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Comunicato stampa

TORINO E L’EMERGENZA PROFUGHI, DIBATTITO IN SALA ROSSA

Su richiesta del consigliere Maurizio Marrone, il vicesindaco Elide Tisi ha riferito in aula a proposito delle ripercussioni sulla realtà torinese dell’emergenza profughi oggi in atto nell’area mediterranea.
I dati relativi alle realtà piemontese, soprattutto se ci si riferisce alle ondate di profughi attualmente in arrivo, non sono a disposizione della Città” ha spiegato ai consiglieri il vicesindaco Elide Tisi, specificando che “oggi a Torino i posti Sprar (ovvero collegati al Sistema nazionale di protezione concordato con il Ministero) sono 400, in fase di saturazione, più altri 32 posti in via di attivazione. In tutta Italia, i posti Sprar sono circa 20mila.
Per quanto concerne i recenti sbarchi, l’unico dato del quale disponiamo è quello della quota assegnata al Piemonte: 785 unità, su un totale stimato di 10mila persone in fase di arrivo. Il riparto è effettuato in sede nazionale, in proporzione alla popolazione residente. La regione Piemonte si è dichiarata disponibile a un tavolo di concertazione con i Comuni per affrontare la situazione. La Città ha chiesto e ottenuto che i nuovi arrivi siano collocati tenendo conto dei livelli di saturazione ed escludendo ulteriori appesantimenti della situazione torinese.

Maurizio Marrone (Fd’I-AN): La ripartizione dei flussi dei profughi effettuata su base proporzionale ricorda le politiche fallimentari seguite in passato e concretizzatesi nel ghetto dell’ex MOI, oggi divenuto un luogo senza regole, senza legge, spesso privo di servizi essenziali come elettricità e acqua corrente, centinaia di persone per le quali non esistono strategie di ricollocazione e che nessuno oserà spostare.
Occorre che la Città di Torino dica forte e chiaro di avere già dato. Se le 785 persone in arrivo in Piemonte sono da collocare in proporzione alla popolazione residente, a Torino e nella sua provincia ne arriveranno almeno la metà .Mi è giunta notizia che non sono stati rinnovati i posti Sprar per chi è già presente, 20 sarebbero i casi, per “fare posto” a nuovi arrivi, sono strategie perdenti che porteranno solo a nuove occupazioni abusive. Questa amministrazione deve affermare apertamente che Torino non può accogliere altri profughi.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Se Roberto Maroni fosse ancora il ministro dell’interno non saremmo in questa situazione; chi ha gestito il problema dei profughi negli ultimi anni dovrebbe invece vergognarsi. Il Comune chiede locali alle Forze Armate per l’emergenza freddo del prossimo inverno, poi senza ritegno si offre per accogliere persone che toglieranno risorse ai torinesi bisognosi. Bisogna imparare a dire “no”, a dare la precedenza ai bisogni dei nostri concittadini.



Lucia Centillo (PD): Torino è una città solidale, che non prescinde da ciò che accade nel mondo. Proprio ieri abbiamo assistito all’ennesima tragedia. Non possiamo contrapporre tra loro le diverse fragilità delle persone. Il governo nazionale e la nuova Europa hanno il compito di individuare strategie e stanziare risorse, ma questa Città non può tirarsi indietro, la sua tradizione solidale è un valore condiviso. Cerchiamo di evitare speculazioni su questo tema.

Domenica Genisio (PD): Non mi stupisco più delle parole dei consiglieri Marrone e Ricca, dal momento che i partiti da loro rappresentati hanno governato a lungo il paese, e hanno amministrato la regione senza aver raggiunto alcun risultato.
Sono convinta che Torino debba essere ispirata dai principi di convivenza e solidarietà, fatto che deve essere condiviso anche dall’Amministrazione. Basta riempirsi la bocca di epiteti e concetti disgustosi, che tendono a classificare le persone come oggetti, e smettiamola con la distinzione tra cittadini e migranti.

Michele Curto (SEL): Abbiamo necessità di nuove misure sull’immigrazione per fare fronte a delle misure fallimentari, quali il CIE di corso Brunelleschi. Il fatto di essere andati a conferire con il Comando Militare vuol essere la dimostrazione della necessità di informare ogni realtà per annullare la contrapposizione tra cittadini e accolti. La regione può essere un nuovo interlocutore per costruire un programma di rifugio basato su accoglienza e disponibilità. Nonostante noi di SEL siamo in opposizione al governo Renzi, riconosco il coraggio dell’operazione Mare Nostrum. Aggiungo inoltre la necessità di eliminare la Bossi-Fini e di varare nuove leggi sull’asilo politico..

Vittorio Bertola (Movimento 5 Stelle): In questa discussione si deve essere cauti e trovare una soluzione per i profughi e per quanti altri torinesi si trovano in difficoltà. E’ comprensibile che le risorse economiche siano poche però si deve cercare di aumentarle in favore delle persone disagiate. Per questo si deve fare pressione sul governo nazionale e regionale

Silvio Viale (PD): L’anno scorso i radicali hanno tentato un referendum sul tema dell’immigrazione ma non è riuscito. La Lega ha presentato quest’anno i suoi quesiti referendari e nella prossima primavera saranno votati. Se la questione è che Renzi, come dice Salvini, ha “le mani sporche di sangue”, io dico: meglio averle sporche di sangue che lavarsele.

(CR-TDN-AP Ufficio stampa del Consiglio comunale)


Pubblicato il 1 Luglio 2014

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