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Comunicato stampa

OMOFOBIA E SCUOLA, L'INTERVENTO DELL'ASSESSORA CURTI IN APERTURA DEL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Il ciclo di incontri sull’omosessualità presso la scuola parificata Faà di Bruno, promosso da un’associazione e poi annullato dall’istituto dopo le polemiche legate all’impostazione delle conferenze, ritenuta omofoba, è stato oggetto di un dibattito in Sala Rossa su richiesta di alcuni consiglieri del PD e di SEL.

La discussione è stata preceduta da una comunicazione dell’assessora Ilda Curti, a nome della Giunta comunale. Il resoconto del dibattito in aula sarà oggetto di un successivo comunicato stampa.


Assessora Ilda Curti:
La Città di Torino è in prima linea contro le discriminazioni, in particolare quelle relative a genere ed orientamento sessuale e fin dal 2001 ha definito un insieme di politiche e azioni finalizzate a contrastarle.

Si tratta di un atto di responsabilità ispirato a principi universali, dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo alla Costituzione della Repubblica Italiana, fino a diversi pronunciamenti delle istituzioni dell’Unione Europea.

Nelle sue politiche locali, la Città di Torino – che coordina la rete Ready delle amministrazioni locali contro la discriminazione LGBT – promuove attivamente occasioni di dialogo e confronto sui temi che riguardano il rispetto di genere, la pluralità delle famiglie, la non discriminazione.

Il ciclo di conferenze che era stato previsto nei locali della scuola Faà di Bruno (ma a cura di un’associazione di genitori) sarebbe stato palesemente in contrasto con le politiche pubbliche promosse dalla Città e con il sentire della società civile torinese. Anche la Diocesi ha invitato, oltre che a garantire la libertà di espressione, a tenere aperto il dialogo. La FISM si è dissociata dall’iniziativa dei promotori e oggi gli studenti del Liceo della Faà di Bruno si sono pubblicamente dichiarati in dissidio chiedendo di poter avere un confronto sul tema.

Se mai dovessero verificarsi violazioni della convenzione tra Comune e scuola o discriminazioni verso allievi o famiglie – e non è questo il caso – sarebbe opportuno rivedere i termini della convenzione stessa, che peraltro riguardano la sola scuola dell’infanzia e non i successivi gradi di istruzione.

Il ciclo di conferenze annunciato e poi sospeso rappresentava la punta radicale del mondo cattolico, affermando una “teoria riparativa” dell’omosessualità – considerata una malattia - contraria al diritto e alle teorie scientifiche e psicologiche. Lo stesso pontefice Francesco ha aperto al dialogo e al riconoscimento dei diritti universali e della libertà di scelta.

Il tema della libertà di opinione, sancito dalla Costituzione, viene talvolta abusato da chi afferma una cultura della discriminazione e dell’odio. Non si può ignorare che anche nella nostra città si sono verificati casi di aggressione ai danni di cittadini gay: le istituzioni e le agenzie educative devono operare perché il rispetto delle diversità sia un patrimonio condiviso, anche da chi non concorda sul riconoscimento alcuni diritti civili.

La decisione della scuola di sospendere l’iniziativa è da cogliere positivamente. E le prese di posizione politiche devono distinguere la legittima battaglia culturale e politica dalla responsabilità dell’amministrazione che, stipulando una convenzione, si assicura che sia garantito l’accesso universale per ampliare l’offerta educativa verso le famiglie torinesi.

C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale



Pubblicato il 4 Novembre 2013

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