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Comunicato stampa

SAGAT: DISCUSSIONE SULLA VENDITA DELLE PARTECIPAZIONI DEL COMUNE

Sulla nuova governance il Consiglio si dovrà esprimere nella prossima seduta

Il Consiglio comunale ha aperto la seduta del 19 dicembre con comunicazioni del Vicesindaco Dealessandri sull’operazione che ha portato alla cessione del 28% del pacchetto azionario in Sagat, e sulla imminente approvazione di un nuovo patto di governance. All’intervento di Dealessandri è seguito un dibattito.

Vicesindaco Tom Dealessandri: Il Consiglio è chiamato, a fronte dell’aggiudicazione a F2i del 28% delle azioni di Fct Holding in Sagat, ad approvare le necessarie modifiche statutarie. Ricordo che l’offerta di F2i di 35 milioni di euro, contro i 29 milioni di euro dell’altro concorrente, Sintonia, compatibilmente con il buon andamento dei conti e del raggiungimento di obbiettivi di efficienza, prevede tra tre anni la corresponsione di altri 5 milioni di euro. Non risponde a verità quanto pubblicato nei giorni scorsi da un quotidiano, secondo cui F2i avrebbe trattato l’acquisto delle quote di Sintonia, che è socio di Sagat (pari al 24% del pacchetto azionario), con un’offerta superiore a quella fatta a FCT Holding. L’offerta fatta a Sintonia è pari a quella fatta a FCT Holding.
Le modifiche statutarie proposte in questa sede sono mirate a garantire più ampi poteri decisionali al Cda di Sagat. L’Amministrazione ha il dovere di operare in questa direzione per garantire la governance della Società ridefinendone i patti con almeno il 60% delle quote dell’assemblea dei soci. Si tratta di garantire il miglior servizio ai cittadini che usufruiscono di questo servizio non pubblico, ma di pubblico interesse.

Maurizio Marrone (PdL): L’aeroporto è strategico per lo sviluppo di Torino, soprattutto in relazione al turismo.
Il sindaco aveva garantito il protagonismo della Città nella governance di Sagat, a partire dalla nomina da parte del Comune del presidente del Consiglio di amministrazione.
Le modifiche statutarie che la Giunta propone rendono la presidenza del Cda l’unica traccia del Comune nella società che gestisce l’aeroporto torinese e per di più svuotata da un ampliamento dei poteri conferito all’amministratore delegato, scelto dai privati.
Si riduce il ruolo del Cda, a partire dal fatto che si prevede una nuova nomina di tutto l’organismo nel caso di decadenza di singoli componenti.
Se si verificheranno le indiscrezioni che darebbero un privato intenzionato ad entrare in Sagat acquisendo anche il pacchetto azionario di un altro socio privato, finirà per essere svuotato il ruolo di indirizzo della Città nella gestione dello scalo aeroportuale. Inoltre il Comune perde anche il componente di sua nomina del Collegio sindacale.
E questo in un momento in cui il turismo viene considerato uno dei pochi ambiti di sviluppo perseguibili da parte di Torino.

Chiara Appendino (M5S): Concordo con quanto ricordato dal collega Marrone, ma vorrei aggiungere tre passaggi. A febbraio, meno di un anno fa, è stata approvata all’unanimità una delibera di iniziativa popolare che chiedeva il rafforzamento del soggetto pubblico nelle partecipate e oggi ci viene chiesto di votare l’esatto opposto.
Un altro punto riguarda la differenza tra la cessione di Amiat e TRM, per cui sussiste un vincolo di dismissione, cosa che invece non c’è per Sagat.
L’ultimo punto, invece, è nel merito della delibera, che non voteremo, con cui si cede il 28 per cento delle quote e si modifica lo statuto, e di fatto il Comune non conterà più niente.
L’aeroporto di Caselle, e quindi Sagat, ha un ruolo strategico per la Città. Bisognerà spiegare ai cittadini che hanno firmato la delibera popolare come mai ora si fa l’opposto di quanto approvato meno di un anno fa.

Vittorio Bertola (M5S): Siamo preoccupati per il futuro dell’aeroporto, sono stati tagliati molti voli e non si comprende come possa essere stato tagliato il volo Alitalia verso Amsterdam e altri voli di Raynair.
Risulta esserci un taglio del personale della ristorazione ed è stata cancellata la linea DoraFly.
Sono tanti segnali e non si vede il termine. Vorremmo capire gli effetti di questa cessione. Il soggetto privato in questi anni non ha fatto molto.
Torino è il 13esimo scalo in Italia, ci sarebbe lo spazio per crescere. Soffriamo gli scali milanesi, ma non è solo questo. Un aeroporto inefficiente frena il territorio.

Alessandro Altamura (Pd): Su questa delibera è stato fatto un lavoro importante. L’iter è stato lungo, ma si sono rese necessarie alcune verifiche in un quadro economico in continuo peggioramento. La crisi infatti ha colpito anche il settore aeroportuale. Flussi al ribasso delle presenze dei passeggeri negli aeroporti non hanno coinvolto soltanto lo scalo torinese, basti vedere l’andamento a Malpensa, Linate e Fiumicino.
La presenza della città nella Governance dello scalo non sarà di facciata, ma un vero e proprio presidio di garanzia sulla politica industriale dell’aeroporto. E questo rappresenta una possibilità di sviluppo con dei bonus positivi e garantisce ulteriori margini di miglioramento della società, anche in confronto a un quadro nazionale e internazionale in continua evoluzione e che vede i privati sempre più interessati a rilevare quote di società pubbliche.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Sagat è una delle “acrobazie” di vendita per rientrare nel patto di stabilità. Sono d’accordo con la vendita delle quote di un aeroporto che sicuramente non attrae gestioni intercontinentali e che troppo spesso viene surclassato da altri aeroporti del nord.
L’amministrazione ancora una volta ha chinato la testa di fronte a chi porta soldi e alla differenza tra l’offerta iniziale e quella in sede d’asta.
Bisognava battere di più i pugni, mettersi in una posizione di forza nei confronti di un privato che investe sicuramente per guadagnare e non per andare in perdita.


Nella sua replica Dealessandri ha detto: Come tutto il resto del Pese stiamo cercando di rientrare nel patto di stabilità e di acquisire risorse per sostenere investimenti a fronte dell’impossibilità di accendere mutui.
Non possiamo onestamente affermare che con il 10% di quote si possa gestire la Società, come non lo era con il 38%. Peraltro il Presidente mantiene prerogative importanti potendo convocare il Cda e decidere con esso spese, nei casi più importanti superiori a 5 milioni di euro.
Dando maggior potere al Cda, diamo maggior ruolo alla Città. E’ importante preservare in Sagat la presenza pubblica nell’ambito di un corretto rapporto con gli altri soci pubblici, Provincia e Regione.

Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.)


Pubblicato il 19 Dicembre 2012

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