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Comunicato stampa

SERVIZI SOCIO-SANITARI: ADEGUATE REGOLE A NORMATIVA REGIONALE

Modificate le regole comunali per la fruizione di servizi sociali e socio-sanitari allo scopo di adeguarle alle normativa regionale e, per le rette pagate alle residenze socio-sanitarie per il ricovero di disabili e anziani non autosufficienti, adottati nuovi criteri di valutazione dei patrimoni al fine di garantire l’integrazione economica alle persone con i redditi più bassi.
Variazioni introdotte da una delibera approvata la scorsa settimana dall’esecutivo di Palazzo civico e che, con la presentazione in IV Commissione consiliare, inizia da oggi l’iter che la porterà all’esame e, con eventuali emendamenti, al sì definitivo della Sala Rossa.
Che cosa cambierà con le nuove regole? “Premesso che continuerà ad essere considerata la sola condizione economica del beneficiario degli interventi, per l’inserimento in strutture residenziali di disabili e anziani non autosufficienti – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Elide Tisi - saranno prese in considerazione le donazioni mobiliari e immobiliari avvenute negli ultimi cinque anni (prima gli anni erano due e si prendevano in considerazione solo le donazioni immobiliari) e i proventi da vendite effettuate anch’esse nell’ultimo quinquennio. Sarà modificato anche il valore della franchigia immobiliare (la quota di patrimonio non considerata ai fini del calcolo della situazione economica del beneficiario) che scenderà a 51mila e 645 euro per allinearsi al valore stabilito dall’ISE e dalla Regione Piemonte, mentre la franchigia mobiliare non considerata sarà pari a 15mila e 493 euro. Analoghe franchigie varranno per gli interventi domiciliari destinati ad anziani e disabili. A proposito di disabili – precisa Tisi – per l’assistenza domiciliare si adotteranno integralmente le modalità ed i criteri previsti normativa regionale, fatta salva la possibilità di attivare, nei casi più gravi, progetti personalizzati al fine di favorire la permanenza in famiglia”.
Per quanto riguarda l’assistenza economica a favore di soggetti adulti abili al lavoro, l’erogazione dei contributi sarà condizionata dalle risorse che il bilancio dell’ente metterà ogni anno a disposizione. Secondo le nuove norme, l’assegnazione del sostegno economico dovrà essere legata a progetti di avviamento al lavoro (le precedenti regole non avevano tale vincolo) e, in altri casi, i contributi dovranno essere concessi per situazioni eccezionali, e previo progetto di accompagnamento all’autonomia predisposto dai servizi sociali, per sostenere le spese necessarie a soddisfare le esigenze personali di alimentazione, abbigliamento e igiene, o per pagare i costi di riparazione oppure di acquisto di mobili e apparecchi domestici e per la manutenzione ordinaria dell’abitazione.
Inoltre, per le nuove domande relative all’accesso ai servizi di domiciliarità e all’inserimento in strutture residenziali degli anziani autosufficienti e per gli interventi di sostegno economico destinati a loro, saranno anche adeguati i criteri relativi all’età. L’età minima per richiedere queste prestazioni assistenziali, salvo diversa valutazione da parte dei servizi sociali sulla base dei bisogni delle persone, passerà dai sessanta ai sessantacinque anni.
“Oggi come mai accaduto negli scorsi decenni – sottolinea l’assessore Tisi - il funzionamento del nostro sistema sociale è messo a durissima prova dalla drastica diminuzione dei trasferimenti nazionali e regionali. Inoltre per garantire la continuità e la sostenibilità del sistema e soprattutto garantire le fasce più deboli e con i redditi più bassi, occorre ripensare le modalità di finanziamento, facendo ricorso a un maggiore e migliore utilizzo delle risorse del territorio, recuperando i patrimoni delle Ipab e riducendo la compartecipazione alla spesa da parte del Comune per quelle persone che hanno disponibilità economica e patrimoniale, secondo i parametri definiti dalla normativa regionale. Ciò anche al fine di poter estendere la platea dei beneficiari aggredendo le liste d’attesa degli anziani non autosufficienti e continuando a poter garantire l’offerta di servizi diurni ai ragazzi disabili in uscita dal ciclo scolastico". (mge)


Pubblicato il 17 Maggio 2012

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