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Comunicato stampa

RESPINTA LA MOZIONE DI SFIDUCIA ALL’ASSESSORE LAVOLTA

La Sala Rossa ha respinto questo pomeriggio una mozione (prima firmataria Chiara Appendino) con la quale si chiedeva al sindaco di revocare le deleghe all’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta a seguito della vicenda relativa al museo “A come Ambiente”.

Il documento ha ottenuto 9 voti a favore (5 Stelle, Fratelli d’Italia, Lega Nord, NCD, Forza Italia), a fronte di 24 contrari (sindaco, PD, Alleanza Città, Scanderebech, Moderati, IDV, SEL), 3 astensioni (Torino Libera, Genisio e Viale del PD) e un non partecipante al voto (Progett’Azione).

La votazione è stata preceduta da un dibattito, qui di seguito riassunto.

Chiara Appendino (Mov 5 Stelle)
Non so se quanto accaduto al museo “A come Ambiente” abbia risvolti penali. Certo è che l’assessore ha agito con superficialità e molti fatti e dichiarazioni sono discutibili. Fare raccomandazioni è inconciliabile con il concetto di meritocrazia. Le risorse si cercano fra le persone più competenti in materia e lo si fa in modo trasparente ed accessibile a tutti. L’assessore ha manifestato la sua superficialità e la sua inettitudine nell’avallare un modus operandi in contrasto con le norme di trasparenza, accessibilità e meritocrazia. La mozione di sfiducia che ho presentato vuole marcare la differenza tra chi certi comportamenti li avalla e chi li vuole combattere.



Enzo Liardo (NCD)

Questa vicenda dimostra che il “sistema Torino” è esistito. La conduzione familiaristica del museo “A come Ambiente” è chiara a tutti. Non ho preconcetti sull’assessore ma, su questa vicenda, sono emersi atteggiamenti censurabili e con grosse lacune che richiedono ampi chiarimenti.

Roberto Carbonero (Lega Nord)
Tutta la vicenda finirà come sempre in una bolla di sapone. Nell’ultima audizione su questa vicenda, abbiamo visto ragazzi volenterosi ma messi ai margini del lavoro, di cui è responsabile comunque un’entità pubblica. Riusciamo anche a livello pubblico sfruttare i nostri giovani. Siete i primi a non volere che le cose cambino perché siete i primi che volete che le cose restino a vostro favore.

Ferdinando Berthier (Torino Libera)
Non ho firmato la mozione di sfiducia perchè l’operato di un assessore non si giudica da un incidente di percorso. Non credo che cambierà il sistema di favorire gli amici degli amici anche se mi auguro che anche dai consiglieri di maggioranza venga un contributo al cambiamento. Resta comunque evidente il fatto grave.

Fabrizio Ricca (Lega Nord)
Comprendo le difficoltà della maggioranza nel votare la sfiducia verso un proprio assessore. Per questo ho presentato un emendamento con cui chiedo che la maggioranza censuri gli episodi accaduti e ne prenda le distanze.

Silvio Viale (PD)
Forse oggi per Lavolta non ci sarà un cartellino rosso, ma giallo di sicuro: sarà sotto osservazione. Non si chiuderà oggi la vicenda perché ci sono ancora interrogativi che attendono risposta e ci sono frasi dubbie… Non credo l’assessore Lavolta debba andare a casa, ma si è meritato un cartellino giallo: l’eventuale secondo cartellino giallo lo lascio al Sindaco.

Barbara Cervetti (Moderati)
I Moderati non appoggiano la mozione di sfiducia e ribadiscono la loro fiducia nel Sindaco e, solo di conseguenza, nell’assessore Lavolta. E ci auguriamo che oggi la maggioranza si dimostri compatta.

Michele Paolino (PD)
A nome di tutto il PD, ribadiamo la fiducia in questa maggioranza, nel Sindaco e nella sua squadra e respingiamo quindi la mozione di sfiducia. Non c’è un “sistema Torino”. Chiediamo però a Sindaco e assessori competenti di salvaguardare l’esperienza di “A come Ambiente”, che va al di là delle persone che l’hanno ideato e vi hanno lavorato. Non condividiamo il duello da cavalleria rusticana che c’è stato attorno al Museo: le Istituzioni devono garantire sempre la massima trasparenza e facilità di accesso per tutti. Le Istituzioni non sono uffici di collocamento. Confermiamo la fiducia nell’assessore, nel Sindaco e nella squadra.

Giuseppe Sbriglio (IDV)
Il mio voto sarà contrario: non condivido questi mezzi di sfiducia individuale. Forse però la maggioranza poteva gestire meglio questa discussione: c’è stato un processo istituzionale fatto nelle Commissioni all’assessore, senza regole.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia)
Siamo andati ben oltre al “sistema Torino”: ora siamo al nepotismo. Pur nella gravità del comportamento dell’assessore, non ho comunque apprezzato questa corsa allo scannatoio. Bisogna però scardinare questo sistema: alla base dello scandalo c’è stato un patto incrociato di raccomandazioni saltato solo per le frizioni tra direttore e presidente del Museo “A come Ambiente”. Bisogna debellare questa mentalità distorta, che c’è anche nelle Smart Cities, che vede emergere un associazionismo malato, gestito dalla politica con finalità privatistiche.

Paolo Greco Lucchina (NCD)
Credo che oggi la maggioranza si ricompatterà, ma vedo tante facce perplesse tra i consiglieri. Non discutiamo su un vizio procedurale, ma stiamo giudicando un comportamento. Ci sono stati veti su raccomandazioni incrociate: i personalismi e i deliri di onnipotenza sono da censurare. E mi auguro che il chiacchiericcio e il malcontento di tanti consiglieri di maggioranza fatto a microfoni spenti porti ad approvare la mozione di sfiducia.

Marco Grimaldi (SEL)
E’ stata una sofferenza vedere come questa polemica abbia rischiato di pregiudicare la grande esperienza di “A come Ambiente”. Questa vicenda non doveva evolversi così. Con la nostra proposta di mozione chiediamo alla Giunta tre impegni: che la selezione del personale sia trasparente e improntata al merito, che si avvii il rilancio del museo con un Consiglio d’amministrazione rinnovato e che in futuro si eviti di affidare a un assessore incarichi apicali in società ed enti partecipati. Infine, voglio sottolineare come sia risultato inquietante nella vicenda il ruolo delle agenzie interinali, vorrei che nessuna Fondazione o associazione utilizzasse impropriamente questa forma di reclutamento del personale. Senza chiarezza sul datore di lavoro e con i lavoratori in condizione di essere ricattarti.

Vittorio Bertola (Cinque Stelle)
Voglio sottolineare che non si tratta di una mozione di sfiducia nei confronti del Museo A come Ambiente. Nei Paesi anglosassoni, referenze e segnalazioni sono considerate normali, ma in quegli stessi Paesi sarebbe inconcepibile che una persona avente un potere diretto sull’ente raccomandasse qualcuno per il medesimo ente. Il nostro Consiglio comunale deve dare un chiaro segnale di rifiuto nei confronti di simili prassi.

L’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta è intervenuto al termine del dibattito si è detto dispiaciuto per come, in questi mesi, il dibattito si sia concentrato maggiormente sulla contrapposizione tra persone che avevano responsabilità diverse. Sono prevalse le divergenze rispetto ad un dibattito su un’istituzione culturale che caratterizza positivamente il territorio e che continua a rappresentare un riferimento dal punto di vista didattico ed educativo in campo ambientale.

Rispetto al direttore, ha detto Lavolta, continuo ad evidenziare una straordinaria generosità in termini di competenze che ha dimostrato fin dalla nascita della struttura. Nell’ereditare modalità gestionali consolidate nel tempo, però, ho avuto un approccio “laico” nel rispettare quanto avveniva all’interno del museo, cercando però di modificare alcune storture al fine di garantire la più ampia trasparenza.

Da qui le divergenze sulla gestione delle risorse umane e sull’introduzione di elementi maggior trasparenza. Con le dimissioni del direttore si è aperta una fase nuova nella quale si dovranno esplorare anche nuove vocazioni per il museo.

Non si può infatti prescindere da una struttura culturale all’interno della più grande area verde nata in questi ultimi anni e che caratterizzerà, nei prossimi giorni, l’iniziativa nazionale del Trenoverede di Legambiente. Un nuovo direttore, le competenze presenti all’interno del museo costituite da lavoratori giovani e motivati, le migliaia di visitatori, la valorizzazione del Parco Dora sono gli elementi da cui ripartire per il rilancio del Museo.

Questa fase di rilancio non può che essere anche accompagnata da un nuovo presidente, una figura che abbia la responsabilità piena e che possa dedicarsi pienamente allo sviluppo del museo, ha concluso l’assessore.

Infine l’intervento del sindaco Piero Fassino che ha sottolineato come debba essere chiara la distinzione tra chi ha ruoli di amministrazione e chi ha il compito di indirizzo politico.

“Rivendico di essermi sempre attenuto a questi criteri, ha detto Fassino, ancora recentemente con la ristrutturazione della Fondazione Musei, dove il presidente è stato scelto solo sulla base di competenze e dove il Consiglio di amministrazione opera in autonomia, sulla base degli indirizzi forniti dall’Amministrazione comunale. Questo esempio varrà anche per il museo A come Ambiente che è nato ed è vissuto grazie al contributo del fondatore De Giacomi, ma che oggi ha bisogno di un nuovo direttivo e di un nuovo presidente”.

“Come spesso capita quando si fonda e si dirige per lungo tempo una struttura, ha affermato il sindaco, si crea una sorta identificazione tra l’istituzione e il fondatore stesso.

Credo si debba rendere merito a De Giacomi per come ha creato “A come Ambiente”, promuovendo sensibilizzazione rispetto alle politiche ambientali.

Tutti avvertiamo la necessità di un passaggio ad una fase diversa. In termini transitori la presidenza era stata affidata all’assessore all’Ambiente per arrivare oggi all’individuazione di un nuovo presidente e un nuovo direttore.

Questo è il percorso individuato che consente di superare le difficoltà di questi mesi e per questo chiedo al Consiglio di non accogliere la mozione di sfiducia proposta”.

Ufficio stampa Consiglio comunale


24 febbraio 2014


Pubblicato il 24 Febbraio 2014

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