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Comunicato stampa

DEMOLIZIONE STABILIMENTO EX DIATTO: LE COMUNICAZIONI IN SALA ROSSA

Rispondendo a due diverse richieste di comunicazione, l’assessore Gianguido Passoni ha relazionato in merito alla vicenda riguardante la demolizione dello stabilimento ex Diatto, sito fra le vie Frejus, Cesana, Revello e Moretta. Le richieste riguardavano le motivazioni che hanno portato la proprietà a chiedere lo sgombero nonostante l’informazione del Diritto di Tribuna calendarizzato per il 18 giugno e come mai non siano stati posti sotto tutela i reperti romani depositati nella fabbrica.

Questa la risposta dell’assessore Passoni: “La città ha dimesso l’area con la cessione mediante gara e la costituzione di un fondo immobiliare, soggetto giuridicamente autonomo che prevede la totale terzietà del soggetto pubblico conferente l’immobile, in materia di gestione dell’immobile medesimo nel 2007. Lo sgombero è avvenuto in data 5 giugno, ma l’immobile era stato occupato il 6 gennaio e la società di gestione del fondo ha disposto, anche per evitarne la rioccupazione immediata, l’avvio delle procedure di demolizione, previste insieme alla bonifica di parte della struttura autorizzate nel titolo abitativo edilizio rilasciato al proposito.

Va inoltre precisato che, dopo le denunce della proprietà contro ignoti per danneggiamenti e intrusione dell’8 gennaio e del 22 marzo, gli organismi interessati, Prefettura, Procura della Repubblica e Forze di Polizia (che coordinano le operazioni di pubblica sicurezza sull’area metropolitana) hanno predisposto lo sgombero dell’edificio senza che la città abbia esercitato alcuna funzione né di indirizzo né di concorso nelle decisioni. Né avrebbe potuto farlo, essendo la Città soggetto totalmente terzo.

Circa il Diritto di Tribuna, la Città ha ricevuto in data 11 aprile una petizione che chiede di: ‘Non procedere con gli interventi di demolizione e bonifica dell’area sita tra le vie Frejus, Cesana, Moretta, Revello, denominata Stabilimento ex Diatto, fintanto che non saranno approfondite le ulteriori indagini di carattere storico, architettonico e ambientale già sollecitate’. E’ evidente che, rammarico a parte per la data del Diritto di Tribuna, il piano della discussione sul destino dell’area, per altro deciso 5 anni fa, non può essere coordinabile da parte nostra con il piano della pubblica sicurezza sollecitato dal soggetto privato. Che, a sua volta, non poteva certo tenere conto della tempistica del Diritto di Tribuna, calendarizzato per altro nei tempi medi corretti. Un conflitto di date non certo voluto da questa Amministrazione”.

Alla relazione dell’assessore Passoni hanno fatto seguito gli interventi dei consiglieri comunali.

Marco Grimaldi (SEL): “Esprimiamo rammarico e stupore, perché se è vero che dal 2007 è in corso la vicenda sulla ex Diatto e l’iter istituzionale si è concluso da tempo, sarebbe stato meglio discutere il Diritto di Tribuna prima della demolizione dell’immobile. Ed è bene che la Giunta e Il Consiglio comunale collaborino in delicate vicende come questa attraverso la Conferenza dei Capigruppo. E al proposito invito il presidente Ferraris a informarsi preventivamente su alcune petizioni più “sensibili”. In questo caso la Città avrebbe potuto essere più chiara su molti aspetti nei confronti dei cittadini”.

Vittorio Bertola (M5S): “Non mi accontento delle parole di rammarico, mi risulta che il Sindaco faccia parte del Tavolo provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico ed è perciò preoccupante pensare che la Polizia operi senza coordinamento con il Comune su di un’area che gli appartiene. Sono stati regalati argomenti a chi pensa che la politica non serva a nulla e non serva seguire le vie della democrazia: il messaggio dato ai cittadini che si erano organizzati è che loro non contano nulla. Occorrerà inoltre vedere che ne è stato dei reperti archeologici di epoca romana che erano custoditi nell’edificio, per accordi con la sopraintendenza e lì si trovavano mentre iniziava la sua demolizione”.

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia): “Fatico a credere a quel che sento: non penso che Sel e M5S abbiano così a cuore i reperti romani, quanto invece gli occupanti sgomberati. Quando c’è un ordine di sgombero di uno stabile, nello specifico quello dato in concessione al Gabrio che deve essere bonificato dall’amianto, non significa che si può occupare un altro stabile come “succursale”, anche se è vuoto e abbandonato. Perché si parla tanto dei reperti ma non si parla affatto degli attacchi organizzati di notte ai danni della polizia? Non si tratta di reazioni violente dovute alla rabbia spontanea del momento, ma sono attacchi programmati. Spero che durante i Diritto di Tribuna i firmatari prendano le distane dagli autori dei gesti violenti, perché non si può invocare regolamenti e diritti quando poi, con il favore della notte, si lanciano bottiglie contro gli ispettori di polizia”.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): “Questa vicenda rappresenta l’incapacità della Città ad avere un progetto sugli stabili che possono essere sgomberati. Immobili che la Città si deve riprendere per restituirli alla comunità, attraverso progetti sociali. Una demolizione non risolve il problema delle occupazioni abusive ma lo delocalizza soltanto”.

Michele Curto (SEL): “Quest’aula non può non considerare la sensibilità collettiva della città nell’apprendere con sorpresa che ci sono stabili vuoti inutilizzati quando esiste un grande disagio sociale, abitativo e ricreativo. Vogliamo ignorare la forte sensibilità del quartiere sulla ex Diatto? Sarebbe stato doveroso attendere la discussione del diritto di tribuna, doverosa relazione fra la Città e i cittadini . Non possiamo rassegnarci ad essere un ufficio relazioni col pubblico, dobbiamo riprenderci le leve decisionali della Città. E’ un problema di quest’aula che si sia consegnato ad uno scontro ruvido la richiesta di rivedere una decisione, senza alcuna intermediazione da parte della politica e a quella contrapposizione che ha portato a scontri pesanti, con il rischio della tenuta sociale della città. Dovremo ricevere i cittadini, consapevoli che abbiamo leso il loro diritto, il diritto ad essere ascoltati e, partendo da ciò, la possibilità di rivedere le decisioni della Città”.

Silvio Viale (PD): “Non possiamo pensare che l’atteggiamento del Comune cambi da un caso all’altro, di fronte all’occupazione in via Bizzozero o alla vicenda dell’ex Diatto. Il Diritto di tribuna è il diritto ad essere ascoltati dall’istituzione, non quello di avere necessariamente ragione. La Città ha fatto legittimamente le proprie scelte, naturalmente dissentire è lecito ma la legalità deve essere un valore per tutti. Sulle prospettive per l’area ex Diatto sono state fatte scelte precise nel 2007 ed è impensabile chiedere di tornare indietro”.

Al termine del dibattito, ha preso di nuovo la parola l’assessore Gianguido Passoni per una breve replica: “La variante urbanistica dell’area è stata votata cinque anni fa dal Consiglio comunale, democraticamente eletto dai cittadini. Bisogna rispettare questa decisione: la petizione e la convocazione del Diritto di Tribuna sono comunque arrivate tardi, anche se ci fosse stata la discussione prima dello sgombero. Sgombero peraltro richiesto da un privato, che vanta legittimi diritti sull’area, e sul quale nulla poteva eccepire l’Amministrazione. La Città ha sempre dialogato con la cittadinanza prima di procedere a trasformazioni urbanistiche e continuerà a farlo ma, occorre farlo con tempestività, anche da parte dei cittadini”.

(ML) - Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 17 Giugno 2013

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