Disabilità sensoriali

“Accordatrice di orecchie”: un neologismo non effimero

Venticinque persone tra ipoudenti e sordi, portatrici di impianto cocleare e/o protesi acustica, hanno potuto godere come gli altri della musica immortale di Beethoven, all’Auditorium della RAI Arturo Toscanini di Torino, grazie all’esordio del “Progetto Beethoven”, condotto dall’audiometrista Carla Montuschi, felicemente denominata “accordatrice di orecchie”, e alla collaborazione di varie componenti della RAI, dell’Azienda della Città della Salute e della Scienza di Torino, dell’Università del capoluogo piemontese e dell’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare)

«Ci piace molto la qualifica di“accordatrice di orecchie”. Riteniamo che sia un neologismo destinato a non avere durata effimera, che magari non potrà aggiungersi, come dovrebbe, nel cartello davanti a un servizio sanitario pubblico, come il Centro Impianto Cocleare della Struttura di Audiologia e Foniatria all’Azienda Città della Salute e della Scienza di Torino, ma che tuttavia avrà certamente un posto dedicato nel cuore e nella testa dei pazienti coinvolti in questa iniziativa. Quel termine, infatti, esprimono la passione, l’impegno e l’umanità di una persona in cui completano le già importanti competenze professionali, arricchite da un continuo aggiornamento e dal rapporto con le persone in carico e i loro familiari».

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(cv/la)