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Comunicato stampa

MANIFESTAZIONI A TORINO: IL DIBATTITO DOPO LE COMUNICAZIONI DEL SINDACO

All’intervento del Sindaco è di stamani in sala Rossa è seguito un ampio dibattito:

Andrea Tronzano (Forza Italia): Ci sono le condizioni per fare un ragionamento comune. Ma sono inaccettabili i gravi disagi arrecati ai cittadini. Inaccettabili i blocchi stradali e le vetrine spaccate. Sono inquietanti le infiltrazioni che sicuramente ci sono state in queste manifestazioni. E quindi condanna ferma e assoluta senza ‘se’, senza ‘ma’ e senza indugio di tutte le manifestazioni avvenute al di fuori della legalità. Ma voglio anche parlare della manifestazione di lunedì per ricordare che vi hanno partecipato persone stanche, smarrite, scoraggiate. Persone, non delinquenti. Non è solo la città ad essere sotto attacco, ma l’intera politica è sotto accusa. Il solo modo che abbiamo allora per interagire è di ascoltarli per tradurre il loro disagio in proposte concrete.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Pensavo Torino fosse morta sotto una cappa di associazioni, di una cupola che per anni ha impedito alla piazza di parlare o l’ha manipolata e gestita a proprio piacimento. E sono felice invece di vedere che non è così. Questa è resistenza ad un governo che sta affamando il Paese e questa città. Che non sta facendo nulla per migliorare la qualità della vita. I motivi della protesta sono diversi: gli studenti protestano per la disoccupazione galoppante, i commercianti per l’aumento delle tasse che uccide il commercio, gli anziani perché costretti a lavorare ancora dalla Legge Fornero invece di poter andare in pensione come gli spetterebbe. E l’IMU che doveva essere tolta invece sarà fatta pagare lo stesso. Io sono solidale con le persone che cercano in maniera pacifica (che va distinta da quella violenta) di far sentire la propria voce nell’unico modo che hanno. E non vi arrabbiate se per una volta non siete voi a guidare la protesta ma la gente scende in piazza da sola.

Paolo Greco Lucchina (NCD): Non è facile valutare in modo equilibrato i fatti di questi giorni. Una protesta variegata che si esprime in modo diverso nelle varie parti del Paese. C’è la protesta spontanea per il disagio dettato dalla crisi economica, un invito all’insubordinazione verso una classe politica considerata inadeguata, ci sono gli slogan. Ma se manifestare è legittimo, non si può accettare che tutto ciò avvenga attraverso la guerriglia urbana.
Un’Italia migliore va costruita non sulla paura e con le minacce. Anche io, come il Sindaco, sono preoccupato e ritengo che i torinesi vadano rispettati. Per questo dico che una prima risposta la possiamo dare lasciando a casa la paura e tornando a vivere il quotidiano: lavorare, spostarsi, portare i figli a scuola. Riprendiamoci la nostra città facendo quello che abbiamo sempre fatto, in tutti gli ambiti della nostra vita.

Marco Grimaldi (SEL): Non vorrei semplificare. Alle proteste di questi giorni hanno aderito cittadini sofferenti e arrabbiati che non si sentono rappresentati dai partiti e dai sindacati tradizionali. Ma, a differenza di una certa sinistra, io non ho provato alcuna invidia nel vedere che queste proteste sono diventate tumultuose ed in qualche modo ingombranti nella scena pubblica. Le ho guardate con interesse ma non ci ho ravvisato i tratti dello spontaneismo nell’organizzazione. Anzi: quello che è successo a Torino in questi giorni non lo descriverei come il naturale esito di una città in crisi. Io credo ci sia ben altro, molto più pericoloso ed organizzato. Ai limiti dell’eversione. Le intimidazioni e le minacce sono inquietanti per chi crede nelle istituzioni democratiche e puzzano di stampo mafioso.
Fosse vero, sarebbe un problema per tutti. E ancora più problematico è stato che la Prefettura e la Questura non abbiano garantito a ogni esercente, a ogni commerciante, di sentirsi libero nella città Medaglia d’Oro della Resitenza. Non c’è stata alcuna rivolta, solo mancanza di libertà per i cittadini. Serve trasformare l’odio in riscatto e il desiderio di vendetta in sete di giustizia sociale.

Federica Scanderebech (Centro con Scanderebech): Serve un’apertura al dialogo. Per questo chiedo al Sindaco di mettere a disposizione dei cittadini i mezzi che ritiene più opportuni per offrire uno spazio di confronto dove ascoltare i problemi delle persone che hanno manifestato in modo civile il proprio disagio. Persone che devono tornare a sentirsi rappresentate dalle istituzioni ed avere fiducia nelle azioni della politica. Rimangono la preoccupazione per i blocchi, i disagi, le minacce e la necessità di fare chiarezza su quanto acaduto a Torino in questi giorni.

Chiara Appendino (M5S): Attraversando la città, sono rimasta fortemente colpita dai fatti di questi giorni. Ho respirato un clima di paura che, nella mia vita, avevo soltanto potuto percepire dai racconti, dalle letture o da qualche film. Una città inerme di fronte alla violenza di pochi e senza l’intervento delle forze dell’ordine, sollecite invece quando si tratta di intervenire contro le proteste degli studenti o delle popolazioni della Val di Susa.
Pur non avendo aderito a questa manifestazione riteniamo che il diritto a manifestare vada sempre tutelato. Ma solo quando rispetta il diritto altrui di partecipare o non partecipare alla protesta. Le adesioni forzate dalla paura sono inaccettabili!
Serve poi un passo ulteriore da parte di noi amministratori, soprattutto qui a Torino, per comprendere le ragioni di questa protesta. La crisi economica ha colpito duramente l’Italia e la nostra città in particolare. Dobbiamo provare a ridare speranza con fatti concreti a chi si sente tradito e per questo le nostre parole d’ordine devono tornare ad essere onestà, trasparenza, ascolto, partecipazione, solidarietà e senso della comunità. E’ l’unico modo per provare a superare vent’anni di errori della politica.

Michele Paolino (Pd): Esprimo la mia gratitudine al sindaco Fassino che con il suo intervento ha dimostrato attenzione alle singole persone, alla crisi delle famiglie e più in generale alla crisi economica e finanziaria.
Non comprendo il metodo di una protesta cha porta alla paura, alla violenza e che finisce per generare effetti negativi come l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, segnalato nelle ultime ore.
Abbiamo presentato un Ordine del giorno sull’argomento, ma la risposta più ferma che potevamo dare è stata la prosecuzione dei lavori del Consiglio comunale oggi regolarmente riunito. Bisognerà capire cosa c’è dietro tutta questa protesta.
Oggi voglio esprimere solidarietà alle forze dell’ordine e a tutti i manifestanti che sono scesi in piazza in modo non violento.

Luca Cassiani (Pd): Segnalo l’articolo di Massimo Giannini su Repubblica di oggi, per l’analisi psicologica che sviluppa.
Da questa protesta quello che appare in tutta la sua evidenza è la distanza tra la politica e i cittadini. Ci sono delle istanze ampiamente condivise alle quali la politica non riesce a dare delle risposte. Come si sia potuti arrivare a questo stato di cose non so dirlo, ma occorre ritrovare una sintonia tra il mondo della politica e la gente.

Domenico Carretta (Pd): Emergono in tutta la loro evidenza le difficoltà della politica a dare delle risposte in un quadro sociale sconvolto. Seguendo l’insegnamento di Gramsci dobbiamo riflettere prima di dare delle risposte. E’ stata una protesta variegata nelle persone che hanno manifestato, lì erano presenti anche dei delinquenti che hanno finito per evidenziarsi più dei pacifici. Ma noi abbiamo dimostrato fermezza, il Consiglio comunale in questi giorni di protesta ha proseguito normalmente le proprie attività nelle Commissioni e oggi si è regolarmente tenuta la seduta già convocata.

Liardo (Ncd): Si è detto di tutto e il contrario di tutto, come sempre in questo genere di dibattito. Ma occorre fare una puntualizzazione. Non è vero, come ha detto poco fa un consigliere, che a seguito delle proteste non è stato modificato il calendario dei lavori del Consiglio. Oggi si sarebbe dovuto dibattere la delibera per la vendita delle quote di Gtt. Ed è stato un errore non farlo, rinviando il provvedimento al prossimo Consiglio comunale.

Ambrogio (FdI): E’ bene che il sindaco prenda le distanze da Paolino che sembra non aver capito il malessere sociale alla base di questa protesta. Anche noi diciamo di no alla violenza di questi giorni ed esprimiamo una ferma condanna a tutti gli episodi di intimidazione. Ma le ragioni esposte in modo pacifico da molti manifestanti, che sono presupposto di queste proteste contro il Governo, sono più che motivate.
E credo che la tranquillità di queste ore sia soltanto apparente, vedremo a Roma cosa accadrà nei prossimi giorni.

Viale (Pd): Il fatto che ci sia un disagio crescente è vero, ma che possa essere la causa di questa protesta è tutto da dimostrare. Non è la prima volta che il disordine a fine politico sia generato ad hoc e in questo caso non è da escludere un disegno eversivo.
Voglio poi dire che non è vero che la città si sia fermata per le proteste, come detto da tutti i giornali. Non solo gli ospedali, gli uffici e le attività hanno lavorato, ma la stragrande maggioranza dei negozi come degli ipermercati è rimasta aperta.

Onofri (Pd): La mobilitazione dei “Forconi” è un fenomeno di straordinaria interdipendenza tra le politiche del mondo globalizzato dove governanti e governati hanno ovviamente le loro peculiarità, figlie della storia politico-sociale di ogni nazione. ll comune denominatore in questo caso è un disagio che i popoli vivono da tempo, dovuto a una crisi internazionale dell’economia, che è una cosa di cui la classe capitalistica transnazionale e la politica sono tra le cause determinanti di questo processo. Quando i cittadini diventano consapevoli della loro fragilità e si sentono senza prospettive, e allo stesso tempo percepiscono la difficoltà di chi li governa, raggruppano una forza che spesso diventa incontrollabile, impaurisce e sgomenta.

Bertola (M5S): Il Movimento 5 stelle non ha aderito alle proteste di questi giorni. Una protesta confusa, della quale è difficile capire tutte le componenti. E proprio questo rende i manifestanti preda di chi vuol mettere in atto comportamenti eversivi.
Il Consiglio comunale non ha preso una posizione netta, per dei fatti non liquidabili con formule semplicistiche, e occorrerebbe ascoltare la componente pacifica della piazza. Certo occorrerebbero delle risposte sociali concrete a dei grandi problemi, come dei gesti altrettanto concreti da parte delle istituzioni. Il 90 per cento dei torinesi chiede le dimissioni del Consiglio regionale, che invece continua a non dimettersi.

Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 12 Dicembre 2013

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