Disabilità sensoriali

Un mondo in 3D per far studiare i bambini ciechi

Quello che non si può vedere, be’, si può percepire. E così il tatto compensa ciò che gli occhi non vedono. Non è solo frutto dell’immaginazione perché tutto questo è davvero possibile.schermata-2016-12-14-alle-16-27-37-500x264 C’è infatti una piccola grande rivoluzione in atto. Un’idea che ha preso forma e che ora ha trovato perfino le risorse necessarie grazie al bando “Digital for Social” di Fondazione Vodafone Italia e Gruppo 24 Ore. Qual è l’idea? Un software a basso costo destinato ai bambini non vedenti che trasforma le immagini in “tatto”. Si chiama appunto “TeleTatto” ed è un progetto dell’Istituto italiano di tecnologia, che lo ha realizzato in collaborazione con l’Istituto Chiossone di Genova.

Niente più supporti fisici, mappe tattili o problemi di accessibilità. L’istruzione, si sa, è un diritto per tutti. Ma per chi ha una disabilità il percorso scolastico è lastricato di ostacoli. E’ difficile far apprendere un bambino non vedente o ipovedente insegnandogli quali sono i confini delle regioni italiane, la forma di un trapezio isoscele, il raggio del cerchio. Certo, le informazioni grafiche sono spesso a disposizione. Ma non sono alla portata di tutti. Una volta stampata, la mappa assume la sua dimensione “fisica”. Ha un ingombro, è difficile da consultare, non si può modificare. Ma se tutto passa attraverso una piattaforma low cost utilizzabile sia on-line sia off-line, allora le cose iniziano a cambiare.

«Questo progetto nasce dal pesante squilibrio formativo tra persone vedenti e non vedenti in età scolare» spiega Luca Brayda (Iit Genova). «Questi giovani hanno bisogno di istruzioni ad hoc su come acquisire e manipolare mappe digitali, concetti geometrici e scientifici sempre più trasmessi digitalmente con la vista».

A fornire la piattaforma è il gruppo Rbcs (Robotics, brain and cognitive sciences). Al software si aggiungono il “Tactile mouse” (ovvero un mouse tattile dotato di una levetta capace di far comprendere la dimensione dell’oggetto) e un “blindpad” (qua ci sono tasselli che si alzano, proprio come nel gioco “pin art” con cui si fanno sculture di chiodi in 3D). Due nuovi e indispensabili accessori che possono favorire l’autonomia scolastica dei ragazzi evitando loro continui viaggi vero i centri di riabilitazione.

«TeleTatto rientra nella logica di promozione del digitale e più in generale della tecnologia come strumento di innovazione sociale che portiamo avanti attraverso il bando Digital for Social» commentato Maria Cristina Ferradini, consigliere delegato di Fondazione Vodafone Italia. «Non a caso l’idea è stata premiata tra più di 450 progetti ricevuti. Il progetto ha il grande merito di intervenire nell’ambito di un disagio molto importante e specifico e di coniugare insieme tecnologie digitali e alte competenze scientifiche».

Inoltre questi bambini non saranno lasciati soli. Esiste infatti la possibilità di ricevere supporto a distanza. In questo modo si va incontro anche alla carenza di operatori, che al momento sono insufficienti rispetto ai 200 mila giovani non vedenti o ipovedenti fino ai 24 anni presenti oggi in Italia. Ma non è tutto. Perché “TeleTatto” non è utile solo ai fini scolastici, ma anche come orientamento alla mobilità. Così anche case, stanze, vie e palazzo prenderanno forma. E si potranno toccare con mano, anche a casa.

Fonte: Sociale.corriere.it