Una croce sulla Resistenza. I partigiani cristiani in Piemonte

Funzione religiosa per un gruppo di partigiani cattolici sulle montagne piemontesi

E’ il 1966, quando un pugno di esponenti torinesi del laicato e del clero cattolico, decide di dare vita al Centro Studi “Giorgio Catti”. Intitolato ad un giovanissimo partigiano dell’Azione Cattolica, caduto a Cumiana nell’autunno del ’44, il Centro nasce con l’intento di raccogliere, salvaguardare e trasmettere alle generazioni future la memoria del contributo offerto dai cattolici alla Resistenza e alla rinascita delle istituzioni democratiche dopo l’abbattimento del nazifascismo. Nel ’66, il nucleo promotore contava su personalità quali Valdo Fusi e Silvio Geuna, processati nell’aprile del ’44 con i Martiri del Martinetto l’assessore Andrea Guglielminetti, allora prossimo a rivestire l’incarico di sindaco di Torino, altri ex partigiani come Aldo Pedussia e Mario Deorsola, sacerdoti come Franco Peradotto, Aldo Ellena e Vincenzi Arcozzi Masino.

Il tavolo dei relatori: da sinistra, Crivellin, Boeti, Versaci, Carrega e Cravarezza

Altri si aggiunsero in seguito, ex partigiani e sacerdoti, ruoli che talvolta si fondevano, come nel caso di don Peradotto. Nel corso dei decenni, il Centro ha raccolto e catalogato una mole imponente di lettere, appunti manoscritti, fotografie e giornali dell’epoca, espressione di vicende che videro quali protagonisti coloro i quali, nel mondo cattolico piemontese, meglio di tutti seppero testimoniare attivamente, nella lotta contro l’oppressione, i valori del Vangelo. Una definizione, questa, formulata da don Gianluca Carrega, responsabile della Pastorale della cultura, nel corso della presentazione della mostra 50 anni di impegno per la libertà. L’eredità della Resistenza d’ispirazione cristiana in Piemonte, che ha oggi aperto i battenti nel Loggiato di Palazzo Civico, dove resterà esposta ad ingresso libero fino al 10 aprile, (sabato pomeriggio e domenica esclusi).

Il pubblico nella Sala delle Colonne

La mostra, attraverso fotografie, testimonianze e tabelle, illustra il carattere plurale della Resistenza ed in particolar modo di quella piemontese, ivi compreso con l’elenco completo delle formazioni partigiane attive fra il 1943 e il 1945 nelle città, nelle vallate e sulle colline della nostra regione.

Alla presentazione hanno preso parte anche il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci, che ha evocato l’odierno dramma dei popoli della Siria, il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, il presidente e il vicepresidente del Centro Studi, Walter Crivellin e Franco Cravarezza, di fronte a un folto pubblico di studiosi, rappresentanti delle istituzioni – tra i quali il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Enzo Lavolta – e allievi dell’Istituto Sommeiller.

Claudio Raffaelli