Interventi |
"Quando riapre la Biblioteca D'Annunzio di via Saccarelli 18?" PORCINO Giovanni (Presidente) Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201600112/002, presentata in data 15 gennaio 2016, avente per oggetto: "Quando riapre la Biblioteca D'Annunzio di via Saccarelli 18?" PORCINO Giovanni (Presidente) In luogo dell'Assessore Braccialarghe, risponde l'Assessora Pellerino. PELLERINO Mariagrazia (Assessora) Parto subito dalla fine, quindi dalla sostanza della risposta, perché ne sono a conoscenza, ovviamente, in via indiretta. In una riunione abbiamo già parlato con la Dirigente Scolastica interessata e anche con il Presidente della Circoscrizione e a questo scopo saranno destinati una parte dei locali della scuola di via Zumaglia, dove c'è un ingresso separato, quindi questo renderà possibile utilizzare i locali anche in condizioni di sicurezza rispetto alla destinazione scolastica. La lunga risposta all'interpellanza era più sulle lungaggini che hanno portato al trascorrere di un considerevole tempo dal momento in cui le condizioni di agibilità del Punto Prestito D'Annunzio non si erano verificate e si stanno anche definendo gli interventi da sostenere per il superamento degli impedimenti attuali. Inizialmente c'era un preventivo molto esiguo, di poco superiore ai 30 mila Euro, comunicato da IREN per intervenire su questo problema ed era relativo alla ventilazione dei locali. Di fronte alla necessità di fare questo intervento, sono stati effettuati più sopralluoghi e, nel frattempo, a fronte di ulteriori approfondimenti tecnici, era stata individuata questa sede di via Saccarelli che presentava una soluzione impiantistica meno costosa, però poi anche lì in via Saccarelli, interpellati i Vigili del Fuoco, si è visto che, a seguito degli approfondimenti, bisognava effettuare interventi strutturali molto importanti per garantire un adeguato grado di resistenza al tetto, con una spesa di circa 100 mila Euro, tra l'altro con un limite di affollamento di 25 persone, per cui anche questa possibilità di via Saccarelli è stata scartata. Alla fine si è palesata la disponibilità, anche a seguito dello spostamento di alcuni laboratori di ITER, di collocare presso il complesso scolastico di via Zumaglia la Biblioteca Civica, il Punto di Prestito D'Annunzio, in modo da conservare anche questo radicamento del servizio sul territorio. Ovviamente "si cercheranno - leggo testualmente dalla risposta scritta - soluzioni più leggere anche in collaborazione con scuole e associazioni, sia per il prestito che lo scambio dei libri, sia per le altre attività culturali, finora offerte dal Punto Prestito D'Annunzio, affinché l'attuale patrimonio immateriale di utenza fidelizzata non resti sminuito dalla minore prossimità di questa nuova biblioteca civica che sarà realizzata in via Zumaglia". PORCINO Giovanni (Presidente) La parola al Consigliere Alunno. ALUNNO Guido Maria Mi sono impegnato a non fare domande dirette all'Assessore Pellerino, che non è direttamente coinvolta nella vicenda, essendo impossibilitato l'Assessore Braccialarghe… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Per correttezza ho chiesto che venisse comunque portata in Aula questa interpellanza e vorrei che fosse portata in Commissione per provare a dare insieme risposte ad alcuni quesiti che voglio porre. Penso che siano ragionamenti di livello un po' più ampio, su cui dobbiamo almeno fermarci in una sede dove poterne discutere, altrimenti le cose capitano e le scopriamo quando oramai le decisioni sono assunte, perché ci sono alcuni elementi che, secondo me, in questa vicenda vanno sottolineati. Parto dal fatto di avere un legame personale con questa Biblioteca, perché il primo atto che ho fatto da Presidente neoeletto in Circoscrizione 4 nel 2001 è stato quello di inaugurare la Biblioteca Punto Prestito D'Annunzio, che aveva quel nome, perché il lavoro per arrivare a realizzare lo aveva fatto il Presidente che mi precedeva, Gianluca Vignale, che aveva cercato di innestare un elemento di cultura… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Esattamente, un po' meno legato alla cultura diffusa del centro sinistra, della sinistra. Noi per correttezza, per evitare che ad ogni cambio di governo cambiasse anche la toponomastica e tutto ciò che attiene alle intitolazioni, avevamo deciso - penso correttamente - di mantenere quel nome e di inaugurarla con quel nome, peraltro invitando l'ex Presidente Vignale, che venne pochi giorni dopo il cambio di guardia della Circoscrizione 4. Ciò detto, i punti sono alcuni altri, il primo è: come possiamo pensare noi di voler difendere un'idea di cultura diffusa e un'idea di investimento sulle periferie se chiudiamo gli spazi culturali, che sono il primo presidio sul territorio nei nostri quartieri, come una biblioteca, in questo caso, del quartiere San Donato? La domanda sembra semplice, ma secondo me c'è altro dietro, perché l'idea di dire che chiudiamo questo Punto Prestito ma apriamo una biblioteca nel quartiere Parella è grave e pericolosa. Stiamo andando in una direzione per cui la politica dei territori vorrebbe essere incentrata sulla dimensione del quartiere, quindi dire che chiudiamo una biblioteca a San Donato per aprirne una a Parella è una contraddizione in termini. Noi dobbiamo tenere aperta una biblioteca a San Donato e aprirne un'altra a Parella, questo è evidente, altrimenti diventa un gioco delle tre carte: per ogni servizio che aggiungo ne tolgo un altro, la somma alla fine è sempre pari a zero; né si può pensare che l'apertura di un servizio in un territorio (servizio che è particolarmente legato alla comunità dei cittadini che lì vicino abita o che frequenta quel pezzo di territorio) possa trovare risposta a sette fermate di tram di distanza, perché è evidente che stiamo togliendo un servizio dal quartiere San Donato. La seconda preoccupazione che esprimo, riportata in una parte di risposta letta dall'Assessore nella nota preparata dagli Uffici alla Cultura, è l'idea, secondo me pericolosissima, per cui noi possiamo pensare che un servizio serio, potente (23.000 prestiti all'anno, iniziative con il Classico, con le scuole tutti i giorni, corsi di lettura, corsi di lingua, lettura in lingua, eccetera) possa trasformarsi, senza colpo ferire, in un servizio che adesso stiamo chiamando "biblioteca leggera", dove alcuni volontari possono raccogliere i libri che i cittadini volontariamente consegnano, perché vogliono liberarsi dei bauli nella soffitta piuttosto che altro; mi sembra una roba un po' folle. C'è un'idea di servizio bibliotecario che si è sviluppato in questa Città, che ha portato a far diventare elemento di enorme ricchezza, enorme opportunità, per tutti i cittadini i servizi che vengono offerti sui territori dal sistema bibliotecario. L'idea di poter chiudere così un servizio, perché ne apriamo un altro, perché tanto lo possiamo sostituire con una biblioteca leggera, è un modo singolare e, secondo me, poco serio di affrontare il tema, nel senso che se quello è il destino su cui pensiamo di portare la nostra presenza culturale nei territori, credo che sia necessario invece approfondire la questione, perché sono totalmente contrario a questa impostazione. Credo che sia meglio averne una per volta, costruirne una per volta, ricostruire la rete intorno a quel servizio, così come c'era con tutte le scuole e gli altri servizi del territorio, piuttosto che inventare soluzioni un po' creative ma poco efficienti rispetto all'obiettivo che vogliamo darci. In ultimo, trovo veramente singolare che ci vogliano sei mesi per dare risposte ad un'interpellanza che chiede le ragioni di interventi tecnici, che parrebbero necessari se la biblioteca è stata chiusa da un giorno all'altro per questa scoperta difficoltà e nell'arco di questi sei mesi aver raccolto informazioni che erano sempre mezze voci, di uffici che andavano, di controlli, eccetera, che dicevano cose diverse rispetto al tipo di intervento da fare, ai costi, alle possibilità o meno di intervenire. Credo che ci voglia chiarezza su un tema come questo, se si vogliono eliminare dei servizi, bisogna avere il coraggio di organizzare delle assemblee, di discutere, di comprendere che cosa lasciamo e cosa prendiamo, cosa mettiamo al posto, con quale logica e quale prospettiva. Mi pare che in questa vicenda ci sia stata molta zona grigia, di difficoltà a comprendere che cosa stava capitando, chi stava decidendo, dove lo stava decidendo. L'esito finale è che abbiamo un punto lettura in meno in un quartiere, e questo mi pare un elemento di 23.000 prestiti all'anno, cioè lo si vuole sminuire come un servizio di secondo livello, ha delle ottime prestazioni e quei numeri dimostrano che c'era necessità, che assolveva ad un compito, che, ripeto, è quello di chi fa fatica a comprare con frequenza libri ed, invece, ha la possibilità di fornire a se stesso, alla propria famiglia, ai propri bambini, principali fruitori di quello spazio, un servizio essenziale per costruire per davvero una comunità acculturata. Era un'opportunità bella, è stata chiusa, nessuno ne ha discusso e non è neanche chiaro il motivo. In cambio ci viene offerta una biblioteca leggera, penso che non funzioni nulla in questa vicenda e allora chiedo che il tema possa tornare in V Commissione per poterlo approfondire un po' meglio e capire se anche queste mezze accuse che faccio, questa prospettiva che mi pare si stia costruendo, è giusta o forse mi sono perso qualche passaggio. PORCINO Giovanni (Presidente) La parola, per una breve replica, all'Assessora Pellerino. PELLERINO Mariagrazia (Assessora) Ovviamente non conosco i dettagli della vicenda, per quanto è di mia competenza, posso dire che si organizzano tante manifestazioni proprio al contrario, a partire da "nati per leggere", dai bambini più piccoli in avanti, per portare l'educazione alla lettura, alla cultura e quindi è davvero un peccato quando, per ragioni di inagibilità di una struttura, si va a chiudere un punto che illumina le coscienze, perché poi le biblioteche sono proprio questo. Per parte mia, se ci sarà una Commissione, vi parteciperò volentieri, anche in sostituzione dell'Assessore Braccialarghe, penso proprio a partire anche dal sotto utilizzo di alcune scuole che abbiamo e che sono la categoria di edifici - ce ne sono 320 diffusi sul territorio - che, in effetti, si potrebbero recuperare a biblioteca, magari porzioni di scuola che non sono più utilizzate per ragioni didattiche, mantenendone ferma la destinazione a scuola; potrebbe essere anche un'idea. Insieme potremmo valutare i vari edifici, come facciamo per via Zumaglia; mi rendo conto che noi siamo sempre un po' abituati a ragionare per Circoscrizioni e non per borghi storici della Città e quartieri, i famosi 23 quartieri, addirittura per le scuole ci sono i bacini di utenza che sono 47, quindi è una Città di 900.000 abitanti, ma che poi è piuttosto estesa da un punto di vista delle costruzioni identitarie e territoriali. Credo che da questo punto di vista, alcune scuole che hanno porzioni oggi non utilizzate potrebbero essere riconvertite a questi fini, quindi raccolgo l'invito a fare una discussione più ampia sulla diffusione fisica di locali, perché poi il servizio non sostituisce il locale, che è il luogo che serve per studiare, per leggere in tranquillità, magari per persone che hanno alloggi dove per ragioni di spazio e di convivenza non è facile poterlo fare. PORCINO Giovanni (Presidente) L'interpellanza è discussa per l'Aula. Come richiesto, trasmettiamo l'atto in Commissione per approfondimenti. |