responsabilità di ristrutturare da zero una struttura che, ormai,
ha i suoi anni e, a qualsiasi controllo di soggetti che si occupano di sanità dal punto
di vista alimentare, rischia di avere o compiere infrazioni. Questo è un dato.
Posso essere d'accordo con lei, Assessore, che perdere quell'involucro e mettere
questi banchi sulla piazza non sia il massimo, però mi auguro che si arrivi ad una
decisione. Prendo atto, Assessore, che lei ha posto il tema della redistribuzione di
questi spazi, che è stata anche proposta da alcuni che gestiscono quella struttura.
Oggi, abbiamo una struttura che ha tanti buchi, ma questi buchi non sono organici
rispetto a come sono messe le strutture, anzi, per assurdo si potrebbe pensare che i
magazzini che sono sotto terra, nella parte inferiore rispetto a dove va il pubblico,
invece possano essere portati su e quindi chiudere definitivamente la struttura
sotterranea, che è abbastanza fatiscente ed inaccessibile (ho visto i tubi, le perdite e
non è un bello spettacolo), proprio proponendo di portare su i magazzini e le celle
frigo. A quel punto, terremmo solo un piano e nella redistribuzione degli spazi forse
si potrebbe trovare una soluzione tampone, ma che torni a dare un totale utilizzo
della struttura.
Presidente, prendo atto di quanto ha esposto l'Assessore. È chiaro che è comunque
una risposta che tiene aperte tante porte, ci sono tanti punti interrogativi e, di fatto,
oggi lì non si sa che cosa fare. Infatti, dobbiamo decidere se investirà il pubblico,
rimettendo a posto la struttura e magari riorganizzandola internamente, o se lo
daremo ai privati, ma, da quello che ho capito, gli operatori di quel mercato non
hanno alcuna intenzione di creare una cooperativa e gestirlo, perché, di fatto,
dovrebbero gestire una struttura fatiscente che non garantisce alcun tipo di sicurezza,
né dà alcuna garanzia rispetto ad ulteriori controlli che potrebbero essere effettuati
dai soggetti preposti a questo compito.
Sono soddisfatto della risposta dell'Assessore nella misura in cui prendo atto che ha
contezza di tutti problemi e che proporrebbe anche delle soluzioni. Mi rendo conto
però che non è un problema degli ultimi tre anni dell'Assessore Mangone, questo è
evidente, perché su quella struttura sono ormai 10 o 15 anni che c'è un grande punto
di domanda su che cosa farne, anche rispetto all'impatto che ha avuto la crisi.
L'unica cosa che mi è parsa abbastanza chiara è che, se quei soggetti volessero fare
quell'attività altrove, saprebbero dove farla, se non la fanno già, perché hanno più
punti commerciali in città. Rimango solo un po' preoccupato per il fatto che, in
questo momento, la Città non ha un'idea strategica su quello spazio.
Questo è un problema e l'Assessore ne sta affrontando altri sull'area di Porta
Palazzo; per quanto riguarda questo, rischiamo di perdere un'eccellenza perché o non
vogliamo fare investimenti, oppure speriamo che li facciano altri al posto nostro e
che si prendano delle responsabilità che non è detto che sia necessario che si
prendano. Non sempre chiedere ad operatori terzi di occuparsi di una struttura è
efficiente; sono spesso dell'idea che il pubblico debba controllare l'efficacia ed il
privato l'efficienza. Non so se nei programmi dell'Assessore ci sia una soluzione
voluta piuttosto che un'altra, ma prendo atto che questa è la situazione e, oggi, la
Città non intende fare investimenti su quella struttura per rimetterla a posto. Sta però
prendendo in considerazione più possibilità e mi auguro che si arrivi ad una,
soprattutto con la concordia degli operatori, perché dobbiamo salvaguardare il valore
di quello spazio ed il valore del lavoro di chi è lì dentro. Detto questo, ringrazio
l'Assessore per la disponibilità a rispondere.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
La parola, per una breve replica, all'Assessore Mangone.

MANGONE Domenico (Assessore)
Vorrei precisare velocemente, anche a beneficio di chi ci ascolta, che in quella
struttura sono stati fatti investimenti di manutenzione ordinaria e di manutenzione
straordinaria. Il problema è come vengono trattate le cose e questo è noto a tutti,
anche agli operatori che sono dentro e che hanno ammesso che, evidentemente, c'è
qualche problema di gestione interna, di utilizzo eccessivo di acqua e di mancanza di
rispetto di tutta la struttura. L'operazione che indica il Consigliere, legata al
trasferimento delle celle al piano superiore, lascerebbe però un peso alla Città
difficilmente gestibile (è un po' il ragionamento che abbiamo fatto sui Bastioni).
Che cosa ne facciamo, poi, di quello spazio? Noi abbiamo un immobile, che ha una
vocazione storica e dobbiamo provare ad utilizzarlo in quella direzione lì,
probabilmente ridimensionandolo e dando alla parte restante una possibilità di
utilizzo che sia, però, in quel solco lì. Non possiamo fare un'altra cosa in quello
spazio.
Allora, il problema non è tanto di investimenti o di messa in ordine di quel luogo.
Come sapete, io mi sono occupato di più mercati coperti della città. Ci sono problemi
ovunque, questo è noto, però il problema non è quello di capire qual è il punto di
equilibrio, perché, se noi avessimo di fronte un soggetto giuridico con il quale poter
interloquire e provare a far affermare l'interesse pubblico della città (che non è tanto
quello di guadagnare soldi sul mercato ittico di Porta Palazzo, ma è quello di tenere
aperto un luogo importante di questa città), sicuramente troveremmo il punto di
equilibrio per la gestione.
È quello che a noi oggi manca, non è tanto un problema di investimento o di visione
strategica, perché la visione strategica c'è, non manca, l'abbiamo proposta più volte,
c'è anche qualche schizzo, però tutto è reso difficile dal fatto che lì dentro manca un
interlocutore con il quale poter ragionare e dare esecuzione alle idee che abbiamo.

D'AMICO Angelo (Vicepresidente Vicario)
L'interpellanza è discussa.
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