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Comunicato stampa

SALA ROSSA, FASSINO: “SI’ AI CONTROLLI NO ALLA CULTURA DEL SOSPETTO “

Si è svolto, questo pomeriggio in Sala Rossa, a Palazzo civico, il dibattito sul tema degli incarichi affidati dalla Città con procedura diretta, dal 2006 a oggi, per importi al di sotto dei 20 mila euro.

Di seguito il dibattito svolto dopo la dichiarazione del sindaco.
Andrea Tronzano (PDL): Da quanto detto dal Sindaco, è certo che esistono lacune evidenti. Il Pdl non vuole entrare nel “gioco al massacro” sulle persone, ma ha interesse a cambiare il sitema.
Noi dobbiamo guardare alla legittimità della gestione amministrativa, e su questo faremo da pungolo verso l’amministrazione per capire se esista una filiera di potere che premi alcuni e escluda altri; vogliamo capire quali ditte vengano escluse, se i materiali vengono forniti, se le cifre corrispondano ai valori di mercato.
E’ fondamentale inserire nel codice etico la inopportunità per i dirigenti di avere tessere di partito.
Enzo Liardo (PDL): E’ da anni che denuncio un “Sistema Torino” un sottobosco di potere fatto di legami e conoscenze, che hanno prodotto affidamenti d’oro (nella gestione della comunicazione nel corso delle Olimpiadi invernali 2006, e non solo).
Negli ultimi 10 anni, chi ha nominato i dirigenti? Si smetta di nominare i dirigenti con la tessera di partito. E qui viene la rabbia per i buoni taxi non dati a tutti i disabili, il costo del biglietto del bus raddoppiato e la privatizzazione degli asili nido, per poi spendere 450.000 Euro per Torino jazz festival.
Io spero che il vaso di Pandora nella nostra città si stia scoperchiando e chi ha sbagliato, paghi.
Maurizio Marrone (Pdl): I dati contenuti nel Cd sugli affidamenti consono chiari e forse nemmeno corretti: si faccia pulizia con rigore ma anche correttezza. Si ponga un termine affinché chiunque sia in conflitto di interessi possa autodenunciarsi. Dopo quel termine chi viene scovato si deve dimettere.
Fabrizio Ricca (Lega Nord): sono per il garantismo al 110% e contro qualunque tritacarne mediatico, fino a che non vi sia chiarezza assoluta sui fatti, ma chiedo al Sindaco, che considero autorevole per gli incarichi ricoperti anche in passato, tra cui quello di Ministro della giustizia, di aprire la questione morale.
Che io, da dirigente, dia affidamenti di incarico a mio figlio può essere anche legale ma è eticamente sbagliato. La invito signor sindaco a far fare nel comparto dirigenziale una profonda pulizia, la stessa che io ho invocato per ilo mio partito quando è stato necessario farlo.
Roberto Carbonero (Lega nord): Occorre evitare la gogna pubblica e la corsa allo scoop. Mi sono impegnato in tal senso e ci sono riuscito fino a quando altri, non hanno cominciato a contravvenire all’ impegno preso.Io voglio difendere la politica che ora è sotto accusa: il sistema politico infatti ha un cancro interno e d è costituito da alcuni dirigenti dell’Amministrazione che operano facendosi ricadere le loro colpe sui politici.
Federica Scanderebech (Fli): Il dibattito dovrebbe far molto riflettere sulle procedure etiche adottate finora. Bisogna capire i reali contenuti del cd, lavoro non semplice e che sicuramente richiederà tempo, spero non emergano scandali perché sono convinta della buona fede con cui ha agito l’amminsitrazione. Noi Consiglieri abbiamo il dovere di iniziare a stilare un codice etico sugli affidamenti, proprio come abbiamo fatto per il regolamento delle nomine, voluto da Alberto Musy, che è stato un grande passo avanti. Stiamo parlando non di scandali, ma di una buona etica che sarebbe opportuno seguire.
Chiara Appendino (Mov. 5 Stelle): Finalmente abbiamo potuto vedere il contenuto del cd, anche se i dati da analizzare e comprendere sono tantissimi. Alcuni dei casi più gravi sono stati ripresi dai quotidiani e non penso che si possa banalizzare o minimizzare ciò che abbiamo appreso, né per l’importo, né per l’importanza. Abbiamo appurato che un alto dirigente di questo Comune ha affidato incarichi ad una società di cui il figlio detiene quote. Questi incarichi non sono stati affidati tramite gara d’appalto, ma direttamente dai dirigenti della Città al figlio di questa alta dirigente. Nulla di illegale, ma inopportuno. Anche per il Festival Jazz le riprese sono state affidate alla medesima società. Quali sono stati i criteri di assegnazione? Quanti e quali soldi sono stati spesi? Quali i criteri di trasparenza? Queste domande possono essere ripetute per tutti gli altri casi di affidamenti dati dalle fondazioni bancarie e dagli Enti pubblici partecipati dalla Città di Torino. Abbiamo chiesto a questi Enti di poter accedere alla contabilità, abbiamo chiesto ai cittadini di inviarci commenti e segnalazioni. Riteniamo che tutto debba essere pubblico, affinché i cittadini sappiano tutto, conoscano tutto e capiscano tutto e possano controllare gli amministratori che hanno votato.
Ferdinando Berthier (Torino Libera): Io dico che mi ritengo fortunato di far parte di questa legislatura perchè sulle precedenti ho molti dubbi e incertezze.
Se questo cd, per quanto è stato raccolto finora, ha già fatto emergere lacune, chissà cosa potrebbe ancora uscire.
Auspico che insieme possiamo impegnarci, anche lei sindaco, in questo momento in cui i cittadini non fanno distinzioni politiche e si fa di tutta l’erba un fascio.
Sia represso questo malcostume, con nuovi provvedimenti che ne facciano fronte.
Vittorio Bertola (5 stelle): Abbiamo pubblicato sul web in formato libero tutti i dati sugli affidamenti affinché non ci siano segreti. Sono subito giunte molte segnalazioni di cittadini e ci sarà un grosso lavoro di verifica dati da compiere. Ma ci si sta rendendo conto che il sistema è inopportuno, inefficace, una vera e propria marmellata e mi auguro che la Procura indaghi per capire se vi sono dei reati. Ma il giudizio morale c’è già: un cedimento morale della città, si sta affondando la democrazia. Mi auguro ci siano scelte politiche lungimiranti, stanno emergendo grosse responsabilità.
Michele Curto (Sel): E’ una discussione orfana delle necessarie verifiche. Non abbiamo tutti i dati definitivi occorrenti. Occorre uno sforzo da parte di tutti e il sindaco lo ha fatto. Ma lo deve fare anche il presidente Ferraris: deve chiarire la sua posizione, non poteva non sapere i suoi doveri istituzionali. E poi c’è il caso della dirigente Martina. Occorre capire se c’è ancora fiducia da parte del Consiglio comunale, una fiducia che per noi è venuta meno.
Stefano Lo Russo (PD): Questa maggioranza ha sempre lavorato con un unico faro: consentire la maggior trasparenza possibile. Ricordo anche che il nuovo Regolamento nomine è di iniziativa consiliare. Questa maggioranza ha lavorato per garantire le prerogative di sindacato ispettivo del Consiglio comunale: mai ci siamo opposti a richieste di approfondimento o accesso agli atti. Il 21 maggio 2012, su iniziativa del PD, il Consiglio ha anche approvato la mozione 40 sull’adozione di un codice di comportamento dei dirigenti del Comune di Torino. In Controllo di Gestione i colleghi hanno collaborato a fare sempre la maggior chiarezza possibile. Bene ha fatto Carbonero e bene ha fatto la Commissione ad analizzare dinamiche di questi anni, e se necessario degli anni passati, come per i casi del presidente Ferraris e della dottoressa Martina. Esistono profili differenti, ma gli episodi sono chiari. Se qualcuno ha sbagliato è giusto subisca una sanzione. I tempi di oggi chiedono alla politica di non essere reticenti o ambigui: i cittadini hanno il diritto di avere chiarezza nei comportamenti. Non ci stiamo però a far parte di una politica che gioca a sfasciare: i nostri dirigenti, nella stragrande maggioranza, svolgono un’opera impeccabile.
Domenico Mangone (PD): Lei Sindaco non è tenuto a rispondere del passato. Oggi però la stimolo a dire con chiarezza che queste cose non si fanno. Noi non siamo una Commissione di disciplina per decidere sulla questione della dottoressa Martina, né siamo la Procura. Dobbiamo però dare un messaggio chiaro: queste cose non si fanno.
Giovanni Maria Ferraris (Moderati): La questione sollevata sul mio conto risale a gare a cui ho partecipato quasi dieci anni fa, negli anni dal 2002 al 2005, per prestazioni professionali da me esperite, in qualità di ingegnere iscritto a un Ordine professionale, a seguito della partecipazione a regolari inviti pubblici comparsi sul sito del Comune di Torino. In quel periodo ero Consigliere di Circoscrizione, eletto nelle liste di Forza Italia (e quindi in uno schieramento politico opposto alla maggioranza), e tengo a precisare inoltre che su tutti i miei profili curriculari sono sempre stati indicati anche tutti gli incarichi pubblici, proprio a testimoniare l’onore che ho sempre vissuto nell’esercitare tali attività con lo spirito di servizio che mi ha sempre animato per il bene comune. Tutti gli incarichi che mi hanno assegnato sono avvenuti nella massima trasparenza e sulla sola base delle regole contenute su bandi, non su “favori” o “simpatie”. Ricordo inoltre di non aver mai firmato dichiarazioni relative a conflitti di interessi o incompatibilità: se lo avessi saputo, non avrei partecipato alle gare.
Non ho nulla da nascondere, né di cui vergognarmi: non ho sollecitato e obbligato nessuno ad affidarmi quei lavori, ma ho solo partecipato a bandi pubblici e ho svolto con serietà la mia professione. Anzi, sono stato io a consegnare il CD ai Capigruppo. Se però il Consiglio me lo chiede, sono pronto ora a porre fine alla mia carriera.
In conclusione di dibattito, Fassino ha sottolineato come in questi giorni si sia stabilito un nesso, del tutto infondatamente, che non c’è “tra le cose sulle quali discutiamo qui e altre vicende che hanno investito il sistema politico e istituzionale scuotendo l’opinione pubblica. Trovo grave, ha detto Fassino, che non si chiarisca che questo nesso non c’è. Non stiamo discutendo di denaro pubblico sperperato o di diritti dei cittadini lesi dalla pubblica amministrazione.
Ma nell’informazione, ha aggiunto, è stabilita questa relazione e, in questo modo, si è lesa la verità e si è trasmesso un’idea che non corrisponde al funzionamento della nostra Amministrazione, alla sua correttezza e alla sua trasparenza”.
Rivolgendosi al Movimento 5 stelle, ha sottolineato come in particolare questo movimento abbia accreditato, con le sue iniziative, un’idea di funzionamento della Città che non corrisponde al vero.
Rispetto al cd con gli incarichi sotto i 20 mila euro affidati dalla Città, dal 2006 ad oggi, Fassino ha ricordato come questo contenga grande quantità di atti amministrativi, come è del tutto evidente per una macchina amministrativa di 12 mila dipendenti, regolati da un quadro di regole e di leggi particolarmente complesso, che gestisce un bilancio di un miliardo e 300 milioni e che ogni giorno gestisce atti.
“I dirigenti firmano quando sono certi della regolarità degli atti, applicano procedure previste dalla legge, applicate anche nelle questioni discusse oggi”, ha affermato il Sindaco evidenziando come la Città abbia assunto regole più stringenti in relazione agli affidamenti per “ancorare ogni provvedimento al massimo di trasparenza e perché la dose di discrezionalità sia applicata a dimensioni di spesa maggiormente contenute”.
Ha ricordato che la Corte dei Conti vaglia ogni atto della pubblica amministrazione e la Corte di Torino è tra le più scrupolose che esista in Italia. “Questo è elemento di tutela per tutti, ha sottolineato, negando l’esistenza di “un sistema Torino”.
Naturalmente, ha rilevato come in una macchina così complessa possano esserci errori, comportamenti inopportuni, sottovalutazioni e anche forme di slealtà. E’ quindi giusto sottoporre a controllo gli atti, ma non sulla base di una cultura del sospetto, della quale, ha aggiunto, “dobbiamo liberarci tutti. A pensar male si sbaglia, quando non ci sono ragioni per pensare male”.
“Proprio per questo non ho avuto reticenza nell’affrontare qui il tema della dottoressa Martina”, ha continuato Fassino. “Valuteremo le determine oggetto di accertamento e se risulteranno responsabilità adotteremo le misure necessarie. Ma nello stesso tempo penso che le persone vadano rispettate anche quando sbagliano. Per questo ho sentito il dovere morale di ricordare che la dottoressa Martina, in otto anni, non ha firmato solo quelle due determine probabilmente inopportune, ma ha dato tutto quello che sapeva in termini di professionalità e competenza, contribuendo al successo delle Olimpiadi 2006 e del 150° anniversario dell’Unità d’Italia”.
In merito al Festival del Jazz, Fassino ha ricordato come la pubblicità sull’evento sia stata affidata ai canali radiofonici non solo della Rai ma anche di altri circuiti radiofonici.
In merito agli incarichi non svolti all’interno dell’Aministrazione, il sindaco ha evidenziato come non tutte le attività possano trovare specifiche competenze all’interno della macchina comunale.
Fassino ha assicurato che l’azione di verifica sui dati forniti proseguirà all’interno della Commissione Controllo di Gestione ed ha annunciato un regolamento per la corretta gestione degli incarichi professionali esterni di cui siano titolari dirigenti dell’Amministrazione.
Ha concluso affermando che “Abbiamo il dovere di garantire che l’Amministrazione sia caratterizzata da imparzialità, trasparenza, rispetto delle leggi e da regole etiche. Facciamolo con la responsabilità di chi sa quanto è complessa l’azione di governo e facciamolo con la certezza che governiamo questa città grazie alla passione, alla dedizione, ala professionalità di migliaia di dipendenti che abbiamo il dovere di tutelare nella loro dignità”.

Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 8 Ottobre 2012

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