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Comunicato stampa

BILANCIO GTT E PIANO DI RILANCIO AZIENDALE: DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Rispondendo ad un’interpellanza presentata da Stefano Lo Russo e altri consiglieri, l’assessore Sergio Rolando ha oggi relazionato in aula sul tema del rilancio del Gruppo Torinese Trasporti. Di seguito, il resoconto della relazione e del dibattito che ne è seguito.

Assessore Sergio Rolando
La Città non rinviato la propria valutazione sul bilancio, in realtà quest’ultimo non è ancora stato approvato dal consiglio d’amministrazione (cda) di GTT e la Città non avrebbe potuto chiederne la postergazione, anche perché non è direttamente azionista unica di GTT, lo è la Finanziaria Città di Torino (FCT), questa sì interamente posseduta dal Comune. GTT è una SpA, i cui organi hanno autonomie e competenze definite, ciascun soggetto ha il proprio ruolo e le proprie responsabilità. L’ultimo bilancio GTT approvato è quello del 2015, che non indica alcuna situazione di deficit patrimoniale. Se il tempo intercorso ha tanto deteriorato la situazione, sarà possibile accertarlo entro breve tempo, con la presentazione del bilancio 2016, i cui tempi sono oltremodo avanzati, è vero, ma le difficoltà della società sono importanti e non afferiscono a cause recenti, così come si riconosce un’origine antica alle attuali difficoltà della società a gestire il debito. Non vogliamo qui porci il problema delle cause di questa situazione, se mai altri saranno chiamati ad appurarle. Non si può addebitare la responsabilità della situazione odierna a chi ha deciso di assumersi l’onere di porre mano a problemi che risalgono al passato. GTT è impegnata a redigere il piano di risanamento in forma definitiva, la cui presentazione è prevista, con il corredo dell’attestazione, nella prima metà del mese di novembre. Il piano sarà oggetto di valutazione da parte dell’azionista e costituirà il presupposto di ogni intervento finalizzato al superamento delle attuali difficoltà. Sui rapporti di debito e credito con la Regione o con l’agenzia che ne regola i pagamenti, si tratta di questione che riguarda la gestione societaria di GTT, soci e Città si sono impegnati a favorire una soluzione idonea, rispettando i ruoli. Per quanto riguarda il possibile intervento economico del Governo, sia il Comune che la Regione hanno da tempo avviato interlocuzioni con i ministeri competenti, gli esiti saranno noti nelle prossime settimane e saranno decisivi per comprendere le iniziative da adottare.
Per quanto concerne le attività in corso per definire il piano industriale e di risanamento, si riporta il cronoprogramma fissato dal cda di GTT il 29 settembre scorso. Sono in corso di svolgimento l’acquisizione delle risultanze e dei suggerimenti della revisione indipendente del piano industriale (IBR), con attestazione del certificatore; la definizione del piano e della copertura del relativo fabbisogno finanziario; approvazione del Piano definitivo da parte del cda e trasmissione all’azionista. Entro il 10 novembre 2017: acquisizione della versione definitiva di IBR, assemblea di GTT per l’autorizzazione del piano, a seguire cda GTT per approvazione progetto di bilancio 2016 e sua trasmissione ad azionista, società di revisione e collegio sindacale. Entro i successivi 20-30 giorni: assemblea di GTT per approvazione bilancio 2016 e assemblea GTT per illustrazione della relazione sul governo societario.
In parallelo al percorso societario, sono previste le seguenti azioni: in collaborazione con i Ministeri competenti, messa a punto dell’articolato /emendamento per l’utilizzo dei fondi di riferimento; contatti con istituti ed enti di credito coinvolti per la copertura residuale finanziaria del piano industriale e di risanamento. GTT e l'Agenzia della Mobilità Piemontese definiranno la transizione sui crediti vantati dall’azienda. Il rilancio di GTT è infatti strettamente collegata alla possibilità di superare le problematiche nei termini indicati. Ogni successiva decisione sarà considerata a valle di tale verifica, sempre avendo come riferimento.

Stefano Lo Russo (PD)
Il Consiglio comunale da settimane apprende dai giornali lo stato dell’arte in ordine al piano di salvataggio. Oggi le risposte date dall’Amministrazione non centrano il punto. La Città non ha ancora chiarito quali siano gli orientamenti e le possibili soluzioni per far fronte alla situazione della società e salvare il nostro trasporto pubblico. Su un intervento possibile del Governo tutte le forze sono disponibili. Ma la domanda è come pensate di organizzare il futuro di GTT in un quadro e in un modello, quelli attuali, che difficilmente cambierà in positivo. Il servizio pubblico avrà sempre bisogno della contribuzione pubblica dunque, ponendo che si risolvano i problemi attuali di cassa, qual è la strategia per il futuro di GTT? La nostra parte aveva posto l’ipotesi di vendita a privati del 49% della società. Oggi chiediamo di sapere qual è la strategia del M5stelle. Prima ce lo dite più semplice sarà salvare l’azienda anche in questa annualità così difficile.

Osvaldo Napoli (FI)
Io credo che Pd e Movimento 5 stelle dovrebbero finalmente dire la verità su questo dissesto. I torinesi hanno il diritto di sapere. E’ un debito frutto della superficialità passata e dell’incapacità attuale di chi amministra oggi. Si elemosinano i soldi a Regione e Governo per mettere i conti a posto. Non è mai successo nella storia di Torino. Non sono Renzi e Di Maio che devono risolvere i nostri problemi. Questi 250 milioni di debiti di GTT sono una bomba nei conti pubblici. Il 10 agosto 2017 Ceresa attacca, senza che vi siano repliche, la giunta di Fassino:” La giunta aveva un potere enorme e non ha fatto nulla e non ha neppure autorizzato la revisione della rete. L’azienda ha continuato a fatturare, perché obbligata, servizi che non le venivano pagati”. E’ gravissimo. Colpisce l’uso delle intercettazioni in questi giorni. Non mi piacciono. Anche il gioco delle tre carte tra revisori dei conti e Giunta Appendino è stucchevole. Il loro parere è contradditorio e pilatesco. Ci auguriamo che questa manovra abbia esito positivo, la Sindaca cambi linea.

Alberto Morano (Lista civica Morano)
L’Assessore Rolando ha ripetuto più volte che il Comune è solo ed esclusivamente socio di GTT, indirettamente per il tramite di FCT Holding e non ha potere decisionale. Innanzi tutto bisogna dire, forte e chiaro, che la situazione disastrosa dei conti di GTT ormai sull’orlo del fallimento non è responsabilità della sindaca Appendino, ma il risultato di una gestione fallimentare da parte del CDA nominato dalle giunte precedenti. La sindaca abbandoni quindi l’arroganza e la presunzione, agisca con coraggio e metta il PD di fronte alle sue responsabilità. Sostituisca uno o due dei suoi assessori soprammobile, con persone determinate e capaci a cui affidare il risanamento del sistema partecipate, denunci, come ho fatto io, alla Procura della Repubblica i falsi nei bilanci di GTT, dimostrerebbe di non voler coprire la responsabilità di chi c’era prima; promuova dall’assemblea di GTT (in cui vota la Città per il tramite di FCT Holding), azione di responsabilità nei confronti di amministratori e sindaci che hanno redatto bilanci falsi; revochi gli attuali amministratori, per assoluta incapacità; eviti di affidare all’Amministratore Delegato della società il piano industriale di rilancio perché non è credibile; richieda all’Agenzia Regionale per la Mobilità il pagamento di tutti gli importi non contestati e corregga il bilancio di GTT; se questi importi non bastano a risanare chieda allo Stato un intervento straordinario.

Roberto Malanca (Movimento 5 Stelle)
Si parla in modo impreciso di GTT, un’azienda che fino a dieci anni fa era un fiore all’occhiello. Si sostiene che questa Amministrazione avrebbe deciso di rinviare l’approvazione di un bilancio quando il bilancio non è stato neanche approvato dal Cda. L’interpellanza dimostra la volontà non di avere risposte ma di asserire una posizione precisa verso l’azienda. Le quattro domande sono ingenue. Un piano industriale non credibile è stato già presentato in passato. Lo scopo finale di qualsiasi azione di questa Amministrazione non è quello di affermare un potere politico sulla Città e sull’azienda ma quello di fare il bene dell’azienda, per i lavoratori, per le loro famiglie e per i cittadini che usufruiscono dei servizi. Se per fare questo bisogna andare a chiedere l’elemosina a Roma, noi siamo disposti a farlo. Chiederemo i denari che, da una parte i tagli, dall’altra la mala gestione della politica hanno fatto mancare. Dal 2016 GTT non sta accumulando debiti e questo non è ascrivibile alle gestioni precedenti, come non lo sono la tracciatura della domanda sulla necessità di trasporto, la necessità di rivedere i criteri del contratto di servizio, la ricerca costante di fondi per la manutenzione del materiale rotabile. Tutte cose ascrivibili a questa Amministrazione che ha trovato le casse vuote. Chi oggi interpellando usa le parole “credibili” “seriamente” “in tempi rapidi” viene voglia di chiedere se riescono a questi ex amministratori se riescono a provare un po’ di vergogna.

Claudio Lubatti (PD)
Bisogna decidere se consegniamo alla politica il primato di alcune decisioni per la gestione di un’azienda pubblica che eroga un servizio pubblico nella nostra città, o se decidiamo che i tecnici, le aziende, i consigli di amministrazione prendano anche le decisioni politiche. Io credo che alcune scelte di natura strategica devono essere lasciate alla politica. Nella relazione dell’assessore Rolando manca il momento nel quale la politica fa la politica, confrontandosi con soggetti terzi esterni. Dove la Città sceglie se noi andiamo verso un’azienda totalmente pubblica o verso un’azienda che sceglie un partner industriale e la supporta nel momento in cui si va ad affrontare una partita strategica all’interno del mercato del trasporto pubblico? Il tema è se la Città svolge il ruolo che la Regione e il Ministero chiedono di svolgere per costruire il risanamento dell’azienda e non quello di andare a chiedere l’elemosina come diceva il consigliere Malanca.

Chiara Giacosa (M5S)
Le minoranze ci accusano di essere incompetenti e vorrei far riflettere tutti, ma non so se riuscirò a trasmettere un messaggio efficace. Torino è stata governata nel bene e nel male per molti. La consigliera, ricordando la metafora della cicala (personificata dal centrosinistra) e delle formiche (i torinesi) ha detto che quella storia insegna a dire la verità. Noi ci prendiamo la responsabilità di mettere a posto le cose. Ma i cittadini di Torino si stanno rendendo conto di come stanno davvero le cose e comprendono come i problemi arrivano da lontano. E che i tanto sbandierati conti in ordine della Città da parte dei precedenti amministratori non sono reali, trattandosi della pesante eredità di 23 anni di governo del centrosinistra.

Piero Fassino (PD)
Occorre partire da un dato di partenza riguardante tutte le aziende di trasporto pubblico locale: dal 2010 al 2015 c’è stata una costante e drastica diminuzione del Fondo nazionale del trasporto pubblico locale. Ed è evidente che senza i contributi dello Stato non è possibile pagare i costi di esercizio; con biglietti e abbonamenti si copre a malapena un terzo delle spese annuali. Ed è semplicemente questo il motivo per cui si cercano dei soci privati nelle aziende pubbliche del settore trasporti, lo si è fatto a Torino come in tante altre città italiane. Per cui non possiamo illudere la gente che con qualche manovra locale si possa mettere in equilibrio i conti.
E, seconda questione, non è vero che in questi ultimi anni non si sia operato. Invitiamo l’attuale Ad Ceresa in Commissione a dire cosa è stato fatto: dalla riorganizzazione delle reti alla riorganizzazione del personale, fino alla rimodulazione del sistema tariffario. E scoprirete che non è vero che la produttività aziendale sia bassa: un tranviere di Torino lavora in media 1.400 ore l’anno, mentre un omologo dell’azienda pubblica romana 700.
Ma la vera questione di fondo sono le scelte strategiche di lungo periodo. Le ipotesi sono soltanto due: o arrivano maggiori risorse per il trasporto pubblico locale dallo Stato oppure, se tale strada è impraticabile, l’azienda potrà anche non essere al 100 per cento pubblica, come è già avvenuto in altre aziende italiane. Infine mi chiedo: perché la giunta Appendino ha aspettato 500 giorni per cominciare a fare qualcosa e ha confermato l’attuale Amministratore delegato. Occorre impostare una riflessione seria, per avere un servizio pubblico efficiente senza fare generica propaganda.

Roberto Rosso (Direzione Italia)
Mi chiedo anche io perché avete aspettato 500 giorni per denunciare la fondamentale questione e far valere le ragioni sul Bilancio inadeguato di GTT.
L’attuale Giunta voleva innovare la città, ma in questi mesi è stata all’ombra di un sistema esistente; Amiat e GTT sono stati per anni una comoda prebenda della sinistra cittadina per impiegare persone. Lo dimostrano le 5.000 persone impiegate in Gtt, spesso senza nemmeno un concorso pubblico.
Le cose non funzionavano da anni, mi chiedo com’è possibile che Appendino non si sia mai accorta di nulla e si sia arrivati alla situazione odierna.
Mi auguro ci sia la possibilità di ovviare alla pesante situazione attuale, ma chiedo alla Giunta di non aspettare oltre; avete perso tempo per un anno e mezzo senza fare alcunché. E’ evidente che GTT non può rimanere pubblica, così come è evidente vista l’espansione del dedito in questi anni. Il sindaco spieghi in Aula cosa intende fare. Volete mettere in vendita una parte di GTT, anche sconfessando il programma elettorale? La speranza primaria è che non si arrivi al dissesto.

Assessora Maria Lapietra
Dal primo giorno che sono qua mi sono trovata ad affrontare i tagli al trasporto pubblico, ma ci ho messo un anno per sapere la cifra esatta che avevo a disposizione. Il fondo nazionale trasporti diminuisce, ma la politica ha la responsabilità di decidere come impiegare le risorse. GTT trasporta il 73% delle persone trasportate in Piemonte, ma non ha ottenuto le risorse corrispondenti. C’erano poi gli strumenti per affrontare i disallineamenti, ma non è stato fatto. Il problema non è la mala gestione di GTT, ma le risorse che non sono arrivate.

Sindaca Chiara Appendino
Le risorse sono diminuite negli anni, ma nessuno in passato ha avuto il coraggio di affrontare scelte politiche complicate, che noi stiamo prendendo ora. Vale per GTT, ma anche per tutte le partecipate. Il problema sono stati i disallineamenti, che non sono mai stati ammessi. A luglio 2016 abbiamo avviato un gruppo di lavoro interno per verificarli e per lavorare su debiti, piano industriale e revisione della rete dei trasporti, per non creare più disallineamenti. Il piano industriale – che deve essere asseverato – vuole aumentare il margine lordo per la sostenibilità nel medio-periodo, affrontare i problemi di mutui e liquidità, rinnovare il parco mezzi e permettere il turn over del personale. Non sono previste cessioni di quote. Ci abbiamo messo 500 giorni, ma lo abbiamo fatto. Stiamo facendo la nostra parte, così come il Governo e la Regione Piemonte: se tutti faranno la loro, ce la faremo.

(Ufficio stampa del Consiglio comunale di Torino)


Pubblicato il 30 Ottobre 2017

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