Comunicato Stampa
TERMINATI I LAVORI DI RESTAURO AL TEMPIO DELLA GRAN MADRE DI DIO. DOMENICA POMERIGGIO L'INAUGURAZIONE

 

Domenica 14 ottobre alle 15.30, l'assessore alla Cultura, Fiorenzo Alfieri, parteciperà alla cerimonia organizzata per inaugurare la "rinnovata" Gran Madre di Dio e presentare i risultati dei lavori di restauro conservativo a cui è stato sottoposto il luogo di culto edificato nella prima metà del XIX secolo.
Gli interventi sulle facciate, sugli elementi decorativi e sulle sculture della chiesa, iniziati nel gennaio del 2000 e terminati lo scorso luglio, sono costati 2 miliardi 330 milioni.
Le operazioni di restauro sono state progettate e dirette dal personale tecnico del Settore Edifici per la Cultura della Città di Torino, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per il Piemonte e con il parroco del Tempio della Gran Madre di Dio, don Sandro Menzio

Un po' di storia (a cura del Settore Edifici per la cultura)
Nel 1814 la Città di Torino decreta la costruzione di un monumento per celebrare il ritorno in patria di Re Vittorio Emanuele I.
Dopo qualche incertezza iniziale, si decide per la costruzione di una nuova chiesa, che dovrà sorgere dallaltro capo del nuovo ponte sul Po, ed al tempo stesso di ridisegnare lintera piazza ad essa collegata.
Nel 1818 vengono presentati i progetti di Ferdinando Bonsignore e di Gaetano Lombardi ad una giuria di architetti locali e forestieri. Viene scelto il quarto progetto di Bonsignore, ritenuto di "elegante e bella proporzione" per levidente richiamo neoclassico al Pantheon, e per la volontà di creare un fondale scenografico in cui ledificio costituisce il centro visuale, in dirittura del ponte francese.
Il 25 luglio del 1818 Vittorio Emanuele I pone la prima pietra dellavvio delle fondamenta dell' edificio. Per quelloccasione viene eretto un fondale dipinto che rappresenta il tempio della Gran Madre interamente costruito. Il lavoro di costruzione inizia poi solo nel 1827, sotto la direzione dellarchitetto Giuseppe Formento, con la supervisione dello stesso Bonsignore. La Chiesa viene consacrata il 20 maggio 1831. Prima di allora vengono fatte numerose modifiche negli apparati scultorei, rispetto al progetto originario: spariscono le statue previste nelle nicchie intorno al tamburo e lalta fascia di fregi continui con le storie della vita della Madonna, posta superiormente.
Nel corso dei lavori di restauro si è ritrovata traccia di questa decorazione inizialmente prevista nelle testimonianze iconografiche dellepoca: "un elemento architettonico consistente in una fascia alta circa 2 metri e profonda 25 centimetri, incassata nella muratura perimetrale del tamburo e poi tamponata con un muriccio (appena percepibile come elemento di discontinuità dellintonaco originario), che doveva appunto ospitare il bassorilievo", probabilmente non eseguito per mancanza di finanziamenti.
Giorgio Casella e Antonio Cattaneo vengono incaricati dellesecuzione delle parti in stucco, tra le quali il fregio esterno della parte circolare della chiesa, che è stato ultimamente restaurato.
Il bassorilievo sul frontone triangolare, che rappresenta la Madonna col Bambino mentre riceve in omaggio il progetto del tempio dallOrdine dei Decurioni, viene invece scolpito in stucco da Francesco Somaini, noto artista dellepoca. Le due statue della Fede e della Religione, poste sugli stilobati, e la statua di S. Marco vengono scolpite da C. Chelli, mentre la statua di S. Carlo è opera di C. Bogliani. Le decorazioni minori, di cui restano i disegni originali del Bonsignore conservati presso lArchivio Storico Comunale, quali fregi, rosoni, candelieri e pavimento, sono eseguiti da artigiani piemontesi e lombardi.
Tra il 1842 e il 1848 la Chiesa della Gran Madre di Dio diventa anche teatro dei grandiosi festeggiamenti che si svolgono in occasione delle nozze di Re Vittorio Emanuele II con la Principessa Maria Adelaide dAustria e di quelli per la proclamazione dello Statuto.
Ciò conferma quanto, in quegli anni, il monumento sia ancora un nodo importante della vita cittadina.
Verso la fine dell800, invece, la Chiesa della Gran Madre perde questo ruolo celebrativo, e diventa più semplicemente il fulcro prospettico di uno dei più poetici scorci torinesi.(m.g.)

Torino, 12 ottobre 2001

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