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Comunicato stampa

ARCATE DEL MOI”: GIANGUIDO PASSONI RISPONDE ALL’INTERPELLANZA GENERALE IN CONSIGLIO COMUNALE

L’assessore al patrimonio Gianguido Passoni ha risposto durante il Consiglio comunale a due Interpellanze generali di uguale argomento, concernenti la destinazione delle Arcate del Moi, primi firmatari i Consiglieri Michele Curto e Paola Ambrogio.
L’assessore ha ricostruito la vicenda del compendio ristrutturato in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006, dalla concessione di una sua parte nel 2011 alla “Fondazione 20 marzo 2006”, che nel 2012 le ha a sua volta concesse a “Parcolimpico s.r.l.” (edifici A-G-D-E-F1-F2).
Per riqualficare il complesso una delibera di Giunta del luglio 2014 ha autorizzato una procedura di evidenza pubblica per la concessione d’uso a fini espositivi, museali, culturali, sportive negli edifici A-D-E-F1-F2 e di parte dell’edifico H. Inoltre, la stessa deliberazione ha dato mandato di agire in nome e per conto della società Parcolimpico srl per il compimento di tutti gli atti occorrenti all’individuazione del concessionario degli edifici E ed F2, mediante mandato con rappresentanza, il cui schema era stato preventivamente sottoscritto dal presidente di Parcolimpico, per accettazione, in data 10 luglio 2014. Ad oggi Parcolimpico, pur sollecitato non ha provveduto agli atti necessari per procedere alla gara.
A seguito dunque di un avviso pubblico sono pervenute 25 manifestazioni di interesse con ipotesi di uso assai differenziate tra cui: sportivo artigianale, museale, biblioteche, parchi di divertimento, casa del volontariato, città del ghiaccio, danza sportiva, teatro, ristorazione, mostre.
“Per ciò che attiene al canone di concessione la delibera del 14 luglio 2014 – ha spiegato Passoni - ha approvato un canone a base di gara pari ad euro 208.630,00 annui, valore stimato dal competente Servizio Valutazioni. Tale valore è stato determinato tenendo conto del fatto che le attività insediabili nel compendio risultavano essere unicamente, sulla base di quanto previsto dal bando, attività espositivo/museali/culturali e sportive oltre ad una quota di attività accessorie all’attività principale. Successivamente, essendo obiettivo prioritario dell’Amministrazione la riqualificazione dell’area in piena coerenza con la sua vocazione a servizi pubblici, anche a scapito del suo sfruttamento economico, nell’intento di garantire la più ampia partecipazione possibile al bando ed un celere recupero fisico del compendio, visto il rischio di ulteriori occupazioni abusive e vandalismi, si è ipotizzato di rimodulare il prezzo a base d’asta, mantenendo in ogni caso inalterata la valutazione espressa con la perizia sopra citata.
La perizia, infatti, è composta da due diversi importi (oltre alla quota di ammortamento per l’investimento minimo sopra detto): uno riguardante la base d’asta del lotto privo delle attività di natura accessoria, l’altro, puramente facoltativo, da sommarsi al primo, per l’utilizzo del lotto nella percentuale di SLP del 15,11% ad attività accessorie alla principale. Si tratta però di attività meramente eventuali. Poiché è di fondamentale importanza per la Città il recupero fisico delle Arcate e la rivitalizzazione delle stesse, si è ritenuto opportuno escludere dalla base d’asta il canone stabilito per le attività accessorie al fine di non penalizzare la presentazione di offerte aventi quale oggetto unicamente attività di servizio pubblico e non anche dette attività accessorie.
Pertanto il valore del canone annuo a base di gara è stato rideterminato in euro 101.425,00 considerando unicamente quanto indicato nella perizia per le attività museali /espositive/culturali e/o sportive”.
La società Parcolimpico, con nota in data 14 novembre 2014, ha comunicato la non condivisione della rimodulazione del canone, invitando la Città a procedere all’indizione del bando alle condizioni previste nel provvedimento deliberativo approvato nel luglio 2014.
”Al momento – ha proseguito Passoni – il Servizio Contratti e Appalti attende lo scioglimento di questioni procedurali relative al mandato alla firma e alla relazione impiantistica sulla parte del compendio affidata a Parcolimpico s.r.l.
Per contro è arrivata una manifestazione di interesse da parte dell’Università degli Studi di Torino e del Politecnico di Torino ad insediare sull’area un nuovo Centro di didattica e di ricerca”.
Il dibattito
Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia): Sicuramente si tratta di un’area dalla gestione complicata. La delibera di giunta di luglio, condivisa da più assessori, da Associazione 20 marzo e da Parcolimpico indica linee ben precise per bando di gara, con un canone annuo di 208 mila euro. Dal 15 luglio al 10 dicembre non è stato fatto nulla. E’ scandaloso lo stato di abbandono delle strutture. Perché Parcolimpico, un mese fa, sostiene di aver ricevuto lettera del settore Patrimonio in cui si dice di voler rivedere il canone di concessione. Se dobbiamo ripensare a quell’area senza svenderla, se il settore valutazione della Città ha previsto un canone annuo di 208 mila euro, per quale ragione Parcolimpico riceve una lettera del genere? Perché non si è proceduto al bando e si è invece rivista la cifra? Intanto l’area continua a perdere di valore.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia): Questa è una delle pagine più vergognose e più imbarazzanti che riguardano la non gestione del patrimonio immobiliare delle Olimpiadi.
Dietro lo scarica barile fra diversi enti teso a mascherare l’assenza di una strategia, è difficile disgiungere il degrado delle arcate dell’ex Moi dalle palazzine, con una metafora un cestino da pic nic accanto a un formicaio. Gli sciacalli del rame e di altri materiali trovano rifugi notturni in totale serenità. E’ un degrado non riconducibile solo a due assessori ma alla collegialità della giunta, con la poca trasparenza e leggerezza con cui è stata concessa la residenza virtuale a centinaia di persone che hanno creato un ghetto, insieme ad un protocollo annunciato dall’assessore all’Ambiente per la rimozione dei rifiuti, protocollo che, come evidenziato dalla mia richiesta di accesso agli atti, non esiste. Ma avete un’idea di cosa fare?

Michele Curto (Sel): Il tema è prevalentemente patrimoniale. Il patrimonio aveva un valore miliardario. Quel patrimonio è stato concesso due anni dopo alla Fondazione 20 Marzo a una cifra di 285 milioni di euro. La Fondazione 20 marzo decise di dare in gestione quegli spazi a Parcolimpico (società privata) per una cifra ridicola di due milioni di euro. Si considerava però che l’interesse pubblico sarebbe stato nella manutenzione delle strutture e nella messa a disposizione delle strutture stesse per i cittadini. Come è possibile allora che quegli spazi siano stati vandalizzati e depredati? Qualcuno deve assumersi la responsabilità, bisogna chiedere conto dei danni. Sono stati contabilizzati i danni?

Chiara Appendino (M5S): Ci sono questioni da chiarire. Nel 2012 si prevedeva di mettere a bando l’intero complesso delle arcate, invece nel luglio scorso emerge che Parco Olimpico vuole lo scorporo di una parte delle strutture dal bando. Come ha motivato questa posizione, quando è chiaro che l’interesse generale è che si metta a bando tutto il complesso? Sempre nel 2012 si prospettava un 25% di superficie commerciale, calata ora al 15% circa.
Inoltre, per quale motivo non si è proceduto con il bando? L’interesse da parte del Politecnico non è una novità di quest’anno. Ritengo che si debba procedere celermente con un bando che comprenda tutte le arcate e chiedo che si chiariscano le motivazioni di Parco Olimpico per sostenere lo stralcio di una parte della struttura, non ché le motivazioni per cui ad oggi non abbia dato l’autorizzazione a procedere.

Michele Paolino (PD): Occorre distinguere due ordini di problemi. In primo luogo dobbiamo aprire un ragionamento sull’azione e sul ruolo della Città nella Fondazione 20 Marzo e della Fondazione stessa dentro Parco Olimpico. Il nostro ruolo è quello di una città che ha la sua natura olimpica iscritta nel proprio Dna: dev’essere chiaro il mandato conferito ai rappresentanti del Comune nella Fondazione 20 Marzo: e con Parco olimpico va chiarito come l’interesse privato non possa e non debba essere preminente rispetto a quello pubblico. Occorrono indirizzi politici precisi, dobbiamo discuterne in sede di Conferenza dei capigruppo e di Commissione competente.
In secondo luogo, il problema delle arcate ex MOI è rappresentato dal fatto che non vi sia mai stato un unico soggetto interessato, con il sussistere di interessi diversi,. C’è chi considera le arcate come una specie di “barriera” di confine nei confronti di soggetti privati. Noi vogliamo invece che al loro interno si sviluppino attività e iniziative. E per questo occorre che la responsabilità dell’intero complesso sia in capo a un unico soggetto. In questo senso è oggi importante l’interesse manifestato dall’Ateneo torinese. Infine, abbiamo il dovere morale di impedire che la passerella intitolata al gen. Romano, che ebbe l’intuizione della candidatura olimpica, sia circondata dal degrado.

Roberto Carbonero (Lega Nord): Viene usato il solito metodo, evitare la patata bollente e nascondere la polvere sotto il tappeto. La tendenza a rinviare i problemi ha fatto sì che oggi la parte dell’area ex MOI di proprietà del Comune sia in stato di abbandono, senza neppure interventi regolari di pulizia. Temiamo che questa incapacità di aver cura dei beni della Città si riscontrerà anche nel caso del Virtual multimedia Park. Oltre al problema delle arcate inutilizzate (strano il tardivo interesse manifestato dall’Università!), nell’area MOI c’è quello delle palazzine occupate dai sedicenti profughi. Una presenza che scoraggia e allontana dalla zona i potenziali investitori.

Andrea Tronzano (Forza Italia): Avete, come Pd, divisioni interne e incrostazioni di potere che impediscono qualunque decisione sul Moi come su altri temi. Quando siete in difficoltà trovate il Politecnico o altri soggetti affini al vostro sistema che provano a risolvere il problema. Mi rifiuto di pensare che siate irresponsabili e incompetenti quindi prendete le decisioni, nonostante le divisioni.

Assessore Passoni: La differenze tra la delibera del 2012 con quella del 2014 è che, questa, è uno strumento di valorizzazione ma con investimenti su tutto il sito delle ex arcate Moi.
Tra il secondo trimestre del 2013 e il 2014 c’è un’intesa per un nuovo bando solo nella zona di Parco olimpico. Non si tratta più di un accordo di valorizzazione ma una rimodulazione del bando.
Gli scenari sono diversi e non ci sarà solo uno scopo economico ma sociale e a beneficio della collettività.

Assessore Lo Russo: Io parlerò dei rapporti tra la Città e la “Fondazione 20 marzo 2006”, sulla gestione del patrimonio post-olimpico. Alcuni immobili sono produttori potenziali di reddito, altri (per la localizzazione, per le strutture) equivalgono a puri costi. L’idea di avere un gestore unico è nata proprio per cercare di bilanciare i costi e i ricavi. Il bilancio della Fondazione è stato pesantemente negativo, però nel 2014 si avrà, anche se piccolo, un utile di bilancio, fatto importante perché segna un’inversione di tendenza, legata alla capacità gestionale che porterà un grande evento qui a Torino.
Si tratta di verificare tra la Città di Torino e i soci della Fondazione come utilizzare in modo proficuo gli immobili.
Per ciò che riguarda le arcate ex Moi non sono state rilevate inadempienze e i danneggiamenti sono stati causati da atti di vandalismo. Nei giorni scorsi è arrivata una manifestazione d’interesse per l’intero gruppo delle arcate. Il progetto è innovativo anche nei contenuti e prevede un incubatore per il lavoro (Politecnico) e un centro di ricerche (Facoltà di Medicina). Nei prossimi giorni si valuterà la proposta e il modo di procedere amministrativo condividendo il tutto con la società Parcolimpico.

Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)


Pubblicato il 10 Dicembre 2014

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