Comunicato Stampa
CONSEGNATO IL PREMIO "CITTA' DI TORINO - DOMENICO CARPANINI" A 6 NEOLAUREATI


Se il passato cittadino ha qualche piccolo segreto in meno e altre pagine sono state aggiunte al grande libro della Storia torinese, il merito va attribuito al lavoro svolto da sei giovani che, per elaborare le loro tesi di laurea, hanno con pazienza certosina passato al setaccio e raccolto informazioni da centinaia di carte, mappe, fogli e volumi conservati in armadi e scaffali di archivi storici.
Ad alzare il velo su fatti e personaggi nella Torino d'un tempo, sono stati i neodottori Nicolina Calapà della Facoltà di Scienze della Formazione,Silvia Bertelli, Federica Montaldi e Roberta Motto della Facoltà di Architettura, Fausto Leonetti e Monica Tomiato della Facoltà di Lettere, che
questo pomeriggio, nella sede dell'Archivio Storico comunale, hanno ricevuto dalle mani del sindaco Sergio Chiamparino e dell'assessore alla Cultura, Fiorenzo Alfieri, il premio "Città di Torino - Domenico Carpanini".
Al concorso, giunto alla terza edizione e da quest'anno intitolato al vicesindaco prematuramente scomparso lo scorso febbraio, hanno preso parte giovani che nel corso del 2000 si sono laureati presso le Facoltà di Lettere e Filosofia, Architettura, Scienze della Formazione, Scienze Politiche,
Giurisprudenza e Ingegneria, presentando tesi dedicate ad aspetti ancora inediti della storia cittadina, dall'età medievale a quella contemporanea, e realizzate attraverso ricerche condotte principalmente su fondi dell'Archivio Storico della Città di Torino e dell'Archivio di Stato di Torino, ma anche presso l'Archivio Centrale dello Stato in Roma, l'Archivio Storico dell'Accademia Albertina, l'Archivio dell'Ospedale S. Giovanni Battista e presso altri istituti di conservazione non solamente locali.
Le migliori tesi di laurea sono state scelte da una commissione costituita dai presidenti della Deputazione Subalpina di Storia Patria e del Comitato di Torino dell'Istituto di Storia del Risorgimento Italiano, i professori Gian Savino Pene Vidari e Umberto Levra, dalla professoressa Costanza
Roggero del Politecnico di Torino, dal professore Fabio Levi dell'Università di Torino e dalla dottoressa Rosanna Roccia, fino al 1999 direttrice dell'Archivio comunale.
Ad ogni vincitore è stato consegnato anche un premio in denaro di due milioni di lire.

Premio "Città di Torino - Domenico Carpanini": i vincitori e le motivazioni

Silvia Bertelli, Il cantiere della Cittadella di Torino (Facoltà di Architettura)
In un'analisi aperta alle scelte politiche che coinvolgono il territorio dalla metà del Cinquecento, la tesi discute la questione del nuovo sistema difensivo realizzato per Torino, nuova capitale "al di qua dei monti" del ducato sabaudo dopo il trattato di Cateau-Cambrésis. Dalle soluzioni alternative proposte da ingegneri militari di fama internazionale (da Francesco Orologi, al Paciotto e al Vitelli), lo studio si focalizza sul processo costruttivo della Cittadella, individuando, con un attento e inedito percorso analitico, sei fasi successive di costruzione e perfezionamento dell'opera fortificata nell'arco cronologico degli anni di governo di Emanuele Filiberto e di Carlo Emanuele I di Savoia, ossia tra il
1564 e il 1630. Alla precisa ricostruzione di una articolata periodizzazione degli interventi, si integra lo studio della complessa organizzazione di cantiere, esemplare nella sua articolata struttura verticistica, con la difficile precisazione dei ruoli professionali e competenze di mestiere compresenti sul campo, che dall'ingegnere, dal misuratore e dal soprastante arriva a considerare i ruoli dei capomastri, dei mastri luganesi e degli scalpellini, oltre alla figura del giudice, del medico, del controllore e
del governatore della Cittadella. Dalla verifica documentaria, fondata sulla puntuale analisi delle fonti d'archivio, che intreccia notizie legate ai fondi conservati presso l'Archivio di Stato di Torino con quelli
dell'Archivio Storico della Città (con particolare riferimento a Carte sciolte, Ordinati e Collezione Simeom) emerge quindi un risultato scientifico di sicuro interesse che, oltre a fornire ampi quadri conoscitivi di sintesi, integrati anche dal giudizio critico dei contemporanei sui caratteri architettonici e tecnici della struttura, coniuga la vicenda costruttiva dell'opera militare con l'interessante capitolo sulla storia del cantiere nello Stato sabaudo tra Cinque e Seicento, con la precisazione delle competenze, professioni e mestieri.

Nicolina M. Assunta Calapà, Strategie familiari, carriere e patrimoni nellaTorino del Seicento. I Baronis (Facoltà di Scienze della Formazione) Condotta con un attento, paziente ed ampio lavoro d'archivio (in specie all'Archivio Comunale e in quello di Stato) questa tesi di laurea merita un vivo e attento apprezzamento, perché riesce ad inquadrare con efficacia nella Torino da poco capitale l'ascesa della famiglia Baronis, dalla metà del Secolo XVI alla fine del Secolo XVII e può essere emblematica di una più generale situazione di affermazione di alcuni elementi della borghesia cittadina grazie ai rapporti con la corte e la dinastia.
Le principali vicende di circa un secolo e mezzo di vita di tale famiglia vengono ricostruite con paziente ed oculata meticolosità, non grazie ad un più agevole accesso ad un archivio familiare, ma tramite uno spoglio capillare della documentazione esistente in fondi archivistici generali condotta con oculata attenzione. La tesi riporta i frutti, consistenti, di questo lavoro e sa inquadrarne gli aspetti nella vita della Torino del tempo, con una prospettiva che sottolinea le caratteristiche tanto economico-finanziarie (e speculative) quanto politiche (e cortigiane), tanto familiari quanto sociali e cetuali.

Fausto Leonetti, La vita economica della Torino carloalbertina attraverso gli atti di società (Facoltà di Lettere) Attraverso l'analisi sistematica degli "Atti di Società" del Tribunale Civile, conservati nell'Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, la tesi ricostruisce "i momenti significativi di costituzione, risoluzione e variazione delle società di commercio in Piemonte" nel decennio
precavouriano (1837-1848), delineando per la prima volta in modo compiuto il quadro delle trasformazioni subite dall'economia piemontese in quel periodo.
Correda il lavoro un'appendice in sei volumi, che accoglie la schedatura puntuale dei 966 atti di società realizzata con programma informatico appositamente elaborato dall'Autore.
Si tratta di un lavoro eccellente, impegnativo, importantissimo per studi interdisciplinari futuri, serio e ben fatto. L'ambito della ricerca è ristretto all'area torinese; la ricerca archivistica è originale; il lavoro
valorizza fonti archivistiche torinesi sinora studiate in modo frammentario, rendendole accessibili e fruibili attraverso l'archivio informatico depositato presso il Dipartimento di Storia dell'Università di Torino.

Federica Montaldi e Roberta Motto, Lo stadio Mussolini a Torino.
Architettura e tecnologia. Analisi del degrado e proposte di intervento (Facoltà di Architettura)
Con un approccio metodologico di ampio respiro lo studio inquadra la costruzione dello Stadio Mussolini di Torino nel quadro delle politiche di promozione delle attività sportive, e conseguente realizzazione di adeguate strutture architettonico-funzionali, con particolare attenzione agli anni
'20-'30 del Novecento, discutendo criticamente il definirsi del modello in Italia e in Europa. Attraverso la rigorosa analisi dell'iter progettuale, letto attraverso la ricca documentazione conservata presso l'Archivio Storico della Città, sono considerati tutti gli impianti sportivi realizzati a Torino nei primi decenni del XX secolo, con attenzione anche agli aspetti delle nuove tecniche costruttive, legate all'uso del cemento armato. Quindi, la puntuale ricostruzione dell'intera operazione progettuale dello Stadio
Mussolini, inquadrata nel dibattito culturale del ventennio, precisa criteri di localizzazione, maturazione della soluzione compositiva, dalle fasi preliminari alla soluzione definitiva, nel richiamo non solo alla figura dell'architetto - Raffaello Fagnoni - ma all'intera organizzazione di cantiere, attraverso immagini coeve. La tesi, oltre ad analizzare la storia del complesso, si apre inoltre in modo diretto alla problematica del recupero delle strutture, attraverso un corretto procedimento di analisi dell'attuale stato di degrado, con proposte d'intervento. Rigorosa e documentata, la tesi si fa apprezzare per il preciso equilibrio tra storia e tecnologia, in una prospettiva di autentico approccio interdisciplinare
finalizzato alla conoscenza dell'oggetto architettonico, anche in una prospettiva di tutela.

Monica Tomiato, Fortuna dell'incisione a Torino tra Settecento e Ottocento.
La raccolta di stampe dell'Accademia Albertina di Belle Arti (Facoltà di Lettere)
La tesi prende in esame la cospicua raccolta di incisioni dell'Accademia Albertina di Torino, tuttora pressoché inaccessibile perché in fase di inventariazione e restauro.
Attraverso lo spoglio sistematico delle fonti dell'Archivio Storico dell'Accademia, integrato con un'indagine allargata a vari fondi dell'Archivio di Stato e dell'Archivio Storico comunale di Torino,
dell'Archivio Centrale dello Stato in Roma e di altri Istituti conservativi, l'Autrice percorre la storia della formazione della raccolta, costituita da stampe e libri figurati acquisiti a scopo didattico dalla formazione dell'Istituto all'Unità d'Italia. Correda lo studio un'appendice/censimento dei documenti di acquisizione delle opere, assai utile per la loro identificazione ed eventuali confronti.
La tesi è ben scritta, sicura, interessante anche per i puntuali riferimenti alle tecniche incisorie. La ricerca è originale e valorizza fonti inedite.

Torino, 28 novembre 2001

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