Centro relazioni e famiglie

Priscilla e le altre, riscossa da mamme

Sette donne. Sette mamme. Sette amiche. Diverse per personalità e competenze, ma accomunate da una cosa: hanno perso il lavoro (in modi differenti) durante la gravidanza o poco dopo il parto. E oggi eccole qua, sorridenti in un appartamento di un palazzo trasteverino. Perché Priscilla, Teresa e le altre non hanno ceduto allo scoramento ma si sono alleate e hanno dato vita a Family Welcome, progetto che ruota intorno al loro punto fermo: lavorare e al tempo stesso dedicare tempo ai figli si può. Priscilla Galloni, 45 anni, è la fondatrice. Romana, lavorava in una multinazionale quando, 39enne, rimase incinta. «Pensi che mi avevano promossa durante la gravidanza — racconta —. Poi però mio figlio è nato con problemi di salute e mio marito era stato trasferito a Madrid. L’ho seguito chiedendo la maternità facoltativa. Poi ho chiesto un’aspettativa, alla quale mi è stato risposto che la mia figura professionale era stata soppressa». A casa, insomma. Galloni allora decide di reagire e, prendendo spunto da un’iniziativa spagnola, fonda in Italia il blog Family Welcome, dove dà consigli alle coppie con figli: ristoranti, vacanze, locali. «Poco alla volta abbiamo preso a organizzare eventi ed è arrivata la pubblicità. Oggi siamo un blog ma anche una società di comunicazione e marketing, sempre a tema famiglia».

Priscilla chiama a collaborare Teresa Saragò, avvocata oggi 44enne. «Ero rimasta a casa più o meno per gli stessi motivi — racconta —: gravidanza a rischio a 39 anni, problemi economici dell’azienda, soppressione della mia figura professionale, incentivo ad andare via». Oggi Teresa ha messo le sue competenze legali a disposizione della società. Quella che tiene le fila della comunicazione invece è Ester Gaiani, 46 anni, anche lei lasciata a casa quando, 39enne, ha cominciato a cercare di avere un figlio. «Nel mio caso è stato diverso: l’azienda per cui lavoravo era molto competitiva e io ero meno presente, non potevo viaggiare all’estero con la stessa frequenza e dedizione». In certi posti non si perdona. Nelle storie di queste donne si legge chiaro un concetto: tutto il sistema del lavoro, in Italia, è modellato su schemi maschili. «Certo, oggi guadagno molto meno rispetto a prima, ma posso prendermi cura dei miei figli», afferma Ilaria Mercanti, 46 anni, ex dirigente in una società di comunicazioni. Anche lei incinta a 39 anni, anche lei ha perso il lavoro quando aveva il pancione. «La notizia mi arrivò mentre ero in ospedale per partorire», racconta. «Non si guadagnano cifre astronomiche e tenere insieme lavoro e figli è difficile per tutte, ma noi qui facciamo rete: condividiamo babysitter e passaggi per portarli a fare sport», dice Ilaria Martino, anche lei lasciata a casa a 39 anni, dopo la prima gravidanza.

Daria Oliva, 44 anni, avvocato, ha scelto di lasciare il posto di lavoro mentre era in attesa perché «mi ero accorta che il mio socio approfittava delle mie assenze per lavorare con i miei clienti e questo mi aveva amareggiata». Alessandra Greco, invece, oggi 52enne, ha lasciato il posto di ricercatrice in un istituto scientifico perché aveva avuto un aborto poco prima e stare a contatto con solventi chimici «mi spaventava. Così ho cambiato vita due volte: prima ho disegnato vestiti per bambini e ora eccomi qui, a Family Welcome». Alessandra riscuote crediti e la prendono in giro perché al telefono non è aggressiva. Ma lei non ci sta a fare il maschio, nemmeno lì.

Fonte: 27esimaora.corriere.it

  • Aggiornato il 19 Settembre 2017