Disabilità sensoriali

Terni sarà la prima città italiana con i menu in braille nei ristoranti

«Si mangia anche con le mani» non è un modo di dire che indica una regressione nelle buone maniere. Ma un’evoluzione nel sociale da parte di Fipe Confcommercio e Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sezione di Terni. Un progetto unico nel suo genere, che promuove l’introduzione di menù in braille nei pubblici esercizi della città.

Il sistema di lettura tattile a rilievo messo a punto nella prima metà del diciannovesimo secolo, suggerisce il nome al progetto: Con le mani. Parte a Terni e da Terni l’operazione culturale che vuole rendere sempre più autonomo il non vedente e sempre più accogliente la città in cui vive. Federico Li Gobbi, titolare del Ristorante Piazzetta in via Cavour, ammette di non aver mai pensato di proporre menù in braille prima d’ora: «Col fatto che l’elenco dei piatti da scegliere può essere letto dall’oste, ammetto di non aver mai provveduto a dotare il mio ristorante di uno strumento che invece renderebbe il non vedente più autonomo e sicuro».

Li Gobbi riconosce l’importanza del progetto e anticipa: «Aderirò sicuramente!». «Col fatto che le persone con disabilità visive non vengono al ristorante da sole, l’idea di un menù dedicato a loro non mi aveva mai sfiorato. Di solito sono sempre accompagnate da amici o familiari perché quando si va a cena fuori non ci si va da soli. E allora sono gli amici a leggere i piatti del giorno se non puoi vedere. Capisco invece che mettere a disposizione uno strumento che possa rendere il cieco autonomo o semplicemente più amato, è importante eccome». Stefano Amici, della pasticceria Pazzart di Corso Tacito, è pronto a partire con l’operazione Si mangia anche con le mani, fin da subito.

Il progetto è stato presentato ieri nella sede di Terni di Confcommercio. «Il primo in Italia e già suscita curiosità in altre regioni», dichiara Mirko Zitti, vicepresidente di Fipe Confcommercio Umbria. Le adesioni da parte dei ristoratori saranno raccolte a partire da settembre. Già, perché il locale che vuole partecipare al progetto dovrà versare una quota formale per essere poi inserito nel sito web in costruzione (con caratteristiche di accessibilità anche agli ipovedenti) e per avere uno o più menù in braille personalizzati e plurilingue. Non è una colpa non aver pensato prima ad abbattere la barriera invisibile che pure esiste. «Non era venuto in mente neanche a noi familiari». Roberto Melchiorri, falegname, fa parte del consiglio dell’Unione Ciechi, sezione di Terni. E’ sua l’idea del progetto. Nasce dal racconto della figlia Greta, 11 anni, di ritorno da un campeggio estivo ad Assisi. Gli organizzatori preparano dei menù in braille per portare i ragazzi in pizzeria. Quell’esperienza che sembrava tanto semplice invece fa sentire Greta e tutti i suoi amici autonomi e sicuri di se. E’ bastato il racconto di uno dei 150 iscritti all’Unione Ciechi, per confezionare l’iniziativa. Sono oltre 720 le persone con disabilità visive nella provincia di Terni. Per loro adesso è più divertente andare a cena fuori.

Fonte: ternitoday.it

(lv/la)