DEDICATE A DUE GIOVANI VITTIME DI MAFIA E DELINQUENZA DUE AREE VERDI NELLA CIRCOSCRIZIONE 2

La giunta comunale, sentito l'assessore alla toponomastica Domenico Carpanini, ha deliberato di intitolare l'area verde attrezzata a giardino di via Palatucci angolo corso Salvemini, della superficie di 19.000 mq. a "Iqbal Masih" ucciso a 12 anni dalla mafia dei tappeti.

Iqbal aveva iniziato a lavorare a quattro anni in una fabbrica di tappeti di Punjab, per riscattare un debito che il padre aveva contratto per finanziare il matrimonio del figlio maggiore, debito che continuava ad aumentare a causa di interessi esorbitanti.
Nel 1993, a soli 10 anni, Iqbal diventa famoso in tutto il mondo.
Dopo aver partecipato a un incontro sui diritti umani, pronuncia un discorso spontaneo, riportato dai giornali locali, e si rifiuta di tornare al lavoro. Ottiene la libertà e da quel giorno si dedica alla denuncia del lavoro, in schiavitù, dei bambini pakistani.
Vuole studiare da avvocato, per difendere i suoi coetanei anche sul piano legale. Non potrà farlo perché una mano assassina ferma definitivamente la sua voglia di giustizia.

La giunta ha inoltre dato l'assenso per intitolare l'area verde attrezzata a giardino di corso Salvemini, posta davanti ai numeri civici 24 e 54 e compresa tra le vie Palatucci e Romita, della superficie di 14.000 mq, a "Nicholas Green".

Nato a Bodela Bay (California) il 9 settembre 1987, morto a Messina il 1° ottobre 1994.
Nicholas si trovava in Italia con i propri genitori per trascorrere un periodo di vacanza. Mentre percorrevano l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, giunti nei pressi dell'uscita per Sant'Onofrio-Pizzo Calabro, l'auto fu affiancata da un'altra automobile con a bordo dei delinquenti che iniziarono a sparare contro l'auto della famiglia Green. Il piccolo Nicholas fu ferito gravemente e morì pochi giorni dopo all'ospedale di Messina.
I genitori, nonostante la disperazione che stavano provando, diedero l'assenso per l'espianto degli organi del figlioletto.
Questo grande gesto d'umanità ha dato la possibilità a 3 persone di continuare a vivere. (p.c.)

Torino, 29 giugno 1999

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