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Comunicato stampa

CESSIONE DEL 49% DELLE AZIONI GTT, VIA LIBERA DALLA SALA ROSSA

AL COMUNE RESTERANNO IL PRESIDENTE E LA MAGGIORANZA NEL CDA

Il Consiglio comunale ha approvato questa sera la delibera che stabilisce i criteri della gara per la cessione, a un partner industriale di comprovata esperienza, del 49% del pacchetto azionario del Gruppo Torinese Trasporti (GTT SpA), oggi completamente detenuto da Finanziaria Città di Torino Holding Srl.
Il provvedimento, giunto al voto dopo un ampio dibattito in Commissione e poi in aula consiliare, è stato approvato con 24 voti a favore, 11 astensioni e 2 voti contrari.

La delibera stabilisce alcuni punti fermi che caratterizzeranno il capitolato di gara (a procedura ristretta). Sarà accettata l’offerta economicamente più vantaggiosa, tenendo in considerazione non solo il prezzo offerto per le azioni ma anche alle modalità di sviluppo e gestione della società prospettate dall’offerente.
La valutazione attribuirà pertanto 45 punti all’offerta economica (la base d’asta delle azioni sarà resa nota con l’avviso di gara ) e 55 a quella tecnica, relativa quest’ultima alle sinergie conseguibili da know how della gestione (25 punti), con eventuali apporti di veicoli da parte del partner - senza spese per GTT o per l’azionista FCT - e al progetto industriale (30 punti).

Vengono fissate inoltre a carico del partner delle condizioni che non costituiscono elemento di valutazione dell’offerta in quanto considerate essenziali e pertanto vincolanti per ogni concorrente. Per quanto concerne l’occupazione, si stabilisce che la riduzione delle risorse umane non vada al di là del turnover fisiologico per il personale di esercizio e addetto alla manutenzione, fatti salvi i licenziamenti individuali per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, senza accordo preliminare con il socio pubblico. Altro vincolo, la conservazione dell’attuale configurazione di GTT, con divieto di scissioni e scorpori.
I concorrenti alla gara dovranno possedere e certificare una serie di requisiti di carattere economico-finanziario e tecnico riferiti agli esercizi 2009, 2010 e 2011. In particolare, viene richiesto: regolarità nell’adempimento agli impegni finanziari, bilancio in pareggio o attivo, aver avuto contratti di servizio o affidamenti per la gestione di trasporti pubblici, aver conseguito un volume d’affari almeno pari a quello di GTT, avere svolto servizi di gestione trasporto pubblico con chilometraggio annuale almeno pari al dato complessivo su gomma e ferro di GTT.
Essendo ammessa la partecipazione alla gara di raggruppamenti di imprese, si stabilisce che i primi due requisiti (adempimenti finanziari e bilanci di segno positivo) devono essere posseduti da ciascun componente del raggruppamento, mentre il soggetto mandatario dovrà avere individualmente il terzo requisito (gestione trasporto pubblico nell’ultimo triennio) e almeno il 60% dei restanti due (volume d’affari e chilometraggio).
La governance aziendale resta regolata dallo statuto GTT, con le opportune modifiche: tra l’altro, al socio pubblico spetteranno tre componenti del consiglio di amministrazione (compreso il presidente) mentre al socio privato spetteranno i restanti due, tra i quali l’amministratore delegato. Introdotto anche un nuovo Organismo di Vigilanza nominato dal cda. Inoltre, ogni tre mesi il presidente o l’amministratore delegato dovranno riferire al Consiglio comunale sullo stato della società e sul conseguimento degli obiettivi, nonché sugli aggiornamenti del piano industriale e degli investimenti.
Il socio privato non potrà cedere l’intero suo pacchetto azionario del 49% per cinque anni, trascorsi i quali le azioni potranno essere cedute in blocco solo a soggetti in regola con i requisiti che erano stati fissati per la gara di selezione del partner. In caso contrario potrà essere ceduto solo il 24% a soggetti non rispondenti ai suddetti requisiti, mentre la parte rimanente dovrà restare in capo al socio privato stesso o essere ceduta ad altro partner comunque in possesso dei requisiti. Nell’ipotesi in cui la gara si concluda senza esito si potrà procedere con trattative dirette.

La votazione della delibera è stata preceduta dalla presentazione da parte del vicesindaco Dealessandri. Si è aperto quindi il dibattito, del quale si trova qui di seguito una sintesi.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Il pubblico non è riuscito in tutti questi anni a mettere in piedi un’azienda efficiente. Questo potrebbe essere il momento giusto per una svolta, coinvolgendo partner privati che hanno voglia di investire e fare un business con un servizio che tende all’eccellenza. E’ importante cambiare rotta rispetto ad aziende come queste, nelle quali è prevalsa la gestione da parte della politica, più che del servizio.

Domenico Mangone (Partito Democratico): Oggi è un giorno triste perché la vendita del 49% di Gtt rappresenta il fallimento della politica.
La politica è arrivata a questo punto perché non è stato in grado di gestire le aziende che ha creato. Bisogna dire chiaramente se siamo di fronte ad uno stato di necessità. Non siamo di fronte ad una liberalizzazione (che prevede criteri di concorrenza) né di privatizzazione, visto che la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe acquistare le aziende pubbliche mese in vendita dai Comuni, in tutta Italia. Voterò a favore solo perché mi è stato riferito essere uno “stato di necessità”. Occorre agire con coerenza. Se si decide la vendita di quote delle partecipate, di conseguenza bisogna dedicare maggiore attenzione a provvedimenti indispensabili e meno a quelli utili, come lter o l’Agenzia per i Servizi pubblici locali ma costose.
Non ho avuto chiarimenti rispetto al debito della Città verso Gtt, servivano passaggi con l’assessore Passoni per capire aspetti legati al Bilancio.

Vittorio Bertola (Movimento 5 Stelle): C’è preoccupazione per quanto succederà dopo, essendo una situazione simile alla realtà Sagat dove i risultati si sono rivelati pessimi.
Il ritorno economico da parte del privato non potrà che esserci con l’aumento delle tariffe o col taglio del servizio. Questa decisione non è dettata da scelta strategica. Si tratta di incassare risorse utili solo alla sopravvivenza di un anno, affinché non si vada incontro ad un nuovo sforamento del patto di stabilità ed il conseguente commissariamento.

Enzo Liardo (PdL) Il mio intervento è soprattutto una risposta a quello del consigliere Mangone che ha accennato al “fallimento della politica” in merito alla grave situazione debitoria delle aziende partecipate torinesi. Vorrei allora far notare che questa situazione vale per Torino e non per altre città italiane. E forse venticinque anni di gestione della stessa parte politica al governo della città hanno contribuito in modo rilevante all’ingigantirsi di questo debito.

Marco Grimaldi (SEL): Nel fare i conti con l’indebitamento di Gtt troppo spesso vengono tralasciati particolari significativi. Per esempio che parte del debito deriva da investimenti significativi sul trasporto locale quali la linea 1 della Metropolitana o i lavori per il passante ferroviario. Investimenti per un sistema di trasporto integrato gomma/rotaia che appartenevano finora a grandi città europee come Berlino o Londra.
Nei nostri emendamenti abbiamo chiesto che oltre all’offerta economica si aggiunga un’offerta tecnica per implementare le flotte ecologiche, l’impegno a sottoscrivere il contratto di servizio prima della messa bando della vendita, l’impossibilità di cedere asset industriali e, nel caso di valorizzazioni immobiliari, che queste vadano solo a beneficio del pubblico.
Infine: abbiamo aggiunto diversi paletti a questa discussione, non ultimo che ci sia il necessario rispetto per il personale e per i dipendenti cui non dovrà essere modificato l’inquadramento economico e la durata del contratto individuale.

Paola Ambrogio (PdL): Anche noi crediamo e vogliamo che il trasporto pubblico locale rimanga in mani pubbliche. Ma i presupposti devono essere differenti: ci deve essere un piano strategico adeguato e un indirizzo ben preciso di questa Amministrazione in tal senso, perché non vorremmo che questa operazione fosse portata a termine con l’intento di ripianare parte del debito della Città. Per questo chiediamo che la cifra incassata venga investita per migliorare il servizio secondo le richieste dei cittadini.
Anche noi vorremmo rassicurazioni sul contratto di servizio ma, pur fidandoci delle rassicurazioni del vicesindaco, avremmo preferito audire i vertici di GTT prima e non dopo l’approvazione di questa delibera. Infine ci preme avere garanzie sul futuro del personale visto che oggi, e mi sembra un po’ presto per deciderlo, sentiamo dire che i dipendenti in eccedenza potrebbero essere utilizzati per il controllo delle strisce blu di cui è previsto l’ampliamento.

Chiara Appendino (Movimento 5Stelle): Volevo fare due precisazioni. La prima è che non è il modello pubblico ad essere messo in discussione ma le responsabilità di chi ha gestito la società. La seconda riguarda i 370 milioni in entrata per il 2012, che garantiranno al Comune di rientrare nel Patto di Stabilità. Questo è il motivo per cui si sta vendendo il 49% di Gtt.
Preciso, che con questa percentuale, la governance e il controllo non potrà più essere pubblica e il Comune non sarà più garante della società. Anche questo deve essere chiaro a tutti.

Luca Cassiani ( PD): Ho presentato un emendamento, che ha poi raccolto le firme di altri colleghi, che ringrazio.
Chiedo che venga tutelato il fisiologico turn over per operai, manutentori e autisti e non per le figure di capi, impiegati e dirigenti. Infine si devono mantenere gli accordi sindacali vigenti in azienda.

Roberto Carbonero ( Lega Nord): La Lega è favorevole alle privatizzazioni ma solo se queste portano sviluppo. Con questa cessione si deve far fronte a una necessità. Però mi resta il dubbio che si poteva cedere solo il 40% delle azioni e avere lo stesso incasso. Si deve essere certi che la cessione del 49% di Gtt sia l’ultima via per risanare il bilancio e non la prima.

Stefano Lo Russo (PD): Con l’approvazione di questa delibera facciamo un passo avanti verso gli impegni assunti per riportare i conti in ordine e rilanciare nel 2013 gli investimenti.
Auspichiamo l’ulteriore ottimizzazione della gestione del Trasporto pubblico locale, con l’obiettivo di migliorare ancora di più un servizio già oggi di qualità svolto da personale efficiente e capace.
L’operatore privato dovrà fornire garanzie sull’occupazione dei dipendenti di Gtt. Auspichiamo che questa vendita possa inoltre favorire l’aggregazione societaria, quantomeno su scala regionale e interregionale. Oggi il trasporto pubblico locale italiano è spesso gestito da piccole aziende, sottodimensionate; concordiamo con l’impostazione del Governo che sta investendo risorse in favore di soggetti gestori di Tpl, al fine di favorire l’integrazione aziendale per poter competere sul mercato europeo.
Mantenendo la maggioranza delle quote sociali, sarà nostra cura continuare a sorvegliare la qualità del servizio e la sua efficienza.


Nella sua replica, il vice sindaco Tom Dealessandri ha smentito quanti hanno affermato che GTT sia un’azienda gestita male: “Per andare sul mercato occorre una buona situazione gestionale e GTT è in posizione migliore rispetto a tante altre aziende. La frammentazione delle aziende di trasporto è un problema del Paese, che su questo è in ritardo. Per quanto riguarda le tematiche ambientali e dell’accessibilità ai disabili, l’anno scorso abbiamo acquistato 70 nuovi bus nonostante i ritardi del finanziamento regionale ed ora che è stato sbloccato vi è una gara aperta per altri 170 mezzi, a impatto ambientale ridotto e accessibili ai disabili. In questi anni abbiamo lavorato per recuperare produttività e competitività, nonostante la riduzione delle risorse disponibili, diminuendo i costi di gestione”.

Ha concluso il dibattito il sindaco Piero Fassino. La cessione del 49% di GTT non è motivata soltanto dall’esigenza di reperire risorse per ridurre l’indebitamento. Ci sono dispositivi normativi e legislativi che regolano le partecipazioni pubbliche nelle società e prevedono la riduzione delle quote pubbliche nelle società in house entro il 2012 e per le altre società partecipate entro il 2013.
Siamo peraltro tutti consapevoli di quanto il quadro della finanza pubblica sia critico, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. Tant’è che è lo stesso Governo a sollecitare alla dismissione di asset patrimoniali per farvi fronte. La nostra quindi non è una scelta isolata, né in controtendenza alle dinamiche nazionali.
La situazione finanziaria del Comune è nota. Quest’anno, con il bilancio ordinario abbatteremo il debito di 80 milioni. E con le cessioni di quote societarie (GTT, SAGAT, TRM…) reperiremo altri 330-350 milioni.
La decisione di alienare quote di partecipazione, in ogni caso non è scissa dalla volontà di operare per politiche industriali di sviluppo. Nei criteri di individuazione del partner privato per GTT vi è la richiesta all’esplicita e impegnativa disponibilità a concorrere con il Comune per delineare politiche industriali volte ad ampliare spazi di mercato per GTT. E questo perché GTT è una delle migliori aziende di trasporto italiane, tanto che anche grandi gruppi internazionali sono interessati ad entrarvi. Ed è quindi interesse della Città – che in ogni caso continuerà ad essere l’azionista di maggioranza assoluta – quello di valorizzare al massimo GTT. Peraltro, le prestazioni di un’azienda di trasporto sono dettate dal contratto di servizio, non dagli assetti della proprietà e questo continuerà a valere anche dopo la cessione del 49%.

Dopo le dichiarazioni di voto, effettuate dai consiglieri Scanderebech (FLUI), Ricca (Lega Nord), Liardo (PdL), Appendino (5 Stelle), Curto (SEL), Berthier (Torino Libera) e Altamura (PD), la Sala Rossa ha proceduto a votare. La delibera è passata con i voti di PD, SEL, Moderati, Gruppo Misto, IDV e FLI oltre che del sindaco. Contrario il Movimento 5 Stelle, astenuti PdL, Torino Libera, Lega Nord.

Approvate infine due mozioni di accompagnamento alla delibera:una presentata dalla Lega Nord (piano per inserire mezzi adeguati al trasporto disabili) e una seconda di SEL (che prescrive per GTT l’obbligo di rispettare i contratti di lavoro nazionali e gli accordi decentrati).

C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 18 Giugno 2012

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