Disabilità sensoriali

Non vedenti, in Asia da missionarie

Sono poco numerose, contemplative, cieche o ipovedenti. Agli occhi del mondo “scartate”, forse inutili. Eppure le Suore Sacramentine non vedenti, fondate da san Luigi Orione, hanno uno slancio missionario che pochi giorni fa le ha spinte ad aprire una nuova comunità nelle Filippine, precisamente a Quezon City.

A formarla, dal 13 novembre, la cilena suor Maria Pia Carvajal, la brasiliana suor Maria de Fatima Irani Vieira e suor Maria Anselma Pereira da Silva, la superiora.missionarie Finora le Sacramentine erano presenti in Italia a Tortona, in provincia di Alessandria, oltre che in Spagna, Argentina, Brasile, Cile e Kenya.

«Ho conosciuto la congregazione nel 1983 e due anni dopo ho det to il mio primo sì. Dio mi chiama a seminare speranza nelle Filippine», ricorda suor Maria Pia della Divina Provvidenza, cieca, che si sente chiamata a «offrire la privazione della vista per tutti e soprattutto per coloro che non conoscono Dio, mediante la preghiera e l’adorazione eucaristica. Tra la gente meravigliosa che incontrerò voglio cantare e glorificare il Signore e le sue meraviglie, perché vale la pena servirlo», dice con un sorriso radioso in un video pubblicato online. «Mi sento protetta da Dio che mi chiama, m’invia e mi responsabilizza per questa missione. Il cuore non ha frontiere », aggiunge suor Maria de Fatima.

Il 16 novembre le Sacramentine sono state raggiunte in terra filippina da madre Maria Mabel Spagnuolo, superiora generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità (istituto femminile di vita apostolica, sempre della famiglia orionina), dalla vicaria generale suor Maria Sylwia Zagórowska e da suor Maria Catherine Vose, che si inserirà nella missione della nuova vice-delegazione «Madre di Misericordia », animata dalle religiose di vita attiva. Le Sacramentine hanno quasi 90 anni di vita: furono fondate il 15 agosto 1927 da don Orione, che riunì nella cappella di San Bernardino a Tortona quattro suore non vedenti, dando vita al primo gruppo di contemplative impegnate ai piedi del tabernacolo in un’esistenza di offerta e adorazione.

Ma nel sacerdote l’idea era stata suggerita 14 anni prima dal professor Augusto Romagnoli, cieco e direttore dell’Istituto dei ciechi «Regina Margherita» di Roma, in cui venivano accolte ragazze con chiari segni di vocazione religiosa che erano accolte nelle altre congregazioni a causa della loro cecità. Nel 1915 don Luigi accolse la prima giovane non vedente che voleva consacrarsi a Dio, seguita negli anni successivi da altre donne come suor Maria Tarcisia Jona, prima responsabile delle Sacramentine morta il 6 aprile del ’64.

Fonte: avvenire.it