Disabilità sensoriali

Perchè la lingua dei segni rischia di creare isolamento

Si va diffondendo sempre più il linguaggio dei segni, destinato alla comunicazione fra e con i non udenti.

lisallontanaSono state e sono più d’una  le proposte perchè questo linguaggio, detto LIS (lingua italiana dei segni), sia riconosciuto come lingua ufficialmente. Corsi di LIS i svolgono anche online, mentre più d’una Università ne propone l’apprendimento nel corso di laurea e l’approfondimento in master. “Teoria e tecniche di traduzione e interpretazione italiano-lingua dei segni italiana (LIS)” forma traduttori e interpreti che possano lavorare in ambito scolastico, universitario, formativo, sanitario, giuridico.

Credo bisogni riflettere su questa sempre più viva tendenza, anche nelle scuole, ad insegnare il linguaggio dei degni a udenti e non udenti.

Ho chiaro il ricordo di aver dialogato scioltamente, tanti anni fa, con persone (una delle quali era un architetto affermato) che ho compreso essere non udenti solo quando ho parlato mentre non mi guardavano. Era tanti anni fa, quando le scuole specializzate in insegnamento a coloro che allora erano senza pietà definiti sordi insegnavano perfettamente a leggere il labiale e a parlare riproducendo correttamente suoni e parole.  Uscivano dalla scuola in grado di stare negli ambienti di lavoro e  di stringere amicizie, ridotte al minimo le difficoltà dovute alla loro menomazione.

Oggi, si vuole creare una comunità di non udenti e di interpreti: diffondendosi questa pratica, che richiede comunque uno studio e un tirocinio, proprio come  quella dell’insegnamento del labiale,  i sordi potranno comunicare solo con chi sa questo linguaggio.

Cioè, i non sordi parleranno una lingua fra di loro e una diversa con i non sordi, che viaggeranno sempre in terra straniera. Se pensiamo al disagio di quando si è  in uno stato di cui non si conosce la lingua, possiamo dedurre che si metteranno i sordi in questa situazione perenne.

Si confonde  in questo modo fra integrazione e isolamento: se i non udenti potessero seguire corsi, nella scuola dell’obbligo, per imparare il linguaggio labiale sarebbe assai meno costante il ricordo della loro sordità, per loro stessi e per gli altri.

Fonte: scuoladivita.corriere.it