Disabilità sensoriali

La comunità sorda segnante italiana all’epoca del coronavirus: lingua dei segni e accessibilità

La reazione della comunità sorda all’emergenza sanitaria attuata attraverso la lingua dei segni italiana (LIS) e un uso flessibile delle tecnologie visive. Molte delle strategie messe in atto da questa comunità possano risultare utili anche per tutta la società e suggerire nel futuro una migliore accessibilità alle informazioni.

Introduzione e premesse

In questo periodo storico assolutamente eccezionale è importante chiedersi come stiano reagendo le comunità minoritarie. In un recentissimo articolo (Araabi, 2020) si afferma che, mentre cerchiamo di ridurre i danni che la crisi COVID-19 ha innescato in tutto il pianeta, dobbiamo imparare le lezioni che ci vengono dalla reciproca solidarietà e resilienza svelate da alcune comunità. Nelle pagine che seguono illustreremo brevemente come ha reagito la comunità sorda italiana all’emergenza, riflettendo su quali siano le lezioni da trarre per il futuro. Da subito questo gruppo ha utilizzato nei social le tecnologie visive a distanza in modo estremamente agile, rapido e efficiente. In pochi giorni ha organizzato on line diverse attività in lingua dei segni italiana (LIS): campagne o flashmob, giochi e favole per i bambini, conferenze, dibattiti linguistici e filosofici, canzoni e molto altro. Ha chiesto maggiore accessibilità all’informazione e, anche se con qualche fatica, in molti casi l’ha ottenuta.

Qui di seguito cercheremo di riassumere quanto è avvenuto nel mese di marzo 2020, analizzando come fonti soprattutto Facebook e le principali reti televisive. Prima di procedere, due brevi premesse: una sull’emergenza Covid-19 in Italia e le conseguenze più visibili e immediate che ha potuto avere su le persone con un deficit uditivo, l’altra sulla comunità che utilizza la LIS.

Pandemia Globale COVID-19

Il 31 gennaio 2020 il governo italiano ha annunciato l’emergenza nazionale, a causa del Coronavirus SARS-CoV-2. L’Italia è stato il primo paese ad essere colpito in Europa e la situazione si è rapidamente evoluta. Il Governo ha emanato nuove misure con restrizioni sempre più severe. Le persone non hanno potuto più toccarsi (per richiamare l’attenzione di una persona sorda spesso la si tocca leggermente) né abbracciarsi, dovendo mantenere la distanza di almeno un metro, finché è scattato l’obbligo per tutti i cittadini di rimanere a casa. Su social e tv, vip, attori, cantanti e gli utenti in generale hanno continuato a promuovere la campagna #iorestoacasa. Il cambiamento ha influito anche nella comunità sorda, che ha manifestato una grande presenza sui social e creatività sia per i contenuti espressi, sia per l’uso delle tecnologie visive.

Nelle aziende sanitarie, così come nei pochi negozi aperti, vige la regola di indossare le mascherine. Le persone sorde hanno difficoltà a comunicare perché le mascherine impediscono di leggere le labbra ed è stata suggerita la possibilità di trovare una soluzione utilizzando mascherine trasparenti.

L’ Ospedale di Pavullo – Azienda USL Modena ha pubblicato un post su Facebook, descrivendo come le infermiere siano riuscite a comunicare con un paziente sordo attraverso messaggi scritti su fogli A4 “Come stai?”, “ti saluta tuo figlio”, “Ti spostiamo in un altro reparto” e “Se hai bisogno spingi il pulsante rosso”.

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