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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2010


IL MUSEO DELLE MACCHINE ALLE OGM

Dal garage alla “Basilica” delle Officine Grandi Motori (OGM).

Sarà l’evoluzione del Centro Museo e documentazione storica del Politecnico di Torino (CEMED), che diverrà il museo delle macchine e della cultura industriale e tecnologica: L’OfT, ovvero l’Officina Torinese.

A confermare la nuova sede espositiva e la trasformazione del Cemed, è stato oggi l’assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri, in occasione della riunione della Quinta Commissione, presieduta da Marco Grimaldi, durante la quale è stato ascoltato il direttore del Centro, Vittorio Marchis.

Attualmente, il Centro Museo e documentazione storica del Politecnico di Torino è ospitato, sin dalla sua nascita (1997), negli angusti spazi di via Cavalli 22/H (poco più che un garage). La maggior parte delle opere (macchine industriali, anche molto ingombranti) sono stipate in alcuni container, mentre altre sono esposte all’aperto negli spazi del Politecnico in corso Duca degli Abruzzi 24. La collezione di alianti è invece ospitata in un sottotetto, mentre la raccolta di motori aeronautici è in una cantina (al Politecnico di Torino nel 1912 è nata la prima Scuola aeronautica).

L’OfT nascerà per recuperare il patrimonio delle macchine industriali raccolte dal Politecnico di Torino in 150 anni di attività, ma accoglierà anche collezioni della Città di Torino (ora conservate nell’ex macello di corso Ferrara) e di privati.

Il museo sarà una sorta di “archivio intelligente” delle opere, liberamente accessibili e consultabili. Sarà in rete con il Museo Torino e con il nuovo polo museale di via del Carmine (lì, accanto al Museo diffuso della Resistenza, tra tre anni dovrebbe infatti sorgere il Museo diffuso del Lavoro a cura dell’Ismel, l’Istituto per la memoria del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali).

I lavori di demolizione alle OGM inizieranno l’anno prossimo. In primavera sarà avviata la progettazione del museo delle macchine, che verrà ospitato nei 1.600 metri quadrati della cosiddetta “basilica”, alta 18 metri.

“Torino - ha dichiarato il direttore Vittorio Marchis - ha bisogno di avere un luogo dove conservare almeno come archivio le memorie materiali della città. Altrimenti in queste trasformazioni veloci e violente si rischia di perdere gran parte della nostra storia. La cultura industriale e tecnologica, infatti, non è fatta solo di carta, ma anche di macchine sulle quali hanno versato ettolitri di sudore migliaia di operai”.

La Commissione consiliare Cultura effettuerà un sopralluogo nell’attuale sede espositiva di via Cavalli 22H, il prossimo 16 novembre.

(M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 1 Ottobre 2010


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