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Ecco il buono scuola, ma non per tutti

Di questi tempi grami riuscire ad incassare contributi pubblici per mandare i figli a scuola è una gran cosa. buoniscuolaIl sorriso però, si irrigidisce quando si scopre che quell’aiuto arriverà ad anno anzi, ad anni scolastici ampiamente archiviati; che la quantità di denaro disponibile (12,8 milioni) è meno di quanto veniva stanziato in tempi di vacche grasse (o forse più spensierati) e per un solo anno: circa 16 milioni; che le modalità per far stare in piedi la baracca non permettono alla stessa famiglia di ricevere ciò di cui avrebbe diritto per entrambi gli anni scolastici, ma soltanto per uno. Ma tant’è.

Due anni al prezzo di uno

Ieri in giunta, l’assessore all’Istruzione regionale, Gianna Pentenero, ha comunicato ai colleghi del governo Chiamparino che al bando per ottenere i contributi relativi agli anni scolastici 2014/15 e 2015/16, cioè quello appena terminato, sono arrivate 56.879 domande: 19.537 per il primo anno e le rimanenti 37.342 per il secondo.

Conscia dell’insoddisfazione che il complicato meccanismo genererà, Pentenero, a suo tempo, aveva tentato il colpo di azzerare ogni aiuto per un anno intero e ripartire dal 2015-16. Apriti o cielo, dall’opposizione e dalle stesse fila della maggioranza si levarono talmente tante proteste che il progetto fu subito accantonato. Molto probabilmente, anche per non dare l’impressione che si volessero penalizzare le scuole paritarie destinatarie di una bella fetta di circa la metà di quei 12,8 milioni da spendere, appunto, per assegni di studio per iscrizioni o frequenza, mentre i rimanenti milioni vanno per assegni di studio per libri di testo, attività integrative previste dai piani dell’offerta formativa e per il trasporto.

«Fondi scarsi? Una scelta»

Impresa riuscita solo in parte. Un acceso oppositore come Gian Luca Vignale (Forza Italia) critica sia l’esiguità del denaro stanziato, sia la strada imboccata dalla Pentenero per mettersi in pari almeno con i tempi «visto che il Consiglio regionale ha approvato una legge che impone la pubblicazione del bando entro il 30 maggio di ogni anno e non se ne sa ancora nulla: per questo motivo ho chiesto e ottenuto che l’assessore venga in Commissione, giovedì, a spiegarci cosa farà». Vignale riconosce che i tempi grami sono la causa principale dell’esiguità dei fondi «ma è difficile non vederci una scelta politica quando le risorse messe a bilancio per le scuole dell’infanzia sono rimaste invariate e quelle per le borse di studio universitarie sono addirittura aumentate».

Fondi ai più poveri

Gianna Pentenero, dal suo punto di vista, sottolinea come, «dopo i ritardi degli anni passati, questa Giunta si stia impegnando per raggiungere l’allineamento tra l’emissione di un bando e l’erogazione delle risorse. Giovedì illustrerò, in Commissione, le nuove modalità e relative tempistiche con cui pensiamo di sostenere le famiglie nelle spese che riguarderanno nei prossimi anni beni e servizi legati alle attività scolastiche».

Il lavoro di istruttoria che ora scremerà da quelle quasi 57 mila domande chi accederà e come ai contributi, parte da un dato: ha diritto all’aiuto chi ha un reddito Isee inferiore ai 26 mila euro. Va da sè che le risorse sono così poche che si concentreranno nella fascia dei redditi Isee più bassa, quella inferiore ai diecimila euro.

Fonte: lastampa.it

  • Aggiornato il 26 Luglio 2016