Disabilità sensoriali

Echoes From Levia Soulbound, videogioco per ciechi e ipovedenti

L’innovativo titolo di Cloverbit è un esempio virtuoso d’inclusione e accessibilità videoludica.

Trasformare un’idea in progetto rivolto a una nicchia ristretta di videogiocatori con disabilità visive è una scommessa coraggiosa. La mancanza di dati certi e pubblicamente accessibili sugli audiogiochi innalza il fattore di rischio imprenditoriale per un piccolo studio.

Nonostante queste criticità i ragazzi di Cloverbit sono riusciti a recuperare sufficienti informazioni per realizzare Echoes From Levia: Soulbound , un videogioco fantasy rivolto a un pubblico di giocatori non vedente e ipovendente.
Come ci spiega Marco Donati, Project coordinator, “nel momento in cui abbiamo iniziato la stesura del Game Design Document descrivente tutti gli aspetti drammatici e formali di Echoes From Levia: Soulbound, abbiamo avuto la conferma che sviluppare un audiogioco comporta l’addentrarsi in un territorio parzialmente inesplorato non solo in termini di mercato, ma anche di sviluppo”.

Nel caso di un audiogioco la storia è fondamentale sia per contestualizzare gli eventi che per dare la massima immersività dell’utente. Trama che, ci dice Marco, “è stata scritta da Stefano Stradaioli, ispirandosi al medioevo nordico è riuscito a dare delle descrizioni vive degli ambienti in cui il giocatore si troverà immerso, fornendo precise informazioni geografiche e storiche, senza togliergli la libertà di aggiungere dettagli immaginifici”.

Nella maggior parte dei videogiochi tradizionale la componente audio, il realismo nella realizzazione e spazializzazione dei suoni, è posta in secondo piano rispetto alla grafica, nel caso di Echoes From Levia: Soulbound, sottolinea Donati, “il realismo che comunemente è delegato alla grafica abbiamo dovuto tramutarlo in realismo sonoro. Sviluppando un sistema che utilizzando l’audio binaurale e simulando la propagazione fisica del suono in un ambiente tridimensionale possa dare dei feedback realistici e consistenti”.

Inclusività e accessibilità sono temi ancora poco sensibili per l’industria videoludica. Le statistiche sulle disabilità visive proposte da istituti ed enti sono molto diverse tra loro, ma con una buona approssimazione, ci dice Marco, “ogni mille persone si può contare un non vedente e quattro ipovedenti gravi”.

Una percentuale ristretta della popolazione che, anche per motivi anagrafici d’età, non è abituata a videogiocare.
Cloverbit è stato uno tra i primi studi indipendenti a sviluppare un prodotto specifico per utenti con disabilità visive in Italia e Marco Donati pensa che “al momento il settore è ancora poco sviluppato e c’è necessità di abituare questo tipo di pubblico al medium videoludico”.
Anche se gli audiogiochi si rivolgono a una nicchia, vantano un nucleo di appassionati estremamente attento che ha supportato lo studio Cloverbit in tutte le fasi di sviluppo di Echoes From Levia: Soulbound. Sia su Facebook che su forum specializzati come Audiogames.net sono stati contattati da diversi giocatori che desideravano maggiori informazioni sul prodotto, o semplicemente per ringraziare o offrire a titolo gratuito il loro supporto.

Echoes From Levia: Soulbound non uscirà su console, questa scelta ci spiega Donati è dettata, ancor prima dell’accessibilità, dall’accesso alle licenze e ai kit di sviluppo necessari. Discorso diverso invece per i PC. Windows, Linux e Mac forniscono diversi strumenti software o funzionalità che li rendono accessibili a utenti con disabilità visive, dalle schermate a elevato contrasto, alle funzioni di ingrandimento di testo e immagini, fino ad arrivare ai screen reader, programmi che leggono il testo presente sullo schermo.

Nel caso degli screen reader Donati puntualizza che “i migliori sono a pagamento e purtroppo, pur trattandosi di software estremamente validi, il loro costo è talvolta proibitivo. Malgrado la scarsa diffusione in ambito videoludico di Linux, fa tuttavia piacere constatare che la comunità open-source si sta attivando nello sviluppo di distribuzioni appositamente studiate per utenti con disabilità visive o nel rendere accessibili distribuzioni già presenti come Ubuntu o Debian”.

Secondo Marco Donati i dispositivi mobili, tablet e soprattutto smartphone “nascono per essere un’estensione tecnologica del nostro corpo e di conseguenza l’accessibilità di tutte le loro funzioni, in maniera semplice e intuitiva, è già estremamente curata anche per l’utenza vedente”.
Per questo tipo d’utenza l’interazione è accompagnata sempre da un riproduttore vocale e semplici gesture di facile apprendimento. Inoltre, ci ricorda Donati, “Google Play e App Store di Apple forniscono un nutrito numero di applicazioni e giochi di qualità per non vedenti e ipovedenti rendendo di fatto gli smartphone la piattaforma di maggior successo per questa tipologia di utenza”.

Echoes From Levia: Soulbound sarà disponibile a partire dalla seconda metà di aprile 2018.

Fonte: lastampa.it