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Comunicato stampa

REGISTRAZIONE IN COMUNE DI UNIONI OMOSESSUALI E MATRIMONI CELEBRATI ALL’ESTERO

Il Consiglio comunale ha approvato con 18 voti favorevoli ( 13 i contrari) la mozione (primo firmatario Silvio Viale) che impegna la Giunta comunale e il Sindaco, Piero Fassino, nella sua qualità di Ufficiale di Stato civile, a individuare le modalità idonee all’iscrizione degli atti di matrimonio celebrato all’estero tra persone dello stesso sesso, su richiesta degli interessati quando residenti a Torino.
L’atto approvato esprime solidarietà ai sindaci italiani che hanno già operato in questo senso e auspica che il Governo e il Parlamento rispondano al più presto all’invito loro rivolto già da quattro anni dalla Corte Costituzionale, approvando sulla materia una disciplina di carattere generale finalizzata a riconoscere alle coppie di persone dello stesso sesso e alle famiglie omogenitoriali diritti fondamentali.
La mozione richiama tra gli altri i precedenti del Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili approvato dal Consiglio comunale torinese nel 2010, l’articolo 9 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che, riconoscendo ai cittadini dello stesso sesso il diritto di sposarsi, ne fa titolari del diritto a vedere riconosciuta la validità del loro matrimonio in tutti i paesi dell’Unione europea e numerose sentenze e ordinanze di tribunali italiani assimilabili al medesimo principio.
La mozione ricorda che “ la trascrizione di un matrimonio celebrato all’estero non ha finalità costitutive né celebrative, ma ha un’efficacia meramente dichiarativa, idonea a rendere pubblica l’esistenza di un atto valido secondo la legge dello Stato in cui si è verificato l’atto”.
La mozione infine ricorda come in nove Pesi europei siano già possibili matrimoni tra persone dello stesso sesso, in altri nove siano riconosciuti diritti analoghi a quelli previsti dal matrimonio mentre nei restanti dieci Paesi, tra cui l’Italia, alle coppie omosessuali non sia riconosciuto alcun diritto o scarsi diritti.



La votazione è stata preceduta da un dibattito:

Piero Fassino – Sindaco: Su questo tema la discussione, nel nostro Paese, è già stata piuttosto ampia nelle scorse settimane e io non credo che adesso la si debba replicare qui in Sala Rossa. Anche perché i termini sono sufficientemente chiari.
Ragionevolmente si possono comunque fare alcune osservazioni.
Un primo problema riguarda l’assenza di una legge che regoli questo tema. Perché è evidente che l’assenza di una legge ne rende la gestione esposta a decisioni che possono essere precarie, transitorie o contravvenire a principi della nostra legislazione. Da questo punto di vista ribadisco, anche in qualità di presidente dell’ANCI, la necessità che il Parlamento adotti nel più breve tempo possibile una legge in proposito. E l’auspicio è quello che il Governo si faccia carico di presentare un disegno di legge, che il Parlamento possa esaminare e convertire in legge.
Se una legge ad hoc è la soluzione migliore si tratta poi di capire, oggi, come gestire questo tema nelle more di una legge che dovrà venire. A me pare che si possa affrontare la questione in questo modo: persone dello stesso sesso che hanno contratto matrimonio o altra forma di vincolo sancito dalla legge in un altro Paese, per quello che ci riguarda sono una coppia di fatto. Perché vivono una condizione di convivenza riconosciuta ufficialmente in altro Paese ma non in Italia. Quindi, siccome la città di Torino ha adottato da tempo un registro per le coppie di fatto con un’unica sezione, una soluzione ragionevole sarebbe quella di crearne una seconda, dedicata all’iscrizione delle coppie composte da persone dello stesso sesso, che hanno contratto un vincolo riconosciuto all’estero. Con lo scopo di renderne evidente la situazione.
Mi sembra la posizione più ragionevole e coerente con quanto fatto finora, e coerente con una sensibilità di natura culturale e sociale che l’opinione pubblica ha verso questo tema. Fermo restando la necessità di una legge nel più breve tempo possibile”.


Silvio Magliano – Ncd: quella proposta dal Sindaco è una soluzione che tiene assieme posizioni assai diverse (capra e cavoli) nelle more di un’iniziativa legislativa, ma l’atto che noi portiamo in Consiglio recita:” nessun tipo di trascrizione” e riconosce la necessità di tutelare i diritti e i doveri delle coppie che vivono more uxorio. Ma cosa accadrebbe se un poligamo o un uomo che ha sposato una bambina venisse in Italia e chiedesse la trascrizione di questo tipo di matrimoni? Certamente non trascriveremmo questi matrimoni. Per queste ragioni è importante che quanto prima il Parlamento si esprima . Noi vogliamo politiche a favore delle famiglie e riaffermare la nostra contrarietà alle adozioni da parte delle coppie gay.

Maurizio Marrone – Fratelli d’Italia: il sindaco ha segnalato l’assenza di una normativa nazionale quindi gli atti di riconoscimento di matrimoni redatti all’estero tra persone dello stesso sesso, sono nulli come quelli fatti dal Comune di Roma. Sollevano solo una visibilità mediatica anche se ormai superato.
La trascrizione di un matrimonio contratto all’estero va considerata come un’unione di fatto e da inserire nel registro anagrafico.
Vorrei sottolineare che l’attuale maggioranza parlamentare ha tutti numeri per legiferare sul tema ma manca la volontà. Non viene messo in atto perché si creerebbe una crisi di governo con il Nuovo Centrodestra.

Luca Cassiani – PD: io ho firmato la mozione mesi fa. Nessuno vuole andare oltre la legge. Però si deve istituire un registro dove certificare un matrimonio contratto in un altro Paese. Questo sarebbe un atto politico e non legislativo però sarebbe un segnale per far capire che c’è un movimento di pensiero nel Paese che deve essere riconosciuto e che i diritti delle persone sono inalienabili come recita la Carta europea dei diritti.

Fabrizio RICCA – Lega Nord Piemont: condivido le parole del sindaco Fassino, differenti dalla pagliacciata fatta a Roma dal sindaco Marino che ha redatto atti nulli.
Il problema dei diritti riguarda anche le persone conviventi con figli. Il matrimonio è esclusivamente tra un uomo e una donna.

Laura Onofri –Pd - : Ricordo che la trascrizione di un matrimonio contratto all’estero è una presa d’atto che non può produrre effetti giuridici che derivano da quelle nozze. In Italia non c’è una normativa, e la trascrizione non istituisce un diritto giuridico e non crea alcun diritto.
Auspico che sia fatta una legge in materia, come poco fa ha detto il sindaco, e che si possa, nelle more, addivenire alla trascrizione nei registri comunali in attesa della normativa.

Domenica Genisio –Pd- : E’ bene che si legiferi in questa materia, come intelligentemente ha detto il sindaco poco fa. Riguardo alle proposte che stiamo discutendo chiedo si voti per parti separate; darò un voto positivo alle parti dei documenti che ribadiscono l’importanza di una normativa definita e chiara in materia. Un metodo corretto per metterci al passo con molti altri Paesi dove sono vigenti norme che garantiscono maggiori diritti e opportunità.

Lucia Centillo – Pd- : E’ bene che il Consiglio comunale prenda posizione su questo tema, che intervenga sui diritti violati per la dignità delle persone anche in assenza di una legge nazionale.
Il registro per le trascrizioni dei matrimoni è opportuno che venga introdotto nella nostra città. Certo, parliamo di un fatto simbolico senza conseguenze giuridiche, ma è un atto importante e significativo per invogliare il parlamento a legiferare in materia.

Chiara Appendino -M5S- : io ho sottoscritto la proposta di mozione firmata dal consigliere Viale e pertanto sono delusa dalla dichiarazione del Sindaco. L’istinto è di porre una domanda: ci decidiamo a riconoscere che il nostro ordinamento è inserito nel contesto europeo, dove da tempo sono riconosciuti i matrimoni gay?
Noi abbiamo l’obbligo di riconoscere i diritti e non attuare alcun tipo di discriminazione. Pertanto chiedo al Sindaco se nel registro da lui ipotizzato, le persone iscritte siano di fatto coniugate tra di loro? In caso contrario sarebbe una discriminazione nei confronti di queste ultime.
Di conseguenza mi aspetto dall’aula la decisione di riconoscere i matrimoni tra due persone dello stesso sesso contratti all’estero e una posizione forte da parte del Sindaco.

Maurizio Trombotto –Sel- : ho sottoscritto quest’oggi la proposta di mozione di cui è primo firmatario il consigliere Viale, pienamente convinto della validità del suo contenuto.
Il presupposto fondamentale di una convivenza civile è la parità di diritti, indipendentemente dall’orientamento sessuale, pertanto è giusto che, a chi contrae un matrimonio all’estero tra persone dello stesso sesso, quest’istituto sia riconosciuto in Italia. Tuttavia non condivido le parole della consigliera Appendino riguardo all’atteggiamento del Sindaco, il quale non rappresenta solamente il comune di Torino, ma in qualità di presidente Anci non può che trovarsi in una posizione di mediatore.
Diversamente voterò contrario alla mozione firmata dal consigliere Magliano. Il testo prevede di garantire la priorità alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che equivale a porre un discrimine nei confronti delle altre tipologie di unione.

Vittorio Bertola - M5S- : il mio intervento verterà prevalentemente sul senso giuridico della mozione. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha stabilito da tempo che le unioni tra persone dello stesso sesso sono un diritto. Una legge sarebbe utile ma già oggi, sentenze alla mano è legale trascrivere i matrimoni. Se il Sindaco dice di no alla trascrizione dei matrimoni, in realtà non vuole. Allo steso tempo è inconcepibile l’intromissione del Ministro dell’Interno nelle competenze degli enti locali.
È assurdo infine che ci si congratuli nell’intitolare una strada a Ottavio Mai, attivista omosessuale, e allo stesso tempo si neghino agli omosessuali i diritti fondamentali.

Enzo Liardo – NCD- : la trascrizione delle unioni avvenute all’estero non può essere accettata da un progressista, perché come egli non accetta che la finanza creativa crei junk bond alle Cayman e li venda in Italia imbrogliando i risparmiatori, non può accettare che un patto contratto all’estero abbia ricadute in Italia con normative estere magari dannose, ad esempio, per la previdenza pubblica.
Non può essere accettata neppure da un conservatore: “maschio e femmina Dio li creò” è ritenuta parola di Dio, alla quale molti si conformano senza volerlo imporre a nessuno, ma pretendendo il rispetto.
Per non parlare della Costituzione, bella e intoccabile ma – pare - non quando parla della famiglia tradizionale, che pure promuove e protegge.
La trascrizione delle unioni “transfrontaliere”, quindi, non può piacere né a progressisti né a conservatori ma solo agli ibridi, che sono bella proposta per motori di nuova generazione ma non per le nuove generazioni.

Marta Levi – PD- : nel sub emendamento presentato con altri consiglieri, impegniamo il sindaco a individuare le modalità di trascrizione dei matrimoni contratti all’estero. E’ vero che non ha conseguenze giuridiche in questo Paese, ma è giusto e necessario che un matrimonio tra persone dello stesso genere contratto all’Estero sia reso pubblico, a richiesta degli interessati, anche in Italia. Non riesco a comprendere perché qualcuno debba dichiararsi “contrario al matrimonio tra due persone dello stesso genere”, ciò riguarda solo quelle due persone, non si tratta di essere pro o contro. Non è vero che la Costituzione non lo consente. L’Europa ci ha chiesto più volte di normare la questione.

Andrea Tronzano –FI- : La posizione del mio partito su questo tema è chiara. Forza Italia è contraria ai matrimoni omosessuali, ma i diritti civili incidono fortemente nella realtà della nostra società. Ragion per cui, se i matrimoni e le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso sono da respingere fermamente, i diritti civili vanno invece approfonditi e tutelati per tutti, coppie omo ed eterosessuali


Le repliche

Silvio Viale – PD - : Le Linee programmatiche di Torino per gli anni 2011/2016 parlano di una città capitale dei diritti. Mi auguro che potremo mantenere questo primato, anche approvando il documento da me proposto. Non si può condannare chi sposa una persona dello stesso sesso. Ne discutiamo da 15 anni e per fortuna continueremo a farlo: sui diritti civili si va sempre avanti e non si torna mai indietro. Noi oggi chiediamo al Sindaco Fassino di fare come Marino e Pisapia e di sollecitare e forzare Governo e Parlamento ad approvare una legge ad hoc. Trascrivere in un registro le iscrizioni di matrimoni contratti all’estero, magari in Francia, a poca distanza da noi, non avrà effetti giudiziari, ma sarà sicuramente un enorme passo culturale in avanti. Finalmente oggi, dopo 15 anni di tentativi, approviamo una mozione con la parola “matrimonio” riferita a coppie dello stesso sesso.

Silvio Magliano – NCD- : Dobbiamo trasporre in Italia tutto quello che accade in Europa, ad esempio sulla parità del sistema educativo: non possiamo ‘prelevare’ solo i diritti che ci ‘servono’. Noi abbiamo un’idea di famiglia che vogliamo tutelare. Prima della trascrizione dei matrimoni contratti da persone dello stesso esso, portiamo avanti politiche serie per la famiglia. E non inseguiamo i modelli europei, come quello tedesco. Non possiamo permettere che i ricchi vadano a ‘comprarsi’ un bambino nei Paesi del Terzo mondo, pagando un utero in affitto.

Sindaco, Piero Fassino: ha sottolineato come il dibattito tenda a sovrapporre due piani che devono essere invece essere tenuti distinti: “Un piano riguarda la dimensione culturale dei diritti civili e dei diritti della persona. Mi pare del tutto evidente che la società e le istituzioni del nostro Paese riconoscono il diritto ad ogni persona al proprio orientamento sessuale ed è evidente che ciascuno di noi sul piano culturale, civile e sociale riconosce che, se si riconosce il diritto all’orientamento sessuale, si riconosce ugualmente il diritto di ciascuno di far derivare da questa scelta la forma di convivenza e affettività. E tutto questo non è in discussione, rientra nei diritti riconosciuti della persona. E comunque questa è la mia opinione e anche quella dell’amministrazione che io guido.
Quello che invece è in discussione, ed è un altro piano, riguarda la traduzione che queste scelte hanno, in atti con conseguenza di natura giuridica.
E qui dobbiamo fare i conti con la legislazione italiana che, a differenza di altri Paesi, oggi non offre riconoscimento a queste forme di relazione. Io considero che sia un limite tanto che, come ho già detto, auspico di arrivare in fretta ad una legge che le regolarizzi. Mi pare allora che la soluzione da me proposta per riconoscere questi vincoli, tenendo conto della legislazione italiana, vada esattamente in questa direzione: un atto pubblico nel quale risulti che due persone, coppia di fatto per lo Stato italiano, all’estero hanno contratto un vincolo che non è solo di fatto. Una soluzione ragionevole che ribadisce l’esigenza di una legge, prende atto che due persone convivono, registra che non solo convivono ma hanno anche un vincolo formalmente riconosciuto in un altro Paese”.

Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)


Pubblicato il 10 Novembre 2014

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