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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2007


SICUREZZA E NOMADI A TORINO: IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

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Dibattito sulla sicurezza e presenza dei nomadi in città questo pomeriggio a Palazzo Civico, durante la riunione del consiglio comunale.

Il sindaco Sergio Chiamparino ricordando come maggioranza e opposizione abbiano colto, prima di altre città, la percezione di insicurezza tra i cittadini, ha evidenziato come questa sia più elevata rispetto ai fatti che accadono.

Il fenomeno, ha poi spiegato, è stato affrontato con la logica di dare risposte senza ulteriormente alimentare l’onda di tensione che lo accompagnava: costruendo, insieme a quasi tutte le forze politiche il tavolo della sicurezza e offrendo un contributo alla realizzazione del “pacchetto sicurezza” predisposto dal Governo.

Si è quindi soffermato sull’attuazione del “patto sicurezza”, siglato in primavera con il Ministero dell’Interno, sottolineando come i programmi siano rispettati. La legge regionale, in via di approvazione, potrà garantire la copertura finanziaria utile al completamento dell’installazione di strumenti di videosorveglianza in città.

Ha ricordato, inoltre, come questa debba essere anche garantita dalla Polstrada ai caselli autostradali, in accesso e in uscita dalla città.

Intervenendo, invece, sulla presenza dei Rom e dei nomadi, ha dichiarato che, per questo ambito, la situazione è più critica, soprattutto coloro che provengono dalla Romania, dopo il suo ingresso nell’Unione europea.

“Siamo vicini ad una soglia di emergenza” – ha detto – descrivendo i numeri della presenza dei nomadi a Torino.

Sono 800 le presenze nei campi nomadi regolari, costituite da Sinti e persone provenienti dalla ex Jugoslavia. Ammontano invece a circa 1200 le persone, Rom e Romeni, che vivono in aree non legali, tra la città e l’area metropolitana.

“Anche al nuovo prefetto – ha aggiunto Chiamparino – riproporremo la necessità di realizzare un nuovo campo nomadi attrezzato e regolare”, evidenziando come altri campi più piccoli andrebbero predisposti in varie zone della provincia.

Ha inoltre rilevato come siano state eliminate alcune zone a rischio sotto molti punti di vista, dal piano sociale a quello igienico sanitario, come in strada del Portone, la sponda destra della Stura, dove si è passati da 250 residenti del 2006 a 16 di oggi, o la sponda sinistra, dove si è dimezzata la popolazione nomade, da 500 a 250.

Si è operato con sgomberi graduali e articolati, senza operazioni spettacolari, ma con interventi mirati a distinguere le diverse situazioni di criticità sociali.

Questo ha anche permesso i controlli sulle situazioni di illegalità, grazie ai quali è stato possibile l’allontanamento di alcuni soggetti dal nostro Paese.

Infine, il sindaco ha rivolto l’invito a non strumentalizzare il tema sicurezza sottolineando come, invece, occorra ridare più autorevolezza alle istituzioni e più autorità alla legge.

Agostino Ghiglia (AN): Il tema della sicurezza è per noi un impegno costante, senza alcuna strumentalizzazione. A Torino c’è un’emergenza criminalità, sottovalutata dal centrosinistra, che non può essere definito come un “problema di percezione”, i reati sono cresciuti del 64% in un anno, a Stura sono tornati gli spacciatori. Nessun esponente dell’amministrazione ha partecipato alla manifestazione di Porta Palazzo contro la criminalità. Siamo contrari a nuovi campi nomadi “di transito” , occorre impedire la proliferazione degli insediamenti illegali.

Andrea Giorgis (L’Ulivo): Le risposte del sindaco ci rassicurano. Da anni questa maggioranza è impegnata sul terreno della sicurezza, sostenendo e stimolando le forze dell’ordine, coniugando l’attenzione alla sicurezza con l’applicazione del principio della responsabilità individuale, cosa a volte difficile quando si tratta di provvedimenti politico-amministrativi. La Giunta ha lavorato senza cadere nella tentazione di misure demagogiche: ad essa chiedo di tenere ferma la propria capacità di non farsi condizionare da un clima di paura e intolleranza.

Antonello Angeleri (UDC): I reati sono in crescita, Torino è al terzo posto in Italia per borseggi e scippi, le rapine sono aumentate del 16% in un anno. Sono dati ISTAT, non nostri. Sui nomadi, è dal 1975, dalla prima giunta Novelli, che questa città dedica loro eccessiva attenzione: oggi si propongono nuovi campi, incrementandone l’arrivo. In questo Paese manca la certezza della pena: c’è il pericolo che l’Italia – e Torino in primo luogo – finiscano per diventare un ricettacolo di criminalità.

Giuseppe Lonero (La Destra): Ci sono interi quartieri dove la gente ha paura di uscire la sera. Dovremmo dire loro che si sbagliano? Le vostre attività di contrasto sono tamponi provvisori, per la sinistra e per questa amministrazione la sicurezza non è una priorità. La Polizia Municipale invece di essere mandata a fare multe, andrebbe usata per presidiare il territorio cittadino. Infine, è chiaro che non si può pensare di accogliere in maniera definitiva tutti i nomadi.

Daniele Cantore (Forza Italia): Il sindaco sbaglia a dire che va tutto bene. Occorre battere i pugni col governo per questa città, che non merita di essere “la Cenerentola d’Italia”. La mancata attuazione del piano di sicurezza è denunciata anche dai sindacati di polizia, che evidenziano la mancanza di uomini e mezzi rispetto a quanto promesso. Sembrava che il problema non riguardasse il centrosinistra che, infatti, lo ha affrontato tardivamente.

Monica Cerutti (Sinistra Democratica): Non bisogna sottovalutare la domanda di sicurezza. Il problema non è né di destra né di sinistra, ma i programmi esposti dal sindaco e dall’assessore Borgogno, che coniugano legalità e solidarietà, sono risposte politiche di sinistra. Non servono provvedimenti di bandiera nati da spinte emotive. Un’altra emergenza riguarda la violenza sulle donne, della quale si parla poco e per la quale auspico l’approvazione della proposta di legge regionale di iniziativa popolare sulle “case segrete” e un’azione più incisiva del governo.

Giuseppe Borgogno (Assessore Polizia Municipale): Riguardo al problema dei parcheggiatori abusivi, diversamente da altre città, non abbiamo voluto affrontare solo il fenomeno in sé, ma anche gli atteggiamenti puniti dal codice penale: la violenza privata e l’estorsione. Oltre a sequestri e sanzioni, la Polizia Municipale ha effettuato diversi arresti, che aumenteranno in seguito all’installazione delle telecamere.

In merito al Parco Stura, martedì 27 novembre verrà portata in Giunta una deliberazione per proseguire anche d’inverno le attività proposte la scorsa estate. Le feste non abbattono lo spaccio e la delinquenza, ma servono a restituire ai cittadini un pezzo del territorio da cui erano stati estromessi.

Infine, sui campi nomadi, la logica dello sgombero senza una politica seria, non serve a nulla. Nei campi, i rom sono solo una parte: ci sono molti romeni spinti in Italia soltanto dalla miseria. Quindi, occorrono interventi selettivi, che tengano insieme il contrasto all’illegalità con, quando ciò è possibile, autentici percorsi di integrazione.

Mario Carossa (Lega Nord): Non voglio fare polemica, ma invito il Sindaco, tra un viaggio a Toronto e uno in Romania, a fare un giro a Treviso. Invito i Consiglieri a prendere i mezzi pubblici, a fare la spesa a Porta Palazzo, ad andare in corso Giulio Cesare o in altre zone di periferia. Degrado e delinquenza sono sotto gli occhi di tutti: non ci sono state “ricette vincenti” sulla sicurezza. Dopo un anno che presento interpellanze, la situazione dei campi nomadi abusivi lungo la Stura e via Germagnano è invariata. Nessuno fa niente, anzi si vuole creare un nuovo campo, che attrarrà altri nomadi. Il 1° dicembre la Lega Nord allestirà 70 gazebi per ascoltare i problemi dei cittadini: invito il Sindaco a venire a sentirli.

Domenico Gallo (Comunisti Italiani): La sicurezza è un tema importante. Siamo in una fase di difficoltà sociale. C’è una diffusa sensazione di insicurezza, alimentata da azioni di “sciacallaggio politico”, che gettano benzina sul fuoco. Bisogna avere invece senso di responsabilità e di equilibrio, per affrontare tutti insieme il problema della sicurezza. L’azione politica non deve alimentare l’allarmismo. Sono accaduti fatti gravissimi, nati in contesti di degrado. Noi dobbiamo intervenire nelle zone di degrado e colpire il racket della droga, della prostituzione, della criminalità organizzata.

Gaetano Porcino (Partecipazione Democratica): A tratti, stasera ho avuto l’impressione di non capire di che cosa stessimo parlando. Ci sono due schieramenti politici prestabiliti che si scontrano secondo logiche predefinite. Non voglio fare la difesa del Sindaco o del Governo, ma non si può parlare soltanto di lavavetri e posteggiatori abusivi. Questo è il governo che ha fatto arrestare i più grandi latitanti della criminalità organizzata. I posteggiatori non li debella nessuno, neanche nelle altre città, e non esiste una ricetta sulla sicurezza per risolvere tutti i problemi

Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): Vorrei soffermarmi sulla questione sollevata dal Sindaco: la percezione dell’insicurezza. E’ una questione di soggettività, che dipende dal vissuto delle persone, che si tinge di colori diversi a seconda degli individui. I politici non devono quindi alimentare un clima di odio e intolleranza. Bisogna cucire le relazioni, non creare fratture. Dobbiamo avviare azioni di ascolto e di prossimità, per essere vicini ai cittadini sul territorio. Farò un giro di consultazioni in Quarta Commissione per sentire qual è la situazione nelle Circoscrizioni.

Vincenzo Cugusi (Sinistra Democratica): Oggi forse si dimenticano la storia di Torino e le politiche che sono state fatte. Qui è nato il concetto di “sicurezza integrata”, poi ripreso in tutta Europa. Abbiamo ideato progetti per le periferie e politiche per immigrati nomadi, ad esempio a San Salvario e a Porta Palazzo, con “The Gate”. Il concetto di sicurezza non coincide con quello di immigrazione: su 3 milioni di cittadini extracomunitari regolari, solo il 2% delinque. Bisogna lavorare per garantire il controllo del territorio da parte della Polizia e creare un rapporto di fiducia con le forze dell’ordine.

Infine ha concluso il sindaco: Questi dibattiti sarebbero utili se davvero si discutesse nel merito. Le comunicazioni in aula dovrebbero essere un momento di confronto. Parlare di percezione della sicurezza non significa sminuire il problema: la percezione muove da fatti reali, ma finisce per condizionare la vita della comunità in modo sproporzionato rispetto ai fatti stessi. I dati ISTAT citati riguardano l’anno delle Olimpiadi, quando la gente che affollava le strade del centro e dei quartieri non aveva certo la sensazione che i reati fossero in aumento. Sui nomadi, non è vero che vogliamo attirarli in città: abbiamo proposto al prefetto l’istituzione di campi nell’area metropolitana proprio per non congestionare Torino. Penso alla Francia, dove la legge prescrive aree di transito per nomadi in tutti i Comuni. Occorre ridurre le criticità. Gli obiettivi del Patto per la sicurezza sono stati rispettati, manca solo per ora il “tassello” che riguarda la task force della Polstrada. E la nostra ordinanza sui posteggiatori abusivi è pienamente operante, diversamente da quanto accaduto in un primo tempo a Firenze.

C.R. - F.D'A. - M.Q. - Ufficio stampa Consiglio comunale

Torino, 12 Novembre 2007


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