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Comunicato stampa

PREOCCUPAZIONI PER L'ASSISTENZA SANITARIA AI MIGRANTI E PER L"AMEDEO DI SAVOIA"

La commissione Sanità, presieduta da Lucia Centillo, si è riunita questo pomeriggio per l’audizione del Gruppo Immigrati e Salute (GRIS) del Piemonte, che ha espresso i propri timori di un progressivo smantellamento dei centri ISI (Informazione Salute Immigrati) operanti nelle ASL torinesi. Timori alimentati anche dalla mancanza, nella bozza di Piano socio-sanitario regionale in via di elaborazione, di qualsiasi riferimento all’assistenza sanitaria per i migranti, la quale, ha sottolineato per il GRIS Piemonte Luisa Mondo, “è un obbligo di legge, anche nei confronti degli immigrati non regolari”. L’assessore comunale alla Sanità, Elide Tisi, ha evidenziato l’importanza degli sportelli ISI per la prevenzione, specificando di aver già segnalato alla Regione la mancanza nel Piano in elaborazione del riferimento alla sanità per gli immigrati (anche per l’aspetto collegato all’area ostetrico-ginecologica, ha sottolineato Centillo, particolarmente rilevante in comunità con alto tasso di gravidanze e nascite)
Il direttore sanitario e i funzionari delle ASL To 1 e 2 hanno sostenuto che a Torino l’assistenza sanitaria agli stranieri è garantita e che non c’è intenzione di sopprimere gli sportelli ISI quanto di renderli più funzionali. La chiusura dell’ISI di via San Domenico, è stato detto, non ha portato ad un incremento dell’afflusso nelle strutture analoghe di via Monginevro (che registra invece una flessione del 13% circa), Lungo Dora Savona 24 e via Atzuni 8, dove l’afflusso è sostanzialmente stabile.

La presidente Centillo ha poi ricordato come “sia preoccupante la sottovalutazione dell’assistenza sanitaria agli immigrati, caratterizzati da un rapido degrado delle condizioni di salute, come dimostra l’aumento dei casi di tubercolosi o il tasso di mortalità e patologie in fase perinatale. Consultori e ISI svolgono la funzione di pediatri e medici di base e molti casi di persone che non possono accedere all’ISI ad esempio immigrati da Paesi comunitari, come i romeni, non iscritti al SSN e senza tessera europea ) sono dirottati sulle strutture di volontariato”.

La Commissione ha anche esaminato il caso dell’ospedale Amedeo di Savoia, partendo da un’interpellanza presentata da Silvio Viale e Lucia Centillo che raccoglie i timori espressi dal Comitato “Che fine ha fatto il nuovo Amedeo di Savoia?”, animato da Gruppo Abele, Sermig, ArciGay Piemonte, Lila, Torino Pride Gblt e altre associazioni. Alla luce del piano di riorganizzazione regionale della rete ospedaliera, l’ospedale di corso Svizzera, specializzato in malattie infettive, potrebbe essere trasferito o addirittura smembrato. Il commissario delle ASL To1 e TO2, Giacomo Manuguerra, ha a sua volta evidenziato l’importanza dell’Amedeo di Savoia, per il quale erano già stati stanziati fondi per la ristrutturazione che però non è stata effettuata. Il nosocomio di corso Svizzera ha anche reparti di geriatria, medicina generale, pneumologia, oltre ad essere un punto di riferimento per le malattie sessualmente trasmissibili o comunque infettive, ha spiegato Manuguerra, aggiungendo che in ogni caso si tratta di una struttura specialistica che non può essere considerata alla stregua di un piccolo ospedale zonale. L’assessore Tisi ha ricordato anche a questo proposito l’impegno del Comune ad un confronto con l’assessorato regionale.

C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 17 Gennaio 2012

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