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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2009


“OPERAZIONE CONDOR”, CORRUZIONE E PECULATO: 22 MISURE CAUTELARI ,6 ARRESTI DOMICILIARI, 16 OBBLIGHI DI FIRMA ,40 PERQUISIZIONI LOCALI E DOMICILIARI

In data odierna è stata effettuata da personale del Corpo di Polizia Municipale una vasta operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino.

L’operazione ha portato ad eseguire 22 misure cautelari, (6 arresti domiciliari e 16 obblighi di firma) e 40 perquisizioni locali e domiciliari: conducenti di carri attrezzi del soccorso stradale e carrozzerie per avvantaggiarsi nei recuperi di veicoli coinvolti in sinistri stradali ed essere sistematicamente i primi intervenuti in qualsiasi località, detenevano ed utilizzavano illegittimamente apparati radio dati in uso al personale del Corpo di Polizia Municipale ascoltandone le comunicazioni di servizio.

Le indagini, iniziate nel mese di marzo 2009 sono derivate da segnalazioni sull’uso improprio di alcuni apparati radio, avviate attraverso il sistema dei controlli interni, in atto presso la Polizia Municipale.

L’indagine trae origine da una preliminare informativa di reato del Nucleo di PG della Polizia Municipale ove si segnalava la possibilità che radio trasmittenti in dotazione a componenti della polizia municipale, a causa di alcune anomalie riguardanti la posizione e il movimento delle stesse, potessero essere impiegate per fini non connessi al corretto loro utilizzo istituzionale. In particolare dai controlli effettuati dal Comando si accertava che alcuni apparati radio segnavano un movimento anomalo non riconducibile all’utilizzo istituzionale: i tracciati risultavano su celle sempre sovrapponibili a posizioni di determinati carri attrezzi di soccorso stradale. Emergevano gravi indizi sul fatto che i carri attrezzi, pur non avendo titolo per detenere e/o utilizzare gli apparati radio di cui sopra, fossero in ascolto delle comunicazioni della centrale operativa del Corpo di Polizia Municipale di Torino, al fine di avvantaggiarsi, nel loro servizio di soccorso stradale per il recupero di veicoli coinvolti in sinistri stradali. I gravi indizi trovavano oggettivo riscontro laddove la movimentazione a video dei tracciati delle radio Tetra oggetto del monitoraggio coincideva con gli spostamenti su strada degli stessi carri attrezzi pedinati a vista da personale del Corpo di Polizia Municipale in stretto contatto con le unità tecniche preposte ai controlli di video tracciamento.

Dai controlli, pedinamenti, appostamenti ed altre indagini effettuate nei confronti dei conducenti dei carri attrezzi, emergevano altresì responsabilità a carico di alcuni componenti del Corpo di Polizia Municipale i quali cedevano in uso l’apparato radio ai conducenti dei carri attrezzi, per trarne illeciti vantaggi.

Il possesso illegittimo degli apparati radio da parte di titolari e/o dipendenti delle diverse carrozzerie, garantiva agli operatori la priorità di intervento per le specifiche del servizio reso. Monitoraggio di utenze telefoniche, pedinamenti, documentazione video-fotografica, hanno consentito di portare alla luce un sistema corruttivo che presuppone l’illecito uso delle radio; infatti i vecchi scanner (ricevitori radio spesso utilizzati anche per captare comunicazioni tra le varie forze dell’ordine) non possano sintonizzarsi e/o intercettare comunicazioni e dati propri del sistema radio Tetra. Il Corpo di Polizia Municipale di Torino ha assegnato le radio portatili del sistema Tetra, quale dotazione individuale ed univoca, fissando rigide ed incontrovertibili regole per l’utilizzo delle stesse, prevedendo in particolare in caso di smarrimento e/o furto l’obbligo di denuncia. L’adozione del sistema Tetra ha fatto sì che nessuno, se non autorizzato, potesse accedere alle conversazioni e comunicazioni della Polizia Municipale di Torino.

Le ipotesi di reato prospettate dalla Procura e cioè peculato, corruzione, e intercettazione di comunicazioni riservate, sono state accolte in pieno dal Gip che ha applicato ai pubblici ufficiali la misura degli arresti domiciliari e ai privati titolari delle carrozzerie e ditte di soccorso stradale quella dell’obbligo di firma.
Nella sua ordinanza il Gip ha sottolineato la gravità dei fatti commessi e il rischio sia della loro reiterazione che di inquinamento probatorio.

L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica ha visto la proficua collaborazione e l’impiego operativo di diversi Reparti del Corpo.

Si sottolinea che il coinvolgimento di pochi agenti del Corpo di P.M. nell’attività illecita, nulla toglie alla qualità e all’impegno degli appartenenti al Corpo che quotidianamente operano con estrema professionalità e correttezza per garantire i servizi alla Città ed ai cittadini.(G.Str.)

Torino, 17 Novembre 2009


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