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Ufficio Stampa

COMUNICATI STAMPA 2007


L'AFFIDAMENTO FAMILIARE MOLTIPLICA LA SOLIDARIETA'

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L’Amministrazione comunale rivolge un appello ai torinesi affinché accolgano nella loro casa bambini e neonati che temporaneamente debbono lasciare mamma e papà. Al momento si tratta di 150 piccoli, anche se le cifre del disagio sono in crescita. I motivi alla base di un ricorso a tale forma di solidarietà è l’irrompere acuto di un malessere, la rottura dell’unità familiare, un lutto improvviso. Traumi che possono gettare nel panico anche le persone più temprate. La stretta rete dell’assistenza sociale pubblica torinese è a supporto di tutti i cittadini in pericolo, tuttavia quando a essere protagonisti indiretti, loro malgrado, sono i bambini, soprattutto quelli che hanno un’età che va dai pochi mesi ai dieci, dodici anni, solo l’affidamento ad adulti sereni, siano coniugi, single o nonni consente loro di superare le difficoltà. L’affetto e il calore aiutano a crescere e a spezzare l’angoscia. Avere un’altra famiglia su cui poter contare è importante per i bambini quando sono presenti difficoltà anche gravi da affrontare. Nella maggior parte dei casi i bambini che necessitano temporaneamente di un affidamento provengono da famiglie che attraversano momenti di crisi e vivono tra mille difficoltà. Uomini e donne che fanno quindi fatica ad occuparsi dei propri figli e a offrire loro ciò di cui hanno bisogno per crescere. Si tratta di genitori che difficilmente possono contare sul sostegno di parenti o amici. Si tratta talvolta di adulti che, sovente, da piccoli hanno ricevuto poco e hanno sofferto: perciò non sono facilitati nel difficile compito di essere genitori. Il ricevere aiuto da un’altra famiglia può rivelarsi taumaturgico: constatare che qualcuno aiuta a crescere i propri figli alimenta la speranza e la volontà di risolvere i problemi, anche concreti che sono alla base delle difficoltà, creando le condizioni per il rientro dei bambini. Tra i bambini per cui si cerca una sistemazione ve ne sono alcuni con problemi di salute o di disabilità. Per aiutare questi piccoli, l’Amministrazione comunale ha organizzato un gruppo di assistenti sociali che fin da subito potrà incontrare quanti si offriranno di rispondere alla richiesta di aiuto e ha commissionato all’Agenzia Testa una campagna di sensibilizzazione che la struttura pubblicitaria, attraverso il lavoro dei sui copy, ha approntato gratuitamente. Nei prossimi giorni una campagna pubblicitaria pianificata attraverso inserzioni sui giornali, con affissioni e la distribuzione di pieghevoli consentirà di avvicinare e sensibilizzare i cittadini.

Durante l’affidamento il legame fra il bimbo e la sua famiglia di origine non è rescisso. L’affidamento è dunque un aiuto per assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione, le relazioni affettive e comunque un’adeguata risposta ai bisogni di cui necessita, rispettando nel contempo la sua storia individuale e familiare.

E’ anche un supporto alla famiglia di origine, che si trova in difficoltà, per il tempo che le è necessario ad affrontare e - per quanto possibile - risolvere i suoi problemi, appoggiata e sostenuta dai Servizi sociali e sanitari.

E’ una esperienza di solidarietà caratterizzata da una disponibilità affettiva e dalla volontà di accompagnare per un tratto di “strada” più o meno lungo un bambino o un ragazzo aiutandolo a sviluppare le sue potenzialità e valorizzando le sue risorse favorendo i contatti con i genitori naturali e preparando il bambino al suo ritorno in essa. Le famiglie, coppie, singoli senza limiti d’età possono offrire la loro disponibilità all’accoglienza rivolgendosi alla Casa dell’Affidamento, che si trova a Torino in Via San Domenico, 28, al terzo piano. E’ aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 17 . Per appuntamenti è necessario telefonare al numero verde 800.25.44.44.

Qui operano assistenti sociali disponibili a fornire informazioni chiare, rispondere a quesiti e proporre la partecipazione a gruppi formativi programmati in due serate.

Gli operatori sociali, insieme a quelli dei Servizi sanitari preparano la famiglia d’origine all’affidamento. Il più delle volte l’affidamento ha il consenso della famiglia del minore, talvolta è disposto dalla Autorità giudiziaria. Due sono le possibilità di un affidamento: il bambino convive con la famiglia affidataria oppure trascorre con essa parte della giornata e alla sera fa ritorno dai suoi genitori.

Si possono ospitare in affido non più di due minori, salvo eccezioni particolari di fratelli quando è opportuno che rimangano insieme. In ogni caso non possono essere presenti nel nucleo, compresi i figli della coppia, più di sei minori.


I neonati

I bimbi fino a due anni di età sono affidati per un breve periodo che di norma varia dai sei ai nove mesi. L’alternativa all’inserimento in comunità ha l’obiettivo di fornire al bimbo cura e affetto in un normale contesto familiare, in attesa dei necessari provvedimenti dell’Autorità giudiziaria minorile. Di norma si pensa agli affidatari come coppie giovani, formate da trenta-quarantenni. In questo caso possono essere particolarmente adatte coppie mature con figli già adulti, magari anche nonni, dato l’impegno limitato nel tempo e la maggiore capacità di sostenere il “distacco”.



L’emergenza

Talvolta occorre offrire a bambini coinvolti in situazioni che diventano improvvisamente gravi, tali da richiedere un allontanamento immediato, un servizio di “pronto intervento” alternativo all’inserimento in una struttura residenziale. L’intervento, limitato nel tempo, non deve superare i tre mesi.



L’affidamento di madre e bambino

Questa tipologia di affidamento prevede l’accoglienza di madrebambino da parte di famiglie affidatarie che possono garantire l’esercizio delle funzioni e il soddisfacimento dei bisogni di cui sopra attraverso relazioni affettive significative e positivi modelli familiari.


L’affidamento diurno

Questo tipo di affido, differisce dall’affidamento residenziale in quanto non prevede la permanenza continuativa del minore con l’affidatario e può essere adatto per quelle famiglie e coppie o single che intendono sperimentare un’ esperienza coinvolgente di solidarietà, pur non sentendosi pronte ad un affidamento residenziale .

Nell’affidamento diurno il minore viene inserito, durante il giorno, in un altro contesto familiare in quanto il suo bisogno prevalente è quello relazionale e ha esigenza di modelli di riferimento per l'identificazione. Nel contempo è di aiuto e sostegno per il nucleo di origine rispetto al quale la situazione di difficoltà non è tale da rendere necessario un allontanamento.

Una forma specifica di affidamento diurno è quello di “famiglia ad altra famiglia”. In questo caso il soggetto privilegiato dall'intervento è la famiglia in difficoltà. Ogni membro del "nucleo solidale" (che quindi viene coinvolto non rispetto a singoli componenti ma come sistema familiare) potrebbe offrire specifiche competenze: per esempio, il padre per aiutare in piccoli lavori di manutenzione dell’alloggio; il figlio, invece, per i compiti scolastici; la madre per le incombenze quotidiane relative alle necessità familiari.

I supporti del Comune

Il Comune riconosce alle famiglie affidatarie un contributo alle spese di 413,00 euro mensili con possibilità di aumento fino al doppio, in relazione a gravi problematiche (es. disabilità). Per l’affidamento diurno vengono definiti rimborsi spese diversificati sulla base delle tipologie di accompagnamento, sostegno e aiuto offerte dai volontari.

Inoltre, per gli affidi residenziali, sono previsti rimborsi per spese straordinarie quali per esempio interventi sanitari, iscrizioni a corsi professionali e spese per soggiorni scolastici.

E’ stipulata per ogni minore affidato una assicurazione per i rischi di responsabilità civile. Oltre agli ordinari sostegni forniti dai Servizi sociali e sanitari sono previsti sostegni educativi e di cura-assistenza. L’affidamento familiare è un’esperienza generativa: suscita curiosità, produce legami e crea vicinanza, consente la continuità degli affetti, avendo un effetto moltiplicatore della solidarietà sulle persone che vengono a contatto con le famiglie affidatarie e decidono a loro volta di sperimentarsi nell’esperienza dell’accoglienza.

La campagna pubblicitaria

L’obiettivo è sensibilizzare quante più persone sul tema affidamento. Nelle prossime settimane la campagna assumerà progressivamente una vasta visibilità. Dapprima sono previste inserzioni su quotidiani, settimanali locali e free press. Un opuscolo sarà diffuso poi in città in un gran numero di copie. E’stata anche pianificata l’affissione di grandi manifesti che occhieggeranno dai muri. Il messaggio comparirà su autobus e tram Gtt, sia sulle fiancate che all’interno delle vetture.


(gf)

Torino, 30 Novembre 2007


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