Seguici su Facebook | Mappa del sito |

Ultimo aggiornamento: 19/09/2012

Stefano Arienti

Stefano Arienti nasce ad Asola (Mantova) nel 1961. Dal 1980 vive a Milano, dove si č laureato in Scienze Agrarie e intraprende la carriera artistica che giā aveva iniziato frequentando a Milano la Brown Boveri, una fabbrica in disuso diventata luogo d'incontro e sperimentazione libera per molti giovani artisti: l'apertura al pubblico di questi spazi nel maggio del 1985 rappresenta il suo esordio nelle esposizioni, che saranno in Italia e all'estero.
Ha insegnato all'Accademia Carrara di Bergamo e attualmente insegna alla Facoltā di Arti e Design dello IUAV di Venezia. Fin dall'inizio la sua ricerca rivolge l'attenzione ai processi di analisi e manipolazione delle immagini e dei materiali ripresi dal mondo reale e quotidiano che, attraverso un processo del tutto personale e sempre nuovo,si trasformano completamente rendendo spesso irriconoscibile l'originale.

Multiplayer, Corso Tazzoli angolo via Poma

Multiplayer, Corso Tazzoli angolo via Poma

Multiplayer, ossia "molti giocatori", prende spunto dal linguaggio dei videogiochi, e rispecchia assai bene anche il processo di formazione di una committenza multipla, portatrice d'interessi ampi e diversificati.
Il desiderio era la creazione di uno spazio aperto, trasparente, ma interamente circondato da reti colorate, dove fosse possibile giocare a calcio, pallavolo, pallacanestro, tennis, palla prigioniera, palla avvelenata, ecc; sempre accessibile e dotato di un ingresso non chiuso a chiave. Non doveva essere appariscente, con colori in contrasto con l'ambiente, quindi le idee di mimetico e segreto sono assunte come generatrici nell'ideazione del pavimento e della recinzione.
Le macchie ameboidi verdi, azzurre, blu del pavimento si mimetizzano con le ombre, le foglie, le macchie di luce e funzionano come sistemi di riferimento all'interno del campo di gioco. I dinosauri e le piante  dei lati lunghi son o realizzati con tubi di gomma colorati, da vicino appaiono come forme astratte, da lontano diventano disegni.
Il muretto interno, realizzato alternando lastre di pietra rosa di Prun e marmo rosso di Verona, č una specie di stratigrafia, uno scavo geologico, un campionario tattile che alterna l'esperienza del ruvido
e del levigato, combacia all'esterno con una collinetta, un riporto di  terra, che funge da punto elevato per osservare il gioco.
Multiplayer č un diorama, una camera delle meraviglie praticabile, oltre che terreno di gioco; per l'artista diventa "nuovo abitante", un oggetto nato dall'intreccio di relazioni con le persone e il contesto, una presenza con cui familiarizzare, aperta all'uso, al gioco, soggetta alla percezione e all'avvicendarsi del tempo sui suoi materiali.