Disabilità sensoriali

Laboratorio senza parole per ragazzi sordi e non: arte e Lis per conoscersi

L’arte non conosce barriere: laboratorio internazionale senza parole con 28 ragazzi, sordi e udenti, di Armenia, Italia, Macedonia e Polonia. Scambio in Lis ed esperienze di teatro, musica, fumetto e video artelisper favorire l’integrazione.

28 ragazzi e ragazze sordi e udenti di Armenia, Italia, Macedonia e Polonia hanno sperimentato l’uso dell’arte e dell’espressione non verbale come strumento di comunicazione e di interazione reciproca. In questo modo si sono concluse domenica scorsa le attività dello scambio internazionale ComunicART, organizzato dall’associazione InformaGiovani. Il progetto, finalizzato a favorire la piena integrazione tra sordi e udenti si è svolto dal 12 al 23 agosto. Sette i giovani partecipanti per ogni paese tra cui due sordi e due udenti più operatori e interpreti in lingua dei segni nazionali. Ogni partecipante, oltre alla propria lingua dei segni nazionale, ha imparato anche i segni internazionali che permettono di comunicare con tutti. Il progetto ha richiesto l’impiego di 10 lingue: 5 verbali con l’inglese, 4 dei segni nazionali e quella dei segni internazionali. Il progetto si è concluso con uno spettacolo in cui sono stati presentati alcuni lavori, teatrali, musicali e multimediali. Il momento clou della serata è stata la rappresentazione in 4 lingue dei segni nazionali e dei segni internazionali del noto brano musicale ‘We are the world’.

“Il fine del progetto – spiega una delle coordinatrici Monica Valenti – è stato quello di favorire l’incontro tra ragazzi sordi e udenti attraverso l’arte visiva, musicale e teatrale. In questo modo si è cercato di abbattere le barriere che ci sono tra due mondi diversi. Tutti abbiamo imparato anche i segni internazionali in cui ognuno si è potuto mettere alla pari. Ci auguriamo per il futuro che possano esserci altre esperienze integrative e inclusive di questo tipo”. “Si è creata tra i ragazzi una sintonia stupenda – dice pure Antonio Ingrassia, interprete della lingua dei segni italiana (Lis) -. E’ stata per tutti un’esperienza molto arricchente e importante sul piano sociale e culturale”. “Il primo giorno quando sono entrata in cucina ho visto che tutti ridevano –  racconta Sofia una delle partecipanti italiane -. E’ stato bellissimo perché non si capiva chi fossero i sordi e gli udenti poiché tutti stavano ridendo”. “Dopo qualche giorno – ha detto anche David dell’Armenia -, è stato bello scoprire che non era necessaria la parola per comunicare”.

I ragazzi, hanno partecipato, infatti, a laboratori di teatro, di musica, di fumetto e di video, organizzando una performance a conclusione del progetto. Non è mancato ovviamente il contatto con il territorio ed una parte di studio sulla realtà locale, a partire dalla storia di Peppino Impastato, con la visita alla “Casa memoria” e con incontri con i rappresentanti di alcune cooperative che gestiscono terreni confiscati alla mafia. Il progetto, supportato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani con il programma comunitario Erasmus Plus, ha permesso a tutti i ragazzi udenti coinvolti di apprendere le basi della lingua dei segni del proprio paese, vedendo i ragazzi e le ragazze sorde nella veste di “insegnanti”.

La base operativa de progetto è stato il bene confiscato alla mafia di Marina di Cinisi, dove è nato l’eco-villaggio “Ciuri di campo” gestito dalla cooperativa LiberaMente. Si tratta di un villaggio sociale ispirato al turismo etico finalizzato a portare avanti iniziative di diffusione della cultura della legalità e dell’antimafia come base per la costruzione di una mentalità imprenditoriale sana, fonte di nuova economia e di posti di lavoro; rispetto e salvaguardia della bellezza del patrimonio naturalistico.

Fonte: superabile.it