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Comunicato stampa

SOCIAL HOUSING, DIBATTITO IN SALA ROSSA

Il vice sindaco, Elide Tisi, responsabile in giunta delle politiche abitative per l’edilizia pubblica è intervenuta in Consiglio comunale per rispondere alla richiesta di comunicazioni in tema di social housing:
“E’ l’occasione giusta per chiarire che non esiste un piano di housing sociale della città con la Cassa Depositi e prestiti, ma che quello con la Cassa Depositi e prestiti può riguardare soltanto una parte o un ampliamento del piano stesso, al momento con riferimento a tre siti: Via Veglio, via Fiocchetto e piazza della Repubblica.
Le linee guida del piano per il social housing già elaborate dalla Regione Piemonte vedono un’annuale aggiornamento da parte della giunta della Città.
E’ bene ricordare che gli interventi di social housing (a oggi sono dodici le esperienze in città) non hanno la caratteristica primaria o esclusiva di far fronte all’emergenza abitativa. Può trattarsi di una formula temporanea, talvolta a favore di coloro che hanno acquisito il diritto di accesso a una casa popolare, ma sono ancora in attesa di poter entrare nell’abitazione stessa o nei casi di familiari a basso reddito.
Gli interventi di social housing in molti casi non sono finanziati con fondi pubblici. Ed è proprio questo il vero punto focale. Quali provvedimenti la pubblica amministrazione è in grado di attuare, con quali investimenti. A queste domande occorrerà dare una risposta.
Il problema dell’emergenza abitativa, in termini più generali, è da sempre all’attenzione della nostra amministrazione. E trattandosi di un tema così rilevante accogliamo con piacere i contributi da parte di tutti i gruppi consiliari, all’interno di percorsi non strumentali ma di autentica volontà di trovare soluzioni”.

Al dibattito è intervenuto per primo il consigliere Marco Marrone (FdI): “Continuo a credere che sarebbe opportuno indire un Consiglio comunale aperto sul problema dell’emergenza abitativa. Occorre fare qualcosa su questo grande tema. Peraltro vi sono già delle mozioni approvate dal Consiglio, atti puntualmente disattesi dall’amministrazione comunale.
Certo il social housing non è una risposta adeguata al problema della casa in città. E l’impostazione data dalla giunta non è condivisibile. Ad esempio in via Priocca vi sono molti locali commerciali e non si capisce bene cosa ci sia di emergenza abitativa.
E, più in generale, non mi convince la tesi che si tratti di interventi in favore di coloro in una situazione di bassa soglia. E’ sufficiente vedere il tariffario dei social housing finora realizzati, al di fuori della portata delle famiglie in emergenza abitativa”.

Lucia Centillo (PD): L’abitare è un diritto di cittadinanza, la casa è un bene primario, e in questo senso cerchiamo di muoverci sapendo che non esiste un’unica risposta all’emergenza abitativa o al bisogno di avere una casa. Per questo penso sia opportuno discutere il tema nelle commissioni competenti. Sia sul piano del social housing, per approfondire il protocollo cui faceva riferimento il vicesindaco e avere un quadro di quello che stiamo mettendo in pista, sia sul piano delle politiche abitative che più in generale. Non c’è solo l’edilizia residenziale pubblica, per questo dobbiamo avere risposte diverse e cercare risorse che in questo momento scarseggiano. Per cui, in funzione di un ragionamento complessivo, serve ragionare nel merito delle questioni e mi auguro di poterlo fare in commissione.

Michele Curto (SEL): Trovo corretta la posizione dell’assessore Tisi che ricorda come il social housing sia una degli strumenti per affrontare la situazione. Ma non è risolutivo e non può sottrarci dalla responsabilità di ripensare le politiche pubbliche più generali sul tema della casa e sul diritto ad abitare. Anche per questo avevo proposto su questo tema, nelle scorse settimane, un Consiglio comunale aperto sul diritto ad abitare a Torino. Partendo dalla consapevolezza che questo Consiglio e una parte della Giunta hanno messo in campo uno sforzo anche straordinario per provare a dare risposte. Sforzo interpretato in termini di politiche sociali (fondo salvasfratti, emergenza freddo) ma non adeguatamente raccolto e interpretato da altre competenze all’interno del governo della città. E mi riferisco in particolare al già citato uso delle caserme che viene derubricato da possibile leva per affrontare il tema dell’emergenza abitativa e per liberare spazi pubblici da utilizzare per situazioni più complesse, a bene utilizzato per interessi più immediati. Un errore ed anche un fraintendimento del mandato del Consiglio verso la Giunta. Per questo penso che un Consiglio comunale aperto sia importante per discutere di questo tema, ma non deve essere vissuto come un momento celebrativo per le cose già fatte, peraltro tutt’altro che sufficienti.

R.T. - M.L. Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 13 Ottobre 2014

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