Disabilità sensoriali

Discesa Liberi: la Coppa Italia per disabili a Prato Nevoso

Lorenzo Repetto, presidente dell’associazione Discesa Liberi, ancora si commuove quando parla di soddisfazione, parola che ripete, tra le altre, molto spesso. Nella sua prima vita era un medico specializzato in trapianti renali alle Molinette di Torino. Nella sua seconda vita ha scelto di essere dalla parte di chi ha spesso e volentieri problemi a gestire la quotidianità, figuriamoci a fare sport.

Genovese – «ci tengo a precisare, di Voltri», aggiunge -, innamorato della montagna al punto che davanti alla scelta di cosa inventarsi dopo la pensione sceglie la strada che sa di avventura. Non sempre in discesa, come dice il nome. Infatti mi spiega innanzitutto la banalità, la base. Le barriere architettoniche, quelle vere, non sono costituite dal mondo fatto di scalini, marciapiedi o intoppi; l’autentica barriera architettonica è fatta di spazio da gestire per chi è seduto su un supporto che è altro da sé.

«Le più grandi sfide per chi ha una carrozzina sono costituite dai pali con il cestino della spazzatura o dalla neve, perché le ruote affondano». Così Discesa Liberi non soltanto manifesta la capacità atletica dei ragazzi con disabilità, ma li agevola nei servizi, «perché per arrivare sulla pista bisogna prima di tutto affrontare la neve; ci siamo fatti posizionare una rampa che abbiamo scoperto essere un grande regalo anche per le mamme con i passeggini!», sostiene Repetto.

Nell’avventura Discesa Liberi sono coinvolte tantissime persone: i conduttori, volontari che affrontano esami durissimi in medicina, medicina legale, legge e pronto intervento per poter effettivamente ricoprire questo ruolo, oltre alle innumerevoli ore di pratica, gli organizzatori, che gestiscono le attività in collaborazione con le varie federazioni nazionali (non ultima, l’organizzazione dal 2014 alla corrente edizione della Coppa Italia per Disabili prevista per febbraio 2017) e le famiglie, «la nostra vera soddisfazione», che accompagnano e supportano i ragazzi nelle attività. Perché per un supporto apposito, detto guscio, in cui il disabile viene posizionato e condotto, arriva a costare anche 6.000 Euro: «Forniamo non soltanto il conduttore per chi non sapesse sciare o per i più piccoli, ma anche la struttura, il supporto, così da fornire un vero servizio».

Ma chi aiuta materialmente, visti i costi molto alti? Repetto risponde: «Fondazioni, privati e gli amici: nella fattispecie, riusciamo a venire incontro a tutte le esigenze perché praticamente tutti i servizi ci vengono donati gratuitamente e così noi facciamo per la tessere associativa; le persone sono molto meglio di quello che si pensa». Così, ricorda quando doveva andare a saldare il palco per la premiazione della Coppa Italia e invece di vedersi recapitare una fattura da pagare si è visto regalare 500 Euro e servizio gratis; «ancora mi commuovo», aggiunge emozionato. Perché, ripete molte volte nel suo racconto, «quello che alla sera, quando ha fatto sciare i ragazzi, torna a casa contento, davvero felice, sono io».

Invita tutti, infine, a partecipare alle attività dell’associazione, a informarsi o soltanto a curiosare durante le competizioni: «Sono degli atleti formidabili: le persone si stupiscono proprio del gesto atletico, della preparazione. Nulla è impossibile: vuoi sciare? Non sai come fare, non hai mai provato? Non possiedi il guscio? Non c’è problema! Discesa Liberi ti aspetta, offrendoti le prime due ore gratuite con conduttore e supporto». Un invito aperto davvero a chiunque: vista la lacrima appesa ogni qual volta si parli di soddisfazione, forse Discesa Libera è molto più libera di quanto Lorenzo Repetto, fondatore e papà dell’associazione, dia da credere.

Fonte: genova.mentelocale.it