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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2010


COMUNICAZIONI IN AULA: MANOVRA ASSISTENZA 2010

In apertura della seduta odierna del Consiglio comunale l’assessore ai Servizi sociali Marco Borgione ha spiegato lo stato dell’arte sulle dotazioni finanziarie del settore assistenza per il 2010.

L’assessore ha ricordato la grande tradizione del Comune di Torino in merito agli stanziamenti per i servizi sociali: “La città di Torino ha finanziato con risorse proprie il 62,85 per cento dell’assistenza, rispetto a una media in Piemonte del 27,9 per cento.
“Il bilancio del Comune è stato costruito in base al bilancio tecnico approvato dalla Regione. Oggi, con l’assestamento regionale di fine luglio non solo non sono stati ripristinati i fondi straordinari 2009 anticrisi, ma si è aggiunta un’alteriore riduzione di 12 milioni complessivi.
“Il differenziale 2010 rispetto al 2009 degli stanziamenti dedicati al welfare ammonta a un totale di circa 37 milioni. Un’operazione che per il Comune di Torino significa circa 7.600.000 in meno di trasferimenti per l’assistenza.
“La prospettiva è quella di chiudere i servizi negli ultimi mesi del 2010, o prevedere una penalizzazione parziale delle singole prestazioni per garantire ancora a tutti il mantenimento complessivo delle prestazioni erogate”.

I Consiglieri hanno dato vita a un dibattito sul tema. Nell’ordine, sono intervenuti:

Domenico Gallo (Nuova sinistra per Torino): Nonostante le responsabilità accumulate dal centro destra negli anni in cui ha governato, il primo atto del presidente della Regione, Roberto Cota, è stato cacciare il direttore dell’ Asl 2.
Ora, con i tagli al Welfare comunale operati dalla Regione, è chiaro ed è inevitabile che l’anno prossimo le rette dei servizi dovranno aumentare. Ma il Comune deve respingere questi provvedimenti, perché la spesa non è dovuta ad inefficienze ma alla necessità di garantire servizi alle persone. Chiedo che la Regione ridiscuta con il comune le politiche per il welfare e invito la Lega a prendere una posizione dato, che ha voluto presentarsi in questi anni come difensore dei cittadini e dei lavoratori a fronte di una sinistra considerata incapace di farlo.

Maurizio Bruno (Moderati): Vorrei dei chiarimenti sulle motivazioni che giustificano un taglio così forte. Motivazioni che non riesco ad intuire.
Anche perché quella del sociale è una parte di spesa che dovrebbe essere incrementata, soprattutto in un periodo di forte crisi come quella che stiamo attraversando. Serve, insomma, particolare attenzione per le categorie maggiormente a rischio: anziani, disabili, giovani e famiglie in difficoltà colpite invece in modo sistematico da questi tagli.
Facciamo attenzione a non portare questa società allo scontro sociale, che magari non è prossimo, ma potrebbe comunque verificarsi.

Andrea Tronzano (Forza Italia – Pdl) La Giunta Cota ha da subito ritenuto di dare risposte concrete al problema del lavoro. Per raggiungere questo obiettivo e per sostenere persone disoccupate e in cassa integrazione ha ridotto gli stanziamenti sulle politiche sociali di 20 milioni di euro, ridotti a 12 nell’assestamento di bilancio. Si è cominciato a ridisegnare il sistema del welfare piemontese, nell’ambito sanitario ed assistenziale, un sistema incapace di dare risposte ai bisogni delle persone.
La Regione intende superare il riparto basato sulla spesa storica che ha premiato gli enti gestori dei servizi socio assistenziali in modo poco trasparente e poco equa sul territorio regionale.
La Giunta Bresso aveva già fatto dei tagli alla spesa nel 2009, ma nessuno aveva sollevato polemiche.
L’attuale giunta regionale ha individuato tre aree di bisogni: famiglie e minori, disabili, persone anziane non autosufficienti.
Il taglio di cui si lamenta la Città di Torino, non è di 8 milioni di euro ma di 2.800.000 euro, quindi chiediamo se si siano fatti male i conti o se si tagli dove non c’è allineamento politico.
Il fondo regionale disabili dal 2009 al 2010 è cresciuto di 1 milione di euro e consente alla Città di mantenere gli impegni assunti.

Antonello Angeleri (Lega Nord): In Regione abbiamo ereditato una situazione economica difficile. Basti pensare alla parcella milionaria dell’architetto Fuksas e ai 26 milioni di euro promessi alle associazioni del volontariato culturale. La Bresso ha accumulato 2,5 miliardi di deficit nella sanità. Ora, in 45 giorni, la Giunta Cota ha messo insieme 400 milioni per dare un futuro al Piemonte, con una politica di investimenti che non prevede un continuo aumento della spesa sociale. Solo 7 Comuni hanno ricevuto meno fondi dalla Regione: Torino (-11%), Ciriè, Grugliasco, Pianezza, Rivoli, Vercelli e Novara. Tutto il resto del Piemonte ha mantenuto la spesa storica.

Andrea Giorgis (Partito democratico): Ci siamo interrogati molto sul senso di questa misura, ma anche da ciò che abbiamo sentito in questa aula, la nostra preoccupazione aumenta: non capiamo come tagliando 8 milioni di euro alla spesa sociale possa venire meno “la rigidità” della stessa. Né capiamo come si possa ignorare la normativa che prevede che le risorse assegnate debbano essere almeno pari a quelle del bilancio precedente: questo principio di stabilità e di gradualità, peraltro, è stato affermato anche in una sentenza del 1988 della Corte di Costituzionale.
Inoltre la Regione fa venir meno quel criterio che per promuovere l’impegno delle Amministrazioni attribuisce tante più risorse quanto maggiore è l’ammontare che le stesse Amministrazioni destinano.
Se non c’è l’intenzione di punire gli amministratori di centro-sinistra, si dica allora chiaramente che in Regione si ritiene che i cittadini torinesi ricevano troppo, che ricevono troppo le persone con disabilità e le persone non autosufficienti.

Monica Cerutti (SEL): Credo che, anche a fronte dei dati tecnici forniti in aula dall’assessore Borgione, valga la pena fare alcune considerazioni politiche. Quale, ad esempio, capire il passo successivo in esito al dibattito che stiamo svolgendo oggi. Crediamo, quindi, che il Comune di Torino debba modificare il rapporto con la Regione: non più decidendo di collaborare settore per settore ma elaborando un’interlocuzione complessiva, partendo dall’individuazione di priorità (è il ‘sociale’ lo è) e verificare se esistano i presupposti per continuare la collaborazione su tutti i campi.
Nel merito della questione di oggi, vale ancora la pena ricordare che la Giunta regionale dichiara che quando ci sono difficoltà tutti devono fare sacrifici ma qui i sacrifici sono chiamati a farli solo le fasce deboli

Carlo Zanolini (Partito pensionati e invalidi): Nelle società avanzate emergono nuove forme di economia, come la Green Economy e soprattutto la Social Economy. Non è possibile pensare a politiche di sviluppo del lavoro e dell’occupazione prescindendo dagli investimenti nel sociale.

Mario Carossa (Lega Nord): Il primo punto è abbattere la spesa storica del settore assistenza, non va bene a livello nazionale e tanto meno per il Comune di Torino.
Per quanto riguarda i contributi della Regione, la Giunta regionale ha la sensibilità per valutare eventuali variazioni al Bilancio che possano venire incontro alle necessità, e lo farà entro fine novembre. Ma una cosa è certa: se non vi sono molti fondi disponibili la città di Torino dovrà dare priorità alle prestazioni nei confronti dei cittadini italiani.

Gavino Olmeo (Alleanza per l’Italia): Cota, la Lega e il Pdl fanno propaganda: mentre annunciano contributi per i pannolini, tagliano 7,9 milioni di euro all’assistenza. Dicono di investire sul lavoro attivo, ma non a favore di nuova occupazione bensì con fondi per le imprese. Insomma Cota toglie soldi alle famiglie più deboli e li regala agli imprenditori.

Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): Il dibattito di oggi è doloroso e preoccupante e andrebbe approfondito in Commissione, data la complessità degli argomenti. Anche il Comune di Torino dovrebbe rivedere spese e organizzazione dell’assistenza sociale, per incrementare i servizi.
In un’ottica diversa da quella della Regione Piemonte, che, nella relazione dell’assessore Ferrero, considera il cittadino non come una persona dotata di diritti, ma come un consumatore che può scegliere sul mercato i servizi socio-sanitari. Non è così.

Marco Calgaro (API): Provo la sgradevole sensazione di trovarmi di fronte ad una Regione che ha rinunciato alla programmazione in favore di una campagna elettorale già cominciata. Una Regione che strilla di pannolini gratis ai bambini e poi decide di tagliare il welfare.

L’assessore Marco Borgione ha infine replicato: Credo che questo dibattito abbia evidenziato una diversa visione politica. Meno male. Rimango comunque perplesso dalla superficialità con cui la Regione ha trattato il tema che stiamo discutendo.
In particolare vorrei poi sottolineare che la ricerca di maggiori risorse per il lavoro non debba passare attraverso una riduzione degli investimenti sul sociale.

Il sindaco Sergio Chiamparino ha concluso il dibattito ricordando anche che: “In relazione alle operazioni di riconteggio delle schede elettorali dal 18 agosto, siamo pronti a mettere a disposizione il personale, i camion e la scuola Cervi. Con costi a carico dell’Amministrazione, compresi quelli del personale, purchè ce ne sia fatta richiesta scritta.”
Concordo con Giorgis sul fatto che le competenze regionali sono di legiferare e programmare, però se le Regione si mette a fare anche gestione, affiancando l’Ente Locale, lo faccia mettendo in gioco risorse e non sottraendole.
Ci viene detto che le priorità in Regione sono individuate nel lavoro: sono d’accordo, dico solo che per quella priorità si trovino i soldi da un’altra parte e non sottraendoli al Welfare.
Togliendo risorse a Torino, soprattutto, ma anche alle altre città medio-grandi del Piemonte, come Novara e Vercelli, si sbaglia perché si tolgono proprio a quelle Amministrazioni che affrontano emergenze sociali di maggior gravità e complessità.
Quanto alla spesa consolidata ed ai costi standard dell’Asl 2, commissariata dalla Regione due mesi e mezzo fa, si distingua tra le due cose: infatti i costi standard dell’Asl 2 sono più bassi delle altre Asl che possono diluire i propri nei costi delle Aziende ospedaliere.
Non è nella mia tradizione né in quella della sinistra giocare al “tanto peggio tanto meglio”.
Se i tagli rimarranno ristruttureremo la spesa senza lasciare intere categorie di cittadini senza servizi, senza bloccare i fondi Urban o aspettare di vedere se i cittadini vengono a manifestare in Municipio o davanti alla Regione. Alla Regione faccio un appello perché faccia un mezzo passo indietro e accetti di ripensare assieme ai comuni, in termini innovativi in che modo si possono garantire risorse sufficienti a tutti, perché è chiaro che solo con l’innovazione si può pensare di fare bastare le risorse.

Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 13 Settembre 2010


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