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intitolazioni: PIAZZETTA PERLASCA GIORGIO

[pubblicato il 07.08.2014]

Intitolazione a "Perlasca Giorgio" piazzetta prospiciente la Via Ivrea all'altezza del numero civico 29. - Circoscrizione 6 - Cap. 10156

Motivazione

Deliberazione Giunta Comunale del 29/07/2003.
PERLASCA GIORGIO
Nato a Como nel 1910, morto a Padova nel 1992. Negli anni venti aderisce al fascismo e parte come volontario prima per l'Africa Orientale e poi per la Spagna dove combatte a fianco del Generale Franco. Tornato in Italia al termine della guerra civile spagnola, il suo rapporto con il fascismo si affievolisce a causa dell'alleanza con la Germania dell'entrata in vigore delle leggi razziali del 1938 che sancivano la discriminazione degli ebrei italiani. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene inviato come diplomatico a Budapest. Nel settembre del 1943, durante l'Armistizio tra l'Italia e gli Alleati, Giorgio Perlasca sentendosi vincolato al giuramento di fedeltà prestato al Re e rifiutandosi di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, viene internato per alcuni mesi in un castello riservato ai diplomatici. Nel 1944 i tedeschi prendono il potere, i nazisti ungheresi iniziano le deportazioni di cittadini di religione ebraica; Perlasca si rifugia presso l'Ambasciata spagnola dove inizia a collaborare con l'Ambasciatore e diventa cittadino spagnolo con regolare passaporto. Nello stesso anno l'Ambasciatore spagnolo deve lasciare Budapest; di conseguenza il Ministro degli Interni ordina lo sgombero delle case protette; Giorgio Perlasca con grande coraggio, a rischio della sua vita, su carta intestata e con timbri autentici si autonomina Ambasciatore spagnolo inviando le credenziali al Ministro degli Esteri ungherese. A seguito di questa nomina, le operazioni di rastrellamento vengono sospese. Nelle vesti di diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata spagnola e riesce ad organizzare la protezione e il salvataggio di 5218 ebrei ungheresi. Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, rientra in Italia e vive in assoluto anonimato. Solo a seguito a ricerche effettuate da ebrei, la storia del suo coraggioso operato è venuta a conoscenza della pubblica opinione.

Mappa dell'area interessata (.pdf).


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