I CANTIERI DI LAVORO PER IL 1999

La Città di Torino anche quest'anno ha organizzato ed avviato i Cantieri di Lavoro, offrendo opportunità d'impiego a disoccupati appartenenti a famiglie sostanzialmente prive di reddito.
Per la partecipazione ai cantieri sono pervenute quasi 3.000 domande a conferma della situazione sociale critica della nostra città.

Complessivamente sono 600 le persone che potranno lavorare per un anno all'interno di queste iniziative: 520 a tempo pieno e 80 a part-time.
550 persone hanno iniziato a lavorare in questi giorni, le rimanenti 50 inizieranno il prossimo 1° aprile.
110 di queste sono persone appartenenti alle fasce più deboli del mercato del lavoro (invalidi, handicappati psichici, ecc.) che sono state inserite in queste attività.
250 “cantieristi” operano nel verde pubblico, 50 nelle scuole e 40 presso l'Amiat. I disoccupati in possesso del diploma di scuola media superiore o con qualifica professionale sono 160 e la maggioranza di questi sono inseriti nei settori tasse e tributi, presso il catasto, l'Università, il Politecnico e il CNR.
I restanti sono distribuiti nelle varie attività svolte nelle divisioni centrali del Comune e nelle Circoscrizioni.

Queste opportunità di lavoro si affiancano alle iniziative già promosse dalla Città di Torino. I progetti di LSU coinvolgono già 530 disoccupati impegnati in progetti formativi e finalizzati al raggiungimento di una qualifica professionale, e tale attività formativa si affianca all'attività lavorativa svolta presso vari settori del Comune.
Altri 150 sono infine impegnati in lavori di pubblica utilità che avranno come sbocco l'inserimento in posti di lavoro stabile.
A seguito dell'azione diretta della Città, oltre 1.200 disoccupati torinesi hanno quindi un'opportunità lavorativa seppur in prevalenza temporanea.

Queste azioni non sono in grado di dare una risposta strutturale alla grave emergenza occupazionale che segna la nostra Città (come testimonia il tasso di disoccupazione che si colloca ancora sopra la soglia dell'11% e che penalizza in particolare le donne), tuttavia questi interventi rappresentano un sostegno a famiglie che si trovano in gravi condizioni economiche costituiscono un concreto aiuto sia a giovani mai entrati nel mercato del lavoro che a adulti che, dopo esserne stati espulsi, incontrano grandi difficoltà di reinserimento. (e.v.)

Torino, 24 Marzo 1999

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