PER SFIDA E PER PASSIONE

Storia torinese delle attività espressive nei servizi alla persona dagli anni ’80 ad oggi.

Per descrivere la complessa esperienza torinese, attiva dagli anni ’80 ad oggi, in rapporto alle attività espressive dedicate a persone con disabilità e in situazione di fragilità, è necessario inquadrare ciò che dell’arte e del suo uso ha reso possibile l’operare progressivo, di un nutrito team di educatori, artisti, insegnanti, storici dell’arte, antropologi, psichiatri, psicologi, arte terapeuti, esperti vari in collaborazione fra pubblico e privato. Un lavoro con e per persone, speciali, portatrici di immaginari insoliti e saperi talvolta spiazzanti: uomini e donne, corpi e menti, capaci di creare anche se messi alla prova da disfunzioni, malattia, difformità, privazioni, traumi o abusi.

Tra i vari mezzi per attivare un cambiamento sono stati individuati come rilevanti le esperienze e i saperi estetici considerati come “saperi accesso” perché sono praticamente e intimamente connessi all’esperienza di sé e possono far emergere bisogni e potenzialità. Sono competenze che nello scambio con l’altro propongono percorsi utili per un progresso personale e sociale, sono conoscenze adatte per andare oltre il disagio vissuto perché in grado di offrire strumenti idonei per tracciare possibili vie verso il riconoscimento, la ri-costruzione del sé e dei rapporti con il mondo.

Applicare questo punto di vista ha significato allestire laboratori dedicati, organizzare mostre, convegni e istituire spazi permanenti di confronto e dialogo per sviluppare nei destinatari, negli addetti ai lavori e nel pubblico una capacità di sguardo che consentisse di vedere, ri-conoscere ed imparare a comunicare con la varietà, umana e di contenuti, espressa dalle persone con disabilità e/o con sofferenza psichica.

Pietra miliare è stato il Progetto Teatro & Altro. Per passione e per sfida (dal 1989 al 1998). Questo fu il primo grande progetto strutturato, con contatti internazionali, che mise insieme le diverse discipline artistiche e le competenze educative, pedagogiche, terapeutiche impiegate nei servizi alla persona e nella scuola, attivando una rete che con il tempo, e grazie ai progetti successivi, si è consolidata e implementata.

I percorsi di ricerca e di comunicazione sono sempre accompagnati da una attenta riflessione rispetto al rischio di una sopravvalutazione della “funzione salvifica dell’arte” nella soluzione dei problemi sociali e personali.

La valorizzazione

inclusione sociale e culturale

Dai primi anni ’80 sulla base del diritto all’accesso alla cultura, in ogni sua forma per tutti, e del riconoscimento di capacità e potenzialità – artistiche e culturali – sia delle persone con difficoltà, fisiche e mentali sia del personale educativo, l’amministrazione pubblica cittadina ha, gradualmente, investito risorse su progetti, di contrasto alla marginalizzazione e di inclusione sociale, volti allo sviluppo di una cultura delle differenze.

Iniziative, tutte, costruite attraverso lo scambio di competenze in collaborazione fra enti pubblici e privati: assessorati, circoscrizioni, dipartimenti educazione dei musei di arte contemporanea, scuola media superiore, università, accademia, associazioni, fondazioni e cooperative sociali.

In relazione a questi progetti fa capo a Torino una rete significativa, anzi un insieme di reti articolate che sono rappresentative delle realtà sociali, culturali ed educative che collaborano fra di loro con continuità da anni, realtà locali, nazionali e internazionali.

Il lavoro concreto che in questi anni si è cercato di fare, innanzitutto, è quello di conoscere le possibilità di ogni singola persona coinvolta, scoprire le differenze fra attitudini e linguaggi adottatati, studiare, applicare e sperimentare metodi di sostegno all’espressione e cercare modalità di valorizzazione delle persone coinvolte anche attraverso la partecipazione attiva.

A tale scopo si sono sviluppati due filoni di ricerca: singolare e plurale, distinti ma interconnessi, uno maggiormente rivolto al progresso del singolo, l’altro indirizzato al promuovere la creazione artistica condivisa e l’inclusione sociale.

Per approfondimenti sulla storia dell’arte irregolare in Piemonte:

T. Taramino, I luoghi del possibile: dal Laboratorio La Galleria a InGenio Arte Contemporanea, in B. Tosatti, S. Ferrari (a cura di), Inquietudine delle Intelligenze. Contributi e riflessioni sull’arte irregolare, Quaderni di PsicoArt – Università di Bologna, 2015. 

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