Disabilità sensoriali

Papà Sergio: «In tandem fino al mare con mio figlio non vedente»

Sono 270 chilometri per toccare l’acqua del mare, macinati a bordo di un tandem giallo, il mezzo che li tiene uniti e racconta un po’ di loro anche a Cingia de’ Botti, il paese di mille abitanti in provincia di Cremona dove vivono. Li si vede sfrecciare per quelle vie a qualsiasi ora, sempre a bordo della loro due ruote. Papà Sergio, 69 anni, davanti; dietro, il figlio Roberto, che di anni ne ha trentadue e fa il centralinista in una casa di riposo, riceve le telefonate e fissa gli appuntamenti con il codice Braille. È autonomo, vive da solo col suo cane Josh che lo guida in ogni passo. Lunedì scorso, però, a guidarlo c’era papà. Il viaggio è cominciato all’alba. «Siamo ciclisti di pianura, noi, mica esperti», ripete Sergio che nel suo elogio della lentezza rispolvera un detto dei suoi nonni: «Chi va piano, va sano e lontano».

Le prime soddisfazioni sono arrivate a tredici chilometri dalla meta. «Percorrendo l’argine dell’Adige il mio cuore ha cominciato a riempirsi di gioia. Mi sono girato tentando di nascondere le lacrime che mi rigavano il volto e lì ho visto lo sguardo di mio figlio illuminarsi: sentiva il mare». «Grazie, papà». E l’emozione si è sciolta. «Non so cosa abbia provato Roberto dentro di sé — spiega ora Sergio —. So cosa ho provato io, fra problemi e risalite». Papà Sergio, ormai in pensione dopo una vita da cuoco, quell’impresa la progettava da sempre. La racconta ai suoi compaesani, che una volta saputo dell’avventura hanno cominciato a fargli mille domande. E lui tira fuori tutto. Dall’arrivo di Roberto, nato di cinque mesi, ai problemi agli occhi, l’operazione fallita, gli alti e i bassi, «le montagne russe», proprio come quel viaggio verso il mare. Come i sorrisi e il loro tandem buttato controvento a percorrere la strada.

Fonte: corriere.it

(s.m. / c.a. )