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COMUNICATI STAMPA


INTESA FIAT-ENTI LOCALI PER MIRAFIORI , DIBATTITO IN SALA ROSSA

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L’intesa tra la Fiat, il Comune e gli altri Enti locali sull’area dello stabilimento di Mirafiori, è stata oggetto di un dibattito in Consiglio comunale, riunito oggi per la prima volta dopo la pausa estiva.

Il sindaco Sergio Chiamparino ha illustrato il Protocollo d’intenti siglato tra gli enti locali e la Fiat. Il documento contiene gli impegni per l’acquisto delle aree e per gli investimenti che farà l’azienda automobilistica. Inoltre, verrà costituito un “Comitato guida” che seguirà le fasi del progetto, che prevede da parte della Fiat lo sviluppo di una linea per la “Grande Punto”, in produzione dal gennaio prossimo garantendo il lavoro a 2500 persone nel periodo 2006/2008. L’azienda si è poi impegnata a finanziare gli studi sulla mobilità sostenibile per il metano e l’idrogeno e lo sviluppo del settore auto. Infine la succursale vendita di corso Bramante sarà trasferita a Mirafiori. Nel protocollo sono previsti 70 milioni di euro di investimento per acquisire tre aree: i 300mila metri quadri dell’area a cavallo di via Settembrini verso corso Orbassano (ex reparto gommatura) e i 600mila metri quadri del campo volo al confine di Collegno, l’ex pista della Mandria. Tutte queste aree strategiche che serviranno ad attrarre investimenti sono sottoposte ad una clausola che evita gli insediamenti per 4 anni ad attività concorrenti del settore auto. Il sindaco ha ribadito che questa operazione rappresenta un pilastro della politica industriale nazionale e, senza l’accordo degli enti locali, la trattativa avrebbe subito un notevole ritardo. Entro la fine di settembre ci sarà la delibera che assume il protocollo d’intenti e la costituzione della società mista tra enti locali, banche, fondazioni e, con il 10%, la stessa Fiat.

Dopo la relazione del sindaco, sono intervenuti gli esponenti delle forze politiche presenti in Sala rossa.
Per Forza Italia, Paolo Chiavarino ha rivendicato come anche il governo e le forze del centro-destra abbiano contribuito a quest’intesa, per la quale occorrono però maggiori garanzie, da parte del Lingotto, che non si limitino alla produzione delle 80mila “Grande Punto”: Luigi Tealdi ha posto il problema di un adeguato management per la nuova società mista pubblico-privato che sarà costituita, e Dario Troiano ha chiesto che la Fiat faccia tornare in città produzioni a suo tempo delocalizzate.

Giuseppe Castronovo, Rifondazione comunista, ha segnalato come sia positivo il mantenimento a Torino, grazie al necessario impegno degli Enti pubblici, di un’area industriale che sarebbe altrimenti stata dismessa, stimolando gli appetiti del “partito dei costruttori”: occorrerà poi vigilare sulla gestione futura delle aree acquisite e del loro utilizzo.

Gianguido Passoni (Comunisti italiani), con l’intesa la Città tenta di costruire un modello “non fordista” ma che comprende un ruolo ancora importante dell’industria meccanica, effettuando un investimento che avrà un ritorno di sviluppo per Torino, ricordando la prospettiva della ricerca sulla propulsione ecologica.

Agostino Ghiglia (Alleanza nazionale), si è detto favorevole all’accordo ma non convinto, sollevando dubbi sul sufficiente coinvolgimento della casa automobilistica torinese nella società mista e sull’effettivo valore delle aree che verranno acquistate dagli Enti locali, chiedendo poi garanzie sul rispetto dell’intesa anche in caso di prossimi cambiamenti nell’assetto societario della FIAT.

Per la Margherita-Alleanza per Torino sono intervenuti Marco Steffenino e Mauro Marino: il primo sottolineando come l’intesa , frutto anche di una positiva concordia istituzionale, debba garantire occupazione e innovazione, il secondo definendola una vera operazione di politica industriale da parte degli Enti locali, con la quale Mirafiori da “subita” diventa “gestita”, che può diventare un esempio a livello nazionale.

Andrea Giorgis, a nome dei Democratici di sinistra, ha rivendicato come con questa operazione di politica industriale e governo del territorio si sia messo fine alle polemiche sulla vocazione “turistica e culturale” oppure “industriale” di Torino, dimostrando come non si tratti di opzioni contrapposte. L’impegno della Città dovrà riguardare non solo la parte acquistata ma tutto lo stabilimento.

Giovanni Nigro, dei Verdi, ha ricordato come da tempo il Consiglio comunale avesse assunto come centrale la crisi FIAT, sottolineando come resti aperta la questione della sede RAI cittadina, che richiederà alla Città analogo impegno.

Susanna Fucini dell’Udeur ha ribadito che con il mantenimento della produzione e dei posti di lavoro si aprono nuovi scenari. La concentrazione produttiva ha come carattere fondamentale non solo il sostegno industriale, ma la valorizzazione del territorio.

Il sindaco ha ricordato – nella sua replica – che la possibilità di intervento degli enti locali in politica industriale è incentrata sulla disponibilità ed utilizzo delle aree. Il valore dei 300mila metri quadri di Mirafiori è di 56milioni di euro, sulla base delle valutazioni dei periti e per i 600mila metri quadri del Campo volo di 11milioni di euro. Il primo cittadino, ha infine ricordato che questa intesa non si sostituisce ad un accordo sindacale. La delibera di ratifica dell’intesa con la Fiat dovrà essere discussa nelle Commissioni consiliari a partire da mercoledì prossimo e poi successivamente votata in Sala Rossa.

A.Br./C.R: - Ufficio stampa del Consiglio comunale

Torino, 8 Settembre 2005


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