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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2009


MOSCHEA DI VIA URBINO. Il dibattito in Consiglio Comunale

Ilda Curti (assessore alle politiche d’integrazione):
Il sindaco Chiamparino ha lasciato a Ilda Curti, il compito di fare le comunicazioni sollecitate dalla Lega nord e relative alla notizia della creazione di una moschea in un edifico di via Urbino 5. Si tratta di un locale acquistato dalla comunità di credenti della moschea della pace di Porta Palazzo, costituitisi in associazione ONLUS e destinato ad una ristrutturazione che non prevede la costruzione di un minareto, ha precisato l’assessore.
Richiamando la tradizione e le norme sul rispetto della libertà di culto che risalgono a Carlo Alberto, gli articoli 3, 8, 19 e 20 della Costituzione ed anche il principio di laicità delle istituzioni, Curti ha messo in evidenza la necessità di fare politiche sistematiche nel campo delle confessioni religiose. Sottolineando che la comunità dei credenti di fede musulmana a Torino ammonta a circa 30.000 persone di molte diverse nazionalità, che hanno nella lingua italiana lo strumento comune per la comunicazione, Curti ha affermato che è opportuno superare questa fase caratterizzata dalle moschee-garage. Tale superamento è non solo un diritto dei fedeli, ma anche una garanzia per tutti i cittadini nei confronti di luoghi di preghiera occulti e predicatori fai da te.

Mario Carossa (Lega Nord Piemont Padania):
L’assessore Curti ha sorvolato sul fatto che avete tenuto nascosto questo progetto dal novembre del 2007. Perché? Per paura dei cittadini? Se non veniva svelato da “La Padania” continuavate a nasconderlo.
Non ne avete parlato nemmeno con tutti i componenti della Giunta. Sono sempre più convinto che bisogna fare il possibile per opporsi. Io sono assolutamente contrario all’apertura di moschee. Intendo difendere i cittadini, l’impatto che questo progetto può avere sul quartiere. E infine la questione degli alloggi che avranno il proprio valore dimezzato.
La Lega Nord è contraria e vorrei una risposta sul perché non avete detto niente da novembre 2007.

Roberto Ravello (An–Pdl):

Nessuno può negare la difesa dell’identità e l’identità che ho sempre difeso è quella legata alla libertà ed al rispetto dei diritti e dei doveri. In ragione di questo, la libertà di culto è un valore, un diritto che va garantito ma è imprescindibile il coinvolgimento dei cittadini. Chiediamo garanzie, l’esclusione dei fondamentalisti e di tutti i piccoli centri a rischio. In questo caso daremo appoggio al progetto ma se non avremo queste garanzie, chiederemo un referendum cittadino.

Gavino Olmeo (Partito Democratico):
La Costituzione nei suoi principi fondamentali recita l’uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso, razza, lingua e religione e che tutte le religioni sono libere davanti alla legge e tutti hanno diritto di professare la propria fede religiosa.
La libertà di culto è un diritto fondamentale, tutto all’interno della legge così come quando si costruisce una chiesa o una sinagoga.

Vincenzo Cugusi (Sinistra Democratica):
La Costituzione italiana riconosce tutte le confessioni religiose ugualmente libere. L’immobile di via Urbino è destinato ai servizi pubblici, e può regolarmente ospitare una moschea. E’ opportuno dare visibilità a tutte le comunità e non, invece, fomentare dei fondamentalismi.

Domenico Gallo (Gruppo Comunista):
Sarà mai un crimine autorizzare una moschea? Sono spaventato da molti interventi dei consiglieri in Aula. Occorre un maggior senso di responsabilità da parte di coloro che militano nelle file dei partiti di governo evitando di spaventare inutilmente i cittadini.

Marco Grimaldi (Sinistra Democratica):
Ricordando le parole di ieri sera della centenaria senatrice, Rita Levi Montalcini che auspicava la vittoria delle attività neo corticali rispetto a quelle libico emotive, si è dichiarato felice per questo segno di civiltà.
Inoltre, ha ricordato che la Mole fu concepita inizialmente come sinagoga. Un posto, nato come luogo di culto di un’ altra religione, che è diventato il simbolo della città.
“Ringrazio l’assessore Curti che con questa iniziativa fa sentire gli amici Giovani Islamici d’Italia più italiani”.

Andrea Tronzano (Forza Italia – Popolo della Libertà):
Via Urbino non è un luogo adatto per ospitare un luogo di preghiera. E’ nella zona di corso Principe Oddone, un’area difficile per la sicurezza in città. Si ripropone lo stesso problema di via Genova, un tempo ipotizzata sede della nuova moschea. Siamo contrari a questa soluzione.

Antonello Angeleri (Lega nord):
Quando l’assessore Curti parla di integrazione deve pensare che la richiesta di sicurezza, particolarmente forte in borgata Aurora, richiede un confronto che fino ad ora è mancato.



Sergio Chiamparino (Sindaco):

Nella sua replica conclusiva Sergio Chiamparino ha ricordato che con il
ministro Roberto Maroni i clandestini sono aumentati del 108% e che vi sono
responsabilità che lo Stato non assume adeguatamente nella gestione della
loro presenza sui territori. L’odierna telefonata ricevuta dal ministro per
sollecitare una riunione sul tema è comunque un fatto positivo.
L’Amministrazione, ha continuato il Sindaco, ha operato tutte le verifiche
possibili, in relazione a questo nuovo luogo di culto che, sostituendo quello precario di corso Giulio Cesare, opererà anche per il sostegno all’integrazione dei cittadini stranieri di fede islamica. I risultati di quegli accertamenti incoraggiano a proseguire. Altre verifiche sono possibili ma hanno carattere controspionistico e diplomatico e non possono essere svolte che dallo Stato. A tale proposito il sindaco si è impegnato a scrivere una lettera ai ministri Maroni e Frattini ed a riferire al Consiglio sui risultati di quegli eventuali ulteriori accertamenti. Per questa ragione, appellandosi direttamente ai suoi interlocutori, il Sindaco ha ricordato loro che il Marocco è uno stato laico, i cui rappresentanti hanno abbandonato per protesta il consesso in cui il capo di stato dell’Iran proferiva minacce nei confronti di Israele ed ha detto che il principio di reciprocità nel rispetto della libertà di culto deve essere interpretato in modo alto e mai negando a qualcuno, nel nome di quel diritto, la libertà di professare la propria fede.

S.L. Ufficio stampa del Consiglio comunale







Torino, 27 Aprile 2009


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