CITTA' DI TORINO - COMUNICATO STAMPA
IL RIGORE MORALE DELLA RESISTENZA NELL’AMMINISTRAZIONE DELLA COSA PUBBLICA: SILVIO GEUNA (1909-1998) E FRIDA MALAN (1917-2002)
Silvio Geuna e Frida Malan, scomparsi rispettivamente nel 1998 e nel 2002, hanno lasciato un segno profondo nella storia politica e amministrativa di questa città. L’Associazione degli ex consiglieri comunali, presieduta da Dante Notaristefano, ha voluto iniziare oggi con il loro ricordo, nella sala Carpanini di Palazzo Civico, un ciclo di incontri su alcune eminenti figure sedutesi in passato sui banchi della Sala rossa.
A svolgere le relazioni sono stati Mario Berardi, presidente piemontese dell’Ordine dei giornalisti, e la scrittrice Piera Egidi Bouchard.

Parlando di Silvio Geuna, Mario Berardi ha voluto sottolineare: “Geuna è entrato in politica come uomo della Resistenza, ai cui valori è sempre rimasto fedele, nel filone del cattolicesimo liberale. Per diversi anni – ha aggiunto Berardi – è stato un apprezzato amministratore della città di Torino, mai coinvolto in uno scandalo”.

Silvio Geuna, nato nel 1909, fece parte del Consiglio comunale per vent’anni, dal ’56 al ’75, eletto nelle liste della Democrazia cristiana e più volte assessore. Deputato alla Costituente, era decorato al valor militare. Giovane ufficiale, aveva fatto parte del Comitato militare di liberazione di Torino ed era stato uno dei pochi a sfuggire alla fucilazione del 5 aprile del ’44 al Martinetto, nonostante durante il processo-farsa si fosse offerto ai carnefici nazifascisti in luogo del generale Giuseppe Perotti (“io sono scapolo, il generale ha famiglia”).
E proprio al Martinetto, anno dopo anno e fino all’ultimo, Geuna ricordava con passione i valori della Resistenza ai ragazzi, studenti e militari, presenti alla commemorazione dei partigiani fucilati in quel poligono.

Il dato del rigore nella gestione della cosa pubblica è stato evidenziato anche da Piera Egidi Bouchard nella sua rievocazione di Frida Malan, la quale, ha spiegato, “amava ricordare come avesse appreso dal padre, pastore valdese, che fondamentale è l’esempio e non la predicazione. Hai dei doveri perché hai dei doveri, diceva, non li hai per il fatto di essere protestante”. E la relatrice ha ricordato ancora “la profonda autonomia di giudizio che la contraddistingueva, e il suo impegno per i diritti delle donne. Citando l’insegnamento di sua madre, Frida sosteneva di avere imparato che si risponde solo alla propria coscienza e non a ciò che dice la gente”.

Valdese, partigiana di “Giustizia e Libertà” e socialista (“una socialista europea”, come amava definirsi), Frida Malan era nata nel 1917. Imprigionata dai fascisti nella famigerata caserma di via Asti, ricoprì la carica di consigliere comunale dal ’60 al ’75 e fu anch’essa più volte assessore.

(c.r.) - Ufficio stampa del Consiglio comunale


Torino, 26 Novembre 2003
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