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Comunicato stampa

STRAGE DI PARIGI, GLI INTERVENTI IN SALA ROSSA

Dopo l’introduzione al dibattito da parte del presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino e l’intervento del sindaco Piero Fassino, oggetto di un precedente comunicato, hanno preso la parola i rappresentanti delle forze politiche presenti in Sala Rossa. Di seguito, la sintesi degli interventi.

Maurizio Marrone (Fd’I-AN)
Condivido l’appello del Sindaco e la riaffermazione di principi e valori condivisi, ma non condivido i giudizi sull’ambiguità dei leader arabi. L’ambiguità va piuttosto cercata in Europa e nel suo alleato statunitense. Mi riferisco alla solitudine del legittimo governo libico di Tobruck che lotta contro le milizie jihadiste, all’argine che in Egitto Al Sisi ha saputo porre ad una deriva che stava portando quel paese ad adottare la shaaria. E mi riferisco alle politiche occidentali che hanno portato al radicamento del jihadismo in Iraq e in Siria, come la stessa Cia ha dovuto ammettere. E questa stessa Sala Rossa, tempo fa ha manifestato il suo appoggio alla rivolta anti Assad che ha aperto la strada alla creazione del Califfato. Il suo intervento, Sindaco, è condivisibile ma incompleto. La politica ha responsabilità maggiori: dopo Charlie Hebdo e la grande mobilitazione delle coscienze ci ritroviamo con i 130 morti di Parigi e una serie di attacchi che non sono semplicemente terroristici ma veri e propri atti di guerra. Noi abbiamo denunciato i rischi connessi agli sbarchi ed ora sappiamo che i terroristi hanno la cittadinanza dei paesi ospitanti. E allora non basta il richiamo ai valori ma occorre avere il coraggio di intraprendere azioni politiche concrete per la sicurezza dei cittadini. Sennò ci ritroveremo ad essere dei cerimonieri e non degli amministratori.

Enzo Liardo (NCD)
Tutte le considerazioni che sono state fatte dal sindaco sono frutto di un film che abbiamo già visto. Qualsiasi ragionamento sarebbe di natura retorica. Questo è grave, visto che a pochi mesi da altri attacchi terroristici, trattiamo con gli stessi toni lo stesso problema. Quindi mi limito ad una dimostrazione di affetto per tutte le famiglie delle vittime, in particolare per la famiglia della vittima italiana.
Alcune cose a livello internazionale sono cambiate, ma il terrorismo rimane. La chiave di volta è sull’interpretazione del corano ambigua da parte degli stessi islamici: non può essere considerato islamico moderato chi di fatto dà interpretazione integralista del corano, come nel caso di alcuni imam.
Faccio appello perché si faccia una manifestazione non dettata dall’emotività del momento, dove ci siano istituzioni, i cittadini italiani e quelli di fede islamica. Ho il sospetto che a quella manifestazione non ci saranno folle oceaniche di rappresentanti della comunità islamica.

Fabrizio Ricca (Lega Nord)
Mentre noi discutiamo, una Seat con a bordo uno dei presunti terroristi, viaggia tranquillamente nel Torinese. Noi non abbiamo più bisogno di rassicurazioni ma di sicurezza. Serve che tutti i rappresentanti delle istituzioni facciano qualcosa. Il sindaco usi le parole corrette: non bisogna parlare di terrorismo ma di terrorismo islamico. Non tutti gli islamici sono terroristi ma certo è che tutti i terroristi autori degli attentati erano islamici, che hanno ucciso in nome di un dio, come dimostrano tutte le stragi del passato da Londra a Madrid. Noi viviamo in un’Europa incapace di arginare tutto questo. Solo la Francia ha preso una posizione. Questa forma di repressione attuata nella notte dall’esercito francese è auspicabile che avvenga anche con il contributo della Nato. Purtroppo il buonismo nel nome dell’integrazione ha dato il via all’azione di pazzi scatenati. Dovremmo concedere meno, per rendere le nostre vite più sicure. E’ una richiesta della gente.

Andrea Tronzano (Forza Italia)
Vogliamo uno stato che dia sicurezza e garantisca la libertà di ognuno. Serve dirigere le nostre energie verso chi ci ha dichiarato guerra. Solidarietà operativa per un’unità nazionale che non deve diventare pretesto per omologare il pensiero e annichilire chi non si allinea al pensiero dominante. Un errore che, anche a Torino, rischiamo di fare. Da parte nostra vogliamo dire che l’IS è il male assoluto. Da loro ci separano ottocento anni di storia che hanno portato gli stati occidentali ad evolversi e considerare la libertà di espressione e di religione come elementi acquisiti e indiscutibili del vivere quotidiano. Elementi che loro non hanno perché l’IS è rimasto al medioevo. Credo poi sia prematuro parlare di società multiculturale, al massimo si può definire multietnica. Non è ancora maturo il tempo in cui la religione islamica si possa considerare adeguata al pensiero occidentale. Per questo dare per scontato che lo ius soli sia un elemento funzionale all’integrazione, è un errore. Infine, va considerato che abbiamo la sicurezza proporzionale agli investimenti prodotti, a partire dalla polizia locale cui potremmo decidere di incrementare le risorse in fase di assestamento di bilancio per metterla in condizione di aumentare i controlli sul territorio.

Maurizio Trombotto (SEL)
Il momento è tragico e richiede fermezza e rifiuto della barbarie, inaccettabili da qualsiasi parte provengano. Non si può accettare che vengano colpite vittime innocenti senza alcuna responsabilità se non quella di voler legittimamente trascorrere alcune ore spensierate. Cosa può fare la nostra città, dopo le manifestazioni di solidarietà? Deve agire politicamente insistendo sulla logica dell’accoglienza e utilizzando la leva della politica per isolare le realtà che possono in qualche modo dimostrare sensibilità verso i folli proclami di coloro che agiscono attraverso il terrorismo. Chiedo allora a tutti coloro che decideranno di concorrere alla carica di sindaco, nel prossimo confronto elettorale, di mettere al centro del proprio programma e della propria azione politica gli strumenti dell’accoglienza, della multietnicità, della multiculturalità, della valorizzazione di tutte le periferie mentali e reali. Sarebbe un modo per l’ente locale, con effetto moltiplicatore, di contribuire a evitare che anche qui possano nascere frange estremiste.

Dario Troiano (Moderati)
Questa è una guerra nuova, una guerra alla quale non siamo abituati e che è cresciuta negli ultimi decenni. Sono d’accordo con chi dice che c’è una guerra in atto dove i terroristi sono collegati in una rete e questo causato anche dalle scelte dell’occidente. Questo però non giustifica i fatti terroristici.
Ciò di cui abbiamo bisogno è il lavoro dell’intelligence, di accordi politici tra gli stati. Abbiamo bisogno di politica ma non di provocazioni come alcuni titoli di giornale che innescano meccanismi pericolosi. Deve esserci una risposta coesa del popolo anche dal punto di vista culturale.
Ringrazio il sindaco che continua ad essere punto di riferimento per la città. Raccogliersi intorno ai simboli cioè la nostra comunità perché la battaglia sarà lunga, dolorosa e pesante.

Chiara Appendino (M5S)
Anche noi ci associamo al cordoglio contro la violenza che colpisce tutti, come può esserci una violenza simile così gratuita?
Non esistono ragioni e abbiamo il dovere di reagire. Non possiamo improvvisarci Ministro della Difesa ma possiamo, come amministratori locali, ascoltare la nostra città che è multiculturale anche se l’integrazione non è ancora completa. Il Comitato Interfedi lavora sulla diversità delle fedi e auspica una città solidale contro il violento e la violenza. Solo così potrà esserci una comunità sana e prospera. Soprattutto in questo momenti di crisi spero che questo sia uno strumento di coesione della comunità.

Silvio Magliano (NCD-Area popolare)
Io esprimo il mio cordoglio, dopo le parole del Sindaco e di alcuni miei colleghi. Il “teorema di Bin Laden”, apparso durante la strage alla stazione di Madrid nel 2004, recitava: “Noi amiamo la morte più di quanto voi amate la vita”. Chi proclama questa frase ha un arma in più dalla sua parte, ovvero il disprezzo di se stesso, che permette di incutere paura al lato del mondo che ama la vita. Alcuni di questi atti terroristici servono per convocare, laddove si combatte, i soldati di seconda generazione pronti a schierarsi a fianco del Califfato, ben diverso da Al-Qaeda. A questo punto è opportuno capire chi siamo. Solo dentro l’identità di un popolo, identificabile attraverso la religione, le tradizioni, gli usi e i costumi, si potranno trovare le basi per un lavoro comune. Penso che la nostra idea di società nasca nella nostra religione, il cristianesimo, e fatti come questo dovrebbero ricondurci alle nostre radici. Solo se conosco la mia storia e la mia tradizione posso discutere con un altro che ha un’identità propria diversa dalla mia. Ciò che mi aspetto è che l’Europa esprima una politica autonoma non subordinata a Usa e Russia, in modo che si riesca a fare fronte comune, affermando l’idea di pace che il nostro continente promuove.

Silvio Viale (PD)
Non ci devono essere divisioni di fronte a fatti come quelli di Parigi e non ci devono essere comprensioni per coloro che mettono in pratica la morte. Tutto ciò va contro il sentire comune delle nostre comunità. La libertà religiosa è un nostro valore, che nasce dalla laicità dello stato e dalla modernità. Segnali di intolleranza da parte dell’estremismo islamico ci sono stati in varie parti del mondo e il proselitismo di stampo jihadista non è una novità. La novità è l’attacco ai valori che uniscono tutti in quest’aula, valori che garantiscono la libertà di ognuno di noi. Questi fatti ci colpiscono da vicino; chiunque di noi poteva essere in quei luoghi. Tutto ciò ci permette di differenziare chi prega da chi spara. Ecco perché io volevo ricordare che gli attentati hanno visto tra le vittime persone di più di una decina di nazionalità, che dall’altra parte persone islamiche hanno difeso e nascosto le vittime e che pertanto la scorciatoia di identificare il nemico nel diverso è una manovra del tutto sbagliata.

La replica del sindaco Piero Fassino ha concluso il dibattito
Abbiamo avvertito come lacerante il dolore per la morte di Valeria Solesin e sentiamo il dovere di assumere iniziative per ricordarne la memoria.
Di fronte a quanto accaduto, occorre innalzare il livello di sicurezza dei cittadini. C’è stata una riunione del Comitato Sicurezza e Ordine pubblico in Prefettura e si sta già lavorando per assumere le iniziative necessarie per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini. Da tempo opera inoltre il Comitato Interfedi, che si riunirà nei prossimi giorni per valutare ulteriori iniziative, così come riuniremo i responsabili delle comunità islamiche della nostra città.
Infine, ribadisco che la battaglia contro il terrorismo richiede di superare ogni forma di ambiguità, sia nella comunità internazionale, sia nelle leadership del mondo islamico.

(Ufficio Stampa del Consiglio comunale)


Pubblicato il 16 Novembre 2015

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