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Comunicato stampa

BILANCIO 2013, CONCLUSO IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

E’ terminata, questa mattina, la discussione del Consiglio comunale sul bilancio 2013, dopo i primi interventi nel pomeriggio di ieri, inviati con un comunicato al link web: http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/

Di seguito gli interventi dei consiglieri e dell’assessore Passoni:

Chiara Appendino (Movimento5Stelle)
E’ impossibile entrare nel merito di un bilancio che di fatto è un preconsuntivo. Ratifichiamo decisioni per le quali non possiamo portare nessun contributo. Non si dovrebbe solo pensare a far quadrare i conti ma considerare che da questo documento dipende la vita di quasi un milione di cittadini. I torinesi si vedono i servizi tagliati e le tasse aumentate, in un quadro di povertà assoluta raddoppiata, di commercio e turismo in ginocchio, di disoccupazione in aumento. La Città, a differenza di quanto dice il sindaco, assente anche oggi in aula, è in crisi.
Siamo consapevoli delle incertezze delle normative finanziarie e fiscali, dei tagli dei trasferimenti ma queste non devono essere scuse per lasciare da soli i cittadini ma uno stimolo a trovare soluzioni.
Il sindaco non ha voluto comprendere che per governare la città serve un rapporto di fiducia con i cittadini. Ha descritto una città che non c’è, tenuta all’oscuro dei processi decisionali. Ai torinesi le assenze del sindaco pesano come macigni, così come è assente la giunta in un momento così importante, come la discussione del Bilancio.
Avremmo voluto discutere nel merito, ma non è stato possibile. Magari con un confronto democratico avremmo capito che l’intera geografia sociale andrebbe ridisegnata, che il dialogo esclusivo con i costruttori non è più un motore trainante.
Il meccanismo della distribuzione delle risorse non può basarsi sul principio di “chi più urla più ottiene”. E’ un modello che non condivido. Di positivo, nel bilancio, c’è il non ricorso ad entrate una tantum, per coprire la spesa corrente e l’ulteriore riduzione del debito. Ma i 3 miliardi di debito non dovrebbero portare ad una onesta autocritica? Sono tutti stati spesi bene?
In merito al personale, attendiamo il lavoro di riorganizzazione del personale, in particolare la riduzione dei livelli gerarchici.
Il Consiglio ha dovuto prendere atto di decisioni, come il jazz festival, un evento che costerà un milione all’anno per 10 anni. Se lo può permettere la Città mentre altri eventi culturali sono in sofferenza? Non conveniva potenziare l’esistente?
La discussone sul Bilancio soffre di deficit informativo, Non è stato possibile entrare nel merito di come la Città utilizzi le risorse in senso pieno, dato che si avvale di collaborazione di enti esterni, come le fondazioni, un perimetro allargato del bilancio stesso della città.

Vittorio Bertola (Movimento5Stelle): Occorre tracciare una visione generale che viene persa di vista quando ci si concentra, come fa solitamente la politica, su casi specifici.
Il bilancio dimostra una città in disarmo, il cui bilancio è costituito da continui arretramenti, da ricerche di fondi per arrivare al pareggio. Le entrate concorrono solo alla riduzione dell’indebitamento e impediscono di garantire i servizi che i cittadini si aspettano, come avviene con le dismissioni di aziende o con le varianti urbanistiche.
Gli investimenti sui diritti sono ridotti, ad esempio il trasporto per i disabili è stato dimezzato in due anni. Allo stesso modo è stato compresso il diritto alla salute.
In disarmo sono le manutenzioni: l’immagine è quella di una città sempre più sciatta, con le buche nelle strade, l’erba non tagliata.
Non dobbiamo far sentire nessuno abbandonato nelle scelte di bilancio, con una divisione della società tra che è escluso e chi è incluso tra chi ha e chi non ha.

Roberto Carbonero – Lega Nord
L’assessore Passoni, nella sua relazione, dice di mantenere l’offerta di welfare per le fasce più deboli ma forse non sa che queste persone sono in aumento. Ma il problema fondamentale per il Comune è a medio-lungo termine. Il contenimento del debito con la stipula di finanziamenti contraddice con l’anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti che ha erogato 300 milioni per sostenere i comuni in difficoltà al 31/12/2012. Passoni continua elogiare la Soris ma il problema della riscossione dei debiti resta.
Nella relazione si parla della soglia “psicologica” dei 3 miliardi di debito che nel 2014 sarà invece a 2.999mila €.
E’ una gestione pessima della liquidità ed economica che grava sulle spalle dei cittadini magari con qualche nuova tassa. Questa amministrazione ci sta caricando di nuovi debiti, interessi passivi sui 3 miliardi che saranno pagati fino al 2042.

Fabrizio Ricca – Lega Nord
Questo non è un bilancio ma, come si chiamerebbe in una azienda, un “bilancino” perchè riguarda in realtà solo 1 mese e mezzo che ci divide dalla fine dell’anno.
A fine anno scadranno mutui accesi dalle amministrazioni precedenti. Servono 80 milioni e se 30-40 arriveranno dalla vendita dei parcheggi Gtt, gli altri arriveranno dalle banche? Il prossimo anno cosa vendiamo per scendere sotto la soglia “psicologica” dei 3 miliardi di debito?
Quante partecipazioni del Comune servono solo per assicurare posti nei cda?
Torino culturalmente, tantochè tutti gli eventi sono fatti da sponsor privati, è morta però 11 milioni di Euro vanno nel capitolo stranieri e nomadi.
Oggi è un bilancio consuntivo più che previsionale e mi auguro che a febbraio si possa parlare di cose concrete e non presentare un documento blindato, nel quale non si può entrare nel merito. Abbiamo il coraggio di farlo per dare risposte ai cittadini.

Angelo D’Amico (Progett’Azione)
Oggi sono a disagio nel discutere questo documento. Approvare adesso un bilancio di previsione non ha alcun senso: andava fatto mesi fa. Non si può più fare programmazione economica e finanziaria. Per il prossimo bilancio dovremo avere più coraggio e stabilire prima linee di indirizzo per il governo della città. Serve anche più coraggio nelle dismissioni: per il bene della città vendiamo il 100% di GTT, senza cedere ai proclami e ai ricatti politici di SEL.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia)
Questa discussione non suscita alcun interesse: si tratta di un bilancio previsionale finto. È un documento ineccepibile dal punto di vista contabile e formale, ma in realtà non prevede alcunché. Viene dato atto di scelte già fatte e blindate dalla maggioranza. L’assessore Passoni che stigmatizza sciagurate scelte del Governo sembra dimenticarsi che il presidente nazionale Anci è il sindaco Fassino, che cerca però soltanto la ribalta nazionale e non si occupa di ciò che accade a livello locale per colpa delle politiche statali. E intanto il Comune aumenta le aliquote, promuove continui rincari, dal trasporto pubblico alle strisce blu, e taglia risorse per i trasporti per i disabili, per l’assistenza domiciliare agli anziani e per gli studenti delle scuole superiori. È una politica miope che punta solo a far cassa. Noi abbiamo proposto una mozione con un articolato piano per migliorare la raccolta dei rifiuti e responsabilizzare l’Amministrazione a livello locale, ma la maggioranza finora non la prende in considerazione e pensa solo ad aumentare le tariffe.

Enzo Liardo (PdL)
Sono stato colpito dall’enfasi un po’ arrogante della relazione dell’assessore al Bilancio: in questi anni, i suoi bilanci hanno visto provvedimenti che non hanno avuto ricadute positive sui cittadini.
E’ abitudine del sindaco il ricordare una serie di opere realizzate, quando vuole giustificare il debito di Torino. Per questo voglio denunciare ora che il passante ferroviario di corso Grosseto, senza i tunnel veicolari sarà un monumento all’imbecillità umana, così come il parcheggio Stura, rivelatosi inutile. E ricordo anche il caso Lumiq, con un’infinità di soldi spesi per quella che si voleva “la nuova Cinecittà”: si è visto com’è andata a finire. Poi, i 16.5 milioni spesi per il progetto di una “biblioteca Bellini” mai realizzata e che si pensa ora di riproporre a Torino Esposizioni. Paradossalmente, speriamo di disporre anche in futuro di poche risorse, almeno non saranno sprecate.

Luca Cassiani (PD)
Questo bilancio non è una sconfitta. Trovarci qui a discutere per chiuderlo, sia pure con difficoltà e sacrifici, è invece una vittoria. Concordo con la necessità di esaminare in Commissione i bilanci delle Fondazioni culturali. Abbiamo ottenuto che la Fondazione per la Cultura ci presenti due report all’anno e una precisa rendicontazione finanziaria, perché è come se fossero soldi della Città. Infine, è un fatto epocale che dal 2014 si inizi a mettere fine al finanziamento della cultura con spese in conto capitale, passando così alla più razionale spesa corrente.

Alessandro Altamura (PD)
Ci troviamo di fronte ad un pre-consultivo che fornisce comunque alcuni spunti di riflessione e un tema che quest’aula non può far finta di non vedere. Alcuni punti di questo bilancio lasciano forte preoccupazione, altri ripropongono lo stesso tema reiterato in questi ultimi anni, altri ancora, che non possiamo far finta di non vedere, hanno radici antiche e riguardano tutti noi. Perché le dinamiche che tutti noi discutiamo possono essere riassunte in “decretazione d’urgenza” e “finanza locale”. Se il governo che si è insediato nel 2008 ha cancellato l’ICI, un’altra forza di quel governo ha insistito per l’applicazione del federalismo fiscale, che si è rivelato un cappio feroce per tutti gli enti locali.
Serve allora un riequilibrio rispetto alle decisioni d’urgenza prese dai governi che si sono succeduti, perché se l’assessore Passoni e la Giunta si trovano ad avere come termine ultimo per l’approvazione del bilancio previsionale il 30 novembre, non è altrettanto immaginabile che questo non sia in qualche modo un bilancio che è già in parte assestamento e in parte blindato.
Quali, allora, le posizioni importanti per il Partito Democratico e per questa maggioranza? Al primo punto: la considerazione che il debito importante della Città, 3000 milioni di debito, è per il 90% riconducibile a investimenti e infrastrutture. Solo Passante ferroviario e Metropolitana valgono un miliardo di euro. Al secondo: l’uscita dal Patto di stabilità è servita a liberare risorse per i crediti alle imprese.
Nel frattempo sono cambiate le condizioni macroeconomiche ma questa Amministrazione, pur soffrendo, ha il merito di avere salvaguardato il livello del welfare e dei servizi educativi, mantenendo invariata la cifra di 180 milioni di euro a disposizione rispetto all’anno scorso.
Questa Città è la prima a pagare la crisi è l’ultima ad uscirne. Serve allora, in un contesto di grave difficoltà economica, un confronto continuo fra tutte le forze politiche e un progetto condiviso di città che ci accompagni fino al 2016 e anche oltre.

Ha, infine concluso l’assessore Passoni:

Ringrazio i consiglieri per il contributo che hanno portato alla discussione sul bilancio. Un contributo di cui mi farò carico, insieme ai colleghi della Giunta, nel corso di questi ultimi mesi del 2013 e che sarà prezioso per l’elaborazione del bilancio del prossimo anno su cui presto inizieremo a lavorare.
Condivido le preoccupazioni dei consiglieri sul tema della fiscalità municipale che rischia di incidere in una situazione economica già pesantemente colpita dalla crisi. Abbiamo fatto il possibile per sostenere le famiglie in difficoltà. Ma forse è il caso che si cominci, anche su questo tema, a pensare all’area metropolitana, perché sempre più la Città attrae ogni giorno non residenti che usufruiscono di servizi e prestazioni pagati dai torinesi con le loro tasse.
Sul tema del rapporto Città-Stato mi preme segnalare un ulteriore elemento di criticità: se fino a qualche anno fa le grandi opere pubbliche erano cofinanziate dal Governo centrale - penso al passante ferroviario ad esempio - oggi questo non avviene più. I Comuni non hanno più la possibilità di investire somme considerevoli in grandi opere pubbliche per cui le strade sono due: la concessione ai privati - come nel caso dei parcheggi che riqualificano spazi pubblici – o il finanziamento al 100% da parte dello Stato.
In ultimo, torno sul tema del welfare che è stato, giustamente, al centro di molti interventi. Nonostante la povertà sia in crescita e nonostante questa non possa essere sostenuta come noi vorremmo con questo quadro economico, sono convinto che abbiamo fatto un buon lavoro mantenendo inalterato il quadro dei servizi offerti ai cittadini e aumentando le detrazioni e gli sconti ai nuclei più in difficoltà. Dobbiamo adesso analizzare con attenzione i fabbisogni standard e misurare le inefficienze che anche in questo settore possono essere eliminate.
Concludo dicendo che il 2013 non è ancora l’anno dell’uscita dalla crisi, ma sicuramente, per i conti della Città, è meglio del 2012. Per questo non possiamo permetterci di abbassare la guardia.

Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 22 Ottobre 2013

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