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Comunicato stampa

UNA VALUTAZIONE D’IMPATTO SOCIALE PER LA RETE DELLE CASE DEL QUARTIERE DI TORINO

Le Case del Quartiere sono luoghi aperti e pubblici; laboratori sociali e culturali nei quali si esprimono pensieri e vissuti collettivi; spazi che avviano esperienze di partecipazione, coinvolgimento e auto-organizzazione. Questi spazi nascono da politiche innovative di rigenerazione urbana sviluppate a partire dalla fine degli anni Novanta grazie agli stimoli delle istituzioni europee e da un’attitudine della Città di Torino a sperimentare e realizzare idee e progetti con il contributo e la creatività della cittadinanza. Nel 2007 nasce la prima Casa di Quartiere. Negli anni seguenti si sviluppano nuove esperienze in altri quartieri della città, attraverso percorsi e storie differenti ma con una base comune: spazi ad uso pubblico riqualificati, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche, fondazioni bancarie, imprese sociali, associazioni e cittadini, luoghi che diventano spazi per la popolazione.


Ad oggi le Case del Quartiere a Torino sono 8, ognuna in una zona diversa, coprendo quasi completamente il territorio cittadino, con alcune caratteristiche comuni:


1. luoghi aperti a tutti i cittadini
2. spazi di partecipazione attiva
3. luoghi accessibili, accoglienti e generativi di incontri
4. spazi di tutti ma sede esclusiva di nessuno
5. contenitori di molteplici progettualità
6. gli operatori: competenti artigiani sociali
7. luoghi intermedi fra il pubblico e il privato
8. spazi alla ricerca del giusto rapporto tra autonomia economica e sostegno pubblico
9. luoghi radicati nel territorio
10. strutture con una propria forma di governance”

È possibile valutare con metodo rigoroso e scientifico tutto ciò? Si può misurare il valore aggiunto di un’esperienza complessa e articolata come sono le Case del Quartiere di Torino?

Un percorso di valutazione di impatto sociale è stato avviato con il sostegno economico di Compagnia di San Paolo e con la collaborazione scientifica di Euricse, fondazione di ricerca di Trento, che si occupa di valutazione sia di singoli progetti nel settore dei servizi sia dell'analisi degli enti di Terzo settore. Attraverso il metodo ImpACT, con un percorso durato molti mesi, grazie alla raccolta di dati e a processi partecipati degli stakeholder, si è provato a valutare l'impatto sociale delle Case definendo indici e indicatori quantitativi e qualitativi, esplicativi dei risultati raggiunti, del benessere promosso e dei cambiamenti sociali generati dall'azione delle Case del Quartiere.
A seguito di un lavoro di confronto con altri soggetti della Città di Torino che hanno realizzato valutazioni del proprio impatto sociale, Coop. Arcobaleno, Ufficio Pio, Camera di commercio, Torino Social Impact, e con Compagnia di San Paolo area filantropia ed Euricse, mercoledì 26 giugno presso il Cecchi Point Hub, la Rete delle Case del Quartiere propone il seminario VISioni. La valutazione dell’impatto sociale tra opportunità e difficoltà. Un incontro rivolto agli operatori del terzo settore, ma con l’invito al confronto per committenti e valutatori.


“Una delle peculiarità di questi nuovi luoghi - sottolinea l’Assessore ai Diritti, Marco Giusta - è quella di essere cerniera tra le amministrazione e cittadinanza. Per condividere strategie di questi tipo si è firmato un protocollo di intesa fra la Città e le Case del Quartiere. I dati presentati nella Valutazione dell’impatto sociale testimoniano la loro “funzione pubblica”, di antenne che intercettano, in molteplici forme e modi, bisogni, desideri, risorse e istanze espresse dai singoli, dai gruppi informali, dalle associazioni presenti nei territori. Una risorsa per la città”.

Alcuni dati dell'anno 2018: 8 Case, 8 quartieri, 8 forme di governance differenti.
Circa 390 mila abitanti di riferimento.

Oltre 300 associazioni, enti del terzo settore e gruppi informali che collaborano con continuità e che sono stati intervistati;
un valore contabile complessivo come indotto di enti gestori e enti partner che promuovono servizi e attività pari a €3.469.000,00: una capacità quindi di attivare competenze imprenditoriali e produzione di servizi tra i cittadini che nelle case realizzano attività.
81 operatori degli enti gestori con forme contrattuali differenti per il lavoro di coordinamento, programmazione delle attività, gestione amministrativa, cura degli spazi, comunicazione, accoglienza, accompagnamento progettuale di cittadini singoli e associati…
A questi si aggiungono 939 persone tra i partner, per lo più residenti nelle circoscrizioni delle Case, che ricevono retribuzione economica, con forme di lavoro occasionale legate all’atipicità e alla temporalità specifica delle azioni gestite: si tratta di attività corsistiche o di promozione culturale.
Accanto a loro una schiera di volontari, persone che dedicano il proprio tempo in forma completamente gratuita, alcune nelle funzioni a supporto delle Case del Quartiere, 53, altre coinvolte nelle azioni degli enti partner, 694. Insieme ai ragazii che prestano Servizio Civile Volontario sono più di 52mila ore per la Rete delle Case, occupandosi in misura nettamente prevalente della gestione e dell’erogazione di servizi. Un effetto mobilizzante di impatto alquanto evidente.
Ma di che numeri di attività e beneficiari si parla?
Sono 553 corsi, della durata di 3/9 mesi; 46 attività educative rivolte ai minori e alle loro famiglie; 41 servizi e sportelli informativi gratuiti e rispondenti a esigenze varie; 25 proposte rivolte soprattutto a categorie svantaggiate (alzheimer caffè, gruppi di salute mentale, danza in carrozzina, percorsi per la ricerca del lavoro per NEET…) ; 938 eventi culturali, serate o giornate dedicate a programmi fruibili da tutti, spettacoli, feste, conferenze e incontri a tema. A questi si aggiungono 6 servizi di ristorazione e caffetteria, che rendono gli spazi luoghi di maggior accoglienza con aperture serali e nei giorni festivi. Inoltre, insieme alle oltre 700 feste private che si realizzano negli spazi e negli orari non occupati da altre attività, contribuiscono alle entrate economiche necessarie al funzionamento delle Case e all’offerta di oltre il 50% delle iniziative in forma gratuita e delle altre con costi accessibili a tutti e non selettivi.
Infine 18.667 persone sono state registrate come partecipanti ad attività continuative, mentre i passaggi stimati sono stati complessivamente 440.000, circa 1.200 persone al giorno che hanno frequentato le strutture.
Un’analisi generale che esprime anche un impatto in senso stretto per la pubblica amministrazione, con cui le Case collaborano anche formalmente, “sia in termini di realizzazione di servizi di forte interesse sociale e pubblico, sia per la realizzazione di questi a un costo decisamente inferiore a quanto sarebbe alternativamente sostenuto dall’ente pubblico”.
(p.v.)


Pubblicato il 25 Giugno 2019

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